GOVERNO ISRAELIANO VIETA L'INGRESSO ALLE MISSIONI CIVILI PER LA PACE



COMUNICATO
GOVERNO ISRAELIANO VIETA L'INGRESSO ALLE MISSIONI CIVILI PER LA PACE. a
ROMA, ANCONA, TORINO, COMO, PADOVA, SCHIO, MILANO E ALTRE CITTA'
MANIFESTAZIONI DI PROTESTA

Luisa Morgantini, presidente della delegazione del Parlamento Europeo per
le relazioni con il Consiglio Legislativo Palestinese, protesta con forza
per il comportamento delle autorità israeliane che hanno negato l'ingresso
in Israele delle missioni civili internazionali. Tale divieto mostra ancora
una volta la politica repressiva del governo israeliano e mina la
democrazia di questo Paese, come anche lo svolgimento regolare delle
relazioni con i cittadini europei.
In conseguenza di ciò si è dovuto posporre la catena umana di Gerusalemme.
La catena umana, un evento internazionale che avrebbe dovuto aver luogo il
28 e il 29 giugno in Cisgiordania e a Gerusalemme, è stata sospesa a causa
dell'espulsione di civili che avrebbero voluto entrare in Israele per
partecipare all'evento, e a causa di conseguenti problemi interni. La
catena umana era stata organizzata dalla Campagna per la Pace dei Popoli
Israeliano e Palestinese - Israeli-Palestinian Peoples' Peace Campaign -
che rappresenta dei movimenti pacifisti sia dal lato israeliano, sia da
quello palestinese, contando personalità quali Sari Nusseibeh, Yaser Abed
Rabbo, Hanan Hashrawi, Yossi Beilin, Yossi Sarid, Yael Dayan e i due Premi
Sakharov, Nurit Peled ed Izzat El Ghazzawi. Il fine della manifestazione
era di dimostrare che in entrambi i popoli esistono delle maggioranze che
credono nella possibilità della pace basata sulla fine dell'occupazione, su
due Stati per i due popoli, su Gerusalemme due capitali per due Stati e su
una giusta soluzione del problema dei rifugiati.
Ai gruppi di civili internazionali arrivati all'aeroporto Ben Gurion di Tel
Aviv è stato vietato l'accesso dalla polizia di frontiera israeliana,
nonostante il fatto che  l'iniziativa fosse stata precedentemente
autorizzata ufficialmente da parte delle autorità.
La motivazione fornita per spiegare il divieto è stata che "la
partecipazione alla catena umana non è una ragione sufficiente per entrare
in Israele".
Era stato previsto l'arrivo in Israele di un gran numero di cittadini
europei. Tra di essi, alcuni membri del Parlamento Europeo e circa 350
Italiani, organizzati da Action for Peace e dalla Coalizione della Tavola
della Pace, dalle Regioni Campania, Toscana, Emilia Romagna  e Umbria e da
molte associazioni, sindacati, enti locali e partiti politici. Molti tra
questi sono stati costretti a prendere immediatamente un volo per l'Italia,
mentre 15 di loro hanno dovuto passare la notte in una stanza chiusa a
chiave, dove hanno ricevuto acqua e cibo solo dopo moltissime ore e
solamente grazie alle ripetute richieste dell'Ambasciata Italiana in
Israele.
Fonti diplomatiche dicono che il Ministro degli Interni israeliano ha preso
la decisione di impedire a qualunque cittadino estero di prendere parte
alla catena umana, così come ad ogni altra iniziativa. Membri della Knesset
e leaders di Peace Now - che sono tra i promotori della catena umana -
essendo stati informati, si sono impegnati per cambiare la decisione. Ma,
nonostante ciò, il governo israeliano ha rifiutato di cambiare la sua
posizione.
Le autorità israeliane si sono assunte un'enorme responsabilità ostacolando
il sostegno internazionale alle forze che cercano di fermare l'occupazione,
che uccide tutti, di rompere il circolo della violenza e del terrore, di
riaprire la strada del dialogo e della negoziazione.
Luisa Morgantini dichiara che "è tempo per una pace giusta, la pace è
necessaria sia per i Palestinesi sia per gli Israeliani, è tempo che
l'esercito israeliano ponga fine ai suoi crimini, si ritiri dai territori e
cessi l'occupazione, è tempo che, non i palestinesi ma i  gruppi che
commettono azioni terroriste la smettano, è tempo per il popolo palestinese
di scegliere in libertà la propria leadership e di costruire uno Stato
democratico senza il tallone dell'occupazione.
 E' tempo che l'Unione Europea, i Paesi arabi, l'ONU, la Russia facciano
pressione su Israele e sugli Stati Uniti perché venga ristabilita la
legalità internazionale, è tempo di inviare delle forze internazionali,
come richieste da Palestinesi e da Israeliani per la pace, per prevenire la
violenza e difendere la popolazione civile palestinese.

Bruxelles, 27 giugno 2002

info: 0032-2-2847151 - 0039-348-3921465
e-mail lmorgantini at europarl.eu.int

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