Donne in nero x l'11 settembre



Vi giro alcuni documenti sulle manifestazioni di oggi(Bologna,Rovigo,New
York,Sarajevo).
             Anna



11 settembre.......... Ancora propositi di guerra, ancora conflitti.


Siamo qui per non essere confuse con il coro dei sostenitori della "guerra
di civiltà" o "guerra al terrorismo" perché siamo per principio contrarie
alla guerra sia essa usata come strumento di minaccia o di vendetta che
coinvolge nella propria furia distruttrice soggetti inermi e inconsapevoli
oppure come "strumento di soluzione dei conflitti".



Al tremendo dolore causato dalla strage dell'11 settembre in cui sono morte
donne e uomini di varie nazionalità e appartenenza, è seguita una reazione
che ha aggiunto dolore a dolore, strage a strage, distruzione a distruzione;
una reazione costruita su un attacco terroristico vissuto come "guerra
all'occidente, alla sua cultura e ai suoi valori democratici".

Ancora una volta si è riproposto il mito del guerriero, eroe virile che si
appresta a difendere a costo della vita il nostro mondo pieno di "sicurezze"
e di "progetti e programmi per il futuro".Si è riproposto un concetto
manicheo del mondo che assurge l'OCCIDENTE a simbolo del "BENE" che va
difeso anche a scapito dei diritti umani e della vita di milioni di esseri
umani.



Noi, come Donne in Nero e non solo cerchiamo di proporre una lettura della
realtà differente, che non incaselli il mondo in schemi utili alla retorica
del patriottismo, ma che sveli invece la radice patriarcale, cinica e di
potere degli interventi internazionali fondati sulle politiche di guerra.

In questo clima di odio in cui si cerca ancora di imporre l'inevitabilità di
uno sciagurato intervento militare in Iraq, assistiamo ancora ad un
deterioramento della situazione in Palestina, con una politica israeliana
caratterizzata dall'arroganza, dalla negazione dei diritti umani più
elementari, dallo sprezzo di qualunque richiamo internazionale alla
ragionevolezza.

Non c'è nessuna volontà da parte di chi esercita il potere di percorrere la
strada della pace, eppure sappiamo di tanti episodi e volontà singole e
collettiva di donne e uomini di allacciare relazioni, di far cadere steccati
e barriere, di dialogare con parole e gesti di giustizia e di pace.



Ricordiamo i milioni e milioni di donne e uomini distrutti direttamente e
indirettamente dalla potenza americana a cominciare da Hiroshima e Nagasaki
passando per i golpe militari favoriti da una cinica politica imperialista
(ci viene in mente che l'11 settembre è anche l'anniversario del sanguinoso
golpe in Cile del 1973 in cui il ruolo della CIA è noto a tutti), fino ad
arrivare all'inutile e protratto spargimento di sangue in Afghanistan.



Sta fortunatamente crescendo l'opposizione alla guerra in Iraq, noi speriamo
fortemente che questo orientamento riesca a prevalere sulla smanie
guerrafondaie dei vari Bush e Blair e chiediamo che in campo internazionale
si perseguano politiche fondate sullo sviluppo omogeneo, sostenibile e
pacifico,sul risarcimento della sofferenza e della distruzione inflitti alle
popolazioni a partire da quella afghana, quella palestinese, quella
irachena,quelle balcaniche e tutte le popolazioni perseguitate e sfruttate
dalla "civiltà occidentale".





Bologna, 11/settembre 2002
DONNE IN NERO E NON SOLO
11 settembre 2002

Una striscia di futuro,
oltre le danze macabre del liberismo militarista e del terrorismo

Sempre più difficile tenere insieme bisogno e costruzione di un altro mondo
, dove i conflitti e le contraddizioni vengono agiti con la mediazione e
non con le guerre e dove i diritti umani, chiamati universali, diventino
pratica quotidiana e non enunciazioni cartacee.
Si vive nella follia delle danze macabre di figure negli specchi,  da una
parte la politica militare e fondamentalista di unica potenza degli Stati
Uniti, dall'altra il terrorismo e i fondamentalismi simbolizzati  nell'Islam
radicale e nell'immagine dello sgretolamento delle Torri gemelle, l'11
Settembre 2001

 tra queste due radicalità e apparenti dicotomie
  teniamo aperta una striscia di futuro

