Pulizia etnica



UNO. Pulizia etnica a Nazlat 'Iza
DUE. Report fotografici DA VEDERE
TRE. Comunita' ebraica milanese CONTRO Asor Rosa
QUATTRO. LOCALS
CINQUE. IL MURO - Parte due
SEI. Appello urgente del GIPP
SETTE. Stasera a Roma
OTTO. La risposta del Touring Club 

UNO. Distruzione a Nazlat 'Iza
(The Palestine Monitor - A PNGO Information Clearinghouse - UPDATE)
Come sottolineato da Mustafa Barghouthi, le truppe israeliana stanno operando una vera e propria opera di pulizia etnica.
Il 21 gennaio i  militari, con l'ausilio di 10 bulldozer e di 12 jeep militari, sono entrati nella cittadina palestinese di Nazlat 'Iza demolendo 63 negozi.
http://www.palestinemonitor.org

DUE Report fotografici DA VEDERE
http://staff.science.uva.nl/~grunberg/photos/dec-2002/palestine.html
(Daniel)
http://www.philly.com/mld/dailynews/news/local/4893913.htm
(jennifer midberry)

TRE. Il mondo secondo Reibman
Yasha Reibman, portavoce della Comunita' ebraica di Milano, in una nota ha detto:  
'Mercoledi' sera cercheremo un franco dialogo con il Professor Asor Rosa. Il suo pamphlet propone il paradigma del nuovo antisemitismo: gli ebrei da "razza perseguitata" sarebbero divenuti "razza persecutrice", da vittime a carnefici. In questo modo gli ebrei vengono paragonati ai nazisti. Contro il nazismo, si sa, ogni violenza e' giustificata, lo sarebbero pertanto anche gli attentati terroristici contro Israele, 'ingiustamente' creato 'in terra araba'. 
E pensare che tra nemmeno una settimana ricorre il Giorno della Memoria. La differenza con quanto avviene oggi in Medio Oriente non vorremmo certo doverla ricordare. Tra Israele, Autorita' azionale Palestinese e la maggior parte delle altre dittature arabe e' in corso una guerra. Purtroppo ci si uccide a vicenda, ma non e' ne' in programma, ne' tantomeno in atto un abominevole sterminio dei palestinesi. A sessant'anni di distanza infine non ci saremmo certo aspettati di leggere ancora l'espressione 'razza' ebraica. Mercoledi' sera i cittadini, ebrei e non, sono invitati. Insieme non dobbiam
Quindi appuntamento alle ore 17:30 davanti al Teatro Franco Parenti in via Pier Lombardo alle ore 17:30: NON MANCATE.

QUATTRO. LOCALS
un film di Ismail Habbash
La redazione di NILE TV a Ramallah racconta se stessa durante le drammatiche settimane di Aprile 2002: il primo ferito grave con cui inizia un mese di vita imprigionati in cinque in due stanze.
Unico contatto con l'esterno le immagini che arrivano quotidianamente per i servizi del telegiornale.
Un film sull'occupazione israeliana. 
Una denuncia contro la guerra, la sua assurdita', la sua crudelta'. 
Domenica, 26 Gennaio, ore 21.00
Teatro dell'Orologio
Via dei Filippini 17/A tel. 066875550 
Interverra' l'Avvocato Roberto De Vita
Osservatore Internazionale al processo contro Marwan Barghouti 
Luisa Di Gaetano,Agnese Manca,Caterina Merlino - "Donne in Nero" di Roma - racconteranno la loro recente esperienza in Palestina
La serata e' organizzata dal Gruppo Italiano di sostegno all'International Women's Peace Service (IWPS)-Palestine in collaborazione con il Comitato di Solidarieta' all'Intifada.Ingresso a sottoscrizione. Gli introiti saranno devoluti all'IWPS-Palestine 

