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Iraq: Amnesty, nessuna guerra nel nome dei diritti umani
- Subject: Iraq: Amnesty, nessuna guerra nel nome dei diritti umani
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Sat, 14 Sep 2002 10:08:36 +0200
Iraq: Amnesty, nessuna guerra nel nome dei diritti umani di Redazione Vita (redazione at vita.it) 13/09/2002“Ancora una volta, la situazione dei diritti umani di un paese è usata selettivamente per legittimare azioni militari”, ha dichiarato Amnesty International. Nel discorso tenuto ieri presso l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il Presidente Gorge Bush ha citato le gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo iracheno nei confronti della popolazione. Il documento informativo distribuito alla stampa contiene vari riferimenti ai rapporti sulla situazione dei diritti umani in Iraq pubblicati negli anni da Amnesty International. “Ancora una volta, la situazione dei diritti umani di un paese è usata selettivamente per legittimare azioni militari”, ha dichiarato Amnesty International. “Gli Stati Uniti e altri governi occidentali non hanno preso in considerazione i rapporti di Amnesty International sulle diffuse violazioni dei diritti umani in Iraq durante la guerra Iran-Iraq e hanno ignorato la campagna di Amnesty International per le migliaia di civili curdi uccisi negli attacchi a Halabja nel 1988”. “I diritti umani della popolazione irachena, come diretta conseguenza di ogni potenziale azione militare, non sono al centro del crescente dibattito sull'eventualità di usare la forza militare contro l'Iraq”. “La vita, la sicurezza e l'incolumità della popolazione civile devono rappresentare il primo obiettivo in ogni azione intrapresa per risolvere l'attuale crisi umanitaria e dei diritti umani. L'esperienza del precedente intervento militare nel Golfo ha mostrato come i civili divengano, troppo spesso, le vittime accettabili di un conflitto”. “Nell'eventualità di un'azione militare, c'è la seria possibilità di causare migliaia di rifugiati e sfollati. Una crisi umanitaria può scaturire dalla difficoltà o impossibilità di trasportare i generi di sussistenza minimi causando carenza di cibo, di medicinali e distruzione di infrastrutture civili e istituzioni”.
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