 La nostra cultura di pace attraversa i vari colori, lavora sulle
contraddizioni di un liberismo e terrorismo che rendono gli abitanti del
pianeta e il pianeta stesso sempre più a rischio.
In nome della difesa dei diritti umani, civili, politici, di genere, la
comunità internazionale  legittima  guerre, come in Iraq, nel Kosovo, in
Afghanistan, mentre crescono gli arsenali militari e  torna l'angoscia del
nucleare.
In nome di masse oppresse, il terrorismo fanatico di islamici
fondamentalisti vuole imporre una visione di religione che è la negazione di
ogni  libertà individuale e collettiva e rende le donne inesistenti e
schiave.
Eppure in ogni situazione, in ogni paese vi sono forze e voci che si
oppongono alla follia, voci che si rifiutano di far parte della danza
macabra:
in Israele soldati che non abdicano all'esercito, ma si rifiutano di andare
nei territori palestinesi  " per distruggere un altro popolo con una
politica coloniale e razzista", e donne e uomini israeliani e internazionali
che insieme ai palestinesi manifestano pacificamente per il diritto a due
popoli e due stati,  palestinesi che rifiutano la logica della vendetta e si
oppongono alla pratica del "martirio"  suicida e omicida;
 in Afghanistan, donne e uomini che hanno resistito nei campi profughi o
nelle città e villaggi al terrore-orrore dei Taliban;
nella ex-yugoslavia donne e uomini contro le divisioni etniche;
e più in generale il movimento che, pur con le sue contraddizioni ,si
esprime globalmente da  Seattle in poi.
Bisogna rompere la spirale, perché proponendo uno "scontro tra civiltà" sia
Bush che Osama Bin Laden alimentano le reazioni più estreme, una
intolleranza senza mediazioni che schiaccia sempre di più anche le
aspirazioni alla libertà, alla democrazia, alle secolarizzazione che vengono
da paesi islamici governati da regimi autoritari ,mentre nel mondo
occidentale la campagna contro il terrorismo avalla la perdita di ogni
pensiero critico

repressione e guerre diventano sempre più globali
Usciamo dalla dicotomia degli assi del male e del bene, per affermare  il
diritto di cittadinanza nel mondo con giustizia e pace

Associazione per la Pace                                          Donne in
Nero
Rovigo 11 settembre 2002
c.i.p. viale trieste 29 rovigo




STEPHANIE Damoff <074182 at newschool.edu> wrote:


Women in Black New York will mark September 11th with their weekly
silent Wednesday vigil. Please come join us.

One year after the terrible attacks on New York and Washington on
September 11th, 2001, the death toll from violence continues to rise and
we are further from peace than ever.

We renew our call for national governments, international institutions,
and all militants to step back from war and military aggression.

All those who perpetrate violence must be brought to justice under
international law. We urge all political and military authorities to
combine their efforts in seeking strategies for an inclusive, just and
equal global society. Without that, we will never see peace.

Women In Black New York stand in silent vigil to protest war, rape as a
tool of war, ethnic cleansing and human rights abuses all over the
world. We are s ilent because mere words cannot express the tragedy that
wars and hatred bring. We refuse to add to the cacophony of empty
statements that are spoken with the best intentions yet may be erased or
go unheard under the sound of a passing ambulance or a bomb exploding
nearby.

Our silence is visible. We invite women to stand with us, reflect about
themselves and women who have been raped, tortured or killed in
concentration camps, women who have disappeared, whose loved ones have
disappeared or have been killed, whose homes have been demolished. We
wear black as a symbol of sorrow for all victims of war, for the
destruction of people, nature and the fabric of life.

Women in Black is an international peace network. Women in Black is not
an organization, but a means of mobilization and a formula for action.
Women in Black vigils were started in Israel in 1988 by women protesting
against Israel's Occupation of the West Bank and Gaza. Women in Black
has develope d in countries such as I taly, Spain, Germany, England,
Azerbaijan, Colombia, and in FR Yugoslavia, where women in Belgrade have
stood in weekly vigils since 1991 to protest war and the Serbian
regime's policies of nationalist aggression. Women in Black groups have
formed in many cities in the United States since September 11th. Women
in Black New York have been holding vigils in solidarity with our
sisters throughout the world since 1993.

We stand in silent vigil in front of the New York Public Library at 5th
Avenue and 41st Street every Wednesday from 5:30 - 6:30. Come join us.
Donations may be sent to P.O. Box 20554, New York, NY 10021, and should be
made payable to RACCOON, Inc., with WIB in the memo line.
For information, please visit our website at http://womeninblack.net or
call Indira at 212 560-0905. E-mail 074182 at newschool.edu to get on our
mailing list.

SOLIDARIETA' FEMMINILE CONTRO GUERRA E VIOLENZA

Azione di pace in occasione dell'11 Settembre

L'11 Settembre 2001, New York e Washington divennero obiettivi di criminali
attacchi terroristici. Alcune migliaia di civili innocenti persero la vita.

