nuovo numero di Del mondo kurdo



Del mondo kurdo n. 16

A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia - Via Quintino
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I kurdi da ogni parte del mondo dicono: "DATECI INFORMAZIONI SULLE
CONDIZIONI DEL NOSTRO PRESIDENTE, non sappiamo che cosa gli è successo!
Sono ormai otto settimane che non lo si incontra, la situazione si fa
pericolosa". - UIKI, 22/01/03

La tensione è sempre più alta, i kurdi e le kurde scendono in piazza in
ogni parte del mondo, la situazione si fa pericolosa, non ci sono notizie
sulla vita del Presidente Ocalan. Non si tratta più soltanto di isolamento,
da otto settimane ormai non si hanno più contatti con il presidente Ocalan,
neanche oggi avvocati e famigliari hanno potuto incontrarlo. "Non sappiamo
come il presidente Ocalan sta, in che condizioni di salute si trova,
chiediamo che il silenzio che ne avvolge le sorti sia finalmente rotto.
Vogliamo sapere in che condizioni si trova!", gridano i kurdi. Da otto
settimane per ragioni pretestuose (cattive condizioni meteorologiche)
nessuno può arrivare all'isola carcere in cui il presidente Ocalan è
detenuto, non c'è la volontà di trovare una soluzione a questa
inaccettabile situazione.  Non è stato possibile modificare il giorno delle
visite, non è stato possibile ottenere una revisione del mezzo di
trasporto, non c'è la volontà di rendere possibile l'incontro fra Ocalan e
il mondo esterno. Chiediamo accoratamente all'opinione pubblica italiana,
alle associazioni italiane, alle istituzione e al governo italiano di fare
qualcosa per garantire al popolo kurdo che il presidente Ocalan si trova in
buone condizioni di salute e che finalmente gli avvocati e i famigliari
possano incontrarlo.

               "Non vogliamo tensioni e conflitti" - KurdishObserver, 20
gennaio 2003

L'isolamento del Presidente del KADEK, Abdullah Ocalan, sta provocando una
serie di reazioni sia nel mondo politico e civile kurdo che in quello
turco. Un'ansia aggravata dal recente scontro a fuoco avvenuto nei pressi
di Lice tra le Forze di Difesa Popolare e l'esercito turco, nell'ambito di
una più ampia operazione militare di pulizia dell'area in vista della
guerra. Preoccupazione è stata espressa anche dal Presidente del DEHAP
Mehmet Abbasoglu che ha sottolineato come la tensione tra la popolazione
stia sfociando in una serie di manifestazioni, come quelle recenti di
Diyarbakir, e che si fanno sempre più decise e insistenti. Il vice
Presidente dell'HADEP, Ahmet Turan Demir ha rilevato i collegamenti tra un
possibile attacco all'Iraq e l'esplodere della tensione sociale in Turchia:
"La gente si aspetta democrazia. Il governo dovrebbe dare seguito alle sue
promesse, abolire l'isolamento e i trattamenti degradanti nelle prigioni
turche". Il Presidente provinciale dell'EMEP, Gani Alkan, ha detto che la
Turchia deve assolutamente evitare di ripiombare nel conflitto armato,
situazione nella quale si è trovata per oltre 15 anni. Il vice Presidente
provinciale dell'AKP di Diyarbakir, Ihsan Arslan ha dato, invece, forza
all'ipotesi di provocatori e cospiratori che stanno agendo nell'ombra,
invitando le parti a non cedere alle provocazioni e  dare al governo una
chance di risolvere i problemi. Infine, il Presidente dello IHD della
Provincia di Diyarbakir, Selahattin Demirtas, ha detto che nel paese non ci
sono stati problemi per un lungo periodo e che, per mantenere la pace non
ci dovrà essere nessun conflitto.


