1 maggio



1 maggio
Forse non è tutto perso, possiamo e dobbiamo farcela,per noi e per loro 
che verranno. 
Questo è ciò che si definisce nella mia mente, prendendo una forma 
sempre più nitida, più chiara, raggiungendo quasi la forma di un 
imperativo, di un ordine inderogabile, mentre ascolto e osservo ciò che 
avviene a Bologna. Poi penso ai Social forum, ai feriti, ai morti e la 
mia diviene una certezza, quasi a voler dare un senso a quel giro di 
vite che hanno immolato la propria per tutto questo. No, non è 
vendetta, ne rabbia contro coloro che di questo potere sono gli 
strumenti, è invece amore per un sogno o forse il sogno di un amore 
nuovo, pacifico e originale che mai ha trovato posto sugli scomodi 
gradini della storia. Un atto, un impegno per voler dare significato a 
ciò che quotidianamente facciamo che non sia quello di accumulare 
cadaveri nelle nostre banche. 
Mai come in questi ultimi anni si è avuto una sensazione di immobilità, 
di paralisi quasi joisiana una società che ristagnava nelle acque 
fetide della convenienza e del buon senso; mai come in questo ultimo 
anno si avvertiva un'atmosfera pensante, inquinata dai fumi della 
sconfitta o peggio della rinuncia e dell'accetazione. Ma la fenice 
risorge solo dalle sue ceneri. Così alla politica ufficiale si 
affiancata una più vera e democratica, anche se non riconosciuta. Per 
la prima volta le idee hanno l'odore delle officine, delle cucine e 
delle fabbriche e non quello della pulita sterilità delle scrivanie dei 
piani alti. Per la prima volta la politica non si sporca le mani nella 
concretezza del vissuto, ma parte,nasce e vive di quella "sporcizia" e 
la riconosce come sua madre e come sua erede.
Perchè non sia una bandiera a essere portata da un uomo, ma un uomo a 
portare una bandiera vale la pena di vivere e rischiare.

Angelo Attolico