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Che cosa dobbiamo dimenticare ... di Robert Fisk
- Subject: Che cosa dobbiamo dimenticare ... di Robert Fisk
- From: "afp" <info.actionforpeace at tiscali.it>
- Date: Tue, 15 Oct 2002 23:19:10 +0200
Che cosa dobbiamo dimenticare secondo il Presidente americano di Robert Fisk a cura del Gruppo Ricerca dellâAction for Peace Ormai ogni giorno, qualcuno dice qualcosa di ancora più incredibile "ancora inimmaginabile" sull'ossessione del Presidente Bush verso la guerra.Proprio George Bush parlò, in un'udienza a Cincinnati, dei "sacri guerrieri nucleari". Dimentichiamo per un momento che ancora non possiamo provare che Saddam possieda armi nucleari. Dimentichiamo che l'ultimo discorso di Bush fu solo una riedizione di tutti i "se" e i "potrebbe" delle deboli 16 pagine di asserzioni contenute nello storico "disonesto " dossier di Tony Blair. Dimentichiamo che se Osama Bin Laden acquistasse mai un'arma nucleare, prima di tutto la userebbe contro Sadddam. No. Noi dobbiamo lottare contro "i sacri guerrieri nucleari". Questo è quanto dobbiamo fare per giustificare l'intera sciarada nella quale siamo trascinati dalla Casa Bianca, da Downing Street, da tutti i decrepiti "esperti" in terrorismo e, ahimè!, da troppi giornalisti. Dimentichiamo i 14 palestinesi, compreso il bambino di 12 anni, uccisi da Israele poche ore prima che Bush parlasse, dimentichiamo che, in luglio, quando un aereo israeliano uccise nove bambini palestinesi ed un militante, il Primo Ministro Israeliano Ariel Sharon -"un uomo di pace" secondo le parole di Bush- descrisse il massacro come "un grande successo". Israele è dalla nostra parte. Ricorda di usare la parola "terrore". Usala per Saddam Hussein, usala per Oasama Bin Laden, usala per Yasser Arafat, usala per chiunque si oppone ad Israele o all'America. Bush l'ha usata nel suo discorso ieri, 30 volte in mezz'ora, cioè un "terrorismo" al minuto. Ma ora elenchiamo esattamente cosa dobbiamo davvero dimenticare se sosterremo questa pazzia. Più di tutto, dobbiamo davvero dimenticare che il Presidente Ronald Regan spedì un inviato speciale ad incontrare Saddam Hussein nel dicembre del 1983. E' essenziale dimenticare ciò per tre ragioni. La prima, perché il terribile Saddam stava già usando il gas contro gli Iraniani - che è una delle ragioni per cui ora dovremmo fargli guerra. La seconda, perché questo inviato fu spedito in Iraq per trattare la riapertura dell'Ambasciata Americana- per assicurare migliori relazioni commerciali ed economiche con il Macellaio di Bagdad. La terza, perché l'inviato era - aspettate - Donald Rumsfeld. Ora potrà sembrarvi strano che Rumsfeld, nel corso di una delle sue affollate conferenze stampa, non ci abbia parlato di questo interessante particolare. Si potrebbe pensare che abbia desiderato illuminarci sulla perfida natura del criminale a cui ha così caldamente stretto la mano. Invece, no. Stranamente, Rumsfeld tace a questo riguardo. Così come sul suo successivo ed ugualmente amichevole incontro con Tareq Aziz - che avvenne nel marzo 1984, il giorno in cui le NU rilasciarono il dannato rapporto sull'uso che Saddam faceva del gas avvelenato contro l'Iran. La stampa americana tace anche a questo riguardo, naturalmente. Perché dobbiamo dimenticare. Dobbiamo anche dimenticare che nel 1988, quando Saddam distrusse gli abitanti di Halabja con il gas, insieme a decine di migliaia di altri Curdi, egli "usò il gas contro il suo stesso popolo" secondo le parole dei signori Bush/Cheney/Blair/Cook/Straw ecc - il Presidente Bush senior gli fornì 500 milioni di dollari in sussidi governativi USA per acquistare prodotti alimentari americani. Dobbiamo dimenticare che l'anno successivo, dopo che il genocidio di Saddam fu completo il Presidente Bush Senior raddoppiò il sussidio ad 1 miliardo di dollari, insieme al germe per l'antrace, elicotteri, ed altri noti materiali a doppio uso che potevano servire come armi chimiche e biologiche. E, quando il Presidente Bush junior promette al popolo iracheno "un'era di nuova speranza e democrazia" dopo la distruzione di Saddam, come fece martedì notte - dobbiamo dimenticare come gli Americani promisero al Pakistam ed all'Afganistan una nuova epoca di speranza dopo la sconfitta dell'Esercito Sovietico nel 1980 - e non fecero niente. Dobbiamo dimenticare come il Presidente Bush senior spinse gli iracheni a ribellarsi contro Saddam nel 1991 e come - quando essi obbedirono - non fece niente. Dobbiamo dimenticare come l'America promise una nuova epoca di speranza in Somalia nel 1993 e di come, dopo il "Black Hawk Down", abbandonò il paese. Dobbiamo dimenticare come il Presidente Bush junior promise di sostenere l'Afganistan prima di iniziare i bombardamenti l'anno scorso - e come l'ha abbandonato ora in una carneficina economica in mano ai baroni della droga, ai signori della guerra, all'anarchia ed alla paura. Egli si è vantato ieri che il popolo afgano è stato "liberato" - e ciò dopo aver fallito di catturare Bin Laden, il Mullah Omar, e mentre le sue truppe vengono attaccate giornalmente. Dobbiamo dimenticare, quando ascoltiamo che c'è bisogno di inviare gli ispettori di armi, che la CIA usava di nascosto gli ispettori Onu per spiare l'Irak. E, naturalmente, dobbiamo dimenticare il petrolio. Sì, davvero, il petrolio è un genere di prima necessità - ed è una delle poche cose di cui Geroge Bush sa qualcosa, insieme ai suoi vecchi amici Cheney e Rice ed innumerevoli altri nell'amministrazione - che non viene mai nominata. In tutto il discorso di 30 minuti sulla guerra contro l'Iraq di martedì - piacevolmente bilanciato con appena due minuti di come "io spero che non ci sia bisogno di azione militare" non c'è stato un solo riferimento al fatto che l'Iraq possa avere riserve petrolifere più estese dell'Arabia Saudita, che le compagnie petrolifere americane guadagnerebbero miliardi di dollari nel caso di un'invasione statunitense, che una volta che non sia più al potere Bush ed i suoi amici diventerebbero multi miliardari con lo sfruttamento di questa guerra. Noi dobbiamo dimenticare.
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