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15 Febbraio
- Subject: 15 Febbraio
- From: "Lele Cauda" <cauda at libero.it>
- Date: Tue, 18 Feb 2003 11:22:14 +0100
non sono un giornalista...ma cerco di avere occhi attenti alle cose e mi piace buttare giu emozioni su quello che vedo,vivo e credo Questo non ? che un resoconto sulla mia giornata di SAbato a ROma. Forse ? un po' troppo romantico, emozionale, non so. Vedete un po' grazie Emanuele Cauda, animatore salesiano 15 Febbraio La voglia di esserci, la voglia di poter dire ehi ci sono anche in Italia, ehi la mia voce non è morta, ehi le mie gambe funzionano e la mia testa pensa ancora, questo ha spinto 2 milioni di persone (molte di più per gli organizzatori, molte di meno per la questura) a partecipare alla manifestazione per la PACE di Sabato 15 Febbraio 2003, a Roma, sotto un sole quasi primaverile ma con un aria fredda nell'ombra che ricordava come l'inverno non è ancora passato. Manifestazione che per come è stata pensata, corteo unico lunghissimo, un fiume stento arginato dai viali romani, è diventata quasi un lunga marcia, faticosa, spezzagambe per i colli: si sono toccati punti forti per la nostra italianità come il Circo Massimo, il Colosseo, l'altare della Patria con a fianco il Campidoglio, il Quirinale, per arrivare a piazza San Giovanni. Le forze scese in campo sono state tantissime, mai pluralità di energie sono state spiegate per un unico scopo: da associazioni cattoliche, a partiti prevalentemente di sinistra, a movimenti no global a ong e organizzazioni internazionali tutti hanno voluto esserci contro la Guerra "senza se ne ma" Šle sfaccettature erano tante, anche se minime, e gli intenti differenti, i messaggi a volte urlati dai camioncini a stento non si scontravano come vicini che vivono pacifici per un bene più alto, più importante Še se l'essere differente spesso è crescita sorge la paura che un "fiume" così' articolato non trovi un sua strada comune, una forza per battersi fino alla fine, un leader. E poi c'era la gente, c'era il fiume fatto di giovani, iper informati o del tutto buttati nella bagarre (per la serie..le gioventù di una volta che hanno fatto il '68 non ci sono più) che cercano di uscire dall'anonimato e dall'idiozia di modelli quali quelli di "Saranno Famosi" e del "Grande Fratello", ma non solo giovani, famiglie con carrozzina o cane al seguito, adulti per i quali non era la prima manifestazione e non sarà di certo l'ultima, anziani con la voglia di condividere finalmente quello che anno dopo anno hanno vissutoŠpersone che forse non tutti giorni mangiano politica, globalizzazione, risoluzioni ONU, consiglio di sicurezza, embargo ma che vogliono esternare il proprio sdegno per guerre, non solo quella ipotetica irachena, che troppo spesso i media, ormai padroni dei cervelli umani e fonte di ogni sapere, ignorano o danno per scontate. Tutta questa gente, che ha viaggiato nella notte su treni colmi, che ha dormito gli uni vicini agli altri in una fratellanza ormai quasi solo da libro Cuore, serie televisivaŠchi si ricorda ormai il libro !!, che non ha mangiato se non qualche panino, ha marciato per ore verso piazza San Giovanni, magari non raggiungendola non per stanchezza ma perché ormai la piazza era piena e strapiena, e si è resa conto di non essere sola, ha trovato energia nuova dai canti, dai sorrisi, dalle urla, per tornare rigenerata e rinvigorita a quello che è la vita quotidiana fatta di scelte importanti per la pace. La gente ha marciato per la PACE, per una pace possibile, per una pace da costruire ogni giorno però; chissà in quanti sono tornati a casa convinti di non aver fatto ancora nulla ma di essere magari ad un bivio, essere all'inizio di un crocevia: scegliere se si è per la pace non è scegliere di esporre una bandiera sul proprio balcone, gesto eroico all'inizio,necessario ma forse ormai come ogni cosa un po' di moda ora, ma significa forse scegliere di essere ogni giorno dalla parte del più debole. Essere dalla parte del più debole quando si va a comprare, e non significa dare i cinquanta centesimi al marocchino sulla porta del supermercato solo, essere dalla parte dei più deboli quando si sceglie il mezzo di locomozione ogni mattina, e non scegliere la bici solo perché va di moda nelle domeniche ecologiche, essere dalla parte dei più deboli quando si usa l'energia, ogni fonte di energia dall'acqua, all'elettricità essere dalla parte del più debole quando scegliamo le nostre vacanze, i nostri divertimenti Š questo non in molti l'hanno fatto notare (be sarebbe stato troppo "contro" per molti, forse per tutti, come un vestito volutamente stretto) lungo la marcia se non come idea per boiccotare quel cattivone di Bush: forse i cattivi lo siamo anche noi, forse lo siamo da anni, forse lo continueremo ad essere se scegliere la pace significherà solo una bandiera o un corteo. E allora buona marcia per la pace domani.
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