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Il vincitore 2002
- Subject: Il vincitore 2002
- From: "Palestina Libera" <palestina_libera at libero.it>
- Date: Wed, 11 Dec 2002 15:31:20 +0100
UNO. Palestine Monitor DUE. The winner is... TRE. COME BOICOTTARE L'ECONOMIA ISRAELIANA QUATTRO. UN REGALO DALLA PALESTINA CINQUE. "Sei Ariel Sharon, e la vita e' bella" di William Hughes SEI. Rispetto per le religioni SETTE. INIZIATIVA A BERGAMO OTTO. Lettera aperta dalla Palestina agli italiani per il 10 dicembre - Gabriele Awartani UNO. Palestine Monitor Palestine Monitor informa che nella settimana 29 novembre - 5 dicembre sono continuati gli arresti, le demolizioni, l'occupazione, il coprifuoco, la confisca di terreni coltivabili e le violenze dei militari israeliani. Sono stai uccisi 22 palestinesi tra cui Hazem Riziq Al-Ajlee, 16 anni, Beit Hanoun (Gaza Strip) Ashour Abdul Malik Salim, 70 anni, ucciso a causa della demolizione della sua casa Fatima Muhammad As-Saraheny, 95 anni www.palestinemonitor.org DUE. 10 dicembre giornata mondiale dei diritti umani: chi e' il "vincitore?" Il Centro di Ginevra COHRE (Center on Housing Rights and Evictions) ha identificato i paesi colpevoli delle piu' consistenti violazioni dei diritti umani nel 2002. Israele, insieme con BURMA (Myanmar), COLOMBIA, CROATIA, GUATEMALA, INDIA, PAKISTAN, USA e ZIMBABWE, e' tra i vincitori di questa triste classifica. TRE. COME BOICOTTARE L'ECONOMIA ISRAELIANA Gentile famiglia, e' nota anche a voi la drammatica situazione della popolazione palestinese, sottoposta da cinquanta anni all'occupazione militare e coloniale israeliana. Il diritto dei Palestinesi ad ottenere un proprio stato indipendente rimane il centro di un conflitto sanguinoso per tutte le parti in causa e che rischia di allargarsi al resto del Medio Oriente se ad esso non viene posto fine attraverso una pace giusta ed una soluzione dignitosa per il popolo palestinese. Saprete che l'Unione Europea sta discutendo se mantenere o meno le relazioni commerciali con lo stato israeliano, a causa della violazione sistematica dei diritti umani dei Palestinesi e il perdurare dell'occupazione militare e coloniale i opei rischia di essere tardiva e limitata. Per questo, di fronte all'inerzia dei governi, stanno crescendo l'iniziativa e la protesta della societa' civile contro la politica delle autorita' israeliane. In diversi paesi europei (Francia, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Norvegia, Grecia, Belgio, Svizzera) numerose associazioni, sindacati, gruppi di docenti universitari e di intellettuali stanno promuovendo AZIONI DI BOICOTTAGGIO DELL'ECONOMIA DI GUERRA ISRAELIANA. Queste associazioni chiedono ai propri governi di congelare gli accordi commerciali bilaterali con Israele, chiedono alle aziende del proprio paese di ritirare gli investimenti sul mercato israeliano e chiedono ai cittadini di sospendere l'acquisto ed il consumo dei prodotti di aziende israeliane o in cui sia presente la partecipazione finanziaria di societa' israeliane. Il boicottaggio e' la risposta della societa' civile alla riluttanza dei governi europei a procedere con le sanzioni economiche verso Israele, strumento di pressione capace di convincere le autorita' israeliane a recedere dalla politica di oppressione contro la popolazione palestinese. Lo strumento delle sanzioni e del boicottaggio economico e' stato decisivo per porre fine al regime razzista dell'apartheid in Sudafrica. Quindici anni fa, chi avrebbe mai immaginato che Nelson Mandela potesse diventare il Presidente di uno stato fondato sulla segregazione razziale? Le pressioni della comunita' internazionale e il boicottaggio economico alla fine hanno persuaso le autorita' sudafricane a cessare la politica di oppressione contro i neri ed abrogare l'apartheid. Oggi dobbiamo operare nella stessa direzione per persuadere il