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Ancona, porto di guerra....
- Subject: Ancona, porto di guerra....
- From: Daniele Barbieri <barbieri at carta.org>
- Date: Sat, 22 Feb 2003 12:23:00 +0100
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELL'AUTORITA' PORTUALE ALESSANDRO PAVLIDI Egregio Presidente, Le capiterà spesso, credo, di posare il suo sguardo sul bassorilievo di S. Francesco, posto all'ingresso del nostro porto, e certo saprà che ricorda la partenza del poverello di Assisi verso le terre degli "infedeli" per portare lui, "giullare di Dio", una parola di pace, mentre feroci predicatori e papi guerrieri incitavano crociate e la Guerra Santa. Questo episodio lontano è la testimonianza che un porto può essere un luogo da dove salpa e ove approda la pace, e che molte volte, nei suoi lunghi secoli di storia, il porto di Ancona è stato una porta aperta verso gli altri popoli. In questi giorni di gelido vento di tramontana, ancor più tagliente spira il soffio della guerra e il nostro governo ha deciso, già ora, che tutte le nostre infrastrutture, quindi anche il porto di Ancona, possono essere messe al servizio degli Stati Uniti d'America in caso di guerra all'Iraq. Già alcuni anni orsono, ai tempi dell'attacco Nato alla ex-Jugoslavia, il nostro porto ha ospitato, senza e senza ma, navi da guerra o infrastrutture belliche. Oggi fortunatamente, grazie anche, e soprattutto, alla speranza, nata due anni or sono, a Porto Alegre, di un altro mondo possibile, vastissimo è il fronte di chi è contrario alla guerra, come la grande manifestazione di Roma ha dimostrato, e questo schieramento è tanto determinato quanto grande. Spero, anzi credo, che anche lei condivida l'auspicio di pace di tante e tanti anconetani e marchigiani. Proprio ieri l'altro il presidente dell'Autorità Portuale di Genova ha dichiarato che quel porto è indisponibile per le unità militari, navali e non, dirette verso il Golfo Persico e l'Iraq e proprio in queste ore i sindacati e i rappresentanti delle compagnie di quel porto, hanno dichiarato preventivamente "l'embargo" alle attività di servizio alle merci e alle attività USA di supporto alla guerra in Iraq. Mi sembra evidente come tutto ciò, se ce ne fosse ancora bisogno, non solo dimostri un sentimento di profonda e generale avversione a questa guerra, ma soprattutto la forte volontà di realizzare azioni concrete contro di essa, la volontà di non trincerarsi soltanto dietro un suo rifiuto etico, la volontà, intima e fortemente sentita, di fermarla nella consapevolezza di poterci riuscire. Per questo credo che sarebbe molto importante che anche lei e il suo Consiglio, sappiate trovare la determinazione di esprimervi inequivocabilmente, dichiarando il porto di Ancona indisponibile alle attività militari. Certo troverete il sostegno e l'approvazione di quanti nel porto lavorano, vivono e lo vogliono porta aperta di pace e solidarietà. GIULIANO BRANDONI - Segretario Regionale del PRC
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