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Colombe e Governo
- Subject: Colombe e Governo
- From: "Palestina Libera" <palestina_libera at libero.it>
- Date: Fri, 17 Jan 2003 17:21:52 +0100
UNO. Gaza: Colomba e Governo DUE. Sharon autorizza gli 007 a colpire e uccidere anche all'estero TRE. 15 dicembre QUATTRO. ISM CINQUE. APPELLO (IMPORTANTE) UNO. COMUNICATO STAMPA (APPELLO AL GOVERNO ITALIANO dei volontari dell'operazione Colomba) La sera dell'11 dicembre ci giunge la notizia dell'incontro a Roma del primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, con il presidente israeliano, Moshe Katsav. Secondo quanto riportato dall'ANSA: "Il premier ha chiuso le porte di Palazzo Chigi ai rappresentanti di Arafat subito dopo la strage di Netanya nel marzo del 2002 (...). Berlusconi avrebbe promesso a Katsav l'appoggio incondizionato dell'Italia al diritto di Israele di vivere in pace nel suo territorio". Ieri, 12 Dicembre, 5 persone sono state uccise mentre tentavano di uscire dalla striscia di Gaza, lo stesso esercito israeliano ha confermato che erano disarmati. La sera dell'11 dicembre presso il check point di Abu Holi, che divide in due la striscia, sono stati feriti due palestinesi mentre stavano spingendo la loro macchina rimasta in panne. L'8 Dicembre a Rafah, al confine con l'Egitto, una donna è rimasta uccisa dai soldati israeliani, i suoi tre bambini sono stati feriti. Il 6 Dicembre l'incursione di circa 40 tank israeliani nel campo profughi di Bureij, a sud di Gaza, ha provocato la morte di 10 persone, tra cui una donna e i suoi quattro bambini, e circa 20 feriti. Attualmente la striscia di Gaza è ermeticamente chiusa per i palestinesi: non si può entrare ne uscire. Il 40% della Striscia è occupata dagli insediamenti israeliani (e dalle relative zone di sicurezza attorno ad essi, dalle by pass road e dalla green line) in cui vivono circa 6.000 col israeliani (0,5% della popolazione della striscia di Gaza). Nel restante 60% vivono 1.250.000 palestinesi. Da un punto di vista strategico gli insediamenti servono a giustificare la presenza delle basi militari israeliane nella striscia, lo sfruttamento delle risorse idriche e ad impedire la realizzazione dei diritti civili palestinesi Ci re conto che "il diritto di Israele a vivere in pace nel suo territorio", diritto del tutto legittimo, non sarà il frutto di questa palese situazione di ingiustizia. Non è possibile raggiungere la pace con un esercito che deliberatamente spara sui civili, blocca le strade, distrugge case, sradica ulivi. Non si arriverà mai alla sicurezza per il popolo israeliano mantenendo quello palestinese in un clima di terrore e oppressione permanente. Quotidianamente, ormai da molti mesi, siamo testimoni del deterioramento graduale della situazione, della perdita di speranza da parte della gente, dell'intensificarsi della violenza. In tutto questo i Paesi occidentali hanno un'enorme responsabilità: in questo conflitto, come in qualsiasi altro, non è possibile proporsi come mediatori di pace schierandosi senza condizioni con una sola delle parti coinvolte, in questo caso con quella israeliana. Se da un lato si condanna -giustamente- l'uccisione di civili israeliani da parte dei palestinesi, dall'altro si resta silenziosi sulla politica del governo israeliano, che ufficialmente esprime la propria volontà di pace, ma concretamente mette in atto l'espansione degli insediamenti, la confisca di terre palestinesi, la distruzione delle infrastrutture sociali e politiche. Lo stesso Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato diverse risoluzioni (vincolanti per gli Stati membri) in cui si condanna la politica israeliana: a partire dalla risoluzione 242 (1967) in cui si chiede "il ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati" nel corso del conflitto, fino ad arrivare alla risoluzione 1435 (2002), adottata lo scorso Settembre, in cui oltre a "richiedere la completa cessazione di tutti gli atti di violenza, inclusi gli atti di terrorismo", si "richiede anche il rapido ritiro delle forze di occupazione israeliane dalle città palestinesi". Constatiamo come ancora una volta le azioni e l'atteggiamento del nostro