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Pulizia etnica
- Subject: Pulizia etnica
- From: "Palestina Libera" <palestina_libera at libero.it>
- Date: Thu, 23 Jan 2003 17:15:52 +0100
UNO. Pulizia etnica a Nazlat 'Iza DUE. Report fotografici DA VEDERE TRE. Comunita' ebraica milanese CONTRO Asor Rosa QUATTRO. LOCALS CINQUE. IL MURO - Parte due SEI. Appello urgente del GIPP SETTE. Stasera a Roma OTTO. La risposta del Touring Club UNO. Distruzione a Nazlat 'Iza (The Palestine Monitor - A PNGO Information Clearinghouse - UPDATE) Come sottolineato da Mustafa Barghouthi, le truppe israeliana stanno operando una vera e propria opera di pulizia etnica. Il 21 gennaio i militari, con l'ausilio di 10 bulldozer e di 12 jeep militari, sono entrati nella cittadina palestinese di Nazlat 'Iza demolendo 63 negozi. http://www.palestinemonitor.org DUE Report fotografici DA VEDERE http://staff.science.uva.nl/~grunberg/photos/dec-2002/palestine.html (Daniel) http://www.philly.com/mld/dailynews/news/local/4893913.htm (jennifer midberry) TRE. Il mondo secondo Reibman Yasha Reibman, portavoce della Comunita' ebraica di Milano, in una nota ha detto: 'Mercoledi' sera cercheremo un franco dialogo con il Professor Asor Rosa. Il suo pamphlet propone il paradigma del nuovo antisemitismo: gli ebrei da "razza perseguitata" sarebbero divenuti "razza persecutrice", da vittime a carnefici. In questo modo gli ebrei vengono paragonati ai nazisti. Contro il nazismo, si sa, ogni violenza e' giustificata, lo sarebbero pertanto anche gli attentati terroristici contro Israele, 'ingiustamente' creato 'in terra araba'. E pensare che tra nemmeno una settimana ricorre il Giorno della Memoria. La differenza con quanto avviene oggi in Medio Oriente non vorremmo certo doverla ricordare. Tra Israele, Autorita' azionale Palestinese e la maggior parte delle altre dittature arabe e' in corso una guerra. Purtroppo ci si uccide a vicenda, ma non e' ne' in programma, ne' tantomeno in atto un abominevole sterminio dei palestinesi. A sessant'anni di distanza infine non ci saremmo certo aspettati di leggere ancora l'espressione 'razza' ebraica. Mercoledi' sera i cittadini, ebrei e non, sono invitati. Insieme non dobbiam Quindi appuntamento alle ore 17:30 davanti al Teatro Franco Parenti in via Pier Lombardo alle ore 17:30: NON MANCATE. QUATTRO. LOCALS un film di Ismail Habbash La redazione di NILE TV a Ramallah racconta se stessa durante le drammatiche settimane di Aprile 2002: il primo ferito grave con cui inizia un mese di vita imprigionati in cinque in due stanze. Unico contatto con l'esterno le immagini che arrivano quotidianamente per i servizi del telegiornale. Un film sull'occupazione israeliana. Una denuncia contro la guerra, la sua assurdita', la sua crudelta'. Domenica, 26 Gennaio, ore 21.00 Teatro dell'Orologio Via dei Filippini 17/A tel. 066875550 Interverra' l'Avvocato Roberto De Vita Osservatore Internazionale al processo contro Marwan Barghouti Luisa Di Gaetano,Agnese Manca,Caterina Merlino - "Donne in Nero" di Roma - racconteranno la loro recente esperienza in Palestina La serata e' organizzata dal Gruppo Italiano di sostegno all'International Women's Peace Service (IWPS)-Palestine in collaborazione con il Comitato di Solidarieta' all'Intifada.Ingresso a sottoscrizione. Gli introiti saranno devoluti all'IWPS-Palestine CINQUE. IL MURO - Parte due La minaccia piu' grave per l'attuale situazione nella west bank e' la costruzione del muro che dovrebbe separare i territori palestinesi da quelli israeliani. Il progetto parte da un villaggio vicino a Jenin, nell'estremo nord della west bank, per scendere verso Tulkarem e Qalqiliya, dove finisce il primo tronco. Da li' proseguira' poi verso Ramallah e Jerusalem per il secondo tronco, infine il terzo tronco chiudera' il percorso del muro a sud di Hebron. Per un totale di 360 km. Secondo le dichiarazioni d'intenti del Governo Israeliano il muro viene eretto a garanzia della sicurezza di Israele entro i suoi confini ma ad un'osservazione piu' attenta si scopre che il muro non segue i confini storici di Israele con la west bank marcati oggi dalla cosiddetta green line, una fascia di sicurezza che divide i due territori, ma penetra in modo lestinese tagliando fuori interi villaggi e fertili terreni agricoli, per un totale di 90.000 dunum pari a 9.000 ettari. Inoltre, fin dall'inizio dell'occupazione gli israeliani hanno sfruttato le falde acquifere della west bank per provvedere alle necessita' dei coloni negli insediamenti. Ma oggi con la costruzione del muro, le falde acquifere vengono tagliate fuori dal territorio palestinese, passando cosi' sotto il completo controllo israeliano. Il primo tronco della costruzione si conclude a Qalqiliya dopo 115km dalla sua partenza nei pressi di Jenin. Ci sono attualmente in quest'area 11 villaggi che sono rimasti completamente tagliati fuori dal muro e separati dal territorio palestinese. I