An: «Gli immigrati muoiono perchè la Bossi-Fini funziona»



Ragazzi....non so che dire...
Mi vergogno di eesere italiano
 
23.09.2002
An: «Gli immigrati muoiono perchè la Bossi-Fini funziona»
di Maristella Iervasi

 «Se gli immigrati muoiono è proprio perchè la Bossi-Fini fornisce gli strumenti per perseguire gli scafisti...». La faccia feroce del centrodestra è racchiusa in queste parole, firmate Alleanza Nazionale e scritte di proprio pugno da due deputati della Repubblica: Enzo Fragalà e Nino Lo Presti.
Parole che non hanno bisogno di alcun commento ma che “cadono” nel giorno del “grido” al dolore di tante famiglie di immigrati che sulla spiaggia del ragusano attendevano i loro parenti per abbracciarli e invece li hanno visti affiorare cadaveri. Corpi inermi che il mare ha rigurgitato sull’arenile, sugli scogli o annegati negli abissi. Solo perché volevano realizzare un sogno: venire in Italia a lavorare. Una tragedia immane, senza fine. Tanto da far invocare al giornale del Vaticano la fine «di quella che sta diventando una strage».
Ma Fragalà e Lo Presti ignorano tutto questo. Loro, hanno un solo obiettivo: attaccare l’opposizione di centrosinistra che ha criticato il loro fiore all’occhiello, la Bossi-Fini, proprio per quello sbarco di clandestini finito in strage sulla spiaggia di Scoglitti. E così dicono: «La cosa più grave è che l’opposizione si sta prestando a questo gioco macabro favorendo i nuovi mercanti di schiavi». Secondo i deputati di An, invece, è il centrosinistra che strumentalizza le tragedie dell’immigrazione per attaccare il governo e la legge Bossi-Fini. E per ribadire meglio il loro concetto, sottolineano così il loro punto di vista: «La legge Bossi-Fini funziona, e se gli immigrati muoiono è proprio perché la legge fornisce gli strumenti per perseguire gli scafisti che, in caso di difficoltà, non si fanno scrupoli di buttare in mare i disperati per non rischiare di essere arrestati» (agenzia Ansa di ieri, ore 18.34).
Una dichiarazione boomerang, che sicuramente farà discutere.
E sempre ieri, l'Osservatore romano ha denunciato il «rischio di assuefazione» alle tragedie degli immigrati clandestini morti in mare e ha condannato il «cinismo» dei «mercanti di uomini e di illusioni». Il giornale del Vaticano ha chiesto, inoltre, che tutti facciano la loro parte per stroncare il «turpe traffico»: si fermi «quella che sta diventando una strage».
La «nuova strage», rimarca il giornale vaticano, si è verificata appena una settimana dopo il «tragico naufragio avanti a Lido Rossello» e «il rischio, di fronte al ripetersi inquietante di episodi luttuosi, è quello dell'assuefazione».
Ma per l'Osservatore romano «non ci si può abituare a simili tragedie, non si può accettare che il mare della Sicilia diventi un cimitero di disperati». «Non si tratta - rimarca il quotidiano - di discutere la bontà o meno delle leggi sull'immigrazione, ma di fermare quella che sta diventando una vera e propria strage: tutti devono fare la loro parte, a cominciare dai paesi dai quali partono questi viaggi di false speranze, stroncando il turpe traffico».
La tragedia dei mortali sbarchi clandestini in Sicilia e le polemiche senza fine sulla legge sull’immigrazione del centrodestra hanno intanto varcato l’oceano, conquistando la prima pagina del «New York Times». Si legge sul quotidiano: «La nuova legge sull’immigrazione appena entrata in vigore ha fatto poco per colmare le dispute politiche sul giusto equilibrio tra ordine e compassione, tra i bisogni d’importazione di mano d’opera e i timori suscitati dagli immigranti». Le morti al largo di Sicilia di decine di clandestini partiti dalle coste africane si sono trasformate «sia in un simbolo della disperazione degli immigranti di raggiungere l’Europa Occidentale sia della posizione speciale dell’Italia come punto d’ingresso con la sua costa così lunga da indurre molti stranieri a tentare la sorte». Il quotidiano cita anche le dichiarazioni del sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, contro gli immigrati marocchini («Non vogliamo che la nostra città diventi una casbah») facendo notare - sottolinea il New York Times - che «i leader cattolici, gli attivisti per i diritti umani e molti altri italiani temono che la xenofobia e l’opportunismo politico portino al maltrattamento di persone che non lo meritano».