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BOLLETTINO N. 6 "Terra Palestinese"
- Subject: BOLLETTINO N. 6 "Terra Palestinese"
- From: Centro Internazionale Crocevia <crocevia at croceviaterra.it>
- Date: Fri, 12 Jul 2002 12:01:11 +0200
BOLLETTINO N. 6 "Terra Palestinese" Monitoraggio delle attività di confisca e demolizione, da articoli dei quotidiani palestinesi. Raccolta e traduzione riassuntiva a cura di Mohammed Gazawneh (Land Research Center di Gerusalemme) in collaborazione con il Centro Internazionale Crocevia di Roma. Giugno 2002 Prima di passare a leggere in filigrana questa guerra fatta con i bulldozer ("sforzo senza precedenti - come dice Christian Salmon - nella storia di de-territorializzazione. Guerra totale, nel senso che non è condotta solo contro le popolazioni civili, ma contro lo stesso territorio") , riportiamo un articolo del nostro partner, dott. Jamal Talab, scritto in occasione del I° anniversario della morte di Faisal Husseini. "Quando i Palestinesi scendono dall'albero" Dio benedica Faisal Husseini in questi giorni in cui si ricorda la sua scomparsa. Egli soleva dire che, per arrivare alla pace, palestinesi e israeliani dovevano scendere dai propri alberi per incontrarsi a metà strada. Faisal Husseini aveva guidato con determinazione e coraggio la discesa dei palestinesi dal proprio albero e aveva chiesto agli israeliani di accettare la presenza di un stato palestinese nei territori della West Bank e della Striscia di Gaza; in altre parole, aveva loro chiesto di accettare un stato palestinese soltanto sul 22% della superficie della Palestina storica. Questo voleva dire che anche gli israeliani dovevano scendere dal loro albero, l'albero della fantasie e dell'immaginazione sionista basata sull'espansione, cercando d'incontrare i palestinesi a metà strada, tra i due alberi. Ci chiediamo, però, se gli israeliani hanno fatto veramente cosiä!!!??? Da quella data (incontro di Madrid ed inizio del processo di pace) gli israeliani vanno avanti con la politica che mira a creare nuovi fatti concreti sul territorio, con metodi del diavolo: 1- hanno dichiarato che la creazione di insediamenti e la colonizzazione hanno due motivazioni -politica e di sicurezza - aggiungendo che l'attività d'insediamento, politica, sarà congelata, mentre quella per la sicurezza continuerà fino alla fine dei negoziati, quando si raggiungerà una soluzione definitiva. 2- hanno confermato che nessun nuovo insediamento verrà costruito, ma soltanto saranno completati i programmi di costruzione già decisi prima di Madrid e che riguardano l'espansione degli insediamenti già esistenti: questi programmi, però, hanno raddoppiato la superficie degli insediamenti e non sono ancora finiti; 3- gli israeliani affermano che la pace richiede buona volontà, stato di stabilità e una atmosfera tranquilla per i coloni: pertanto gli insediamenti hanno bisogno di una fascia di sicurezza che li protegga; per questo hanno aperto strade larghe 50 m, sottratte alle terre dei palestinesi, che contornano gli insediamenti stessi. 18.000 dunum (1.800 ha) non saranno confiscati, ma soltanto chiusi ai palestinesi durante la fase transitoria del processo di paceä!!!??? 4- hanno dichiarato che la fase transitoria di questo processo richiede la presenza di una rete stradale ( by-pass roads) che permetta ai coloni di viaggiare senza passare dai centri urbani palestinesi o vicino a questi centri, pertanto hanno deciso di prendere sotto il loro controllo, per 5 anni, una larga superficie di terra agricola: questo per facilitare il collegamento tra i vari insediamenti da un lato ed il collegamento degli insediamenti con Israele dall'altro lato e per evitare qualsiasi tipo di attrito in questa fase di transizione. La terra, dunque, verrà restituita ai palestinesi dopo lo smantellamento degli insediamenti. Con questo programma, e in nome della pace, sono stati confiscati altri 24.000 dunum e sradicati quasi 500.000 alberi; 5- il governo israeliano aveva annunciato la chiusura e lo smantellamento di 10 caserme militari per facilitare il compito alla PNA d'impostare la sua sovranità sulla zona A, ma nello stesso tempo sono state aperte 20 nuove caserme militari nella zona C e su una superficie che supera di 4 volte