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Delegazione di medici sardi nel Kurdistan irakeno
- Subject: Delegazione di medici sardi nel Kurdistan irakeno
- From: KurdishMailingList <kurds at ranchdeiviandanti.it>
- Date: Tue, 30 Apr 2002 11:48:37 +0200
Comitato di solidarietà con il popolo del Kurdistan NOTA STAMPA: Delegazione di medici sardi nel Kurdistan irakeno L'azione di solidarietà da parte dei sardi verso il popolo kurdo prosegue con una nuova delegazione che ha lasciato la Sardegna il 26 aprile per raggiungere tra qualche giorno il Campo profughi di Mahmura, nel Kurdistan Irakeno. La delegazione è composta dalla farmacologa Mariangela Pedditzi di Cagliari, dall'odontoiatra Flavio Cabitza di Olbia, dal medico di base Demetrio Del Rio di Oristano e dal documentarista oristanese Antonello Carboni. Il suo compito è quello di monitorare la situazione igienico sanitaria del campo in cui vivono circa diecimila persone in condizioni di estrema precarietà, con diffuse patologie gastroenteriche d'estate e respiratorie d'inverno. Nel campo non mancano malattie più gravi come la Tbc e tumori tra cui alcune leucemie infantili riconducibili probabilmente anche al fall-out chimico e radioattivo delle armi usate nella guerra del golfo ma anche nelle azioni di guerra dell'esercito turco. Sono numerosi i casi di handicap fisici e di postumi di ferite e traumi, che avrebbero bisogno di cura, riabilitazione e protesi. L'ospedale più vicino è quello di Mosul a 110 Km. Attualmente nel campo esiste un solo ambulatorio nel quale operano due medici delle Nazioni Unite ed infermieri volontari scelti fra gli stessi profughi, che assiste in media cento persone al giorno e a volte effettua piccoli interventi chirurgici, con materiali e medicinali assolutamente insufficienti. Occorrerebbero materiali per trasfusioni e donazioni del sangue, per le radiografie, per interventi chirurgici in "day hospital", farmaci essenziali e vaccini, oltre ad alcune specializzazioni mediche come un dentista ed un ginecologo. Il campo è formato da kurdi provenienti dalla Turchia. Nel 1994, in seguito all'ingiunzione di lasciare le loro case da parte delle forse armate turche, circa trentamila persone abitanti in decine di villaggi nella zona ai confini con l'Irak, attraversarono a piedi il confine turco-irakeno e si attendarono pochi chilometri più avanti. Il prezzo dell'esodo sulle montagne fu altissimo: trecento morti e circa seicento feriti. In quel campo i profughi erano in condizioni disperate: l'alimentazione era scarsa ed il campo era soggetto a periodiche incursioni delle forse armate turche. Nel 1998 i profughi decisero di allontanarsi dal confine e si spostarono in una zona controllata dal governo di Bagdad che assieme all'Unhcr fornì loro i materiali per sostituire le tende con dimore in muratura. Le traversie, le fughe mediante le "carrette del mare" che approdano nelle coste calabresi e siciliane e le persecuzioni hanno ridotto il numero fino alle attuali diecimila persone. Nel campo esistono tre scuole elementari, una scuola media ed un liceo, tutte gestite da circa sessanta insegnati volontari. In media ogni studente possiede una matita e mezzo quaderno mentre i libri, spesso riprodotti a mano, sono pochi e collettivi. Prima di giungere al Campo di Mahmura la delegazione, visiterà l'ospedale di Mosul e raccoglierà elementi di valutazione sugli effetti dell'embargo sulle popolazioni dell'Irak. E' risaputo che l'embargo produce pesanti effetti su quelle popolazioni, in particolare sui più deboli: bambini, anziani, malati. Secondo i dati dell'Unicef e dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità è presente il colera e la malaria e c'è una grave malnutrizione. Il Comitato di solidarietà con il popolo del Kurdistan che ha già avviato una raccolta di fondi per la fornitura di un'autoambulanza divulgherà il rapporto della delegazione, promuoverà nuove iniziative di sensibilizzazione e di pressione verso le istituzioni italiane ed europee. Cagliari, 28.4.2002 Antonio Pabis 070.581338 ? 333.2384701
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