Come donne che hanno partecipato attivamente allo sviluppo della società
civile in Bosnia Erzegovina, Serbia, Vojvodina e Montenegro, noi ricorderemo
il primo anniversario dell'attacco con un'azione di pace.

Come attiviste per la pace e I diritti umani, noi desideriamo dimostrare
ancora una volta che è possibile costruire relazioni di solidarietà ed
amicizia aldilà di frontiere e divisioni statali, nazionali, etniche e di
qualsiasi altro tipo.

Come sorelle nella pace, desideriamo mostrare attraverso le nostre azioni
che non approviamo polizie e politicanti nazionalisti e militaristi né nei
Balcani né altrove. L'11 Luglio 2002, le autorità della Repubblica Srpska
hanno impedito a 50 attiviste del movimento femminista pacifista di Serbia e
Montenegro di partecipare alla commemorazione delle vittime, in occasione
del settimo anniversario del massacro di Srebrenica.
In ogni caso una simile polizia non democratica  non ci ha per niente
intimidito nella nostra intenzione di continuare a lavorare per la pace nei
Balcani. Per questo motivo abbiamo deciso di incontrarci a Sarajevo questa
volta e di organizzare un'azione congiunta di pace.

In occasione dell'11 Settembre, noi vogliamo esprimere:

? Compassione per, e solidarietà con, le famiglie delle vittime dell'attacco
terroristico a New York e Washington;
? Compassione per, e solidarietà con, le famiglie delle vittime del massacro
di Srebrenica;
? Compassione per, e solidarietà con, le vittime di guerra e violenza nei
Balcani e in ogni parte del mondo, specialmente nelle aree di crisi: Medio
Oriente, Afghanistan, Colombia, Gujarat, Macedonia, ecc...

In questa occasione noi chiediamo anche che:

? Tutti I responsabili dell'attacco terroristico a New York e Washington
siano sottoposti alla giustizia secondo le norme della legge internazionale
(o portati di fronte alla Corte Penale Internazionale a Roma);
? Tutti I responsabili del massacro di Srebrenica e di ogni altro luogo nei
Balcani siano giudicati dal Tribunale dell'Aya;
? Tutti I responsabili di azioni criminali contro civili innocenti in aree
di crisi o di guerra siano giudicati dalla Corte Penale Internazionale.

Come donne che lottano per la pace e credono nei metodi nonviolenti di
soluzione dei conflitti, noi crediamo che:

? Il terrorismo non può essere fermato con rappresaglie, guerra e violenza,
ma sostenendo la democrazia, la giustizia sociale ed il rispetto per I
diritti umani;
? Il governo USA non deve annunciare nuove rappresaglie e guerre in nome
della guerra contro il terrorismo, ma cercare soluzioni di pace per poter
sradicare le cause dei problemi;
? Tutte le autorità, nazionali ed internazionali, devono rinunciare ad ogni
azione violenta e cominciare a creare una pace globale e relazioni
internazionali basate sull'eguaglianza,  investendo nell'assistenza
sanitaria, l'educazione e la cultura.

L'11 Settembre, la rete internazionale delle Donne in Nero organizza azioni
di pace in molte parti del mondo. In quest'occasione, noi desideriamo
esprimere il nostro appoggio e la nostra solidarietà alle nostre sorelle
nella pace negli USA, in Medio Oriente, India, Colombia, Afghanistan, ecc.

L'azione di pace avrà luogo a  Sarajevo l'11 Settembre di fronte alla
Cattedrale, dalle 12:00 alle 14:00.

Quest'azione è organizzata dale Donne in Nero, (Belgrado) e da Women to
Women (Sarajevo), con il sostegno e la partecipazione di attiviste dei
seguenti gruppi:

Movimento delle Madri di Srebrenica e Zepa enclave, (Sarajevo/ Srebrenica)
ZAD, (Novi Sad)
Osmeh , (Vrbas)
Gruppo di Donne per la Pace, (Pancevo)
IVA, (Zrenjanin)
Forum  delle Donne di LSV, (Novi Sad)
EVA, (Novi Sad)
Club Aperto, (Nis)
Centro delle Donne, (Leskovac)
Donne in cammino (Cacak)
Azrael, (Kraljevo)
Destinikon, (Sjenica)
Damad, (Novi Pazar)
Impulse, (Tutin)
SOS Hotline per Donne e Bambini Vittime di Violenza, (Niksic)
Anima, (Kotor)
Princess Ksenija, (Cetinje)
SOS hotline, (Pljevlja)
Donne attiviste per la società civile da Zajecar e Priboj

Sarajevo/ Belgrade, 8 Settembre 2002.