quella delle 10 caserme chiuse. Questo è avvenuto chiedendo alla comunità internazionale di pagarne i costi valutati, a quel tempo, soltanto 200 milioni di US$! Adesso, dopo tanti anni e dopo la fine della fase di transizione del processo di pace, i palestinesi scoprono che gli israeliani non soltanto non sono scesi dall'albero, ma anzi stanno salendo verso la cima. E nessuno è in grado di sapere quando avrà termine questa salita. Le by-pass roads sono diventate barriere per trasformare i territori palestinesi in isole: infatti la West Bank è ora divisa in 8 cantoni e, all'interno d'ogni cantone, se ne trovano altri (da 4 a 9) più piccoli; mentre la Striscia di Gaza è stata trasformata in 4 cantoni, all'interno dei quali se ne trovano 2 o 3 più piccoli. Si è scoperto, inoltre, che la terra, presa in maniera temporanea, risulta essere riserva strategica per l'espansione degli insediamenti. Invece di vedere l'espansione della zona verde nei territori palestinesi si è verificata l'espansione del colore nero: invece di vedere nuovi rami ed alberi si sono viste le tegole sui tetti delle case nei vari insediamenti. I Palestinesi hanno scoperto che gli Israeliani li stavano soltanto ingannando: non sono mai stati seri in questo processo di pace. Questa consapevolezza aveva molto turbato .Faisal Husseini che non era più capace di tornare sull'albero perché oltre alle scale, anche i rami dell'albero erano stati distrutti. E così ci ha lasciato. La sua anima sarà ora capace di volare sopra il nostro cielo, per proteggere il sogno della patria ed il sogno della pace reale. Impossibile è stato raggiungerlo sulla terra, forse gli sarà possibile raggiungerlo in cielo. ____________________ JENIN - 9/6: Nella zona di Marj Ben Amer l'esercito israeliano spara nei campi agricoli, causando gravi incendi: i danni sono enormi anche perché l'esercito impedisce ai mezzi della protezione civile di raggiungere la zona. - 11/6: Coloni ebrei incendiano decine di ettari di terra coltivata con cereali nel villaggio di Arbouna, vicino alla linea verde. Anche qui i mezzi della protezione civile che tentavano di raggiungere il posto per spegnere il fuoco, sono stati bloccati. Uno dei contadini colpiti è il sig. Hashem Abu Hassan. TULKAREM - 2/6: L'esercito incendia una zona commerciale nelle vicinanze del villaggio Baqa Sharqiya: il Centro Commerciale apparteneva ai sigg. Nassed Essleit, Habes Younise Nihad Salem. I danni sono ingenti; ai check-point della zona le macchine dei pompieri sono state bloccate. - 16/6: Nel villaggio di Feroun l'esercito incendia una vasta zona coltivata con olivi:: 200 alberi del sig. Mustafa Ebdeir sono stati bruciati. Nel villaggio di Kufur Sur i bulldozer iniziano ad aprire una fossa larga 4 metri e profonda 3. QALQYLIA - 21/6 : Per ordine di Sharon, il "muro di separazione" si sposterà verso est per permettere all'insediamento Alfe Minashe di essere ad ovest del muro: questo cambiamento vedrà decine di ettari passare al di là del muro e la città di Qalqylia "murata" da tre lati. - 25/6: Varie serre della zona corrono il serio pericolo di una totale distruzione: i contadini che vivono nella città - sotto coprifuoco - non possono raggiungere i campi per controllare ed irrigare le piante. NABLUS - 3/6: Bulldozer israeliani iniziano a lavorare nei terreni agricoli dei villaggi di Deir Sharaf e Sabastia: la terra colpita , 20 ha, si trova vicino all'insediamento di Shavi Shmoron. Fino ad oggi 100 alberi d'olivo sono stati sradicati; uno dei contadini colpiti è il sig. Qadri Ghazal che ha perso 23 dunum (2,3ha). Forse si sta costruendo un nuovo insediamento. - 4/6: Coloni ebrei, oltre ad incendiare una vasta zona di terra agricola nei villaggi di Assira e Urif, rubano decine di capi di ovini. Il tutto è accaduto sotto gli occhi dei soldati. - 13/6: Coloni provenienti dall'insediamento di Alon Moreh iniziano un'operazione che mira all'espansione del loro insediamento, confiscando terreni e installando, nella parte nord-ovest dell'insediamento, nuove case prefabbricate. Tale operazione è stata accompagnata da una ulteriore devastazione di terra agricola che mira ad aprire una strada per collegare questo nuovo quartiere all'insediamento-madre e ad impedire ai contadini del villaggio