Governo siano dettati non dalla sensibilità verso la sofferenza di un popolo o dal rispetto dei diritt olitici del nostro paese. Rifiutiamo questa logica, non per diversa posizione politica o ideologica, ma perché vivendo qua, al fianco delle vittime, siano esse israeliane o palestinesi, ci rendiamo conto della falsità e dell'opportunismo delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio. Pertanto chiediamo che il Governo italiano intraprenda una politica estera per il medioriente che tenga conto anche delle gravi violazioni dei diritti umani di cui si rende costantemente responsabile il Governo Israeliano e che abbia l'obiettivo di favorire il processo di pace e di tutelare i diritti fondamentali di entrambi i popoli. I volontari dell'Operazione Colomba - Papa Giovanni XXIII Per contattare i nostri volontari: +97255940773 - +97259336586 www.operazionecolomba.org DUE. Sharon autorizza gli 007 a colpire e uccidere anche all'estero http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=31356 TRE. 15 dicembre Due ragazzi sono stati uccisi a Tulkarem. Stessa sorte per un uomo di Qabatiyya con handIcap mentale. Un'altra casa di Qabatiyya e' stata demolita. Stessa sorte ad un´altra abitazione di Gerusalemme est. www.lawsociety.org http://al-awda.org/wb_fund.htm QUATTRO. ISM - Aggiornamento Siamo tre ragazzi italiani che stanno partecipando alla campagna di interposizione civile nonviolenta dell'International Solidarity Movement ISM www.palsolidarity.org in Palestina dal 15 dicembre 2002 al 15 gennaio 2003. Ci troviamo a Rafah, nella Striscia di Gaza, dove Israele sta costruendo un enorme muro per separare la Palestina dall'Egitto strangolandone cosi' ulteriormente l'economia. Rafah e' una citta' martire che subisce quotidianamente l'umiliazione di questa occupazione che distrugge la vita di tutte le famiglie. Per evitare il piu' possibile l'irrefrenabile e terrificante distruzione delle case palestinesi vicine al suddetto muro, nonche' l'uccisione indiscriminata di civili che vivono in queste zone periferiche, il 3 gennaio 2003 abbiamo dato vita ad una pacifica iniziativa di "camping": installato una tenda nel quartiere denominato 'Block J', in area che si trova tra i tanks israeliani che proteggono il muro e le case che sono a rischio di demolizione. Vista la buona riuscita di questa prima esperienza (i colpi intimidatori delle mitragliatrici israeliane sono diminuiti) e la collaborazione degli abitanti e della societa' civile palestinese, stiamo installando una seconda tenda in un altra zona. Purtroppo siamo troppo pochi (oggi solo 13 attivisti internazionali) per proteggere tutto il territorio e corriamo sempre il rischio che le nostre tende vengano rimosse dai buldozer israeliani. Entro fine mese dovremo quasi tutti rientrare nei nostri Paesi e certamente la nostra assenza lascera' campo libero alle azioni militari indiscriminate di Israele contro i diritti umani e in violazione delle leggi internazionali. Pensiamo che sarebbe sicuramente molto utile per la popolazione di Rafah continuare ad avere una assidua presenza di volontari internazionali che piantassero quante piu' tende e' possibile a protezione di tutte le zone a ridosso del muro. Proponiamo una vera e propria invasione di tende per aiutare i Palestinesi a riappropriarsi della loro terra, delle loro case, della loro vita. Cio' potrebbe realizzarsi con un continuo alternarsi di volontari in modo da garantire un costante aiuto e un necessario ricambio di internazionali. Stefano, Nicola, Andrea 06/01/2003 Nicola: wakancrist at libero.it (Fonte: Peacelink) CINQUE. APPELLO Su ordine militare dell'esercito israeliano, Caterpillar D-9 distruggeranno 42 case, una moschea, una scuola elmentare per 132 bambini insieme a più di 600 dunams di terra lavorata del villaggio di Al Daba nel distretto di Kalkilia - Palestina. Il tutto per la costruzione del muro e l'annessione di nuovo territori da parte del governo israeliano. Non ho avuto tempo di tradurre l'appello che ci chiede di inviare proteste per impedire un altro crimine. Troverete pero' sotto tutti i riferimenti necessari per ulteriori informa ACTION CALL PAGE: http://www.pmwatch.org/pmw/mediocrity/displayCall.asp?essayID=57 