loro abitanti non possono muoversi senza l'autorizzazione dell'esercito israeliano, rimangono cosi' deprivati dei servizi sociali, sanitari, scolastici ecc... Inoltre esiste il problema degli insediamenti costruiti selle terre palestinesi durante l'occupazione. Oggi il percorso del muro circonda gli insediamenti vicini alla green line procedendo in modo irregolare e procurando nuova terra a favore dei coloni. Se osserviamo la situazione della citta' di Qalqiliya vediamo che il muro la circonda lasciando solo uno stretto passaggio per il transito, che puo' essere facilmente chiuso, isolandola completamente in qualsiasi momento. Per quanto riguarda le conseguenze economiche alla costruzione del muro, osserviamo come oltre 5.000 famiglie hanno perso i loro terreni agricoli di proprieta', che erano l'unica risorsa per la loro sopravvivenza. Insieme a questi oltre 55.000 lavoratori agricoli impiegati presso quelle proprieta' hanno perso il lavoro. Se consideriamo che queste 5.000 famiglie non hanno piu' mezzi di sostentamento e che non possono muoversi liberamente, capiremo come essi saranno costretti a spostarsi oltre il muro in territorio palestinese, aumentando cosi' il numero dei rifugiati. Infine se ogni famiglia palestinese conta in media otto membri, questo primo tratto di muro ha gia' prodo i potenziali e oltre 55.000 nuovi disoccupati. Per tutte queste ragioni possiamo dire che il muro non viene costruito per motivi di sicurezza ma per impedire ai palestinesi di costruire il loro stato indipendente, perche' se parliamo di stato, intendiamo un'unita' territoriale sotto il controllo dell'ANP, ma in questa situazione i palestinesi non possono controllare i loro confini perche' essi si trovano oltre il muro, e anche perche' gli israeliani stanno costruendo altre due strade per raggiungere gli insediamenti all'interno della west bank, una nel centro e una al sud, dividendo cosi' in tre parti il territorio palestinese. Rendendo impossibile la circolazione delle persone e delle merci e interrompendo quell'unita' territoriale necessaria alla creazione di uno stato palestinese indipendente Info prodotte dalla responsabile del Comitato per il Muro del Medical Relief di Ramallah. www.stopthewall.com (peacelink) SEI. Appello urgente Vi invio l'appello urgente che ci invia il Grassroots International Movement for the protection of the palestinian civilian population, per essere presenti in Palestina anche nel caso di guerra in Iraq. L'Associazione per la Pace e le Donne in Nero, che hanno partecipato al Social forum di Dicembre A Ramallah lo hanno fatto proprio e invitano ad organizzarsi. La presenza di volontari e' importante non solo per la deterrenza della violenza, ma anche per lo sviluppo in Europa di un movimento che imponga la Presenza in Palestina e Israele di una forza internazionale delle Nazioni Unite o dell'Europa, per la cessazione della repressione e della violenza, mentre si riprendono i negoziati per la fine dell'occupazione militare israeliana. Per informazioni Assopace Tel. 06-8841958 Fax 06.8841749, email - info at assopace.org (Luisa Morgantini) SETTE. Stasera a Roma Proiezione di "Con la Palestina negli occhi" di F. Mariani Corto Circuito Via Serafini, 57 tel 067217682 OTTO. La risposta del Touring Club Abbiamo ricevuto le sue osservazioni circa presunte 172 del nostro Atlante Geografico Mondiale. Fedeli alla tradizione Touring che ci vede attenti alle segnalazioni e alle aspettative del pubblico e dei lettori, abbiamo effettuato un esame accurato della carta in questione e siamo arrivati alle conclusioni riportate nel comunicato allegato. Ringraziandovi per l'attenzione Vi salutiamo con cordialita' Andreina Galimberti Il Nuovissimo Atlante Geografico Mondiale Touring riporta correttamente la situazione di fatto dei territori dello Stato di Israele e di quelli dell'Autorita' Palestinese Milano, 16 gennaio 2003. "Il nostro Atlante rispetta la situazione di fatto esistente nell'area del Medio Oriente e, in particolare, le delimitazioni grafiche dei territori di Israele e di quelli dell'Autorita' Palestinese sono corrette." Cosi' il Touring risponde ad alcuni rilievi circa una presunta indebita estensione dei confini dello Stato di Israele nella recente edizione dell'Atlante Geografico Mondiale. Dopo un attento riesame della questione, il Tci conferma infatti le proprie scelte pur convenendo sull'opportunita', in una prossima edizione, di rendere in modo graficamente piu' marcato e piu' immediatamente rilevabile le delimitazioni dei territori interessati. Tali delimitazioni, peraltro, sono gia' ora esplicitamente indicate sia nell'Atlante stesso - come si rileva anche da una sommaria analisi della pagina 172 - sia in altre pubblicazioni Touring quale l'Atlante Geopolitico recentemente realizzato in collaborazione con l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.
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