Salem di raggiungere i loro campi ad est dell'insediamento. - I bulldozer distruggono una vasta zona di terra agricola nei pressi del villaggio di Qaryout per aprire una nuova strada che servirà ai coloni del nuovo insediamento che verrà costruito nella zona. La nuova strada divide il villaggio in due zone e distrugge quasi 200 ha di terra agricola, coltivata con olive, alberi di frutta e orti, appartenenti a 50 famiglie del villaggio. - 14/6: Bulldozer israeliani distruggono 30 ha di terra agricola nel villaggio di Dei Sharaf sradicando e bruciando decine d'alberi d'olivo; la terra colpita si trova vicino alla by-pass road che porta all'insediamento di Shavi Shomroun. - Dall'inizio del mese è in atto un'operazione di distruzione sistematica di terra agricola, con sradicamento d'alberi d'olivo, nel villaggio di Natura. - 18/6: Coloni ebrei incendiano i campi coltivati con grano e orzo nel villaggio di Hiwara: il fuoco ha distrutto una vasta zona ad est del villaggio. RAMALLAH - 3/6: I coloni ebrei dell'insediamento di Halmish confiscano 150 dunum di terra agricola dei villaggi Nabi Saleh e Deir Nidam. Ciò avviene dopo che, qualche giorno prima, l'esercito aveva confiscato una sorgente naturale d'acqua e, in una vasta zona agricola della stessa area, aveva installato case prefabbricate e aperto una nuova strada. - 13/6 Sempre nelle vicinanze dell' insediamento di Halmish, e per favorirne l'espansione, bulldozer israeliani iniziano a distruggere 40 ha di terra agricola che appartiene ai contadini dei villaggi di Abud, Kufur Ein, Deir Nidam, Nabi Saleh. - L'esercito confisca un appezzamento di terra nel villaggio di Mazra'a Sharqiya e lo trasforma in una base militare: quando i contadini tentano di raggiungere il terreno per capire i motivi della confisca, vengono colpiti con arma da fuoco. JERUSALEM - 3/6: Nella zona di Jabal Al-Mukabber l'esercito israeliano chiude, con ordine militare, 150 dunum di terra agricola, che appartiene alle famiglie Halassa, Zahaika, E'beidat, perché il Comune di Gerusalemme intende costruire un centro turistico e commerciale per gli israeliani. Il sig. Musa Ahmad, uno dei proprietari del terreno confiscato, conferma che i bulldozer sono già in azione nella zona, dopo averla recintata. - Bulldozer israeliani iniziano a devastare e a distruggere 120 dunum di terra agricola nella zona di Sawahra Sharqiya affermando che la terra in questione è di proprietà dei coloni. Il sig. Musa Sorri, uno dei legittimi proprietari come potrà far valere i suoi diritti? - 4/6: sempre nella zona di Jabal Al-Mukkaber il governo israeliano inizia la costruzione di un nuovo insediamento: sono previsti appartamenti, un albergo e una stazione metropolitana. Nel passato i proprietari palestinesi avevano tentato di costruire nella stessa zona, ma il Comune di Gerusalemme aveva sempre negato il permesso perché la zona doveva restare zona verde. I proprietari - uno di essi è il sig. Mahmud Abed - possiedono regolari certificati di proprietà. I partiti israeliani di sinistra criticano questa decisione presa dal loro governo e la considerano come un atto provocatorio. - 5/6: Il capo dell'esercito israeliano nella West Bank, generale Izhaq Itan, annuncia la confisca di 30 dunum nel villaggio di Essawiya: questa terra sarà utilizzata per l'apertura di una nuova strada a favore dei coloni degli insediamenti di Anatot e di Ramat Eshkol; nella stessa zona verrà costruita, inoltre, una caserma per la guardia della frontiera. - 10/6: Si sono verificati scontri tra i proprietari dei terreni di Jabal Al-Mukabber ed i soldati che danno protezione ai bulldozer che lavorano nella terra confiscata. - 12/6: con la scusa del mancato permesso di costruzione, vengono demoliti dai bulldozer, nel villaggio di Sur Baher, 5 case appertenenti a 6 famiglie: Atef Abu Kaff, di 38 anni e suo fratello Nasser, di 35, Hamza Ramouni, di 20 anni e suo fratello Mohammed, Hamdan Abu Kaff, di 52 e Imad Dabbash. La superficie delle case varia dai 130 ai 600 mq; per questa operazione sono stati impiegati 9 bulldozer. Alcuni proprietari aveva ricevuto l'ordine soltanto 48 ore prima della demolizione, altri non l' hanno ricevuto per niente, come il caso di Imad Dabbash che ha perso una casa di 450 mq. BETLEHEM - 3/6: 