Con 500 avvocati a Strasburgo per difendere Ocalan  Kurdish Observer, 20
gennaio 2003

Intervenendo alla tavola rotonda "Isolamento e metodi antidemocratici"
organizzata dal Dehap della Provincia di Adana, Mahmut Sakar, uno degli
avvocati facenti parte del collegio difensivo del Presidente del KADEK,
Abdullah Ocalan, ha affermato che l'isolamento è una pratica illegale che
ha lo scopo, politico, di controllare sia la mente che il corpo degli
oppositori. Sakar ha ricordato che la Prigione di Imrali, concepito come
carcere per l'isolamento, è stata riaperta appositamente per accogliere
Ocalan e che la sua condizione di detenzione è lo specchio di un paese che
affronta delle difficoltà allo sviluppo di una democrazia interna
rigettando le proposte di Ocalan che, invece, puntando sullo sviluppo di
una Repubblica democratica, rappresenterebbero la vera soluzione. Nel corso
della tavola rotonda altri due avvocati del Presidente del KADEK, Firat
Aydinkaya e Mehmet Ayata, hanno affermato che, qualora nel corso della
corrente settimana, non sia consentita la prevista visita settimanale al
loro assistito, essi saranno pronti a consegnare alla Corte Europea per i
Diritti Umani una petizione sottoscritta da 500 avvocati.



Anche il "Blocco per la pace, la democrazia e il lavoro" si fa sentire
Kurdish Observer, 11/01/03

I leader dei partiti costituenti il Blocco delle sinistre che si è
presentato alle ultime elezioni in Turchia ha tenuto una conferenza stampa
per denunciare le condizioni carcerarie del Presidente del KADEK, Abdullah
Ocalan. Alla Conferenza stampa hanno preso parte i leaders del DEHAP,
Mehmet Abbasoglu, dell'EMEP Levent Tuzel, il vice Presidente dell'HADEP
Ahmet Turam Demir e il Presidente dello SDP Akin Birdal.  I portavoce dei
partiti hanno espresso il pensiero comune che l'accanimento dello Stato
verso Ocalan rappresenta una grave minaccia alla pace e un ostacolo alla
democratizzazione del paese. Birdal, parlando a nome di tutto il Blocco, ha
detto che è intenzione di tutte le componenti della coalizione di aumentare
l'unità interna e di opporsi, con decisione alla guerra, alla quale la
Turchia sembra pronta a collaborare. Birdal ha detto che il Blocco è pronto
ad incontrare il governo per chiedergli di rivedere la sua politica di
isolamento nei confronti di Ocalan e di rivedere l'istituzione delle
prigioni tipo F.



http://www.flash-bulletin.de
Continua la protesta nelle prigioni tipo-F TDN, 23 gennaio 2003

Mercoledì scorso si sono svolte delle proteste dinnanzi al carcere di
massima sicurezza tipo-F di Ankara. Le proteste sono state organizzate
dalla TUHAD (Associazione di solidarietà con i prigionieri e le loro
famiglie) che ha denunciato il fatto che i programmi di riforma democratica
promossi dal nuovo governo dello AKP non riguardano la riforma delle
carceri. Sempre secondo la TUHAD le celle singole tipo-F consentono un
maggiore controllo sul detenuto aumentando la repressione. Alla
manifestazione della TUHAD ha fatto seguito una conferenza stampa promossa
dalle donne del DEHAP che ha chiesto al governo di abbandonare la guerra,
la violenza politica e la repressione nelle carceri. Sino ad ora (dati
della TUHAD) sono morti nelle celle, a causa dello sciopero della fame 104
persone mentre oltre 500 sono rimaste gravemente invalide.

         Il Ministro della giustizia: non ci sono ostacoli per la
candidatura di Erdogan. AFP, 26/01/03

