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21/12 Firenze: incontro tra antimperialisti
- Subject: 21/12 Firenze: incontro tra antimperialisti
- From: "Marco Riformetti" <rifonet at tiscalinet.it>
- Date: Sun, 15 Dec 2002 23:29:27 +0100
In allegato l'Odg che è stato assunto nell'assemblea del 10 come base di discussione per la costruzione di un percorso stabile e organizzato delle forze antimperialiste del paese. Sotto, il programma delle giornata del 21. Tutti i singoli compagni e le strutture che sono impegnate nella costruzione di un livello più avanzato di unità nella lotta antimperialista sono invitati a portare il proprio contributo di idee e di esperienza ai lavori. A presto Marco ===================================================== Sabato 21 dicembre 2002 - ore 09.30 presso la Casa del Popolo "Ponte a Greve" - Via Pisana 809 ASSEMBLEA DEGLI ORGANISMI CHE VOGLIONO COSTRUIRE UN COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIMPERIALISTA Ordine dei lavori Mattina: 1) Approfondimento dell'Ordine del Giorno approvato il 10/11 scorso e discussione sulla sua articolazione pratica nel territorio; proposte organizzative e sugli strumenti di controinformazione e mobilitazione. Abbiamo pensato questo punto in quanto, da una parte, ci siamo resi conto che il tempo per fare tutte le considerazioni sulla piattaforma uscita dalla scorsa assemblea era effettivamente poco. Pur riconfermando gli assetti generali di questa piattaforma, crediamo sia utile e proficuo dare la possibilità a quelle realtà che hanno deciso di aderire al percorso, ma che non hanno avuto la possibilità di esprimersi il 10/11, o che non erano presenti, di farlo stavolta, magari anche presentando emendamenti scritti al testo. Ciò siginifica anche che il processo "costituente" del coordinamento nazionale deve avere il respiro un po' più lungo: non facciamoci prendere dalla frettolosità, poichè rischieremmo di costruire l'ennesimo contenitore vuoto, autoreferenziale, vuoto di contenuti, di metodi, di obiettivi. L'assemblea non è quindi costituente, ma di passaggio, per valutare forze, presenze e idee. A ciò si collega anche l'aspetto dell'articolazione sul territorio, che dovrebbe attenere alla attività che già la scorsa volta ritenevamo un po' tutti la principale, ossia quella della costruzione di comitati od assemblee antimperialiste cittadine, provinciali o regionali come ambiti di partecipazione, discussione e mobilitazione antimperialista. Ciò significherà monitorare un po' tutto il territorio nazionale, dove sono già presenti realtà che partecipano al percorso di costruzione del coordinamento nazionale, dove vi sono compagni e compagne interessati ma non c'è ancora un comitato, dove ci sono realtà interessate o interessabili con le quali parlare o confrontarci. La questione della costruzione dei comitati ci permetterebbe anche di uscire dalla logica degli "intergruppi" o dagli scazzi fra organizzazioni o gruppi organizzati, permettendoci di verificarci su terreni concreti quanto importanti. Sulle proposte organizzative si tratterà di migliorare tutta una serie di forme e di strumenti di lavoro molto utili, ma spesso (come anche leggiamo quotidianamente) utilizzate male o per obiettivi che non sono quelli del dibattito politico, della controinformazione, dell'agitazione. Ore 13.00 Pausa pranzo (panini) Ore 14.00 2. Discussione sugli scenari della guerra imperialista all'Iraq e organizzazione di una relativa campagna nazionale Il fatto che vogliamo prenderci un po' più di tempo per arrivare alla vera e propria assemblea costituente non significa che non cominciamo invece a praticare ciò abbiamo dichiarato di voler fare. La guerra USA contro l'Iraq si avvicina e ciò significa rafforzare, dando visibilità nazionale, quelle iniziative che già stiamo svolgendo sui territori. Si tratterà quindi di articolare una vera e propria campagna