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COMUNICATO CONGIUNTO BERRETTI BIANCHI-PAPA GIOVANNI XIII-OPERAZIONE COLOMBA
- Subject: COMUNICATO CONGIUNTO BERRETTI BIANCHI-PAPA GIOVANNI XIII-OPERAZIONE COLOMBA
- From: "Silvano Tartarini" <bebitartari at bcc.tin.it>
- Date: Mon, 24 Jun 2002 13:17:53 +0200
Cari amici, vi invio in allegato questo comunicato congiunto dalla terra di Palestina. Un caro saluto COMUNICATO CONGIUNTO BERRETTI BIANCHI-PAPA GIOVANNI XIII-OPERAZIONE COLOMBA 22.06.02 Questa mattina quattro volontari dell'Operazione Colomba e dei Berretti Bianchi stanno cercando di entrare nell'area di Al Mawassi. L'area di Al Mawassi si estende nella fascia costiera nelle municipalità di Khan Younis e Rafah, nella parte meridionale della striscia di Gaza. La zona di Al Mawassi è considerata "zona gialla" dopo gli accordi di Oslo, cioè sotto completa amministrazione civile e militare israeliana. Le ottomila persone palestinesi che vi abitano sono sottoposte a numerose restrizzioni da parte delle autorità israeliane. Il coprifuoco viene imposto tutte le notti, è vietato ai palestinesi costruire nuove abitazioni o strutture pubbliche. La diretta vicinanza con gli insediamenti e la massiccia presenza di militari mette la popolazione civile in una continua situazione di pericolo, tensione e paura. Nell'area non sono presenti strutture sanitarie e per i palestinesi che vi abitano è molto difficile entrare e uscire dall'area. Vi sono casi di persone alle quali, pur essendo residenti nell'area, viene negata l'entrata e, spesso, sono costrette a bivaccare nelle vicinanze del check point nell'area di Tufah, considerata molto pericolosa a causa dei continui scontri tra l'esercito d'occupazione israeliano e le forze palestinesi. La situazione economica ad Al Mawasi è disastrosa per la difficolta, da parte dei contadini, di coltivare la loro terra, e di trasportare fuori i prodotti. Anche la pesca risente di queste restrizzioni, i due attracchi per pescherecci, giacciono inutilizzati, ormai da quasi due anni. L'accesso per i palestinesi non residenti è vietato e anche gli stranieri sono costretti a richiedere un particolare permesso presso le autorità militari israeliane. L'area di Al Mawasi è tra le più fertili e ricche di risorse idriche della striscia di Gaza e da circa vent'anni in parte occupata da insediamenti israeliani. Le autorità israeliane giustificano tutte le restrizzioni causate alla popolazione civile palestinese con il pretesto della sicurezza dei tremila coloni israeliani, costringendo cosi ottomila palestinesi, residenti nell'area, in una situazione che ricorda molto i ghetti ebraici della prima metà del secolo scorso. Miloon Kothari, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto alla casa, afferma, nel suo recente rapporto, che Israele giustifica questi insediamenti come necessari a causa del "naturale" incremento demografico. Ma, mentre il numero dei coloni cresce del 12% all'anno, la popolazione israeliana è aumentata appena del 2% all'anno. "Israele ha utilizzato la crisi attuale per consolidare l'occupazione dei territori palestinesi - ha riferito Kothari - La costruzione di nuovi insediamenti israeliani è incendiaria e provocatoria e i coloni sono liberi di esercitare violenze e di occupare le terre. Israele ha costruito più di 100 colonie - case per circa 200.000 Israeliani - sulla terra occupata durante la Guerra dei Sei giorni, e continua a costruirne." Condividiamo le affermazioni di Miloon Kothari e per questo siamo decisi ad entrare nell'area di Al Mawasi per poter testimoniare la situazione in cui la gente vive.
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