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SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
- Subject: SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
- From: "Palestina Libera" <palestina_libera at libero.it>
- Date: Mon, 21 Oct 2002 15:53:22 +0200
UNO. CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH DUE. SABATO 26 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA TRE. "La nostra bambina e' stata uccisa da un kamikaze" QUATTRO. Avvocati coraggiosi UNO. DAI FIGLI E LE FIGLIE DEL CAMPO PROFUGHI DI DHEISHEH ALLE PERSONE DI TUTTO IL MONDO. Noi, gli abitanti di Dheisheh, vogliamo raccontarvi qualcosa della nostra vita sotto questa crudele occupazione israeliana. Abbiamo vissuto sin dal momento della nostra nascita questa disposizione di vita, la vita di rifugiati nella propria terra. Sin dalla nostra infanzia- ma non c'è nulla per cui si possa definire infanzia- abbiamo compreso il tremendo significato dell'occupazione, il significato di essere un rifugiato, il significato dell'esproprio e della perdita. Abbiamo compreso il significato della schiavitù, e siamo disposti a morire per riavere la nostra libertà. Abbiamo compreso il significato dell'avere del perdere, e ora non pensiamo ad altro che a riottenere ciò che è per diritto nostro. Parliamo solo di come vivere come le altre persone, in libertà e dignità. E questo non è impossibile. Abbiamo sentito parlare di qualcosa chiamato diritti degli animali quando vedo un cane che cammina con il suo padrone, vorrei essere quel cane, perché la sua vita è migliore di quella che mi tocca vivere. Noi siamo cresciuti in campo profughi, sotto occupazione, io e il resto della mia generazione siamo nati prima della prima Intifada, nell'87, a quel tempo anche se eravamo bambini- abbiamo capito cosa significava partecipare all' Intifada, vi abbiamo partecipato con tutto ciò che potevamo, ma non vi erano che pietre! E noi le usammo! [...] (articolo completo su https://www.inventati.org/mailman/listinfo/coordintifada) DUE. SABATO 26 OTTOBRE TUTTI IN PIAZZA CONTRO LA GUERRA IN MEDIO ORIENTE ED A FIANCO DEL POPOLO PALESTINESE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA Condividendo e raccogliendo l'appello lanciato dal Comitato "Per non dimenticare Sabra e Chatila" e dalla Comunità Palestinese del Lazio saremo in piazza nella manifestazione nazionale convocata per sabato 26 ottobre. 1. No alla guerra coloniale contro l'Iraq e i popoli del Medio Oriente 2. Pace, terra, autodeterminazione per il popolo palestinese 3. Invio di osservatori internazionali a protezione della popolazione palestinese 4. Applicazione delle Risoluzioni dell'ONU sulla Palestina che prevedono: · Il ritiro dei militari e delle colonie israeliane dai territori palestinesi occupati · La nascita dello Stato Palestinese indipendente con Gerusalemme est capitale · Il diritto al ritorno dei profughi palestinesi 1. Congelamento delle relazioni commerciali tra Italia e Israele. Revoca dell'embargo contro l'Iraq 2. Solidarietà con l'Intifada Il 26 ottobre raccogliamo l'appello alla mobilitazione internazionale lanciato da ANSWER la coalizione statunitense contro la guerra e il razzismo scendendo in piazza con una grande e unitaria manifestazione nazionale contemporaneamente alla grande manifestazione contro la guerra che si terrà a Washington e in decine di altre città del mondo. Stefano Chiarini (Giornalista Il Manifesto) - Guglielmo Allodi (Governo Provincia di Napoli) - Emiliana Armano (Comitato Palestina di Torino) - Vera Baldini (Giornalista) - Katia Bellillo (Deputato del PdCI) - Enzo Bianchi (Giornalista) - Lorena Bucci (Salaam Ragazzi dell'Olivo di Trieste) - Mauro Bulgarelli (Deputato dei Verdi) - Antonino Bussandri (Cooperativa Piacenza 74) - Serafino Canepa (Social Forum Cagliari) - Sergio Cararo (Forum Palestina) - Stefania Casula (Comitato Sardegna-Palestina) - Livio Collerig (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Melania Comuzzi (Compagnia Teatrale Mina Vagante Milano) - Rita Corneli (Associazione Donne in Genere) - Gabriele Corrado (Governo Provincia di Napoli) - Anna Maria Costantini (Ufficio per lo Sviluppo economico e sociale del Comune di Roma) - Luca Garlaschelli (Musicista) - Letizia Giustolisi (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Carla Greco (Roma) - Maura Gualco Gaetano Liguori (Musicista) - Valter Lorenzi (Circolo Agorà Pisa) - Monica Maurer (Regista) - Germano Monti (Forum Palestina) - Maurizio Musolino (Giornalista La Rinascita) - Giuseppina Natale (Circolo Gianni Bosio) - Annalisa Paba (Comitato Sardegna-Palestina) - Mariangela Pedditzi (Comitato Sardegna-Palestina) - Valentina Peschechera (Comitato Palestina di Barletta) - Massimo Pintori (Musicista) - Carlo Pona (Presidente del Servizio Civile Internazionale) - Giuseppe Pusceddu (Comitato Sardegna-Palestina) - Loredana Radessich (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Raimonda Raggio (Comitato Sardegna-Palestina) - Nicoletta Rizzitelli (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Giorgio Rondi (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Adriana Rosasco (Servizio Civile Internazionale) - Giulio Sagone (Compagnia Teatrale Mina Vagante Milano) - Ornella Sangiovanni (Un ponte per...) - Marisa Savoia (Donne in Nero Napoli) - Nunzia Scano (Comitato Sardegna-Palestina) - Raffaele Sciortino (Comitato Palestina di Torino) - Michela Sechi (Giornalista Radio Popolare) - Giorgio Stern (Salaam Ragazzi dell'Olivo Trieste) - Maria Succu (Comitato Sardegna-Palestina) - Omar Suleiman (Comunità Palestinese di Napoli) - Marta Tartarini (Giornalista) - Patrizia Viglino (Giornalista) - Alessandro Zagaria (Comitato Palestina di Barletta) Comunità Palestinese di Roma e del Lazio - Comitato "Per non dimenticare Sabra e Chatila" - Coordinamento di Solidarietà con l'Intifada - Forum Palestina - Circolo ARCI "Agorà" (Pisa) - Gazzella ONLUS - Rete No Global (Viterbo) - Coordinamento Tuscia - Palestina - Fulvio Grimaldi (giornalista) - Comitato Donne RdB per la Palestina - Gruppo Atei Materialisti Dialettici (GAMADI) - Solidarietà internazionale con... 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Giuseppe Sacchi (PRC - Milano) - Sergio Ricaldone (già membro del Consiglio mondiale della pace) - Domenico Losurdo (Docente Università di Urbino) - Roberto Foresti (Presidente Associazione Nazionale Italia - Cuba) - Roberto Cocevari (Presidente Associazione Italia - Vietnam, Milano) - Collettivo Spartakus - C.U.B. 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FILTEA -CGIL) PRC di Siena) - Giuseppe Quaranta (Fasano - Brindisi) - Patrizia Corpino - Circolo PRC di Sarzana - Antonello Zecca - Gianni Lucini (giornalista di Liberazione) - Un ponte per Belgrado (Bari) - Avvocata Elisabetta Borioni (Bologna) - Beatrice Giavazzi (iscritta PRC) - Confederazione Cobas - Federazione Nazionale delle Rappresentanze di Base - SLAI COBAS (Taranto) - Rossoperaio (Taranto) Parlamentari: Mauro Bulgarelli, Paolo Cento, Marco Lion, Luana Zanella (Verdi); Roberta Pinotti, Silvana Pisa (DS); Katia Bellillo, Maura Cossutta, Gianfranco Pagliarulo, Gabriella Pistone, Marco Rizzo, Cosimo Giuseppe Sgobio (PdCI) TRE. The Mirror, 