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Contro la guerra con la nonviolenza attiva: facciamo qualcosa?
- Subject: Contro la guerra con la nonviolenza attiva: facciamo qualcosa?
- From: "Filippo Ciardi" <filciar at inwind.it>
- Date: Thu, 16 Jan 2003 17:30:45 +0100
| Un saluto di pace a tutti. Vi premetto che mi piacerebbe sapere da ognuno di voi cosa ne pensa delle 
seguenti proposte di nonviolenza attiva contro la guerra, che non sono 
mie, ma che in gradi diversi condivido. Se ne apprezzate qualcuna anche voi, vi 
invito a pensare come possiamo renderle operative, compatibilmente con le 
capacità, la competenza, il tempo e gli impegni di ognuno. Per chi riceve questo messaggio ed eventualmente non mi conoscesse 
personalmente, tralasciando altre notizie su di me, mi potrei presentare come 
obiettore di coscienza "in congedo" ed "amico della nonviolenza", di Prato. Lo 
spirito delle proposte che seguono potrebbe essere però quello di 
un qualsiasi cittadino italiano a cui la coscienza impone di essere 
contrario alla guerra ma anche che ha voglia di fare qualcosa di 
efficace per contrastarla: è quindi l'atteggiamento che potrebbe essere di tanti 
altri cittadini con un minimo di buon senso e di attenzione al rapporto tra i 
mezzi e i fini, che almeno alcune di queste proposte potrebbero accogliere e 
praticare. Sintetizzo qui le proposte, che vi invito a leggere nella versione 
originale degli autori, presentata di seguito. 1) "Scegliere la nonviolenza", in modo formale e sostanziale, il che si può 
fare con la campagna omonima che prevede che ogni cittadino possa dichiarare 
alle istituzioni l'obiezione di coscienza alla preparazione e collaborazione 
alle guerre e la possa praticare con la scelta di alcune opzioni di 
nonviolenza attiva. Il testo si trova qui: www.retelilliput.org/scelgolanonviolenza.asp. 
Per i Pratesi, Fiorentini e Pistoiesi, io ed altri amici possiamo fornire copia 
cartacea,  che può anche essere richiesta direttamente alla segreteria 
operativa della campagna di Torino, allo 011-532824.  Per rendere operativa la campagna in riferimento alla guerra minacciata 
contro l'Iraq, mi sembrano interessanti ed efficaci, se coordinate e rese 
pubbliche, le seguenti azioni nonviolente (che sintetizzo dalle proposte 
originali che trovate più sotto), sulle quali invito tutti, e in 
particolar modo i conterranei Pratesi, Fiorentini e Pistoiesi, a 
coordinarci sul territorio per realizzarle, sulla base della campagna "scelgo la 
nonviolenza". 2) Organizzare estesamente il non-acquisto da quelle pompe di benzina che 
sono collegate con i Governi che organizzano la guerra (vedi sotto la proposta 
di "Bilanci di Giustizia"). (Su questo punto vi informo che è allo studio per il 
medio-lungo termine una vera campagna di "riduzione della dipendenza dal 
petrolio": chi avesse contributi o volesse informazioni può mettersi in contatto 
con yukaris at tiscalinet.it). 3) Sperimentare delle forme diverse di opposizione alla guerra incombente 
che si fondino sul potere di consumatori dei cittadini organizzati. In altri 
termini delle azioni di noncollaborazione economica, interrompere cioè ogni 
rapporto economico con quei soggetti erogatori di beni e servizi che non 
dichiarino la loro opposizione alla guerra e non si attivino per fermarla (vedi 
sotto proposta di "Cittadinanzattiva"). 4) Quattro proposte del Centro di ricerca per la pace di Viterbo a) bloccare, in caso di guerra, la macchina bellica con l'azione diretta 
nonviolenta (di seguito è presentata quella delle "mongolfiere della pace", 
che gia' fu sperimentata efficacemente in passato); b) bloccare, in caso di guerra, la catena di comando che decidesse la partecipazione italiana alla guerra, attraverso una campagna di disobbedienza civile di massa; c) preparare e promuovere, in caso di guerra, lo sciopero generale ad oltranza fino alle dimissioni degli organi istituzionali che avessero portato l'Italia in guerra; d) promuovere, in caso di guerra, una campagna di massa di presentazione di denunce presso tutte le autorita' giudiziarie e di pubblica sicurezza contro gli organi istituzionali che avallando la partecipazione italiana alla guerra violerebbero la Costituzione della Repubblica Italiana cui pure hanno giurato fedelta' e si renderebbero colpevoli di alto tradimento, di eversione, di complicita' in crimini di guerra e contro l'umanita'. ----- Molto altro può essere fatto ovviamente, e tante altre proposte 
probabilmente io non conosco neanche...chi ha da dire, lo faccia... Personalmente non credo che cortei, marce, o appelli in cui semplicemente 
si dice di essere contrari alla guerra e si chiede ad altri (istituzioni, ecc..) 