governo israeliano a recedere dall'occupazione militare e coloniale di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, consentire su questi territori la nascita di uno Stato Palestinese indipendente e consentire l'internazionalizzazione di Gerusalemme, una citta' storicamente importante per i cristiani, i musulmani essione della comunita' internazionale verso l'economia israeliana puo' sbloccare la situazione, porre fine all' all'oltranzismo dei suoi leader politici e creare le condizioni per una nuova generazione non piu' condizionata dalla logica dell'odio razziale, della guerra e della sicurezza. Vi chiediamo pertanto di aderire alla campagna internazionale di boicottaggio delle aziende che investono nel mercato israeliano e dei prodotti israeliani presenti nel mercato italiano. Vi invitiamo a far circolare e conoscere questa proposta ai vostri amici e conoscenti. La pace in Medio Oriente non puo' attendere un altro Natale Maggiori informazioni sulla campagna di boicottaggio in Italia e negli altri paesi europei sono reperibili sui seguenti siti internet: www.forumpalestina.org ; www.arcipelago.org ; www.tmcrew.org (in italiano) www.nodo50.org (in spagnolo) www.solidarite-palestine (in francese) www.palestinecampaign.org (in inglese) Il Forum Palestina (Italia) Info: forumpalestina at libero.it ; tel. 349-1042608 PRODOTTI ISRAELIANI O DI PROPRIETA' DI AZIENDE ISRAELIANE CHE I COMITATI DI SOLIDARIETA' EUROPEI CON IL POPOLO PALESTINESE CHIEDONO DI NON ACQUISTARE : Alimentari: JAFFA, CARMEL, BUITONI Profumeria e cosmesi: ESTEE' LAUDER, L'OREAL, HELENA RUBINSTEIN, ecc. Abbigliamento, accessori vari: TIMBERLAND, MARKS & SPENCER, CALVIN KLEIN, HUGO BOSS, BANANA REPUBBLIC Biancheria e intimo femminile: BASSETTI, PLAYTEX, WONDERBRA, LOVABLE Elettrodomestici: OCEAN Tutti i prodotti del gruppo: SARA LEE Telefonia: NOKIA E' in atto anche una campagna internazionale di boicottaggio contro la CATERPILLAR, azienda USA che ha fornito a basso costo allo Stato di Israele i bulldozer per la devastazione dei Territori Occupati. La CATERPILLAR commercializza in Italia, oltre i bulldozer e le macchine agricole, anche scarpe ed abbigliamento ed altri accessori con il marchio CAT Importante: si chiede inoltre , di non effettuare alcun acquisto nei superm LTA Galil, la maggiore azienda tessile israeliana. QUATTRO. UN REGALO DALLA PALESTINA (Segnalazione di Luisa Morgantini) Ciao, fate un regalo dalla Palestina. Ho ricevuto un messaggio di vendita on line di prodotti palestinesi. Vi passo il messaggio. Mi sembra molto importante. Cliccate e vedete i prodotti in vendita, non ho fatto in tempo a tradurre, ma molte/i capiranno ugualmente il sito e' www.SUPPORT-PALESTINE.org, ma vedete sotto abbracci Luisa Morgantini Dear Luisa Morgantini, I am writing to you about the website that we have just launched that allows people across the world to buy gifts directly from Palestine - so supporting the Palestinian economy. In addition all profits are donated to the Palestinian struggle. I would be immensely grateful if you could forward the below email to anyone you think may be interested in offering some PRACTICAL help to the Palestinian people this year. Regards Godfrey Sullivan Support Palestine CINQUE. "Sei Ariel Sharon, e la vita e' bella" di William Hughes "Ci incontrammo nel dicembre del 1977. Ti strinsi la mano. Da allora, non faccio altro che lavarmi quella mano, come se fosse rimasta impregnata di sangue" http://www.arabcomint.com/seiariel.htm Sempre da ArabMonitor - MUSA ARAFAT: NEL XXI SECOLO NON ACCETTIAMO POLITICHE SCHIAVISTE Gaza, dicembre - In contemporanea alla strage compiuta nel campo profughi di Bureij, a Gaza, in seguito alla quale hanno perso la vita dieci ... http://www.arabmonitor.info/dettaglio.php?idnews=386 - "JENIN, JENIN": CRONACA DI UN MASSACRO, PER NON DIMENTICARE Milano, dicembre - Il regista