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ERRATA CORRIGE Appello "Disarmiamo EXA 2003"
- Subject: ERRATA CORRIGE Appello "Disarmiamo EXA 2003"
- From: "Mimmo Cortese" <domecort at tin.it>
- Date: Thu, 27 Feb 2003 23:36:25 +0100
Cari amici e care amiche, vi allego un'importante correzione al materiale che vi ho spedito alcuni giorni fa. Il testo non aveva una sola indicazione dei soggetti al femminile. Ho provveduto a correggere il tutto. Vi prego, nel caso che vi interessasse il contenuto, o se voleste divulgarlo, di utilizzare i testi seguenti. Grazie Mimmo Cortese Brescia, febbraio 2003 Cari amici, care amiche vi inviamo qui allegato un appello attraverso il quale vorremmo avviare anche quest'anno la campagna "Disarmiamo Exa 2003". Come molti/e di voi sanno, nei mesi che ci hanno separato dalla campagna dello scorso anno non siamo stati fermi. Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003. Formulavamo in quell'appello una minima richiesta: che in quella mostra venisse esposto esclusivamente ciò che effettivamente è promosso nel marchio pubblicitario di EXA, cioè "armi sportive e da caccia". Non c'è stato nulla da fare. Ci hanno risposto affermando che la ricerca del profitto non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Ciò che viene esposto è legale e le armi - tutte - sono un prodotto come un altro. Non solo, abbiamo dato in questi mesi il nostro contributo affinché il percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi leggere (OPAL) andasse avanti. Speriamo, quanto prima, di potere avviare anche questa importante novità tra le iniziative prodotte a Brescia. Ora però EXA 2003 è alle porte e chiunque pensi che sia un problema produrre, promuovere e diffondere armi per la difesa personale, per la repressione violenta della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico dovrebbe essere seriamente preoccupato. Non crediamo utile dilungarci sugli argomenti già sviluppati nell'appello. Speriamo fortemente però che si manifesti il vostro sostegno a questa iniziativa. Siamo pronti a discutere con voi di ogni eventuale arricchimento, ogni integrazione, ogni approfondimento, su questa direzione di lavoro, sugli eventuali sviluppi al lancio della campagna. Speriamo che si esprima con la più grande varietà di iniziative, attraverso la sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la costruzione di un mondo senza armi. Speriamo di potere esprimere insieme la volontà di pace e giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e del Paese. Vi inviamo i nostri più cordiali saluti. Per il Brescia Social Forum Mimmo Cortese APPELLO CAMPAGNA DISARMIAMO EXA 2003 UNA CITTÁ SICURA SENZA ARMI UNA CITTÁ SI CURA CON LA SOLIDARIETÁ, LA GIUSTIZIA SOCIALE, LA REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA, L'ACCOGLIENZA, DIRITTI EGUALI PER TUTTI/E BRESCIA, 12 - 15 APRILE 2003 Quest'anno, dal 12 al 15 aprile, Brescia ospita la ventiduesima edizione di EXA, uno degli appuntamenti espositivi più importanti per le maggiori aziende produttrici di armi leggere e di piccolo calibro a livello mondiale. Secondo la pubblicistica degli organizzatori l'esposizione promuove l'uso delle "armi sportive e dell'outdoor". In realtà l'esposizione è ampliata alle armi da difesa personale (pistole e revolver in grande quantità), articoli antisommossa per le polizie di tutto il mondo (compresi manganelli, gas lacrimogeni, bersagli in forma di sagome umane, abbigliamento per corpi speciali) e fucili Sniper (quelli usati dai cecchini che mirano obbiettivi umani), armi che pur non essendo classificate "da guerra", per la legge italiana, sono state vendute illegalmente (spesso sotto la copertura del commercio legale, come ci ha ricordato Mons. R. Martino, rappresentante della Santa Sede all'Onu, nel suo intervento alla 56ma Sessione Generale dell'Onu dell'ottobre 2001) e usate nell'ultimo decennio nei conflitti che hanno insanguinato grandi aree del pianeta. Un'EXA cosiffatta finisce per promuovere non l'attività sportiva ma l'idea di un mondo armato, di una società in cui il ricorso alle armi è diventato una faccenda banale, cosa di tutti i giorni ed alla portata di tutti/e. Una mostra che nelle giornate aperte al pubblico viene infatti visitata da migliaia di semplici cittadini/e, tra cui molti ragazze/i, tante/i delle/i quali minori. La società che trascolora da quella rassegna è quella nella quale la sicurezza viene affidata alle forze speciali, alle polizie d'ogni ordine e grado e infine al "fai da te", come molte forze politiche - anche governative - propugnano da tempo e che anche l'attuale ministro alla Difesa, On. Martino, ha recentemente ha auspicato, proponendo una modifica della legge sul porto d'armi nel nostro paese. Una società in preda alla paura, che alimenta e promuove una inaccettabile cultura, con un unico strumento a sua disposizione: la violenza! Quest'estate il Brescia Social Forum, assieme a numerose associazioni e organizzazioni cittadine, laiche e religiose, ha sostenuto una iniziativa per richiedere la modifica del regolamento di Exa 2003. L'appello sottoscritto formulava, agli organizzatori