nazionale per l'unità di lotta contro la guerra imperialista, con materiali di agitazione e controinformazione nazionali unitarie con un piano di iniziative centrali e decentrate che ci permettano di alzare la guardia sul progetto di invasione dell'Iraq e di sterminio e deportazione del popolo palestinese che ad essa sarà collegato. Pensavamo di valorizzare tre concetti in sostanza: - La guerra è imperialista - Stimolare la nascita di Comitati contro la guerra imperialista che si uniscano al movimento mantenendo una specificità di analisi e di impostazione "strategica" - Proposta di sciopero generale contro la guerra degli Usa Sarà anche un'occasione per approfondire anche i temi della relazione fra crisi e guerra, il carattere anche interimperialista di questa guerra, il collegamento con la repressione e quant'altro. Ore 17.30 Conclusioni Per il pranzo sarebbe importante comunicare al più presto quanti compagni per realtà verranno, in modo da poterci organizzare per le quantità. Se alcuni compagni vogliono pernottare a Firenze sono anch'essi invitati a farlo presente in anticipo. Buon lavoro a tutte e tutti Alberto, Marco, Nino PS Le indicazioni per giungere sul posto sono queste: per chi arriva in treno, uscire dal lato destro della stazione (spalle ai treni) e prendere l'autobus n°26a,b,c e scendere in v. Baccio da Montelupo all'altezza del Ponte all'Indiano. Per chi viene in macchina, uscire a Firenze nord sulla A1 e si entra a Firenze dove finisce la FI mare, e subito prendere a destra il viadotto all'Indiano e farlo tutto fino alla fine, a Casellina, immettersi a destra e dopo 200 m. svoltare a sinistra e poi subito a sinistra e siete in v. Pisana, dopo 300 m. c'è la Casa del Popolo. Se venite dalla scorrimento veloce LI-FI l'ultima uscita prima di FI è per il Ponte all'Indiano, ma non imboccare il Ponte, uscite a Casellina e girate a dx e poi al semaforo a sin. e subito a dx e siete arrivati. ------------------ Firenze, 10 novembre 2002, Casa del Popolo di Ponte a Greve ASSEMBLEA NAZIONALE DELLE FORZE ANTIMPERIALISTE Ordine del Giorno conclusivo _) Il modo di produzione capitalistico è caratterizzato nella fase attuale da una crisi generale che è al tempo stesso politica, economica, sociale, ambientale. Il crescente sfruttamento degli esseri umani (e della natura) ai fini del profitto polarizza l'umanità tra una (crescente) grande maggioranza di popolazione mondiale che ha sempre più difficoltà a mantenere livelli di vita e di lavoro anche solo accettabili e una cerchia sempre più ristretta di privilegiati che vive nel lusso e nello spreco. _) La crisi economica (per sovrapproduzione) evidenzia il paradosso fondamentale del modo di produzione capitalistico e cioè che la miseria che la crisi determina per le masse popolari di tutto il mondo non è il frutto della carenza di ricchezza prodotta, ma del suo eccesso. Questa crisi, negata da molti per molto tempo, risulta ormai più che evidente dopo, ad esempio, i recenti crolli dei colossi USA Worldcom e Enron e di interi paesi come l'Argentina. _) La crisi determina, da un lato, il restringimento della base oggettiva per politiche di carattere neo-keynesiano (cioè di sostegno alla domanda) e, dall'altro, l'acutizzazione delle 3 contraddizioni fondamentali ovvero: 1) la contraddizione tra paesi imperialisti (o inter-imperialistica); 2) la contraddizione tra paesi imperialisti e paesi dipendenti; 3) la contraddizione tra capitale e lavoro (o di classe). _) La crisi economica determina una progressiva acutizzazione dello scontro inter-imperialistico in quanto ogni frazione imperialista cerca di accaparrarsi fette di mercati saturi e sfere di influenza strategica a danno di altre frazioni imperialiste. Ad esempio, l'attuale posizionamento di Germania, Francia e Russia contro la guerra che Bush intende scatenare contro l'Iraq non è il frutto di ragioni umanitarie, ma di