palestinese Mohammed Bakri e' in Italia per un tour di presentazione del documentario "Jenin, Jenin" realizzato la scorsa ... http://www.arabmonitor.info/dettaglio.php?idnews=384 SEI. Rispetto per le religioni L'8 dicembre Raanan Gissin, stretto collaboratore di Ariel Sharon, ha reso noto che Israele non consentira' ad Arafat di recarsi a Betlemme per N .asp? reg=MIDEAST SETTE. INIZIATIVA A BERGAMO invito alla partecipazione al dibattito organizzato dal gruppo di appoggio alla resistenza palestinese interverra' : Abdel haleem Al Ghoul , direttore della associazione palestinese per lo sviluppo e la ricostruzione (Gaza) venerdi' 13 dicembre 2002 al circolino della mapensata h. 21.00 via luzzatti, 6/b Bergamo OTTO. Lettera aperta dalla Palestina agli italiani per il 10 dicembre - Gabriele Awartani Riceviamo e volentieri inoltriamo, ringraziando Claudia e il Coordinamento provinciale per la Pace di Belluno. InfoPalestina Lettera aperta dalla Palestina agli italiani. Gabriele Awartani, madre di 5 figli e piu' volte nonna, ci ha scritto per l'occasione delle manifestazioni FUORI L'ITALIA DALLA GUERRA che si svolgeranno in tutta Italia il 10 dicembre, nel 54° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Claudia Dorkenwald, Coordinamento provinciale per la Pace, Belluno Ramallah, Cisgiordania occupata Sono felice che state realizzando questa manifestazione per la Pace! La guerra e' una dichiarazione di bancarotta morale! Da una parte colui che e' percepito come nemico viene privato della sua umanita', e dall'altra anche l'aggressore perde i propri tratti umani, per le azioni che e' costretto a commettere. Ed entrambi dovranno convivere con le conseguenze che la guerra produce. Il popolo palestinese ha subito numerose guerre e sta subendo soprattutto la piu' lunga occupazione mai esistita, che si trascina ormai dal 1967. Un'occupazione cosi' brutale e al di la' del credibile. Solo negli ultimi due anni ci sono stati migliaia di morti; le demolizioni di case nei territori occupati sono all'ordine del giorno; le infrastrutture sono state distrutte. Ogni citta' e ogni villaggio e' completamente isolato dall'esterno; non esiste piu' il traffico normale che collega le citta'. Centinaia di posti di blocco sono disseminati in tutto il paese; le strade sono interrotte da profondi fo spesso sottoposte a chiusure ermetiche, il che significa che neanche un topo puo' uscire o entrare; rimangono chiuse per settimane e mesi. E se non bastasse, vengono arbitrariamente imposti coprifuochi, che durano ugualmente giorni e settimane e vengono tolti solo per poche ore. Il coprifuoco vuol dire: se metti fuori la testa dalla finestra o se ti siedi sulla terrazza - VIENI UCCISO! Pochi giorni fa, un signore di mezza eta' usciva di casa a Nablus durante il coprifuoco per procurare del cibo alla sua famiglia. I soldati lo hanno bloccato, lo hanno obbligato a togliersi i vestiti e lo hanno fatto correre completamente nudo per le strade della citta', inseguendolo e minacciandolo. Alcuni uomini coraggiosi, sfidando il coprifuoco, sono accorsi in suo aiuto e lo hanno coperto. E' accaduto anche che dopo lunghe settimane di coprifuoco, gli studenti di Nablus abbiano deciso di tornare a scuola accompagnati dai familiari, a qualsiasi costo e senza badare alle conseguenze. I soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro di loro, uccidendo alcuni bambini, ferendone altri: tutti questi ragazzi porteranno per sempre nelle loro anime i segni indelebili di quella violenza inaudita. La vita normale e' totalmente smembrata. Oltre la meta' della forza lavoro e' disoccupata. Chi possiede ancora un lavoro non puo' raggiungere il proprio posto di lavoro a causa dei posti di blocco e vede cosi ridotto il proprio salario. La maggior parte dei salari non viene comunque pagata. Ormai, il 30% dei bambini palestinesi e' cronicamente