29 Giugno 2002 La nostra bambina e' stata uccisa da un kamikaze... ma e' il terrore dell'occupazione israeliana il vero responsabile della sua morte Alexandra Williams GERUSALEMME- Un vistoso autoadesivo rosso con la scritta "Palestina Libera" ha un posto prominente sulla porta di casa della famiglia Elhanan. Ma questa non e' una casa palestinese nei territori occupati. Va notato che questa casa e' situata in una ricca zona di Gerusalemme, ed appartiene a una coppia che ha perduto figlia quattordicenne, Smadar, nell'attacco terroristico di un palestinese suicida. Invece di essere motivati dalla vendetta e dall'odio, Nurit Elhanan e suo marito Rami, entrambi di 52 anni, si stanno battendo per la pace. Stanno facendo una campagna liberare i territori occupati, per porre fine all'occupazione israeliana che definiscono il cancro che alimenta il terrore. Nurit, professoressa di lingue all'Universita' Ebraica dice, "nessuna madre penserebbe mai di consolarsi con la morte del figlio di un'altra madre. Israele si sta trasformando in un cimitero di bambini. La Terra Santa sta diventando la terra della devastazione." Rami, che lavora come progettista, e' d'accordo, "se oggi viene ucciso un bambino israeliano e domani muore un bambino palestinese, non e' una soluzione. Nostra figlia e' stata uccisa dal terrore dell'occupazione e' una vittima dell'occupazione. L'occupazione e' il cancro che alimenta il terrore palestinese." La scorsa settimana, dopo le bombe di due kamikaze e una sparatoria che ha ucciso 30 israeliani, Israele ha rafforzato le manovre militari. Il risultato e' stata la morte di palestinesi innocenti, fra i quali cinque bambini, uccisi tutti nello stesso giorno, venerdi'. Dice Rami, "l'uccisione dei bambini palestinesi a Jenin mi ha devastato quanto la morte degli israeliani uccisi nell'attentato palestinese il giorno avanti. I palestinesi soffrono e piangono esattamente come gli israeliani. Abbiamo tutti lo stesso sangue." Qualcuno li definisce difensori dei kamikaze. A un raduno di pace, un israeliano li ha chiamati "rossi traditori" e ha commentato, "peccato che non siete saltati in aria con vostra figlia." Smadar e' stata uccisa in un doppio bombardamento a Gerusalemme, nel settembre del 1997. Erano le tre del pomeriggio del primo giorno di scuola. Stava comprando dei libri con due sue care amiche. Dopo lo scoppio della prima bomba, la gente e' fuggita terrorizzata avviandosi inconsapevolmente verso il secondo terrorista, che ha detonato la seconda bomba. Smadar e' morta immediatamente, insieme ad una delle sue amiche. L'altra e' rimasta in coma per sei mesi. Cinque anni dopo, il dolore e' ancora troppo intenso, e la famiglia fa fatica a parlarne. Il padre di Rami e' sopravvissuto ad Auschwitz, ma i suoi nonni, le sue zie e i suoi zii sono morti nell'Olocausto. Ma Rami dichiara, "il dolore di perdere la nostra bella bambina e' insopportabile, ma la nostra casa non conosce l'odio. Si puo' affondare nella propria miseria e aspettare la morte o si puo' provare a fare qualche cosa che abbia un valore. Cosi' abbiamo cominciato metterci in contatto con le persone che, dall'altra parte, vivevano situazioni analoghe alla nostra. Oggi abbiamo tanti amici palestinesi, genitori che come noi hanno perso i figli. Insieme siamo una forza. Non possiamo restare in silenzio. al mondo. Questa forza c'e' arrivata dal disastro." Alcuni sostengono che la fine dell'occupazione non significherebbe la fine degli attentati terrostici. Hamas e Islamic Jihad hanno promesso che continueranno la campagna fino ad espellere tutti gli ebrei da Israele. Ma