URGENTE RICHIESTA ADESIONI



Cari amici e amiche, di seguito vi inviamo un appello che è stato fatto
circolare in tutta Europa, in molte lingue e che verrà pubblicato su un
sito apposito. L'appello come potrete vedere è molto simile a quello cui
avete già aderito che è stato lanciato dall'Ass. AZAD, l'Ass. per la Pace,
le Donne in nero e i Giuristi democratici. Per questa ragione, voi che
avete già aderito siete invitati a sottoscrivere anche questo. Vi
preghiamo, scusandoci per l'urgenza, di risponderci entro oggi sulla vostra
eventuale adesione inviandoci un email di risposta. l'indirizzo del sito
nel quale sarà pubblicato l'appello è: http://www.veto_liste.org, già negli
altri paesi è cominciata la raccolta delle adesioni. Contiamo sulla vostra
sollecitudine. Grazie



NON COMPROMETTETE LA PACE!

APPELLO ALLA RAGIONE POLITICA


Il 3 Maggio l'Unione Europea ha incluso il nome del PKK nella sua lista
delle organizzazioni terroristiche, senza alcuna giustificazione politica o
giuridica.

La leadership del Partito dei Lavoratori del Kurdistan ha stabilito sin dal
lontano 1993 che una soluzione del conflitto con la Turchia non debba
essere perseguita attraverso la "violenza". I kurdi hanno rinunciato alla
loro richiesta di avere un proprio Stato, richiesta che è stata sostituita
dall'aspirazione di 'poter esprimere liberamente la propria identità come
kurdi' all'interno dei confini della Turchia. Nel 1998 Abdullah Ocalan è
partito dal Medio Oriente al fine di ottenere appoggio al suo progetto di
pace in Europa. E' stato deciso che l'idea di liberazione nazionale
attraverso il conflitto armato è stata "storicamente superata" e sostituita
dai metodi dell'azione civile e del dialogo. Le unità di guerriglia armata
kurde si sono ritirate dal territorio della Turchia da più di tre anni.
Questo processo di trasformazione del movimento kurdo ha avuto la sua
logica conclusione il 10 Aprile 2002, quando l'ottavo Congresso del Partito
dei Lavoratori del Kurdistan ha deciso di sciogliere completamente il
partito e di riorganizzare il suo lavoro, adoperando interamente metodi
pacifici e democratici, sotto il nome di "Congresso per la Libertà e la
Democrazia del Kurdistan" (KADEK).

Questo cambiamento strategico, portato avanti in modo condiviso e
credibile, misurabile da prove,  è stato connotato dalla chiara rinuncia
della guerra, di ogni violenza e terrore. E' stato confermato dalla
speranza per le possibilità di mutua comprensione, rispetto, e costruzione
di una società civile attraverso il negoziato e l'opportunità di utilizzare
il dialogo per superare il deficit di democrazia della Turchia nel lungo
processo di ingresso all'Unione Europea.

Non esiste alcun pericolo proveniente dalla parte kurda. Né bombe, né
violenza. Nessun atto di terrorismo è stato commesso da parte dei kurdi in
Germania, Turchia, o in qualunque altro luogo in Europa. Ma ironicamente, i
kurdi sono stati puniti e collocati nella "lista europea delle
organizzazioni terroristiche ". In stridente contraddizione col presunto
scopo di combattere il terrorismo, i kurdi vengono nuovamente deprivati del
diritto all'autodeterminazione, nonostante abbiano scelto di presentarsi
politicamente ai leader Europei, che ancora sono legati ad una concezione
storicamente obsoleta del PKK, quando i kurdi hanno dichiarato che la
missione del PKK si è ormai conclusa.

La pietosa motivazione di questa logica fuorviante è che la Turchia sarebbe
messa molto più sotto pressione dalla politica di pace e democrazia portata
avanti dai kurdi, che da ogni precedente conflitto armato. Dal punto di
vista di Ankara questo significativo cambiamento rappresentato dalla nuova
iniziativa ,urda non costituisce altro che la minaccia che i kurdi possano
conquistare diffusa approvazione e successivo riconoscimento, ma contrasta
anche visibilmente col fatto che, come sempre, la Turchia rifiuta ogni
domanda di  democrazia e di rispetto per i diritti delle minoranze.

