[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
articolo sulla pace
- Subject: articolo sulla pace
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Thu, 19 Dec 2002 09:08:11 +0100
Caro Furio Colombo, ho appena sentito a Primapagina il tuo articolo odierno sulla pace. Se ho capito bene e tutto, ti ringrazio molto. In effetti, la pace è preventiva, nel senso che è cultura politica costruttiva della capacità e delle forme per risolvere i conflitti scartando la violenza, cioè l'uso della morte come mezzo di azione. La guerra non è altro che questo uso infernale, con una micidiale semplificazione dei conflitti. La democrazia come la conosciamo è certo un buon passo sulla via della pace, ma non basta. Bisogna arrivare a concepire e volere la politica (arte del con-vivere nella polis) come alternativa alla guerra (arte e strumenti dell'uccidere), e smascherare la guerra come rottura della politica, cioè tirannia. Oggi invece ci sono anche democrazie bellicose, come Galtung e altri studiosi hanno mostrato in cifre, che dunque sono false democrazie. La polis oggi è l'intero mondo umano. In questo senso io ho creduto di potere scrivere "La politica è pace" (ed. Cittadella, Assisi 1998) Il seminario di domani a Parigi è sperabile che diffonda e rafforzi questa idea fondativa. Invece, se ho inteso bene, devo in parte discordare da una seconda parte dell'articolo. Sono convinto che anche Hitler poteva essere fermato a tempo con una politica internazionale di vera resistenza, di opposizione nonviolenta, di sostegno alle alternative democratiche interne alla Germania, che c'erano. Come disse Gandhi, non si poteva veramente battere il nazismo imitando i metodi di Hitler, cioè la guerra. Infatti, la guerra ha abbattuto Hitler, ma non ha vinto il nazismo profondo, ereditato dal nuclearismo che ricatta l'umanità e dall'apartheid mondiale attuale che seleziona privilegiati e condannati, salvati e sommersi. Ora ci sentiamo di nuovo predicare dal maggiore prepotente del momento che i prepotenti minori possono essere domati solo con la guerra. E' l'antico tragico crimine e stolto errore, che genera catene di errori e dolori, che al massimo cambia faccia e nome della violenza, ma non la riduce, semmai la accresce. L'opposizione democratica alla guerra, anche alla guerra contro il terrorismo, dunque, deve essere radicale e totale. I mezzi armati che la Carta delle Nazioni Unite prevede contro le minacce alla pace, (soltanto dopo tutti quelli non armati) non possono essere la guerra, incompatibile con la ragion d'essere e la lettera della Carta, ma la coercizione non distruttiva, mediante azioni di polizia. Infatti, polizia e guerra sono sostanzialmente diverse: la polizia, se è corretta, riduce la violenza, pur minacciando o usando la forza legale; la guerra accresce necessariamente la violenza, perché premia solo il più violento e spregiudicato. "La guerra è l'antitesi del diritto" ha ripetuto Bobbio. La guerra "è folle (alienum a ratione) pensare che nell'era atomica possa essere usata come strumento di giustizia" (Giovanni XXIII, nel 1963). Anche forza e violenza sono ben distinte, nonostante la voluta confusione verbale: anche la nonviolenza attiva è forza, anzi è la "vera forza" (satyagraha gandhiano). Così, violenza e potere politico sono incompatibili: Hannah Arendt ha dimostrato che c'è violenza dove non c'è potere, arte di governare, di decidere insieme. Violenza è impotenza reale. Grazie dell'attenzione e vivi auguri Enrico Peyretti, Torino (redattore e primo direttore de "il foglio", mensile di cultura dal 1971) "Disperati, noi speriamo" http://www.arpnet.it/regis; www.ilfoglio.org
- Prev by Date: URGENT! PLEASE FORWARD TO MEDIA CONTACTS - SANTA TO JAIL FOR IRAQ PROTEST
- Next by Date: Marcia per la pace a Cremona il 31 dicembre
- Previous by thread: URGENT! PLEASE FORWARD TO MEDIA CONTACTS - SANTA TO JAIL FOR IRAQ PROTEST
- Next by thread: Marcia per la pace a Cremona il 31 dicembre
- Indice: