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Not in my name - Guerra e Diritto
- Subject: Not in my name - Guerra e Diritto
- From: "Vincenzo Giani ER" <vincenzo.giani at editoririuniti.it>
- Date: Wed, 5 Mar 2003 20:26:10 +0100
Not in my name Guerra e Diritto a cura di Linda Bimbi pag 240 euro 9.00 Questo libro è un atto d'accusa contro la guerra. Uomini e donne, da diversi punti di vista, lanciano con urgenza un allarme: il sistema politico internazionale e i grandi organi di informazione hanno raggiunto il margine folle di preparare la guerra. Il diritto internazionale, la dottrina politica, il principio etico che ha permesso fino a oggi di raggiungere un precario equilibrio tra le diverse forze e le culture nel mondo, rischia di venire violato con conseguenze disastrose in ognuno di questi campi: quello del diritto internazionale, quello della politica e soprattutto in quello dell'etica. Drammatiche sono le testimonianze di Gino Strada che partendo dal suo lavoro di medico si domanda quale sia il significato di parole così spesso usate come «guerra umanitaria» o «terrorismo», o di Luisa Morgantini e Ruchama Marton che raccontano esperienze di repressione disumana sul campo e di Maurizio Bonati che come medico indica il tragico rapporto tra guerra e mortalità materno-infantile, o saggi come quello di Richard Falk che si domanda cosa significhi oggi vincere o perdere una guerra contro il terrorismo. Interventi come quello di Danilo Zolo o di Michael Claire o di Raniero la Valle che segnalano negli ultimi anni gli slittamenti progressivi nella teoria della guerra e del diritto che hanno portato al limite drammatico raggiunto oggi. Analisi come quella di Giulietto Chiesa che individua nella menzogna ufficializzata degli apparati mediatici l'anello più importante della catena di legittimazione dell'inaccettabile guerra, Le tesi di Alberto Negri e Guglielmo Ragazzino sul ruolo svolto dal petrolio nella crisi con l' Iraq e poi i saggi accurati di esperti di Diritto Internazionale come Giuseppe Palmisano, Antonietta Di Blase, Luigi Ferrajoli, François Rigaux. Infine lo sguardo di Salvatore Senese sulla cultura del novecento in tema di Guerra e Diritto. Questo libro segnala con la sua stessa esistenza la sfiducia sempre maggiore nei confronti dei grandi apparati informativi e di elaborazione teorica-ideologica e il bisogno di riattivare luoghi e strumenti che siano in grado di fornire alla gente normale - quella che ama la vita e la pace- capacità di argomentazione e di resistenza contro l'ideologia della guerra. Gino Strada, medico chirurgo di Emergency Luisa Morgantini europarlamentare Maurizio Bonati medico del Laboratorio di salute materno infantile del Consorzio Mario Negri Sud Ruchama Marton, residente di Physicians for Human Rights in Israel Giulietto Chiesa inviato de La Stampa Alberto Negri, inviato del Sole 24 ore Guglielmo Ragozzino giornalista del Manifesto collabora a Le monde diplomatique Michael Klare Docente all'Università Hampshire Massachussets Richard Falk Docente all'Università di Princeton e Santa Barbara François Rigaux Docente di Diritto Internazionale all'Università di Lovanio Phil Shiner Peace Rights di Birmingham Antonietta Di Blase Docente di Diritto Internazionale all'Università di Bologna Giuseppe Palmisano Docente di Diritto Internazionale all'Università di Camerino Raniero La Valle giornalista e scrittore Danilo Zolo Docente di Filosofia del Diritto all'Università di Firenze Salvatore Senese Presidente di Sezione della Corte di Cassazione Luigi Ferrajoli Docente di Filosofia del Diritto all'Università di Camerino Videoattivismo istruzioni per lâuso Thomas Harding Edizione italiana a cura di Enrico Menduni Pag 224 euro 16.00 Nelle mani di un attivista una telecamera diviene una potente arma politica per contrastare la violenza della polizia; un video di denuncia uno strumento per condizionare lâagenda politica; un video proiettore un modo per sensibilizzare lâopinione pubblica. Intorno ai grandi temi della lotta politica, della giustizia sociale, della protezione dellâambiente si sviluppa oggi un nuovo tipo di attivismo armato di telecamere e di microfoni, pronto a documentare le proteste globali cosí come a difendere gli interessi di piccole comunità. Il libro di Thomas Harding documenta e ricostruisce per la prima volta questo fenomeno sempre piú vasto, descrivendo i protagonisti, la filosofia, i controversi rapporti con lâindustria dellâinformazione, i punti deboli e le strategie. Ricordando che ai suoi esordi dovette «imparare tutto per tentativi», Harding fornisce inoltre tutte le «istruzioni per lâuso» di questa nuova forma di attivismo popolare: quale attrezzatura acquistare, come entrare in contatto con gruppi e movimenti, come realizzare un prodotto che possa essere venduto a una televisione, utilizzato in tribunale o immesso nei canali distributivi alternativi. Un libro utilissimo e rigoroso, adattato per il pubblico italiano da Enrico Menduni, per chi vuole approfondire la conoscenza dei movimenti attivi in questo nuovo settore della militanza e per chi ha scelto il video come strumento di cambiamento. Thomas Harding è giornalista, produttore televisivo e consulente per varie società televisive. Cofondatore dellâOxford Channel e di Undercurrents, collabora da anni con The Indipendent, Guardian, e Financial Times. Enrico Menduni è docente di Teorie e tecniche del linguaggio radiotelevisivo presso lâuniversità di Siena
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