Sebbene screditate dal punto di vista della democrazia,  le autorità 
turche proveranno adesso con l'aiuto dell'Europa a rimodernare se stesse,
assicurando che il movimento politico kurdo sia inscritto nella categoria
del terrorismo attraverso il PKK (o, come ora viene richiesto, il KADEK).

Come stanno le cose in realtà? 4,500 villaggi kurdi distrutti e quasi 3
milioni di persone cacciate dalle loro terre. L'uso delle armi provenienti
dall'Europa contro i kurdi. Tortura e la copertura degli assassini da parte
dello stato minacciano di diventare nuovamente tollerati ora che il PKK
viene inserito da parte dell'UE nella lista delle organizzazioni
terroristiche.


CONSEGUENZE

Corte Europea: i procedimenti riguardanti i diritti umani, pendenti da
lungo tempo contro la Turchia, potranno essere annullati o bloccati poiché
in futuro ogni crimine commesso contro i diritti umani potrà essere
giustificato come parte della guerra al terrorismo.

Legislazione in materia di asilo: sotto l'apparente applicazione dei
criteri della Lista UE e la sua datata definizione del PKK, la Turchia
sottoporrà all'Europa la sua lista di persone sospette, scelte
arbitrariamente, e chiederà che siano estradate, in tal modo trasformando i
Ministri europei della Giustizia e degli Interni in guardie carcerarie per
conto di Ankara.

ONG: la lista UE delle organizzazioni terroristiche costituirà le
vincolanti linee guida per le Organizzazioni Non Governative, per le
organizzazioni per i diritti umani, per lo sviluppo e per l'ambiente, e le
asservirà ad esse. Lo stesso verrà applicato alle banche, alle fondazioni,
alle università, ai college e alle scuole. Gli insegnanti avranno da temere
punizioni se utilizzeranno materiale kurdo o se permetteranno ai bambini
kurdi di imbattesi in parole che possano indicare sostegno al PKK.

Associazioni culturali kurde: considerate tutte come terroriste, se
asseritamente o di fatto sono associate al KADEK, e potranno aspettarsi di
venire chiuse e di subire la confisca dei propri fondi.

Libertà di espressione: tutti i cittadini europei potranno ricadere
vergognosamente nell'applicazione dei criteri implicati dalla lista,
laddove sostengano le attività democratiche e non violente dei kurdi,
perché saranno considerati sostenitori del "terrore". La stampa e la
televisione kurde potranno essere chiuse senza troppi complimenti in
qualsiasi momento.

Lingua kurda: mentre gli studenti kurdi, gli insegnanti e i genitori di
tutte le sfere sociali in Turchia esprimono il loro desiderio del
riconoscimento  della propria lingua, attraverso campagne pubbliche, questo
diverrà "terrorismo", non solo per lo Stato Turco ma anche per quelli
dell'Unione Europea.

Pace in Medio oriente: la Turchia riuscirà infine a fare appello alla
definizione europea di terrorismo per giustificare la propria invasione
militare permanente del Nord Iraq, che è contraria al diritto
internazionale. La continua e grave distruzione della pace nella regione
riceverà un pericoloso incoraggiamento dall'approvazione dell'Europa.

L'esemplare progetto d'emancipazione dei kurdi, il grande progetto
anti-nazionalista, basato sulla pace e sulla federazione democratica dei
multietnici stati del Medio oriente sarà completamente messa a tacere!


NOI DICIAMO NO!

Dichiariamo la nostra risoluta opposizione. Noi dichiariamo la nostra ferma
e incrollabile determinazione a seguire la strada del negoziato e della
risoluzione del conflitto, mettendo da parte ogni uso della violenza. Noi
non siamo "terroristi" ma cittadini del mondo, con eguali diritti, compreso
il diritto al riconoscimento a veder riconosciuta la nostra esistenza.

Noi domandiamo quindi un'immediata revisione della lista dell'Unione
Europea, che non dovrà mai incluiderci al primo posto. Nessuno ci può
togliere la libertà, nessuno può impedirci di perseguire i nostri obiettivi
di futura pace e democrazia.


KURDI IN EUROPA E NEL MONDO

La nostra battaglia ha bisogno del tuo supporto e dell'approvazione e della
solidarietà dell'opinione pubblica democratica, dei media, dei partiti
politici, delle organizzazioni ed associazioni, e di tutte le persone
libere ovunque esse siano.

Ti preghiamo di sottoscrivere la nostra petizione per chiedere assieme a
noi l'immediata revisione di questa lista della vergogna.


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