di non farla siano idonei allo scopo di fermarla. Credo che si possa tentare 
di essere effucaci solo operando con la nonviolenza attiva e 
assumendosi in prima persona le responsabilità di certi gesti, anche piccoli, ma 
che se praticati da tanti potrebbero veramente mettere in difficoltà la 
"macchina bellica". Alcune azioni richiedono una seria riflessione, 
preparazione, e capacità di assumere su di sè anche eventuali conseguenze 
legali, ma altre potrebbero essere praticate veramente da tutti quelli che si 
dicono contrari alla guerra (se ad esempio tutti quelli che erano presenti al 
corteo di Firenze facessero qualcosa...). A questo punto avrebbe senso 
coordinare la preparazione di queste azioni e far sapere alle istituzioni, alle 
aziende e a tutti quanti fossero disposti ad approvare o collaborare con le 
azioni militari, che se così fosse, "noi" saremmo pronti a mettere in campo 
almeno alcune di queste iniziative di non collaborazione, boicottaggio, 
disobbedienza civile, ecc....  Importante sarebbe secondo me anche stabilire contatti su proposte 
operative con cittadini e organizzazioni "pacifiste" di altri paesi europei ed 
americani. Chi ha conoscenze o contatti personali li potrebbe mettere in 
campo. Che ne dite?  E' possibile coordinarsi a livello locale e nazionale, sulla base e in 
attuazione della campagna "scelgo la nonviolenza", o almeno ponendo la 
nonviolenza come base dell'azione, ed in modo che ogni cittadino potenzialmente 
possa fare almeno qualcosa? Filippo Ciardi. SEGUONO LE PROPOSTE ORIGINALI INTEGRALI *********** 1)  "SCELGO LA NONVIOLENZA": si veda www.retelilliput.org/scelgolanonviolenza.asp *********** 2) 
 BOICOTTAGGIO DELLE POMPE DI BENZINA DELLE COMPAGNIE PETROLIFERE "COINVOLTE" 
NELLA "GUERRA PER IL PETROLIO" CONTRO L'IRAQ. La Campagna dei Bilanci di Giustizia ritiene che sia il momento 
di proporre il passaggio da azioni simboliche contro la guerra ad azioni nonviolente che puntino ad incidere sui meccanismi che alimentano la richiesta di guerra. Per questo si propone di organizzare estesamente il non-acquisto da quelle pompe di benzina che sono collegate con i Governi che organizzano la guerra. Le imprese petrolifere collegate con i governi americano e inglese sono facilmente individuabili ( Shell, Esso, BP). Ci si riserva di estendere questa campagna anche alle altre aziende i cui governi partecipassero eventualmente alla guerra. Se parteciperà anche l'Italia alla guerra diremo NO-AGIP, se parteciperà anche la Francia diremo NO-TOTAL. Chi vuol schierarsi contro la guerra lo farà facendosi carico anche di un minimo di disagio. E' il momento di avere consapevolezza che i nostri consumi hanno un effetto diretto sulla politica. La Campagna è fino ad ora condivisa da Bilanci di Giustizia, Centro Nuovo Modello di Sviluppo, Altreconomia e Nigrizia. Chiediamo se la rete di Lilliput in quanto tale è disponibile a coinvolgersi a pieno titolo. Si tratta di organizzare il lancio di questa proposta, di preparare del materiale grafico e di farsi carico di un contributo economico per la produzione e la distribuzione dei materiali. Chediamo al gruppo di lavoro tematico di inserire questa proposta nel prossimo fine-settimana di lavoro e di darci una risposta anche sulla possibilità di mettere a disposizione la struttura organizzativa della Rete a questo scopo. don Gianni Fazzini per Bilanci di Giustizia via Trieste 82/c 30175 Venezia-Marghera tel.041-5381479 fax 041-5388190 e-mail segreteria at bilancidigiustizia.it web www.bilancidigiustizia.it ************* 3)  NONCOLLABORAZIONE ECONOMICA ----- Original Message ----- 
 From: Michele de Pasquale  Sent: Sunday, January 12, 2003 9:49 PM Subject: [glt-nonviolenza] azioni noncollaborazione 
economica Condivido in pieno la proposta di bilanci di giustizia del boicottaggio 
