"Sei Ariel Sharon, e la vita e' bella" di William Hughes



A proposito di mani: ci incontrammo nel dicembre del 1977. Ti strinsi la
mano. Da allora, non faccio altro che lavarmi quella mano, come se fosse
rimasta impregnata di sangue.

Sei Ariel Sharon, il primo ministro israeliano. Le tue truppe, il 23
novembre 2002, hanno assassinato un uomo britannico, Iain John Hook. Era un
rispettato project manager dell ONU a Jenin, il luogo in cui il tuo esercito
e' gia' stato accusato di aver commesso crimini di guerra contro i
palestinesi.
Hook era nel compound dell'ONU a Jenin, quando e' stato assassinato. Gli
assassini hanno detto che sembrava che Hook avesse una "pistola" in mano.
Niente affatto: era un cellulare. Sono certo che si tratta di un altro degli
"errori israeliani", come il massacro di Qana, Libano, 18 aprile 1996; o
l'attacco omicida alla USS Liberty, l'8 giugno 1967. Il primo ministro Tony
Blair capira' certamente. Dopotutto non e' il "lacche' " di George Bush
junior?

Intanto, tu sei Ariel Sharon! Cosa vuoi che sia un piccolo "errore" tra
amici?
Sei riuscito persino a sorridere di te stesso, quando hai comunicato la tua
ultima, zoppicante scusa per la rioccupazione di Betlemme, uno dei posti
piu' santi per la Cristianita'. I tuoi "storm-truppers" hanno sigillato la
citta' ed impedito ai palestinesi cristiani di presenziare alla Messa
domenicale nell'antica Chiesa della Nativita'. Non c'e' bisogno di
preoccuparsi. A chi importa? Il cardinale Edward M. Egan, Arcivescovo di New
York City, era troppo occupato a seguire la partita tra i New York Jets ed i
Buffalo Bills per accorgersene. A proposito, l'esercito israeliano rimarra'
a Betlemme anche a Natale, non e' vero?
Le cose non potrebbero andarti meglio. Tu sei Ariel Sharon.
Quei noiosi avvocati belgi hanno cercato di citarti in giudizio per i
crimini di guerra perpetrati a SAbra e Shatila. Fortunatamente per te, la
corte d' Appello ha scoperto che tu non risiedevi in Belgio e, dunque, non
era possibile intervenire contro di te. Stai attento a non approfittare mai
di una vacanza gratis in Belgio. Potrebbe accadere anche a te cio' che e'
accaduto in Gran Bretagna al generale cileno Augusto Pinochet, ricordi?
Tu sei uno statista internazionale. Sei Ariel Sharon.
A new York City, il sindaco Michael Bloomberg sta progettando di creare una
gigantesca tassa sulla proprieta' del 18% per i suoi residenti. Nel
frattempo, i tuoi ragionieri, Slick, Slash and Burn, stanno preparando un
letto di fortuna da 10 miliardi di dollari delle tasse dei contribuenti
americani. Si crede che sia un prestito, ma noi due sappiamo che Israele non
restituisce mai il denaro che gli versano quegli sciocchi goyim yankee.
Questi 10 miliardi si aggiungeranno ai 7 miliardi che finiscono annualmente
nelle casse di Israele.
Ma non preoccuparti. Tu sei Ariel Sharon.
Grazie ad uno dei tuoi migliori servi politici, il senatore Joseph I.
Lieberman (D-CT), gli USA hanno adesso una "Agenzia per la Sicurezza
Nazionale" che sorvegliera' la "casa dei coraggiosi". E, per demolire
definitivamente la possibilita' di dissenso nella "terra della liberta' ",
altri due dei tuoi servi al Senato, Arlen Specter (R-PA) e Charles Schumer
(D-NY), hanno spinto, senza alcuna audizione pubblica, il famigerato "USA
Patriot Act". I due sono i padrini di questo documento, progettato intorno
alla meta' degli anni '90. Sono cosi' furbi che nessuna loro traccia e'
visibile nella legge liberticida.
E cosi' adesso ti senti perfettamente tranquillo. Il tuo nome e' Ariel
Sharon.
Pero', quando il 3 ottobre del 2001 abbaiasti ad un incontro di Gabinetto a
Tel Aviv (riportato dalla radio israeliana, "Kol Yisrael"): "Voglio dirtelo
molto chiaramente: non preoccuparti dell'America. Noi controlliamo
l'America, e gli americani lo sanno", andasti forse un po' troppo oltre.
Anche se hai ragione nel dire che controllate l'America, sarei un po' cauto
nel dire che "gli americani lo sanno". Se lo sapessero, credo che tu e gli
altri cattivi sionisti sareste rispediti al vostro posto e vi sarebbe
proibito di vedere il "Jerry Springer TV Shoe".
Tu sei furbo. Sei intelligente. Sei Ariel Sharon.

Hai fatto recentissimi proclami persino dalle colonne del Times di Londra.
Ed hai esclamato, enfaticamente: "Il giorno dopo che le truppe USA hanno
finito con Saddam, dovrebbero rivolgere le loro armi contro Teheran".
Dovresti tacere questi piani. La maggior parte degli americani non sa che
hai intenzione di usare l'esercito USA per distruggere i nemici arabi di
Israele. Neanche il tuo falco spennato Richard Perle non e' di aiuto. Ha
detto ai membri del parlamento britannico (Daily Mirror, 25/11/2002) che gli
Stati Uniti attaccheranno l'Iraq anche se gli ispettori ONU non dovessero
trovarvi alcuna arma. Far apparire il presidente George W. Bush come il
gonzo di Tel Aviv non e' un buon affare, Ariel.
Ariel Sharon e' l'uomo giusto. Tutto il resto sono solo chiacchiere.
Quando tieni le conferenze stampa a Tel Aviv, sei di solito seduto alla tua
scrivania, sotto un gigantesco ritratto del tuo guru politico, Vladimir
Jabotinsky, un estremista anche per gli standard del Likud. Ora, questo non
e' troppo furbo. La stampa potrebbe scoprire che egli invocava la pulizia
etnica completa dei palestinesi dalla loro terra ancestrale. Qualcuno gia'
comincia a pensare che tu userai la guerra americana del Golfo come
copertura per deportare tutti i palestinesi in Giordania. Sii furbo. Togli
quel ritratto di Jabotinsky e sostituiscilo semplicemente con quello di
Jonathan Pollard!
Il tempo stringe anche per te.
Infine, la scorsa settimana, mentre la tua intenzionalmente provocatoria
politica di occupazione coloniale continuava ad alimentare un orrido ciclo
di violenza, hai ribadito che "taglierai la mano a chiunque osi colpire
Israele". Questa e' una maledetta metafora e non aiuta la tua reputazione. A
proposito di mani: ci incontrammo nel dicembre del 1977. Ti strinsi la mano.
Era una cena d'addio per alcuni cittadini di Baltimora che lasciavano la
Terra Santa. Da allora, non faccio altro che lavarmi quella mano, come se
fosse rimasta impregnata di sangue. Ti ricordano qualcosa il villaggio arabo
di Qibiya, nel 1953, e l'Unita' 101? Oh, scusa. Perche' rovinarti la festa?
Tutto, per te, e' un tappeto di rose.
Sei Ariel Sharon, e la vita e' bella.

traduzione a cura di www.arabcomint.com
da "Palestine Chronicle"