PMWATCH - January 16, 2003 -- The Washington Report on Middle East Affairs has issued the shocking alert below -- shocking not only because of the war crimes it tells us the Isreali military and government are preparing for, but also because we have heard nothing about any of this, as far as we can tell, from the US mainstream media. Please send a note to the media and ask them to follow through. If each of you who receives this alert were to send even a one-line query note, you can be sure that the media will take note. We have made it very easy for you to send a note to dozens of media outlets at a time. Just click on the link above or go to: http://www.pmwatch.org/pmw/cast/broadcast.asp Ahmed Bouzid Palestine Media Watch http://www.pmwatch.org (610) 993 - 0608 Washington Report on Middle East Affairs Urgent Press Release Palestinian Village Faces Annihilation For Immediate Release Contact: Robert Younes, M.D. January 14, 2003 Email:mailto:pr at wrmea.com Sixty ton American made armored Caterpillar D-9 bulldozers will make short work of 42 houses, 600-700 dunums of agricultural land, a mosque, and an elementary school for 132 children. The military order was issued 30 days ago and required the clearing of 50 meters of land next to the billion dollar wall (financed by the United States) being built to separate Palestinian land from Israel in the northern part of the West Bank. The clearing operation has exceeded its orders and now the destruction will extend 500 meters into the West Bank and engulf the village of Al-Daba' Construction of the 8-meter high, 360-kilometer long wall has been proceeding inside the 1967 armistice line. When completed, an additional seven percent of Palestinian land will be confiscated and if the wall is extended to Hebron, ten percent of land will move to the Israeli side of the border. When completed, the wall will be fitted with motion sensors, observation deep ditch to prevent Palestinians from entering Israel. Many observers believe that the wall is being built because Israel has failed to halt Palestinians by other means from crossing to Israel to find work to support their families. The Israeli wall has been compared to the Cold War's Berlin Wall, separating the East and West Berlin, constructed by the East Germans to prevent escape to freedom. To the contrary, the Israeli wall creates a concentration camp of the West Bank. The Al-Daba' land confiscation is just the latest outrage of land stealing. Thus far, since 1967, Israel has confiscated 750,000 acres of the 1.5 million acres of Palestinian land in the West Bank and Gaza. Ariel Sharon initiated land confiscation and settlement construction in 1967 as Israeli Minister of Housing. It is clear that Israeli confiscation and control of large portions of the West Bank and Gaza for sites to construct settlements and its refusal consider negotiations about the land is a strategy designed to permanently annex the land and thus prevent a meaningful and fair peace settlement. Israel's proposed action with respect to the village of Al-Daba' will constitute a violation of the Geneva Convention of 1949. Article 4 and 94 relates to denial of children's education, Article 17 and 49 relates to forced transfer of populations, Article 39 relates to ability to work, Article 46 relates to property confiscation, and Article 53 relates to destruction of property. All of these violations represent indictable war crimes punishable by imprisonment. Support the people of Al-Daba' and send messages to demand intervention to prevent its destruction. American Consulate, Jerusalem Email: keenme at state.gov, Fax: +972-(0)2-627-7230 European Union, Jerusalem, Email mailto at delwbg.cec.eu.int, Fax: + 972-(0)2-532 6249 UN Special Coordinator, Gaza, Email unsco at palnet.com, Fax: +972-(0)8-282-0966 -30- The Washington Report on Middle East Affairs, PO Box 53062, Washington DC 20009 Phone: (202) 939- ee: (800) 368-5788, www.wrmea.com Per revocare la tua adesione a questa mailing list invia una email a palestina_libera at libero.it specificando nell'oggetto "unsubscribe"
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