delle pompe di benzine. Da quanto segue ritengo che ci sia la possibilità di una 
proficua collaborazione. Come Cittadinanzattiva lanceremo una sperimentazione analoga in Puglia 
e Molise. L'idea è quella di sperimentare delle forme diverse di opposizione alla 
guerra incombente che si fondino sul potere di consumatori dei cittadini 
organizzati. In altri termini delle azioni di noncollaborazione economica 
che potrebbero avere una incidenza molto più alta delle forme già sperimentate 
di opposizione alla guerra (appelli, raccolte di firme, dimostrazioni, invio di 
lettere...). Il motto potrebbe essere: non do i miei soldi a chi non si oppone a 
questa guerra. Pertanto deciderò di interrompere ogni rapporto 
economico con quei soggetti erogatori di beni e servizi che non dichiarino la 
loro opposizione alla guerra e non si attivino per fermarla. La sperimentazione potrebbe avere varie fasi (non necessariamente in 
successione): 
 Michele de Pasquale per Cittadinanzattiva **************************** 4)  PROPOSTE DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI 
VITERBO -------------------------- Estratto dal Numero 475 del 13 gennaio 2003 di: LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario: ++ Severino Vardacampi, quattro azioni e una premessa ++ Peppe Sini, un'azione diretta nonviolenta per impedire i decolli dei bombardieri (la documentazione operativa per attuarla può essere chiesta ai recapiti qui sopra). ++ RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: QUATTRO AZIONI E UNA PREMESSA Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo da anni propone all'intero movimento per la pace italiano di fare quattro azioni e una scelta preliminare per contrastare concretamente la guerra. Quattro azioni e una scelta preliminare in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana. Se il movimento per la pace preferisce invece continuare a fare pressoche' solo iniziative simboliche, spettacolari forse ma fondamentalmente inutili, e' perche' le organizzazioni in esso dominanti, e coloro che vi esercitano una tanto effettuale quanto antidemocratica leadership, sono spesso - al di la' delle piu' circensi apparenze e dei piu' roboanti proclami - compromessi e collusi con i poteri politici, economici e ideologici che la guerra propugnano, e preferiscono ottenere a buon mercato un po' di visibilita' da imbonitori invece di praticare una strategia nonviolenta di effettiva concreta resistenza alla guerra. Questa condotta sicuramente aiuta le carriere mediatiche, istituzionali, accademiche e burocratiche di leader politicanti, sicuramente favorisce l'afflusso di quattrini pubblici alle ong e di mano d'opera servile sub specie di servizio civile alle onlus, sicuramente consente e promuove l'assalto alla diligenza dei soldi pubblici sotto forma di consulenze, incarichi, convenzioni et similia, ma certo non ferma le stragi. Altro occorre, appunto. E l'altro che occorre e' la nonviolenza come scelta epistemologica, assiologica ed operativa, come proposta morale di azione civile, come politica della pace e dei diritti umani concretamente agita senza alcuna ambiguita'. Noi proponiamo a tutte le persone di volonta' buona che vogliono contrastare la guerra quattro azioni, quattro azioni in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana: a) bloccare, in caso di guerra illegale e criminale, la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta (di seguito ne presentiamo una, che gia' fu sperimentata efficacemente in passato e che puo' e deve diventare iniziativa di massa); b) bloccare, in caso di guerra illegale e criminale, la catena di comando dei poteri golpisti e stragisti che decidessero la partecipazione italiana alla guerra illegale e criminale; e bloccarla attraverso una campagna