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l'Unità online-Camp Darby, quella «polveriera...
- Subject: l'Unità online-Camp Darby, quella «polveriera...
- From: "Rossi Alessandro & Anna" <rossi.oprandi at tiscalinet.it>
- Date: Sat, 22 Feb 2003 22:45:00 +0100
22.02.2003 Camp Darby, quella «polveriera» nata con la guerra fredda di Giorgio Sgherri PISA. Camp Darby, la più grande base americana dâItalia. Qualcuno lâha definita una polveriera, ma cosa câè nella pineta di Tombolo, tra Pisa e Livorno? Eâ difficile che trapelino notizie esatte, certamente nel campo ci sono i depositi e i magazzini dell'8 Gruppo di apporto Usa che garantisce il sostegno logistico a tutte le forze americane che operano al sud del Po ed ha la «responsabilità» del bacino Mediterraneo e del Nord Africa. Camp Darby, nato nel 1951, durante il periodo della guerra fredda, ha una caratteristica unica: è raggiungibile dal mare attraverso il canale dei Navicelli, una via d'acqua artificiale che collega il porto di Livorno con una darsena alle porte di Pisa, dopo aver attraversato una parte del territorio occupato dalla base. Le navi che trasportano munizioni o altri materiali bellici possono dunque arrivare direttamente dentro Camp Darby senza utilizzare le banchine del porto di Livorno evitando controlli e curiosi. In vista di un conflitto dei soldati Usa o in caso di guerra, come accade in questi giorni, i soldati cominciano a sorvegliare i bunker dove sono custoditi gli esplosivi dell'ultima generazione, le cosiddette munizioni "intelligenti", i mezzi di morte più sofisticati e micidiali posseduti dagli Usa, come i carri armati M1 Abrams e i veicoli da combattimento Bradley. Secondo le voci che circolano negli ambienti militari in nessuna parte del mondo la bandiera a stelle e strisce sventola su un arsenale così munito e capace di funzionare a pieno regime poche ore dopo il segnale di allarme. Nella base Usa, che si chiama così in onore di William O. Darby, generale delle forze speciali morto in azione in Italia nel 1945, ci sono 125 bunker sotterranei che custodiscono in perfetta efficienza una "santabarbara" composta da 20 mila tonnellate di munizioni per artiglieria, missili, razzi, bombe d'aereo e circa 8 mila tonnellate di esplosivo ad alto potenziale. Poi ci sono i mezzi e gli equipaggiamenti necessari ad armare e rendere operativa una Brigata meccanizzata dotata di 2,600 fra carri armati, veicoli blindati, camion e jeep. Durante la guerra del Golfo nel 1991 proprio dalla base di Camp Darby arrivavano i rifornimenti per le truppe a stelle a strisce, più di quanto ne sono poi serviti nella Serbia nel 1999 e poi nel Kosovo. Dal Natale '98 alla vigilia del conflitto balcanico sono sbarcate nei bunker di Camp Darby 3278 "cluster bomb", congegni a frantumazione, micidiali e delicati anche nei traslochi. Dopo lâattentato alle due torri di New York di qui è passato gran parte delle munizioni per le operazioni in Afghanistan. Secondo alcune fonti degli stessi Usa all'interno di Camp Darby lavorano 350 militari professionisti e 700 uomini di complemento. I civili italiani addetti alle pulizie e manutenzione sono circa 600, ma nessuno di loro ha accesso alle zone dei depositi sotterranei. Neppure in caso di emergenza, come accadde nella primavera del 2000 quando alcune pareti dei bunker evidenziarono problemi strutturali - si verificarono alcuni crolli - e gli esplosivi e le munizioni furono sgomberati in fretta utilizzando robot telecomandati.
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