all'amico palestinese



20 giugno '02
Caro amico palestinese,
sono uno che ha sempre riconosciuto i dolori e sostenuto i diritti del tuo
popolo, causati dalla politica ingiusta e arrogante spesso seguita da
Israele e dall'Occidente.
Ora ti dico, più forte di diverse altre volte precedenti: tu, l'Autorità
Palestinese, tutto il tuo popolo, dovete riuscire a sconfessare e trattenere
gli attentatori suicidi.
Bisogna comprendere la disperazione che esprimono, causata da chi chiude le
prospettive di vita.
Ma la loro azione, che essi considerano un sacrificio meritorio, è un'
ingiustizia grave, perché uccide civili che hanno lo stesso diritto alla
vita che abbiamo tutti, che hai tu, che ho io.
E' un delitto che scredita agli occhi del mondo il vostro diritto, mentre
voi avete bisogno del sostegno della comunità dei popoli.
E' offesa alla religione, a tutte le religioni, nessuna delle quali permette
mai di uccidere persone inermi, personalmente innocenti.
E' una stoltezza perché dà il pretesto ben fondato a rappresaglie pesanti e
dolorose, senza fine.
I cosiddetti "kamikaze" non sono "martiri" della Palestina, ma complici
della politica violenta di Sharon.
Caro amico palestinese, aiuta tutti i tuoi fratelli a vedere che le armi e l
'omicidio non portano davvero mai alla vittoria della ragione e del diritto,
ma prolungano nelle generazioni una catena inutile e interminabile di dolori
e di sangue, contro la vita. E' ciò che diciamo anche agli israeliani, e
dobbiamo ricordarlo anche a voi. «Gareggiate dunque tra voi nelle opere
giuste» (Corano 5, 48) e non nello spargere sangue.
Capisco bene che per voi, anche disapprovandoli, può essere difficile
sconfessare dei fratelli che pensano di fare bene ad agire così (o sono
indotti a credere questo da qualcuno che non vuole una soluzione pacifica
del conflitto). Ma voi potete vedere che essi danneggiano la causa del
popolo palestinese e ne offendono la reputazione morale.
L'odio non porta mai bene e rende il mondo sempre più inospitale e crudele.
Promuovete i metodi della resistenza attiva, politica, popolare,
nonviolenta, di cui avete tra voi e attorno a voi l'esperienza e l'
insegnamento. Il mondo vi capirà e vi sosterrà molto di più. La solidarietà
dei popoli è l'arma politica che non uccide e di cui avete bisogno voi come
tutti, più di tutti.
C'è chi dice che i pacifisti tra voi vengono eliminati come se fossero dei
collaborazionisti di Israele. Dimostrate a chi dice questo la vostra civiltà
morale.
Allora, chi vi capisce e vi appoggia potrà farlo senza l'imbarazzo e l'
esitazione causati in noi dai ripugnanti delitti dei suicidi stragisti.
Di questo vi supplico, per la simpatia e l'amicizia che ho per il vostro
popolo.

Enrico Peyretti

Attach Rimosso dal Dark Killer