di disobbedienza civile di massa; c) preparare e promuovere, in caso di guerra illegale e criminale, lo sciopero generale ad oltranza contro la guerra fino alle dimissioni del governo golpista e stragista che avesse precipitato l'Italia nella guerra illegale e criminale; d) promuovere, in caso di guerra illegale e criminale, una campagna di massa di presentazione di denunce presso tutte le autorita' giudiziarie e di pubblica sicurezza contro quel governo, quel parlamento e quel capo dello stato che deliberando e avallando la partecipazione italiana alla guerra violerebbero la Costituzione della Repubblica Italiana cui pure hanno giurato fedelta' e si renderebbero colpevoli di alto tradimento, di eversione, di complicita' in crimini di guerra e contro l'umanita'. I golpisti stragisti devono essere denunciati, arrestati, processati e condannati come prevede la legge: l'Italia e' uno stato di diritto, la legge deve valere per tutti, e la legge fondamentale e costitutiva del nostro ordinamento giuridico "ripudia la guerra". Quattro cose da fare, quattro cose impegnative, quattro cose che richiedono una grande preparazione, una profonda responsabilita', una condotta limpida; quattro cose che richiedono una scelta preliminare, un prerequisito fondamentale: che il movimento per la pace scelga la nonviolenza. Che il movimento per la pace esca dalle ambiguita', che la smetta con le ipocrisie, che rompa le complicita'; che la si faccia finita con le menzogne e le pusillanimita'. Occorre la scelta della nonviolenza, la formazione alla nonviolenza, l'addestramento alla nonviolenza. Non sara' facile. E' necessario. E' urgente. Il resto e' peggio che silenzio, sono futili ciance di frivoli ignobili complici degli stragisti. Occorre prepararsi ad agire, con la forza della nonviolenza, in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana. ++ PROPOSTE. PEPPE SINI: UN'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER IMPEDIRE I DECOLLI DEI BOMBARDIERI L'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui ostruire lo spazio aereo di decollo dei bombardieri, realizzata con successo per alcune ore ad Aviano nel 1999 durante la guerra dei Balcani, aveva due caratteristiche fondamentali: a) la concretezza anziche' la mera simbolicita', l'efficacia anziche' la mera testimonialita'; b) il fatto che la nonviolenza contrastava una potentissima macchina militare, lo faceva durante una guerra, lo faceva efficacemente e concretamente, operativamente e per cosi' dire "sul campo", valorizzando alcune condizioni a nostro vantaggio (la legislazione italiana; il rispetto e l'amicizia da parte delle forze dell'ordine impegnate cola' - peraltro ovviamente reciproci; la limpidezza del nostro agire ed una preparazione accurata anche nella costruzione di un rapporto corretto con tutti gli interlocutori incluse le controparti); c) la chiarezza nell'assunzione di responsabilita' in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana; e la nitida scelta di tutelare l'incolumita' di tutti, di promuovere il diritto alla vita di tutti. Si e' trattato di uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta di effettivo, operativo contrasto di una macchina bellica impegnata in guerra. Uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana. E' nostra convinzione che se questa azione diretta nonviolenta venisse fatta propria da un movimento di massa - che naturalmente si attenesse nel modo piu' rigoroso alla nonviolenza - essa potrebbe mettere in effettiva profonda difficolta' la macchina bellica almeno per quanto concerne la parte di essa dislocata nel territorio italiano. (La documentazione per mettere in atto la proposta può essere richiesta al Centro di ricerca per la Pace di Viterbo). | 
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