Riflessione e ipotesi. Pace, giustizia e democrazia - La difesa dei diritti umani in Italia



Riflessione e ipotesi
Pace, giustizia e democrazia -
La difesa dei diritti umani in Italia -

Si stanno addensando ombre nere sulla democrazia
italiana. Da tempo tra i molti anche "Pax Christi" lo
sta evidenziando. Nel gennaio scorso, durante un
seminario sui "diritti minacciati", il movimento ha
inviato la sua solidarietà alla Magistratura
affermando che "la nostra giustizia ha bisogno di
essere più celere, ma con regole che valgano per
tutti" e che è urgente "riscoprire il valore della
legalità e del bene comune, che è garanzia di
democrazia così come ci veniva a suo tempo
autorevolmente chiesto dal documento dei vescovi
italiani 'Educare alla legalità'". Nel testo si
parlava anche di "coincidenze" tra alcune proposte
governative e il Piano della loggia massonica P2.
Oggi, la violenza dell'attacco governativo alla
Magistratura si accompagna a iniziative legislative e
mediatiche segnate da un enorme accumulo di interessi
che inquina la libertà e la trasparenza della vita
politica e i suoi rapporti con la comunità
internazionale. A causa del cattivo esempio che viene
dall'alto, si diffonde un clima di confusione
istituzionale, di insicurezza sociale, di degrado
civile. "Non sfugge a nessuno -scriveva don Ciotti
nel dicembre 2001- che i provvedimenti presi o le
proposte sul tappeto in materia di giustizia e di
processo sono obiettivamente tesi a salvaguardare
posizioni e poteri eccellenti dagli obblighi della
legge. Legge che, a differenza di quanto sta scritto
(forse ancora per poco)  sulle pareti delle aule di
tribunale, è sempre meno uguale per tutti".
L'intervento continuo  di esponenti del governo e
della maggioranza su vicende giudiziarie riguardanti
la corruzione politico-economica o le manifestazioni
di Milano, Napoli e Genova, non esprime solo una
pregiudiziale ostilità verso i magistrati ma una
palese violazione dei principi dello "stato di
diritto". In molti casi, la presunzione di innocenza
sembra diventare presunzione di impunità (per gli
arrestati o indagati) e certezza di colpa per i
magistrati. Il comportamento della parte più
aggressiva della maggioranza diventa un grave atto di
intimidazione verso chi sta compiendo il proprio
dovere. Alimenta divisioni tra gli organi dello stato.
Semina sospetti di complotti ovunque. Sembra
proteggere persone e gruppi "intoccabili". Umilia e
condiziona l'informazione. Scredita il movimento
sindacale e giovanile.  Limita lo spirito critico.
Involgarisce la sensibilità civile. Tende ad annullare
la ragione e a spegnere il desiderio.
Occorre impedire la deriva! Tenere desto il variopinto
girotondo civile perché. non caschi il mondo (della
democrazia). Rilanciare l'allarme democratico di
Giuseppe Dossetti, ripreso più volte in questo periodo
da Caponnetto e da Borrelli, da Scalfaro e da Bobbio,
da autorevoli esponenti della Comunità europea e da
alcune Procure d'Europa.  Anche l'ONU, con la sua
Commissione per i diritti dell'uomo di Ginevra, sta
interessandosi al nodo giustizia-politica in Italia.
L'azione per la pace (rivolta alla riduzione del
commercio delle armi, alla tassazione delle
speculazioni finanziarie, alla difesa dei diritti
umani in Medio Oriente, in Sud America e nell'Africa
centrale, alla prevenzione delle guerre, al dialogo
tra culture e religioni) si sposa oggi con la lotta
nonviolenta  per la democrazia, la giustizia e lo
sviluppo dei diritti umani anche in Italia.
Occorre sviluppare progetti di educazione alla
legalità e alla democrazia e favorire l'abrogazione di
alcune leggi lesive della legalità costituzionale.  In
prospettiva, bisogna pensare alla nascita di un
"istituto nazionale per la difesa dei diritti umani"
secondo il modello previsto dall'ONU,  dalla sua
"Carta dei difensori dei diritti umani" varata nel
1998.

Sergio Paronetto*

*Consigliere Nazionale, responsabile della Commissione Diritti Umani di Pax
Christi Italia


Verona, 1 maggio 2002






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