CINQUE. IL MURO - Parte due
La minaccia piu' grave per l'attuale situazione nella west bank e' la
costruzione del muro che dovrebbe separare i territori palestinesi da
quelli israeliani. Il progetto parte da un villaggio vicino a Jenin,
nell'estremo nord della west bank, per scendere verso Tulkarem e Qalqiliya,
dove finisce il primo tronco. Da li' proseguira' poi verso Ramallah e
Jerusalem per il secondo tronco, infine il terzo tronco chiudera' il
percorso del muro a sud di Hebron. Per un totale di 360 km.
Secondo le dichiarazioni d'intenti del Governo Israeliano il muro viene
eretto a garanzia della sicurezza di Israele entro i suoi confini ma ad
un'osservazione piu' attenta si scopre che il muro non segue i confini
storici di Israele con la west bank marcati oggi dalla cosiddetta green
line, una fascia di sicurezza che divide i due territori, ma penetra in
modo 
lestinese tagliando fuori interi villaggi e
fertili terreni agricoli, per un totale di 90.000 dunum pari a 9.000
ettari. Inoltre, fin dall'inizio dell'occupazione gli israeliani hanno
sfruttato le falde acquifere della west bank per provvedere alle necessita'
dei coloni negli insediamenti. Ma oggi con la costruzione del muro, le
falde acquifere vengono tagliate fuori dal territorio palestinese, passando
cosi' sotto il completo controllo israeliano.
Il primo tronco della costruzione si conclude a Qalqiliya dopo 115km dalla
sua partenza nei pressi di Jenin. Ci sono attualmente in quest'area 11
villaggi che sono rimasti completamente tagliati fuori dal muro e separati
dal territorio palestinese. I loro abitanti non possono muoversi senza
l'autorizzazione dell'esercito israeliano, rimangono cosi' deprivati dei
servizi sociali, sanitari, scolastici ecc...
Inoltre esiste il problema degli insediamenti costruiti selle terre
palestinesi durante l'occupazione. Oggi il percorso del muro circonda gli
insediamenti vicini alla green line procedendo in modo irregolare e
procurando nuova terra a favore dei coloni.
Se osserviamo la situazione della citta' di Qalqiliya vediamo che il muro
la circonda lasciando solo uno stretto passaggio per il transito, che puo'
essere facilmente chiuso, isolandola completamente in qualsiasi momento.
Per quanto riguarda le conseguenze economiche alla costruzione del muro,
osserviamo come oltre 5.000 famiglie hanno perso i loro terreni agricoli di
proprieta', che erano l'unica risorsa per la loro sopravvivenza. Insieme a
questi oltre 55.000 lavoratori agricoli impiegati presso quelle proprieta'
hanno perso il lavoro.
Se consideriamo che queste 5.000 famiglie non hanno piu' mezzi di
sostentamento e che non possono muoversi liberamente, capiremo come essi
saranno costretti a spostarsi oltre il muro in territorio palestinese,
aumentando cosi' il numero dei rifugiati. Infine se ogni famiglia
palestinese conta in media otto membri, questo primo tratto di muro ha gia'
prodo
i potenziali e oltre 55.000 nuovi disoccupati.
Per tutte queste ragioni possiamo dire che il muro non viene costruito per
motivi di sicurezza ma per impedire ai palestinesi di costruire il loro
stato indipendente, perche' se parliamo di stato, intendiamo un'unita'
territoriale sotto il controllo dell'ANP, ma in questa situazione i
palestinesi non possono controllare i loro confini perche' essi si trovano
oltre il muro, e anche perche' gli israeliani stanno costruendo altre due
strade per raggiungere gli insediamenti all'interno della west bank, una
nel centro e una al sud, dividendo cosi' in tre parti il territorio
palestinese. Rendendo impossibile la circolazione delle persone e delle
merci e interrompendo quell'unita' territoriale necessaria alla creazione
di uno stato palestinese indipendente
Info prodotte dalla responsabile del Comitato per il Muro del Medical
Relief di Ramallah.
www.stopthewall.com
(peacelink)

SEI. Appello urgente
Vi invio  l'appello urgente che ci invia il Grassroots International Movement for the protection of the palestinian civilian population, per essere presenti in Palestina anche nel caso di guerra in Iraq.
L'Associazione per la Pace e le Donne in Nero, che hanno partecipato al Social forum di Dicembre A Ramallah   lo hanno fatto proprio e invitano ad organizzarsi. La presenza di volontari e' importante non solo per  la deterrenza della violenza, ma anche per lo sviluppo in Europa di un movimento che imponga la Presenza in Palestina e Israele di una forza internazionale delle Nazioni Unite o dell'Europa, per la cessazione della repressione e della violenza, mentre
si riprendono i negoziati per la fine dell'occupazione militare israeliana.  
Per informazioni Assopace Tel. 06-8841958 Fax 06.8841749, email - info at assopace.org
(Luisa Morgantini)

SETTE. Stasera a Roma
Proiezione di "Con la Palestina negli occhi" di F. Mariani
Corto Circuito
Via Serafini, 57 tel 067217682

OTTO. La risposta del Touring Club 
Abbiamo ricevuto le sue osservazioni circa presunte
172
del nostro Atlante Geografico Mondiale. 
Fedeli alla tradizione Touring che ci vede attenti alle segnalazioni e alle
aspettative del pubblico e dei lettori, abbiamo effettuato un esame accurato
della carta in questione e siamo arrivati alle conclusioni riportate nel
comunicato allegato.
Ringraziandovi per l'attenzione Vi salutiamo con cordialita'

Andreina Galimberti
 
Il Nuovissimo Atlante Geografico Mondiale Touring
riporta correttamente la situazione di fatto 
dei territori dello Stato di Israele 
e di quelli dell'Autorita' Palestinese 

Milano, 16 gennaio 2003. "Il nostro Atlante rispetta la situazione di fatto
esistente nell'area del Medio Oriente e, in particolare, le delimitazioni
grafiche dei territori di Israele e di quelli dell'Autorita' Palestinese sono
corrette."

Cosi' il Touring risponde ad alcuni rilievi circa una presunta indebita
estensione dei confini dello Stato di Israele nella recente edizione
dell'Atlante Geografico Mondiale.

Dopo un attento riesame della questione, il Tci conferma infatti le proprie
scelte pur convenendo sull'opportunita', in una prossima edizione, di rendere
in modo graficamente piu' marcato e piu' immediatamente rilevabile le
delimitazioni dei territori interessati.

Tali delimitazioni, peraltro, sono gia' ora esplicitamente indicate sia
nell'Atlante stesso - come si rileva anche da una sommaria analisi della
pagina 172 - sia in altre pubblicazioni Touring quale l'Atlante Geopolitico
recentemente realizzato in collaborazione con l'Istituto per gli Studi di
Politica Internazionale.