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Re:R: mercanti di armi: mobilitazione urgente in occasione del voto definitivo in Senato il 28/2
- Subject: Re:R: mercanti di armi: mobilitazione urgente in occasione del voto definitivo in Senato il 28/2
- From: "pilati73 at libero.it" <pilati73 at libero.it>
- Date: Thu, 23 Jan 2003 11:22:41 +0100
>Nel sito retelilliput si trovano molte cose sulla 185, ma non si trova la >lettera ai senatori. Forse è solo la mia incapacità di vederla? >Enrico Peyretti >"Disperati, noi speriamo" >http://www.arpnet.it/regis; www.ilfoglio.org E' un meccanismo automatico che ti consente di mandare la lettera direttamente ai senatori del tuo collegio direttamente da internet, compilando tutti i campi richiesti (nome, coognome, collegio di appartenenza ecc...). Copia dell'e-mail inviata ti arriva al tuo indirizzo. Cmq ti copio-incollo la lettera qui sotto. Aloha, Massimiliano Pilati Rete Lilliput, nodo di Trento. Gentile Senatore, mi è occasione gradita scriverLe in merito al disegno di legge 1547 approdato al Senato il 4 luglio scorso e recante la ratifica ed esecuzione dell'Accordo Quadro relativo alle misure volte a "facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea della difesa, nonché modifiche alla legge 185/90". Come Lei ben sa, l’iter di questo procedimento, seguito con attenzione dal mondo pacifista, sta per concludersi con la ripresa della discussione in Aula il giorno 28 Gennaio, ed in prossimità di questa data vorrei segnalare la mia preoccupazione sull'articolato del DDL in questione. Credo che la mia preoccupazione sia ancora più condivisa in questo periodo in cui le armi sembrano riprendere il ruolo di protagoniste. La prima fonte di preoccupazione riguarda il fatto che il DDL 1547 non si limita alla ratifica dell'Accordo Quadro, ma introduce un'irreparabile erosione dei principi e un grave stravolgimento delle norme previste dalla legge 185/90 sulla regolamentazione del commercio delle armi. Con l'approvazione di questo testo si rinuncerebbe infatti a talune clausole fondamentali della 185/90, quali la conoscenza del valore del progetto di difesa, il certificato di uso finale del sistema d'arma, le informazioni sulle transazioni bancarie: quanto basta per ritenere con fondatezza che l'elemento di modifica della 185/90 comporti gravi effetti sulle misure d italiane, in particolare per quanto attiene alle esportazioni verso paesi in stato di conflitto, ovvero in zone a rischio in materia di violazione dei diritti umani. La richiesta che Le rivolgo è semplice: si tratta di mantenere inalterato l'impianto della 185/90, e dunque rivendicare lo stralcio degli articoli da 3 a 12 del DDL 1547. La contrarietà a questo DDL si fonda su un'altra considerazione. La proposta di legge italiana non limita l'introduzione di criteri di facilitazione e ristrutturazione dell'industria bellica esclusivamente alle coproduzioni con i partners privilegiati dell'Accordo Quadro di Farnborough (Spagna, Francia, Germania, Svezia, Regno Unito), più affidabili dal punto di vista delle politiche di controllo sulle esportazioni delle armi, ma estende i principi dell'Accordo Quadro a tutti i programmi di coproduzione intergovernativi ed interindustriali di produzione, ricerca e sviluppo di materiale di armamento condotti con imprese di paesi dell'Unione Europea e della Nato. Alcuni di questi hanno legislazioni oltremodo permissive e controlli poco rigorosi. Il rilascio della licenza globale di progetto nei confronti di questi partners equivarrebbe ad un'abdicazione di sovranità e di responsabilità da parte dell'Italia, in profondo contrasto alla normativa vigente, che pone il nostro paese in una posizione di avanguardia ai fini della costruzione di una potenziale regolamentazione europea di trasparenza e controllo sul commercio delle armi. L'esigenza di uno sforzo politico in questa direzione risulta tanto più importante nella contingenza seguita all'attacco terroristico dell'11 settembre negli Stati Uniti. Sarebbe infatti una paradossale contraddizione se l'Italia, mentre figura come uno degli attori più convinti dell' alleanza contro il terrorismo internazionale, consentisse per altro verso una cornice normativa tale da favorire la produzione ed il trasferimento di sistemi d'arma al di fuori di un'ottica di necessario coordinamento con le priorità della poli ere in evidenza un ulteriore (seppure non finale) elemento di disagio: lo scorso 24 settembre, in Commissione Esteri e Difesa, è stato impossibile esaminare il DDL 1547 a causa del mancato numero legale. La contingenza richiama i senatori dell'opposizione ad un atto strategico di responsabilità e partecipazione garantendo la propria presenza attiva in Aula per il 28 Gennaio. Ci sembra questo un atto importante ed imprescindibile, nel momento in cui è messa a repentaglio una normativa complessa come la 185/90, frutto a suo tempo di un lavoro parlamentare ampio ed approfondito, nonché di una felice quanto pionieristica interazione fra il legislatore e la società civile. L'opinione pubblica è attiva da mesi a difesa della legge italiana per il controllo sul commercio delle armi. Nessuno può permettere che la diffusa mobilitazione di questi mesi sia inficiata dall'atteggiamento rinunciatario, o non partecipativo, dei senatori che sono chiamati a rappresentarci in Parlamento. Sarà mia premura monitorare che Lei, in quanto parlamentare eletto nella mia circoscrizione, si attenga agli impegni del suo mandato attraverso la presenza in aula in occasione dell'imminente dibattito parlamentare. RingraziandoLa per la preziosa attenzione, La saluto cordialmente nel segno della pace.
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