9 famiglie del villaggio di Walaja, a ovest di Betlehem, ricevono l'ordine di demolizione delle proprie case; uno stesso ordine colpisce la sede del Comune che, oltre agli uffici, ospita un ambulatorio medico. La decisione del governo israeliano è a favore di Har Gilo, insediamento che è stato costruito ultimamente sui terreni di Beit Jala e di Walaja (negli ultimi anni, 14 case sono state demolite e 107 dunum di terra confiscati ). - Bulldozer israeliani iniziano a distruggere decine di dunum di terra agricola nel villaggio di Za'tara, a sud-est di Betlehem, causando lo sradicamento di decine d'alberi d'olivo. - 4/6: I lavori per l'apertura di una by-pass road nella zona est di Betlehem continuano incessantemente distruggendo centinaia di dunum di terra agricola nei villaggi di Za'tara, Ras El-Wad, Fredis e sradicando centinaia di alberi di vite e di olivi. Questa operazione avviene in parallelo con la decisione di confiscare di altrettanta terra nella zona sud che dovrà separare la provincia di Betlehem dalla zona di Gerusalemme. In questo modo la provincia di Betlehem sarà divisa in tre sub-zone; nello stesso tempo continua l'operazione che riguarda lo scavo di una fossa profonda 2-3 m con un recinto che, partendo a nord di Beit Jala arriva ai villaggi di Khass e Nu'man ad est di Betlehem: con questo recinto si rischia di perdere quasi 1.500 ha (il 2.5% della terra della provincia stessa). HEBRON - 3/6: Blindati entrano nei villaggi di Yatta e di Beit Ummar danneggiando tutti i trattori agricoli che incontrano; nella zona di Yatta, i coloni, con 6 fuoristrada, trasformano un campo di grano in una pista per formula uno e aggrediscono la famiglia del Sig. Saber Alldeini, proprietario della terra: la madre di Saber, Sig.ra Fatima di 70 anni, è rimasta ferita. - 2/5: Bulldozer israeliani ritornano nella zona di Beit Ummar per continuare il lavoro di distruzione di decine di dunum coltivati soprattutto con vigneti; l'esercito impedisce ai proprietari di raggiungere le loro terre che verranno poi annesse all'insediamento di Karme Tzur. - 13/6: Nelle vicinanze della città di Dura gli israeliani intendono aprire una nuova strada, lunga 5 km e larga 20 m, che toccherà la stessa città. Questa operazione non si limita alla distruzione di terra agricola coltivata con alberi d'olivo, viti e orti, ma comporta la distruzione della rete idrica. La terra colpita appartiene alle famiglie Masalmeh, Rojoub, Sharawneh, Brewish e Shrha. Questa operazione entra nel quadro della creazione di una zona di separazione tra i Territori Palestinesi ed Israele, lungo la linea verde. - 15/6: L'esercito israeliano demolisce la casa del sig. Salem Dweik di Hebron. - 22/6: Nell'insediamento di Karme Tzur, sulla terra lavorata con i bulldozer qualche giorno fa, l'esercito israeliano aggiunge nuove case prefabbricate. Nella stessa provincia, nuove case prefabbricate sono state aggiunte all'insediamento di Tarusa vicino a Dura. GAZA - 1/6: I soldati sparano contro i lavoratori del Comune di Rafah, che cercano di sistemare l'unità del trattamento delle acque nere, che si trova nel campo profughi, per poter liberare la città da zanzare e mosche. - L'esercito israeliano lancia una terribile campagna contro i pescatori nella zona Mawasi, confiscando le loro barche e più di 40 motori; il sig. Ibrahim Bardawil ha perso la sua barca che costa quasi 130.000 $. La marina israeliana spara contro quei pescatori che cercano di uscire in mare per la pesca. - Nella città di Khan Younis, nel solo mese di Maggio, il settore dei polli ha perso 15.000.000 NIS, quello delle ovaiole 6.840.000 NIS: sono più di 200 le aziende con un milione di galline. - 4/6: L'esercito, con carri armati e bulldozer, entra nella città di Rafah sparando contro i civili; i cittadini sono costretti a lasciare le proprie case; i bulldozer demoliscono una casa nel quartiere di Abu Zu'rob e distruggono decine di dunum di terra agricola coltivata con limoni, olivi e datteri. - L'autorità israeliana continua ad impedire l'esportazione dei prodotti agricoli palestinesi, dalla striscia di Gaza verso la West Bank: soltanto negli ultimi due giorni centinaia di tonnellate di prodotti orticoli (350 t. di patate, 200 t. di cipolle, ecc.) sono state distrutte. - 