ben precisi interessi economici e politici. Lo scontro di interessi imperialistici produce una sempre più marcata tendenza verso la guerra (imperialista) che oggi si manifesta attraverso guerre sui cosiddetti "teatri regionali" e non attraverso un confronto militare diretto tra le grandi potenze. La tendenza alla guerra, dal canto suo, comporta una riorganizzazione delle forze armate e di sicurezza degli stati (le esercitazioni franco-tedesche, l'abolizione della leva in ItaliaŠ) e un notevole aumento delle spese militari (particolarmente impressionante quello degli USA che hanno recentemente portato il loro budget a quasi 400 miliardi di dollari). Come in altre fasi storiche (per esempio, negli anni '30) l'imperialismo non usa le politiche keynesiane per tentare l'uscita dalla crisi, ma la distruzione attiva di mezzi di produzione cioè la guerra imperialista che costituisce lo sbocco inevitabile della crescita delle spese belliche. Non può essere un caso che, immediatamente dopo l'11 settembre, in un momento di crollo di borsa, gli unici titoli in ascesa (oltre al 20%) fossero quelli legati all'industria di guerra. _) Dopo la lunga fase di sviluppo dei movimenti di liberazione anti-coloniali e anti-imperialisti che aveva determinato la parziale liberazione di molti paesi dipendenti nei decenni scorsi oggi è in atto una sorta di ri-occupazione, sia dal punto di vista militare che dal punto di vista economico-finanziario, che ha il duplice obbiettivo di favorire l'espropriazione delle materie prime e lo sfruttamento di forza-lavoro a basso costo, nonché la conquista di posizioni strategiche dal punto di vista geo-politico per il controllo delle vie commerciali, di comunicazione ed energetiche. La guerra che si profila contro l'Iraq ha questa duplice valenza per gli USA: maggiore controllo strategico dell'area medio-orientale (e in questa chiave diventa decisivo il ruolo di Israele e - per verso opposto - quello della resistenza del popolo palestinese); maggiore controllo sulla fonte energica primaria, cioè il petrolio, per indebolire sia alcuni paesi produttori (come la Russia) sia alcuni paesi importatori (come l'Europa). _) All'interno dei paesi imperialisti è in atto ormai da molti anni un processo di smantellamento delle conquiste sociali ottenute dalla classe nella fase precedente. Tanto nelle politiche reaganiane e tatcheriane degli anni '80 quanto nelle politiche di ristrutturazione capitalistica attuate in diversi paesi europei (e che i Italia conosciamo molto bene grazie all'azione dei governi di centro-"sinistra" e di centro-destra) l'obbiettivo fondamentale è sempre stato ed è quello di provare ad aumentare il saggio di profitto drenando risorse dal lavoro verso il capitale con la progressiva riduzione del salario sociale di classe realizzata attraverso l'introduzione di dosi sempre più pesanti di flessibilità e di precarizzazione. In Italia, lo strumento usato per realizzare questi obbiettivi in uno stato di sostanziale "pace sociale" è stata la concertazione attraverso la quale i sindacati di regime, lo stato e il padronato hanno imposto alla classe un arretramento senza precedenti dal punto di vista economico, sociale e dei diritti. _) Per creare ulteriore divisione all'interno della classe i capitalisti tentano di usare anche l'arma dell'immigrazione puntando ad ottenere tre obbiettivi immediati: a) usare forza-lavoro a basso prezzo e ricattabile attraverso leggi sempre più restrittive (Turco-Napolitano prima e Bossi-Fini ora, a ulteriore riprova che centro-destra e centro-"sinistra" perseguono con modalità e intensità diverse le stesse politiche); b) mettere in concorrenza lavoratori immigrati e lavoratori indigeni sul mercato della vendita della forza-lavoro per abbassarne il costo; c) fomentare forme di xenofobia e di razzismo che possano poi essere strumentalizzate politicamente contro ogni forma di