Rami e Nurit le dicono che le organizzazioni terroristiche prendono forza da un popolo perseguitato. Nurit e' convinta che, "la forza di Hamas viene della rabbia. Se si restituisse la dignita', l'onore e la prosperita' della gente terminando l'occupazione, Hamas perderebbe la sua forza." Rami aggiunge, "se un uomo che ha il cancro in una gamba va dal dottore e chiede se una volta amputata la gamba egli tornera' come prima, il dottore non dice si, senza una gamba sarai come prima, ma non per questo si rifiuterebbe di amputargli la gamba. Andarsene da Gaza e dalla Cisgiordania sarebbe un bene sia per gli israeliani che per i palestinesi." La coppia ha altri tre figli - Elik di 25 anni, Guy di 23 e Yigal di 10. Elik e Guy, che ora studia a Parigi, erano soldati di leva nell'esercito israeliano. Hanno combattuto al confine, contro il Libano. Nurit e Rami sono sicuri che oggi i loro figli non presterebbero servizio nei territori palestinesi. Rami, veterano della guerra del '73 e dell'invasione israeliana nel Libano dell'82, dice, "i refusenik sono eroi." Rami e sua moglie se la prendono con il primo ministro israeliano Ariel Sharon, con il leader palestinese Yasser Arafat e con gli Stati Uniti, non con il kamikaze che ha ucciso la loro figlia. Nurit dice, "la guerra non e' tra israeliani e palestinesi, ma tra questi assassini che si fanno chiamare capi. Gli Stati Uniti sono riluttanti e infastiditi da questa situazione e il resto del mondo tira avanti come se non ci fossero spargimenti di sangue." La coppia ha fondato il Bereaved Family Forum [un centro di supporto per le famiglie che hanno perso i loro cari] insieme al palestinese Izzat Ghazzawi, che ha perduto il figlio Ramy, di 16 anni, u truppe israeliane. Lo scorso dicembre Nurit e Izzat hanno ricevuto dal Parlamento Europeo il Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Nurit dice , "mi e' stato chiesto tante volte se sento il bisogno di rivendicare la morte della mia bambina, uccisa soltanto perche' era nata israeliana, da un ragazzo disperato al punto di uccidere suicidandosi, soltanto perche' era nato palestinese, e allora cito il poeta ebraico Bialik, che ha detto, 'Satana non ha ancora creato la vendetta per chi versa il sangue di un bambino'." QUATTRO. Avvocati Un team di avvocati americani ha intentato un procedimento legale contro dirigenti israeliani e statunitensi, incluso il presidente George W.Bush, a nome di quei palestinesi-americani che hanno sofferto le atrocita' causate dai supporters di Israele, dai massacri di Sabra e Shatila del 1982 ai crimini di guerra compiuti durante l'ultima rivolta palestinese, o intifada. "Il mondo e' stato a guardare in silenzio, e noi non vogliamo stare in silenzio", ha detto Stanley Cohen, l'avvocato che guida il team in una conferenza stampa tenuta il 17 luglio scorso in una Corte distrettuale di Washington DC. "Questi palestinesi che si sono rivolti a noi non chiedono altro che una giustizia che viene loro negata da oltre 50 anni", ha detto Cohen, cercando di controllare l'emozione nella sua voce. Parlando al National Press Club, Cohen ha riassunto le storie personali dei personaggi principali contro cui intende intentare il procedimento - l'attuale primo ministro israeliano, Ariel Sharon, per le sue azioni come primo ministro e come ministro della difesa ai tempi dei massacri nei campi profughi palestinesi, diversi altri dirigenti ed ufficiali israeliani, Bush ed il Segretario di stato, Colin Powell. Cohen ha riferito alla stampa di una legge sponsorizzata dal governo israeliano e presentata recentemente alla Knesset, la