Il capo del partito al governo in Turchia, Recep Tayyp Erdogan, non
incontrerà ostacoli a presentarsi alla tornata elettorale del 9 marzo, dove
in una piccola provincia del sud-est, Siirt, si procederà a nuove elezioni,
ha detto Cemil Cicek, il Ministro della Giustizia. Erdogan che ostacolato
nel prendere parte alla tornata elettorale del 3 novembre scorso, a causa
di impedimenti legali, aspira oggi ad aggiudicarsi un seggio in Parlamento
e quindi a diventare premier. "Sarà chiaro nei prossimi giorni se potrà o
meno candidarsi, ma non  ci sono ostacoli costituzionali, né d'altro
genere" ha detto Cicek in un'intervista su CNN-Turk. L'AKP, che controlla i
due terzi del Parlamento ha già gettato le basi attraverso alcuni
emendamenti legislativi affinché il leader possa concorrere alle prossime
elezioni. Le affermazioni di Cicek contraddicono però le recenti
affermazioni del procuratore capo, che ha detto che Erdogan non potrà
presentarsi alle elezioni di Siirt perché anche se saranno nuove elezioni,
i partiti non potranno presentarsi con altri candidati rispetto alla volta
scorsa. Nonostante i dubbi sul suo futuro politico, Erdogan si è comportato
come fosse un primo Ministro in attesa, ha infatti visitato l'Europa, gli
Stati Uniti e la Cina dove è stato trattato con i guanti.



Il KADEK: le notizie che circolano sono provocazioni. Kurdish Observer, 26
gennaio 2003

Il KADEK ha dichiarato attraverso l'agenzia stampa MHA (Mezopotamia Haber
Ajansi) che mentre gli Stati Uniti si preparano ad attaccare l'Iraq, lo
stato turco e i media stanno intensificando i loro tentativi di
provocazione per mezzo di notizie speculative che circolano proprio sui
media nazionali. Il Consiglio di Presidenza del KADEK ha sottolineato che
le forze della regione stanno cercando di delineare nell'immaginario
collettivo un clima anti-kurdo paventando l'ipotesi di  "un'alleanza fra
gli Stati Uniti e il KADEK". Il Consiglio di Presidenza dichiara che quanto
riferito non ha ragione d'essere. Quello che per i turchi più conta è che
tutti siano determinati a non creare alcuna realtà kurda in Medioriente
dopo il conflitto. E, mentre cercano di fare l'impossibile con Iran, Siria,
Egitto, Arabia Saudita e Giordania per evitare il conflitto, lavorano a
neutralizzare i kurdi. Gli USA, il PDK e il PUK stanno usando
un'immaginaria alleanza tra KADEK e USA per fare pressioni sulla Turchia
affinché venga concesso l'uso del territorio turco per la guerra. In tempi
in cui il Presidente Ocalan sta vivendo gravi condizioni di isolamento e si
teme per la sua incolumità, ci sono attacchi contro le forze del KADEK,
tenendo ben presente che provocazioni del genere aumenteranno, il KADEK si
adopererà ad essere sempre più prudente. Il KADEK farà ogni sforzo per la
pace, affinché provocazioni del genere siano inefficaci".

         L'ambasciata USA di Ankara nega collegamenti col PKK/KADEK  TDN,
23 gennaio 2003

Per il secondo giorno consecutivo l'Ambasciata degli USA in Turchia ha
negato qualsiasi contatto col PKK/KADEK. La smentita statunitense, diffusa
tramite comunicato, ha fatto seguito all'accusa rivolta dallo Stato
Maggiore Turco (in particolare dal Generale Hilmi Ozkoz)  su contati che
sarebbero intercorsi tra dei rappresentanti del KADEK e il Generale Myers
nel corso della sua recente visita ad Ankara. L'accusa è stata anche
riportata dal quotidiano Milliyet.



La Turchia adotta nuove riforme orientate all'Unione Europea  AFP, 23
gennaio 2002

Il Parlamento turco ha adottato una serie di riforme intese all'adeguamento
dei criteri d'entrata all'UE, con l'intento di gettare le fondamenta per il
possibile nuovo processo ai parlamentari imprigionati per separatismo. Le
riforme sono intese a permettere un giudizio d'appello, così da portare il
paese in linea con le norme europee, ha detto al Parlamento il Ministro
della Giustizia Cemil Cicek. Già la Corte europea per i diritti umani aveva
giudicato ingiusto il processo svoltosi in Turchia e aveva ripetutamente
chiesto il loro rilascio. Il Commissario dell'UE per l'allargamento,
Guenter Verheugen ha detto che la Turchia "ancora ha molto lavoro da fare
per assicurare la protezione dei diritti umani fondamentali".