solidarietà di classe. _) Le politiche di attacco alla classe che l'imperialismo adotta per mantenere i più elevati possibili i livelli di profitto generano malcontento e mobilitazione da parte di settori sempre più ampi delle classi popolari a cui il potere risponde con misure di restrizione dell'agibilità politica e democratica all'interno degli stessi paesi imperialisti. Con la scusa dell'attacco alle "torri gemelle" i governi imperialisti hanno colto l'occasione per imporre un ulteriore giro di vite in senso repressivo. Dall'USA Patriot Act all'estensione dell'art.270 ai commi ter e quater in Italia, dalla proposta di reintroduzione dei centri di detenzione (di nuovo, preventiva) per immigrati in Gran Bretagna fino alla stesura di vere e proprie "liste nere" sia in USA che in UE, il comune obbiettivo è quello di predisporre anticipatamente tutte le condizioni per una azione intimidatoria e repressiva nei confronti dei movimenti di liberazione e dell'opposizione di classe. _) La risposta che gli antimperialisti sono stati in grado di offrire fino ad oggi è stata una risposta generosa e preziosa, ma insufficiente. Il potere dominante si attrezza ogni giorno ad affrontare in modo innovativo le situazioni storiche e politiche che si presentano. Le forze antimperialiste possono costruire momenti di resistenza culturale e momenti di conflitto non marginali solo a patto che sappiano costruire un livello più avanzato di unità politica, di azione e di organizzazione. All'altissimo livello di specializzazione raggiunto dalle forze repressive (e mediatico-culturali) del potere dominante non è possibile rispondere solo in modo spontaneo ed estemporaneo. E' necessario mettere in campo una proposta politica che sappia essere credibile per settori non marginali della classe senza che questo significhi l'adesione ad impostazioni pacifiste e neo-riformiste la cui credibilità a livello di massa è inversamente proporzionale alla loro effettiva praticabilità. _) La proposta politica che intendiamo avanzare all'interno di questa assemblea è una proposta aperta a tutte le forze dell'opposizione di classe che intendano superare i limiti del localismo e del particolarismo per collocare battaglie locali e particolari all'interno di una prospettiva di lotta generale. _) La proposta che questa assemblea intende avanzare alle forze dell'opposizione politica, sociale e sindacale di classe assume come fondamentali i seguenti elementi: a) riconoscimento del pieno diritto alla liberazione per i popoli in lotta, qualunque sia la forma che questa lotta assume; b) riaffermazione della validità della categoria di imperialismo e di quella di classe (e, conseguentemente, di lotta di classe; c) impegno a sviluppare la solidarietà attraverso forme di mutuo soccorso nella lotta contro la repressione e di classe; d) affermazione della centralità del binomio dialettico teoria-prassi per superare sia le tendenze verso l'intellettualismo, sia quelle verso il movimentismo. _) In questi elementi di base si definiscono sia il profilo politico della proposta che i termini della sua relazione con altri movimenti a livello nazionale e internazionale e che potremmo riassumere nella formula: unità d'azione con tutte le realtà anti-capitaliste partendo da un punto di vista di classe. _) L'assemblea indica come obbiettivo di questa giornata la formazione di un Gruppo Promotore per un Coordinamento Nazionale delle Forze Antimperialiste che gestisca in modo aperto una fase di confronto, di dialogo e di dibattito con tutte le realtà dell'opposizione di classe del paese (organizzate e non); propone i giorni 14 e 15 dicembre per ri-convocare tutti in una Assemblea Nazionale costituente del Coordinamento. A tutti i compagni e le compagne un augurio di buon lavoro Firenze, 10 novembre 2002 ______________________________
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