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Macchine Teatrali presenta Una Piazza d'Italia - UNO SPETTACOLO CONTRO LA GUERRA!
- Subject: Macchine Teatrali presenta Una Piazza d'Italia - UNO SPETTACOLO CONTRO LA GUERRA!
- From: "INFO MACCHINE TEATRALI" <infomacchineteatrali at libero.it>
- Date: Wed, 20 Nov 2002 16:16:43 +0100
UNO SPETTACOLO CONTRO LA GUERRA! UNO SPETTACOLO CHE PARTENDO DA UNA PIAZZA, QUELLA DESCRITTA DA TABUCCHI, FINISCE IN UN'ALTRA PIAZZA, PIAZZA ALIMONDA, DOVE E' STATO UCCISO CARLO GIULIANI! Dopo Firenze.....mille Spettacoli contro la guerra! Siamo pronti a fare lo spettacolo in qualsiasi luogo e non solo nei teatri. Solo rimborso spese. Macchine Teatrali presenta UNA PIAZZA D'ITALIA testo e regia di Item Maestri liberamente tratto dal libro Piazza d'Italia di Antonio Tabucchi con Michele Santeramo e Simona Vitale musiche di Beethoven e Edgard Varèse Cos'è? Sono due Storie che scorrono in tempi opposti. Ed entrambe partono da Una Piazza d'Italia, nel luglio del '46. Da lì le storie procedono in parallelo: una indietro nel tempo fino alla presa di Roma da parte di Garibaldi, l'altra fino a Genova, in quel luglio del G8 dove fu ucciso Carlo Giuliani. ".......Non piangere figlio, Ti prego. Non guardare, Continua a giocare con i tuoi soldatini di legno, Non guardare. Continua a giocare. Mille soldatini di ferro sono sbarcati a Bassora E sciamano verso Bagdad. Ma tu non lo devi sapere. Sono arrivati fin qua Saltando l'oceano Nelle pance di uccelli d'acciaio Dai denti di cane. Lasciano una scia di macerie e di croci In un tanfo che sa di potenza. Ma tu non guardare. Ti prego! Continua a giocare! Colonne di fumo accecano gli occhi La polvere acre di odio Toglie il respiro La terra è rossa di sangue. Ma tu continua a giocare. Tu non devi sapere. Non guardare! I corpi lasciati al sole a marcire In pasto ai reporters. Lasciano indifferenti quei soldatini Senz'anima Che arrivano dal mare. Palazzi sventrati sotto una pioggia di bombe. Corpi spezzati che volano in aria Ma tu non guardare. Continua a giocare. Quei soldatini di ferro, Manovrati da un autoproclamato destino del mondo, Sono programmati solo per marciareŠŠŠ.. Per marciare e sparare Per sparare ed ammazzare. Per ammazzare e squartare. Per squartare e divorare. Per divorare e distruggere. Per distruggere e violentare. Per violentare e bruciare. Tutto quello che resta. Fino al dominio finale. E' l'Inferno. Ma tu, figlio, figlio, figlio, non guardare. Continua a giocare con i tuoi soldatini di legno. Ti pregoŠŠ.. Ti pregoŠŠ.. Tu non guardare. Tu non devi sapere! E se ti arriva il sapore, l'odore, il colore, il rumore Di questo nostro dolore, Non esitare: afferra i carboni roventi e accecati gli occhi, non potrai vedere ghermisci il coltello e recidi le orecchie, non potrai sentire mozza le mani così non potrai toccare spezza le gambe così non potrai scappare recidi il tuo sesso così non potrai generare un seme che possa vedere tanto spettacolo. E se questo non è sufficienteŠ.. Trafiggiti il cuore con una lama lucente Così finalmente potrai morire. Perché non è giusto che tu debba vedere. Ti prego, figlio, non piangere! Tu non guardare. Continua a giocare. Tu non devi sapere. Non guardare! Non guardare! Non guardare!" ....................... "......Quando Carlo, quel giorno caldo di luglio, si beccò la pallottola in fronte Stramazzando nella confusione di quella piazza genovese Non liberò nemmeno una parola polverosa Non ne aveva E non ne aveva mai avute. Forse non le aveva nemmeno cercate. A che gli servivano le parole? E' così che oggi va il mondo La voglia spontanea di rompere i lacci Era stata la sua molla L'incoscienza era stata la sua coscienza Doveva scegliere: una giornata al mare o la piazza. Con la leggerezza del vento. L'estintore era diventato uno scudo. Punkabestia! Barbone! Drogato! Gridavano. Chissà? Semplicemente incazzato E giàŠ. Oggi non serviva il pensiero Girava nell'aria Solo la voglia matta di ribellione Perché? Nessuno lo sapeva fino in fondo Nonostante gli sforzi affannosi Dei soliti intellettuali sapienti Ma nell'aria questa voglia Si tagliava con il coltello Si assaggiava Si gustava Inebriava In un liberatorio piacere. Strani quei giorni di luglio, In quella piazza amara di Genova! E Carlo restò solo, con un sorriso ironico davanti a tutti quei caschi in fila che si guardavano reciprocamente le pistole abbassate. MaŠCarlo e Garibaldo saranno morti davvero? Voglio dire: saranno morti come ciò che finisce e poi non c'è più? Chissà? Forse ŠŠnoi non moriamo Restiamo solo sospesi. ŠŠŠŠŠŠŠŠ Era di luglio, nel 2001." Macchine Teatrali - (P.M. E. s.a.s.) tel. 06. 36 00 35 43 - 06. 32 34 513 - 06. 36 00 39 67 Via Ciro Menotti 24 00195 Roma e-mail:infomacchineteatrali at libero.it
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