La Turchia promette la fine delle violazioni dei diritti umani
 KurdishObserver, 21 gennaio 2003

Il vice Presidente e fondatore dello AKP Murat Mercan ha affermato che
quest'anno in Turchia non ci saranno casi di torture, comportamenti
scorretti della polizia e violazione dei diritti umani. Mercan ha detto che
lo AKP è andato al governo promettendo il rispetto dei Criteri per
l'adesione alla Unione Europea e che il suo partito muoverà la Turchia
verso maggiore democrazia, libertà e stabilità. Mercan non ha mancato di
rilevare le difficoltà presenti nel riuscire a controllare efficacemente il
comportamento della polizia promettendo comunque che in caso di
accertamento di violazioni la giustizia si metterà in funzione per
reprimerli. La Commissione europea ha accertato ed evidenziato, lo scorso
anno, che in Turchia si sono realizzati "alcuni progressi" nel rispetto dei
diritti umani fondamentali. Al vertice di Copenaghen dello scorso dicembre,
i leader europei hanno deciso di fissare la data di adesione della Turchia
nella UE sulla base del rapporto della Commissione che sarà diffuso nel
2004, anche se Mercan ha affermato la sua volontà di anticipare i tempi al
2003. La Commissione, nonostante i comunque timidi apprezzamenti rivolti
alla Turchia, non ha mancato di rilevare la centralità di alcune questioni
che ancora rappresentano un blocco per lo sviluppo della democrazia: "i
diritti linguistici delle minoranze in Turchia, l'applicazione delle norme
della Corte Europea di Giustizia, la questione di Cipro, il ruolo
dell'esercito nel Consiglio per la Sicurezza Nazionale".



Una nuova organizzazione per le donne kurde del sud  Kurdish Observer, 11
gennaio 2003

Le donne del Kurdistan meridionale hanno creato una nuova organizzazione
nominata "Movimento delle donne del Kurdistan per la libertà". Il
movimento, che ha come suo obiettivo principale la liberazione e
l'emancipazione della donna, è stato fondato lo scorso dicembre quando si è
tenuto il suo Congresso costitutivo. L'obiettivo ultimo del movimento è
quello di distruggere il maschilismo e i retaggi religiosi ancora molto
forti nel Kurdistan del sud e in Iraq.



Rinviato il processo dei 13 che fecero entrare Ocalan in Grecia  AFP, 8
gennaio 2002

Mercoledì scorso una Corte giudiziaria di Atene ha rinviato il processo a
carico di 13 greci e kurdi accusati di aver favorito l'ingresso illegale di
Ocalan in territorio ellenico. Non è stata ancora decisa la data di
apertura del processo che vede indagato anche Ocalan per immigrazione
clandestina. Agli accusati, tra i quali spicca la figura dell'ex ammiraglio
Antonis Naxakis è stata contestata l'accusa di aver tenuto una condotta in
grado di mettere in pericolo le relazioni internazionali del paese.



Il KADEK aspetta che il governo si muova per chiarire la condizione di
Ocalan  MHA, 8/01/03

Mustafa Karayilan, del Consiglio di Presidenza del KADEK, ha chiesto alle
organizzazioni internazionali di intervenire sull'isolamento del Presidente
Ocalan. In una dichiarazione rilasciata alla stampa Karayilan ha affermato
che l'arresto di Ocalan e la sua detenzione sono strumentalizzate dal
governo turco ed utilizzate come moneta di scambio con gli Stati Uniti
nella delicata situazione internazionale che si sta creando.  Karayilan ha
affermato di aspettarsi, da parte dello Stato turco, il rilascio di una
dichiarazione che chiarisca le condizioni di Ocalan che, attualmente, sono
al di sotto degli standard minimi di rispetto dei diritti umani. Karaylan
ha affermato che se le cose non dovessero cambiare nell'arco di pochissimi
giorni il popolo kurdo farà sentire la sua voce con forza sempre maggiore.