6/6: Bulldozer israeliani hanno scavato un tunnel, profondo 2 m e largo 4 m, che inizia dalla zona di Al-Matahen e termina in prossimità del mare; questa operazione ha visto la devastazione di centinaia di dunum di terra agricola che appartiene alle famiglie Salqawi, Abadala e Emleiti della zona di Deir Al-Balah. - 9/6: L'esercito israeliano entra nel porto di Khan Younis e confisca i motori di 6 barche, con un danno per i pescatori-proprietari di quasi 30.000 NIS. - 12/6: I bulldozer iniziano i lavori per l'apertura di una nuova strada che, partendo dalla zona di Haouz arriverà all'insediamento di Natzarim: la terra agricola distrutta, coltivata con olivi, appartiene alla famiglia Massaed; il sig. Ibrahim Abu Sha'ar perde il suo pollaio che si trova nelle vicinanze, sulla strada per l'insediamento di Kissofim. - 14/6: 50 dunum di terra agricola, con alberi d'olivo, d'agrumi e datteri, sono stati distrutti dai bulldozer nel villaggio di Khuza'a: la terra colpita appartiene alle famiglie Ebreim e Eqdeih. - 16/6: Soldati israeliani sparano contro i contadini che cercano di raggiungere le proprie terre agricole nella zona di Beit Hanun; il contadino Selmi Sawarka è rimasto ferito. - 22/6: L'esercito israeliano chiede ai pescatori di evacuare il loro porto, nelle vicinanze di Khan Younis, perché intende trasformarlo in una base militare e portarvi uno nuovo insediamento. - 23/6: Il settore dei polli perde 60.000 NIS / giorno nella Striscia di Gaza; la perdita totale, in questo settore, dall'inizio dell'intifada, è di quasi 2,5 milioni di NIS ( rapporto preparato dai contadini). - 26/6: Una delegazione francese, composta da 24 persone, forma una catena umana nel campo di Rafah per permettere ai dipendenti del Comune di riparare l'unità di trattamento dell'acqua nera; prima dell'arrivo dei francesi l'esercito ha sempre sparato contro il personale palestinese e, anche questa volta, ha fatto lo stesso: ha cercato, ma inutilmente, di cacciare i francesi. - 27/6: I campi della famiglia Sha'er, nella zona di Rafah, vengono distrutti dai bulldozer che demoliscono anche due case appartenenti ai sigg. Mazen Baker e Mahmoud Abu Aiada. - 28/6: L'esercito consegna a 4 contadini di Beit Lahia un ordine di confisca dei loro terreni agricoli (50 ha): I contadini sono Mohammed Abu Halima, Ali Ekhdeir, Nadir AbdelHadi e Awsam Aklouk. - 29/6: nella zona di Beit Hanun bulldozer israeliani distruggono 20 ha di terra coltivata con agrumi e olive. - Nei pressi dell'insediamento di Gani Tal, nei territori di Khan Younis, vengono distrutti 40 dunum di terra agricola, coltivata con mandorli, olivi e serre, che appartiene ai sigg. Mahmud Astal, Yassin Astal, said Astal. - 30/6: Bulldozer israeliani distruggono una larga fascia di terra agricola lungo la linea verde ad est di Khan Younis; la fascia è lunga 25 km, coltivata con alberi d'olivo, d'agrumi e mandorle; sono state inoltre distrutte numerose serre della famiglia Eqdeih. _________________________________________ Chiunque desideri informazioni, può scrivere direttamente all'indirizzo E-Mail: cictoscana at croceviaterra.it crocevia at croceviaterra.it Chi non volesse più ricevere il "Bollettino Terra Palestinese", mandi una E-Mail vuota a: crocevia at croceviaterra.it Chi volesse mandare un contributo potrà effettuare il versamento intestato a: Toscana C. I. Crocevia c/c n°1210/00 c/o Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia - Ag. N° 551 - via Trieste, 10 Quarrata. - ABI: 6260-4 CAB: 70501-2 OPPURE C. I .C. sul CCP n° 43068006 della sede CIC di Roma. Indicare, in ambedue i casi, la causale: "Bollettino Terra Palestinese" Questo bollettino è il frutto del lavoro volontario di tecnici palestinesi del LRC e italiani del CIC e di un contributo iniziale dell'unione Europea, Regione Toscana, Arcigola Slow Food, Comune di Quarrata, Colune di Ponte Buggianese. Per poter proseguire nella sua realizzazione ci affidiamo alle libere contribuzioni di tutti coloro che faranno richiesta di questo strumento di informazione che cercheremo, nei numeri successivi di migliorare e documentare anche attraverso foto, nonostante la situazione in Palestina non agevoli il lavoro svolto dai volontari del LRC.
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