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COMUNICATO - GUERRA: RICCARDO PETRELLA CHIAMA I FUNZIONARI EUROPEI ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE
- Subject: COMUNICATO - GUERRA: RICCARDO PETRELLA CHIAMA I FUNZIONARI EUROPEI ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE
- From: "Monica Di Sisto" <moni.disisto at iol.it>
- Date: Fri, 14 Feb 2003 20:51:03 +0100
RICCARDO PETRELLA: FUNZIONARI EUROPEI, OBIETTATE AL DOVERE DI RISERVATEZZA E DITE PUBBLICAMENTE NO ALLA GUERRA COMUNICATO STAMPA Obiettare al dovere di riservatezza , e dichiarare pubblicamente la propria contrarietà alla guerra, inviando un fax a quei capi di Stato che si sono dichiarati a favore: è l'azione di disobbedienza civile alla quale Riccardo Petrella, presidente del Comitato internazionale per un Contratto mondiale dell'acqua ma anche Consigliere del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, invita tutti i funzionari e i responsabili dell'Unione e della Commissione Europea "Io che sono funzionario europeo dal 15 dicembre 1978 sono tenuto a un obbligo di riservatezza dal giorno della mia assunzione. Davanti alla mostruosità della guerra, bisogna dunque tacere, o limitarsi a esprimere la propria opinione in privato, in famiglia?" scrive Petrella nel suo appello "Un funzionario europeo non ha forse il diritto e il dovere, in questi casi, di essere prima e sopra di ogni cosa, un cittadino? Inoltre, se non è d'accordo, in tutta coscienza, con la decisione in favore della guerra presa dai primi ministri dell'Unione Europea, non ha il diritto di uscire da quella che definiamo «neutralità della funzione pubblica» per manifestare, anche pubblicamente, il proprio rifiuto della guerra, dimostrazione terribile dell'incapacità dei dirigenti politici di risolvere civilmente gli inevitabili conflitti tra gruppi sociali, Paesi, popoli, Stati?" Obiettivi del fax bombing, di cui vengono forniti tutti i recapiti utili, i firmatari della "Lettera degli otto" a favore della guerra: Tony Blair, Marie-Jose Aznar, Jose Manuel Durão Barroso; Vaclav Havel; Medgyessy Péter; Anders Fogh Rasmussen, Leszek Miller e il premier italiano Silvio Berlusconi "Approvando, anche se a stretta maggioranza, una risoluzione contro il ricorso alla guerra - scrive ancora Petrella - il Parlamento europeo ha riaffermato il valore fondamentale della vita e della ricerca della pace, in linea con i padri fondatori dell'Europa Unita. Con la lettera alla quale ho fatto riferimento, i più alti dirigenti politici degli otto paesi menzionati hanno distrutto questa formidabile conquista". In allegato il testo ************************************************ CIPSI - Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale Monica Di Sisto Ufficio Stampa Viale Baldelli, 41 - 00146 Roma Tel. ++39/06/54.15.730 - Fax. ++39/06/59.600.533 E-mail: ufficiostampa at cipsi.it http://www.cipsi.it ************************************************ APPELLO DI RICCARDO PETRELLA* ESSERE CITTADINI, CONTRO LA GUERRA Anche chi è funzionario europeo Si dice che la guerra contro l'Iraq sia imminente. Sembra che l'Onu calcoli già il numero dei morti potenziali e i milioni di persone che, in Iraq, soffriranno terribilmente sul piano fisico, umano e morale delle conseguenze nefaste della guerra. I primi ministri e un capo di Stato di 8 Paesi europei (cinque membri dell'Unione Europea e tre candidati ammessi), hanno dichiarato pubblicamente il loro sostegno alla guerra, in una lettera apparsa sui più importanti quotidiani del mondo. Uno di questi, quello del Regno Unito, è il più bellicoso anche se l'88% della popolazione del suo paese, stando ai sondaggi, è contrario alla guerra. Bella dimostrazione di come si tiene conto dell'opinione dei cittadini. Inevitabile, la guerra? Cosa si può fare? Al cittadino comune non resta che scegliere la passività o la rassegnazione? Io che, oltretutto, sono funzionario europeo (dal 15 dicembre 1978) sono tenuto a un obbligo di riservatezza dal giorno della mia assunzione. Davanti alla mostruosità della guerra, bisogna dunque tacere, o limitarsi a esprimere la propria opinione in privato, in famiglia? Un funzionario europeo non ha forse il diritto e il dovere, in questi casi, di essere prima e sopra di ogni cosa, un cittadino? Inoltre, se non è d'accordo, in tutta coscienza, con la decisione in favore della guerra presa dai primi ministri dell'Unione Europea, non ha il diritto di uscire da quella che definiamo "neutralità della funzione pubblica" per manifestare, anche pubblicamente, il proprio rifiuto della guerra, dimostrazione terribile dell'incapacità dei dirigenti politici di risolvere civilmente gli inevitabili conflitti tra gruppi sociali, Paesi, popoli, Stati? L'Europa, alla quale migliaia di funzionari hanno dedicato, nel corso degli ultimi cinquant'anni, le loro vite, i loro ideali, le loro speranze, non è quella della guerra. Questa Europa non merita che le si sacrifichi la propria dignità di cittadino attraverso il silenzio, fosse anche esso d'oro come dicono. Approvando, anche se a stretta maggioranza, una risoluzione contro il ricorso alla guerra, il Parlamento europeo ha riaffermato il valore fondamentale della vita e della ricerca della pace, in linea con i padri fondatori dell'Europa unita. Questi hanno voluto la costruzione dell'Unione affinché non ci fosse più guerra tra gli Europei (in particolare tra la Francia e la Germania). Gli Europei hanno dimostrato che l'eliminazione della guerra non è soltanto possibile, ma è buona e giusta, fonte di benessere e di felicità. In questo senso, l'Unione europea ha potuto pensare di costituire un modello positivo per il resto del mondo. Con la lettera alla quale ho fatto riferimento, i più alti dirigenti politici degli otto paesi menzionati hanno distrutto questa formidabile conquista. Che i funzionari europei che lo desiderino, esprimano chiaramente e fermamente il loro rifiuto della guerra, oggi e domani, comunicandolo per iscritto agli otto dirigenti politici di cui troveranno in calce i riferimenti di posta elettronica o di fax. Forse questo loro piccolo contributo sarà di qualche utilità, non fosse che sul piano simbolico *Riccardo Petrella Consigliere del Centro Comune di Ricerca della Commissione Europea, è docente di Economia politica all'Università Cattolica di Louvain (Belgio) e presidente del Comitato internazionale per un Contratto mondiale dell'acqua riccardo.petrella at cec.eu.int Recapiti dei sottoscrittori della "lettera degli otto": Tony Blair Fax : 00 44 20 78 39 90 44 Marie-Jose Aznar Fax : 00 34 13 08 70 42 Silvio Berlusconi Fax : 00 39 06 67 84 657 c/o Ambassadeur Giovanni Castellaneta Jose Manuel Durão Barroso Fax : 351 21 395 16 16 Vaclav Havel Fax : 420 224 37 33 00 Medgyessy Péter peter.medgyessy at meh.hu Anders Fogh Rasmussen Fax : 45 33 11 16 65 stm at stm.dk Leszek Miller leszek.miller at miller.pl
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