della rassegna, una semplice richiesta: esponete esclusivamente ciò che effettivamente viene promosso nel vostro marchio pubblicitario, "armi sportive e da caccia". Eliminate dal campionario in mostra tutte le armi da difesa personale e ad uso di corpi speciali e polizie! Ma anche su questo terreno, quello - minimale - della stretta coerenza con quanto dichiarato dagli organizzatori stessi nel marchio pubblicitario della mostra, non c'è stato nulla da fare: le armi leggere sono - tutte! - un prodotto come un altro. La ricerca del profitto non si pone problemi etici, non guarda in faccia a nessuno. Il nostro appello è stato respinto. Il parlamento italiano sta chiudendo in questi giorni la discussione sulle modifiche alla legge 185 sul controllo e la limitazione del commercio di armi. Scopo evidente delle proposte di modifica è rendere molto più permissiva la normativa vigente. E' a nostro avviso di grande importanza dare sostegno alle campagne in atto nel Paese a difesa della legge 185/90. Disarmare Exa significa anche denunciare la finanza armata: le connessioni tra finanza ufficiale e paradisi fiscali, le banche che finanziano il traffico internazionale di armi, gli Stati che destinano quote importanti del loro P.I.L. alle spese militari, sottraendole alla spesa sociale; le lobbies e i potentati che influenzano scelte politiche, gravide di effetti distruttivi nel mondo. Nell'ultimo decennio due milioni e mezzo di bambini/e sono stati uccisi/e in conflitti dove sono state usate armi leggere e cinque milioni sono diventati/e disabili. Si stima che soltanto in Afghanistan vi siano circa dieci milioni di armi di piccolo calibro; sette milioni in Africa Occidentale, circa due milioni in America Centrale. Nei moltissimi conflitti scoppiati nell'ultimo decennio circa la metà delle armi complessive utilizzate per le operazioni di guerra sono delle tipologie prodotte dalle aziende che espongono ad Exa. Oggi nel mondo circolano cinquecentocinquanta milioni di armi leggere oltre a quelle usate da polizie ed eserciti. Nel luglio 2001 il Segretario Generale dell'O.N.U. Kofhi Annan, ha definito le armi leggere e di piccolo calibro, "armi di distruzione di massa". L'Italia è il terzo Paese produttore mondiale di armi leggere. Circa l'90% delle armi leggere prodotte in Italia viene da Brescia. Crediamo sia venuto il momento di avviare una riflessione profonda sulla produzione e il commercio dei sistemi d'arma. Al termine della campagna che abbiamo intrapreso nel 2002 è stato avviato un percorso per la costruzione di un osservatorio permanente sulle armi leggere (OPAL) attraverso il quale monitorare e studiare la produzione e il commercio in quel settore, ma anche per riaprire la prospettiva - complessa e di lungo periodo, ma certo praticabile e ineludibile - della riconversione dell'industria armiera di natura bellica a produzioni civili, garantendo reddito e occupazione ai lavoratori. Considerato anche che negli ultimi 10 anni si è ridotta l'occupazione nel settore armiero bresciano di oltre il 50%. Oltre 3000 addetti in meno a fronte di un aumento di produzione e di profitto aziendale. La delocalizzazione, uno dei tanti frutti amari della globalizzazione neoliberista, ha investito anche questo settore. Crediamo quindi sia interesse anche dei lavoratori, delle lavoratrci e delle loro famiglie iniziare a interrogarsi sul complesso di questo sistema produttivo. Opporsi ad EXA significa anche dire un no concreto e forte a tutte le guerre, un no concreto e forte alla guerra minacciata all'Irak dalla coalizione guidata dagli Stati Uniti d'America. Un'avventura catastrofica cui anche il nostro governo si è accodato con solerzia, in violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana ("L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali"). Una guerra per garantire non la sicurezza comune, né la lotta al terrorismo, bensì il dominio imperiale di pochi ricchi sulle più importanti risorse del pianeta. Oggi per il petrolio, domani per l'acqua. Un conflitto che inaugurerebbe la Guerra Preventiva di Bush, vera e propria aberrazione, svolta di civiltà verso la catastrofe del diritto e della convivenza internazionale. Per queste ragioni facciamo appello a tutte le realtà associative, politiche, sindacali, ai singoli cittadini/e, perché manifestino in mille forme pacifiche e chiare l'opposizione alla produzione, alla promozione e alla diffusione di armi per la difesa personale, per la repressione violenta della libertà di pensiero e di manifestazione e per l'uso bellico. Esprimiamo con la più grande varietà di iniziative, attraverso la sensibilità e la storia di ognuna/o, la volontà e l'auspicio per la costruzione di un mondo senza armi. Esprimiamo insieme la volontà di pace e giustizia proprie di grandissima parte della società civile di Brescia e del Paese. A Brescia, il 12 e il 15 aprile 2003, in concomitanza con l'esposizione di EXA. Le adesioni all'appello, che possono essere tanto a titolo personale quanto a nome di realtà collettive, devono essere inviate via mail a bsf at bresciasocialforum.org
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