malnutrito. Tutti i bambini sono traumatizzati dalle uccisioni, dai carri armati, dai bombardamenti, dalle distruzioni, a cui devono far fronte ogni giorno. Gli ospedali sono in condizioni disperate perche' mancano i rifornimenti, alla gente viene negato l'accesso alle cure mediche. Molte persone sono morte durante il tentativo di superare i posti di blocco israeliani e raggiungere gli ospedali - malati di cuore, o donne costrette poi a partori ngono addirittura distrutte le ambulanze e gli autisti sono maltrattati, feriti e uccisi. - Chi e' abbastanza disperato per provare a superare un posto di blocco israeliano nei territori occupati rischia di essere mandato indietro, umiliato, pestato, e oltretutto rischia di subire la confisca delle chiavi della macchina o di essere ferito o ucciso. La visita di parenti o amici, che non vivono nella stessa citta', e' diventata un'avventura e i rischi di un viaggio si affrontano solo per motivi urgenti. I contatti si mantengono attraverso il telefono. A volte capita di incontrare dei soldati israeliani ragionevoli, ma bisogna comunque sempre essere prudenti e avere paura dei coloni israeliani militanti che vivono negli insediamenti illegali disseminati ovunque in Cisgiordania. Per loro, solo un palestinese morto e' un buon palestinese e ti sparano come a un coniglio. Nel primo giorno di festa per la fine del Ramadan, 10 palestinesi - tra loro anche dei bambini - sono stati uccisi da una granata fatta esplodere contro di loro da un carro armato a Burej, un CAMPO PROFUGHI amministrato dall' UNRWA! Quest'anno i soldati israeliani hanno ucciso 5 dipendenti dell'UNRWA, tra loro c'erano anche stranieri. Per quanto tempo ancora puo' passare sotto silenzio il fatto evidente, che i soldati israeliani non mostrano alcun rispetto per l'UNRWA, la Croce Rossa, l'ONU, l'Unione Europea - per nessuno. Quali desideri stanno piu' a cuore ai palestinesi? Chiedono una soluzione giusta - non violenta - per il conflitto israelo- palestinese. Chiedono un proprio stato, anche se oggi sarebbe solo il 22% della loro patria originale. Dovrebbe essere un territorio unito - non una serie di Bantustan isolati l'uno dagli altri come vorrebbero gli Israeliani. Tutte le colonie illegali dovrebbero sparire. Le case vuote potrebbero essere date ai profughi palestinesi per compensare le perdite che hanno subito quando sono stati cacciati nel 1948 dagli israeliani. La smilitarizzazione non e' un iono essere i padroni delle proprie risorse, acqua inclusa. Attualmente piu' dell'80% dell'acqua della Cisgiordania occupata viene usata dalle colonie illegali e da Israele. Chiedono di poter viaggiare dentro e fuori del loro paese, come lo fa la gente in tutto il mondo, senza posti di blocco e senza dover subire vessazioni di ogni genere, lunghe attese e umiliazioni. Vogliono lavorare, senza essere ostacolati in tutti i modi possibili dalle autorita' israeliane, per procurare cibo e riparo alle loro famiglie. I bambini palestinesi vogliono avere una vita, vogliono vivere un'infanzia in cui possano giocare, andare a scuola senza il rischio che qualcuno gli spari, ottenere un'educazione superiore per potersi costruire un proprio futuro. I palestinesi vogliono vivere senza PAURA, senza dover temere per la loro vita, le loro famiglie, le loro case! Chiedono forse troppo???? Infine desidero ringraziare tutti gli attivisti per la pace in particolar modo coloro che compiono viaggi di solidarieta'; per il loro coraggio nell'affrontare i rischi di vessazioni, umiliazioni, arresti e addirittura mettendo a rischio la propria vita per mostrare la loro solidarieta' con i calpestati, oppressi e perseguitati in questo mondo. Finche' ci saranno persone come voi, ci sara' un barlume di speranza. Se togliete anche questo, non resta che pura disperazione. Gabriele Awartani
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