Dimostrazioni a Taksim per Ocalan Kurdish Observer, 31 dicembre 2002

Centinaia di persone dell'HADEP (Partito democratico del popolo) e
dell'Associazione turca per i diritti umani hanno organizzato una
conferenza stampa, ad Istanbul, per manifestare la loro protesta contro le
condizioni carcerarie del Presidente del KADEK Abdullah Ocalan. Alla
conferenza stampa hanno preso parte il Presidente dell'Hadep della
Provincia di Istanbul, Dogan Erbas, la vice Presidente dell'IHD Eren
Keskin, la Presidentessa dell'IHD di Istanbul Aysel Tugluk ed altri
importanti esponenti delle due organizzazioni. Aysel Tugluk ha voluto
sottolineare, nel suo intervento, che Ocalan si trova in isolamento da
oramai 4 anni, situazione aggravata dalla reclusione nell'Isola carcere di
Imrali, che le condizioni di Ocalan stanno peggiorando gradualmente e che,
in pratica, gli viene negato il diritto alla difesa essendogli impedita la
comunicazione con i suoi avvocati.  Parallelamente alla Conferenza stampa
di Istanbul, un gruppo di giovani ha organizzato una manifestazione ad
Ankara per chiedere al Ministero della giustizia e alla Commissione
parlamentare per i diritti umani di abbandonare la politica dell'isolamento
decisa nei confronti di Ocalan e per protestare contro la sempre più
probabile guerra in Iraq.



Continua l'afflusso di truppe turche nell'Iraq del nord Arabic News, 31
December 2002

Il quotidiano turco Hurriyet ha reso noto ieri che la penetrazione militare
turca nel nord dell'Iraq prosegue, attraverso la zona di confine di Habour:
100 veicoli militari armati hanno attraversato il posto di frontiera sabato
scorso, in aggiunta ai vari tipi di unità militari armate, nel quadro dei
preparativi per un'operazione bellica contro l'Iraq. Il quotidiano precisa
che le forze armate turche hanno completato il ridispiegamento dei loro
carri armati e che il numero di aerei militarmente equipaggiati è cresciuto
negli ultimi giorni, specialmente nelle due basi aeree di Diyarbakir e
Batman in aggiunta alle esercitazioni che si stanno tenendo nella base
aerea di Incerlik.



La lotta dei kurdi di Turchia per diffondere la loro voce Kurdish Observer,
26 dicembre 2002

Dopo decenni di silenzio di Stato i kurdi hanno adesso la possibilità di
diffondere la loro lingua, la loro televisione e la loro radio in Turchia
ma la lotta per la libertà di espressione non è ancora vinta.  Circa
Quattro mesi fa la Turchia, speranzosa di entrare in Europa, annunciò la
sua decisione di garantire il diritto ai kurdi di utilizzare la propria
lingua nelle comunicazioni dopo che, per anni, la diffusione di notizie ed
informazioni in kurdo era stata considerata come uno strumento politico
teso a indebolire l'unità del paese. La revisione legislativa è comunque
apparsa sulle gazzette ufficiali del paese solo la settimana scorsa e i
programmi stessi da mandare in onda non sono stati ancora preparati. Per
Hasan Kaya, direttore dell'Istituto kurdo di Istanbul, è chiaro che si
tratta di una scelta dettata da condizioni esterne alla quale la Turchia
avrebbe volentieri rinunciato. La nuova normativa sulle comunicazioni è
regolata dall'Alto Comitato per la Radio e la Televisione (RTUK) e prevede
il diritto a 45 minuti giornaliere di trasmissione in lingua kurda per un
massimo di 4 ore per settimana mentre via radio l'autorizzazione permette
la diffusione di una programmazione giornaliera di 30 minuti per un massimo
di 2 ore per settimana. La programmazione radio dovrà essere seguita da una
eguale programmazione tradotta in turco mentre i programmi televisivi
dovranno essere sottotitolati in turco parola per parola. Le trasmissione
televisive saranno permesse solo sul canale pubblico TRT.  Kaya ha espresso
dei dubbi sulle evidenti limitazioni che la legge pone alla diffusione
della comunicazione in kurdo, soprattutto sul divieto imposto alle
emittenti private di diffondere programmi in kurdo.