quale intende proteggere Israele contro ogni procedimento legale intentato da palestinesi ed altri civili; agitando il 'avvocato ha urlato: "Signor Sharon, questa e' Israele. E qui siamo negli Stati Uniti". Nel procedimento sono inclusi gli insediamenti colonici israeliani in terra palestinese, tutti illegali secondo la legge internazionale, e compagnie come la Boeing, McDonnell-Douglas Helicopter Systems e la Textron, tutte accusate di aver costruito e venduto ad Israele "macchine di morte e di distruzione". Per tutti questi, l'accusa e' di genocidio, crimini di guerra, crimini contro l'umanita', atti di assassinio, atti di tortura, menomazioni fisiche, sequestri di persona, raccolta di denaro illecito - in merito al denaro raccolto per sostenere Israele - ed una "vasta gamma di altre imputazioni", ha affermato Cohen. Gli avvocati chiedono al Presidente USA di conformare i suoi atti alla Legge per il controllo della vendita e l'esportazione di armi (22 U.S.C. 2751) e di presentare immediatamente al Congresso un rapporto sull'uso delle armi americane fornite ad Israele, alla luce della prova schiacciante che "tutte queste armi vengono usate contro una popolazione indifesa e contro civili innocenti". Sebbene Bush e Powell non siano accusati di crimini di guerra, Cohen afferma che quest'eventualita' sara' studiata dal suo team. Per adesso, il presidente e' accusato di aver fallito nell'adempiere "alle sue responsabilita' statutarie in merito alla vendita ed all'esportazione di armi", mentre Powell e' accusato di aver fallito nell'adempiere "alle sue responsabilita' statutarie in merito al controllo sull'uso di armi fornite dagli USA a paesi esteri", ha affermato Cohen. Il giovane avvocato ha affermato che si tratta del suo primo procedimento del genere, che metta insieme cosi' tante e diverse motivazioni e che chieda un'azione diretta sulla Legge per il controllo dell'esportazioni di armi. Sebbene siano centinaia le storie di vittime palestinesi raccolte dal team in un anno di ricerche condotte insieme al Solidarity International - un gruppo per la difesa dei diritti umani ington dopo l'11 settembre con lo scopo di aiutare i musulmani d'America - sono state selezionate 21 testimonianze, tutte anonime nel procedimento. Di queste, diciotto sono storie di persone con cittadinanza americana, due sono residenti all'estero e una e' sopravvissuta al massacro nei campi profughi di Sabra e Shatila. Cohen ha dichiarato ai giornalisti di aspettarsi che il procedimento legale si espanda in qualcosa di piu' grosso. "Stiamo parlando di sfidare l'impunita' che Israele ha sempre ottenuto dagli USA", ha detto. "Sono consapevole di correre dei rischi, di avere la stampa contro e di dover sottostare a pressioni fortissime, ma non mi lascio intimidire da questa prospettiva. Mi ci sono voluti anni per essere quello che sono, e credo fermamente che la verita' venga sempre fuori, in un modo o nell'altro". Il coraggioso avvocato sostiene di essere ottimista, nonostante i giganteschi ostacoli che dovra' affrontare. "Il nostro team lavorera' duramente ... non ci lasceremo comprare". Alla fine della conferenza stampa, Cohen rivolge un pensiero a coloro che soffrono sul campo: "Ai miei fratelli e sorelle in Palestina dico: non siete soli. Noi combatteremo, lavoreremo, lotteremo ... affinche', mai piu'. Ti suona familiare, signor Sharon? Mai piu'". www.arabcomint.com Per revocare la tua adesione a questa mailing list invia una email a palestina_libera at libero.it specificando nell'oggetto "unsubscribe"
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