Washington Congress - Save the Date! Make your plans now to attend the 2002 IPPNW and PSR World - Congress: Summit for Survival



Invio stesura definitiva documenti da presentare al Congresso di Washinton
e da inviare all'agenzia delle NU per il disarmo approvati dal gruppo di
studio nella riunione del 16 aprile u.s.

SI INFORMA i componenti del gruppo di studio che è prevista una ulteriore
riunione domenica 21 aprile ore 20 per definire gli interventi alla
conferenza stampa del giorno successivo alla Sala stampa del Consiglio
Regionale ore 11,30 in via Cavour n. 2/4 a Firenze.
Si prega in questo senso di prendere contatto quanto prima con Fulgida
cell. 347/1798293. (per coloro che avessero necessità di essere ospitati
membri del gruppo di Firenze sono disponibili).

A Carlo Gubitosa invierò appena pronto il comunicato stampa per i giornali
nazionali.

Marco o Elio la Vs. presenza è essenziale chiamatemi e risolveremo ogni
problema logistico ed economico.

A TUTTI GRAZIE PER LA COLLABORAZIONE

Fulgida



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GRUPPO DI STUDIO
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Questa è la composizione del gruppo di studio organizzato dall'IPB per
elaborare il documento da inviare all'AGENZIA DELLE N.U. PER IL DISARMO e
che terrà la conferenza stampa del 22 Aprile p.v. presso la Sala Stampa del
Consiglio Regionale di Firenze.
La scelta è stata fatta sulla base delle competenze tecniche e delle
disponibilità oggettive e geografiche.

Sig. Elio Pagani - Rappresentate del nucleo originario di 20 dipendenti e ex
dipendenti che hanno dato vita al movimento.

D.ssa Chiara Bonaiuti - IRES (Istituto di ricerche economiche e sociali di FI e
OSCAR (Osservatorio sul commercio delle armi)
Per il supporto tecnico giuridico e politico

Prof. Angelo Baracca - Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra
dell'Università LA SAPIENZA di Roma
Per il supporto accademico

Dr. Michele Di Paolantonio - IPPNW (Organizzazione mondiale di medici e fisici
Impegnati per il controllo delle armi nucleari)
Organismo organizzatore della Conf. Di Washington

Sig. Roberto Del Bianco - PEACELINK
Funge da anello di raccordo e informazione col
movimento italiano a sostegno di questo progetto.

Sig. Alberto Barbero - Ass.ne Culturale e di Impegno Civile R.L.R. Kipling
1498- FI. Per pubbliche relazioni e supporto mediatico (TV e giornali)

D.ssa Fulgida Barattoni - IPB (International Peace Bureau - Ginevra)
Per i rapporti internazionali




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Controlli etici sul mercato delle armi - DIFENDIAMO LA LEGGE 185/90
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BREVE SCHEMA NORMATIVO

1. L. 185/90
L'Italia detiene una delle normative più avanzate e lungimiranti per la
trasparenza e il controllo del commercio di armi nel contesto europeo ed
internazionale.
La Legge n. 185/90 ("Nuove norme sul controllo dell'esportazione,
importazione e transito dei materiali di armamento") è un insieme organico
di norme che regola il commercio delle armi convenzionali impostando
sistemi di trasparenza e di controllo del commercio italiano fissa
importanti criteri di esportazione che hanno anticipato il Codice di
Condotta Europeo (divieto di esportare armi a Stati a regime dittatoriale,
a quelli che si sono resi responsabili di violazioni delle convenzioni
internazionali sui diritti umani, divieto di esportare a paesi in stato di
conflitto, o che possono, con triangolazioni, fomentare il terrorismo
internazionale, ecc. ).
La legge 185/90 prevede un unico tipo di licenza individuale da rilasciare
all'operatore per l'esportazione, importazione e transito sia di pezzi che
di componenti che di materiali finiti con l'obbligo di specificare nella
domanda:
- Il tipo di materiale da esportare
- Il valore
- I compensi per intermediazioni finanziarie,
- Il destinatario intermedio e destinatario finale
Altro punto cardine di questa legge è costituito dalle articolate procedure
di autorizzazione.
Autorizzazione alle trattative (art. 9), autorizzazione alle transazioni
bancarie (art. 27) cui seguono controlli successivi, dalla documentazione a
dogana, al certificato di arrivo a destino (art. 20) e che culminano nel
certificato di uso finale rilasciato dalle autorità governative del Paese
destinatario.
Tutte queste procedure hanno come obiettivo quello di tracciare una chiara
linea di demarcazione tra mercato lecito e illecito e di contrastare il
fenomeno delle triangolazioni.
Infine la legge recepisce le istanze di trasparenza interna ed esterna
emerse in sede ONU prevedendo un'ampia e significativa informazione al
Parlamento, e quindi all'opinione pubblica, sulle esportazioni e
importazioni di armi italiane, tramite la presentazione di una relazione
annuale al Parlamento del Presidente del Consiglio dei Ministri, che
riporta dati dettagliati su azienda fornitrice, materiale esportato,
valore, destinatario finale, banche coinvolte, etc.
Ogni Ministero per la propria competenza deve riportare, inoltre, nel
proprio allegato alla relazione annuale del governo al Parlamento (art. 5)
"indicazioni analitiche per tipi, quantità e valori monetari e per
destinatari dei materiali di armamento e rispettivi stati di avanzamento".
Il potere può poteva in tal modo esercitare un indirizzo e un ulteriore
controllo sulle esportazioni annuali degli armamenti italiani.

2. Il DDL 1927
E' attualmente in discussione un disegno di legge che introduce
emendamenti alla legge n.185/90 comportando una significativa diminuzione
dei controlli e della trasparenza per una parte  delle esportazioni
italiane di armi.
Le modifiche principali riguardano tutte le esportazioni effettuate nel
quadro di programmi congiunti di produzione, ricerca, o sviluppo svolti con
imprese di Paesi membri dell'UE o della NATO, che coprono circa il 50%
dell'export italiano verso partner europei e tale percentuale è destinata
ad aumentare.
Per tali esportazioni scompaiono i riferimenti al valore, al numero dei
pezzi, alle intermediazioni finanziarie e al destinatario finale sia in
sede autorizzatoria che nella relazione annuale al Parlamento.
Sono aboliti inoltre i certificati di arrivo a destino, il certificato di
uso finale, e i controlli bancari previsti dalla normativa. Infine non si
applicano (con alcune eccezioni) più i divieti di cui all'art.1.6.
Viene infine limitato il grado di trasparenza, di indirizzo e controllo
parlamentare.
La proposta di legge incide quindi, per una parte rilevante delle
esportazioni italiane, sui tratti salienti della legge:
Il DDL  1927 non solo si presta a incrementare la produzione di armi
destinata alla vendita a Paesi terzi, ma elimina ogni efficace controllo
sulla loro vendita e destinazione a governi e ad altri destinatari di paesi
coinvolti in guerre, violazioni dei diritti umani, persecuzioni,ecc.
Il DDL 1927 introduce un nuovo tipo di autorizzazione all'esportazione:
"l'Autorizzazione Globale di Progetto" (che si sostituisce alle singole
autorizzazioni di ciascun pezzo e componente) che si applica a tutti i
programmi di coproduzione intergovernativi o interindustriali di
produzione, ricerca o sviluppo di materiale di armamento svolti con imprese
di Paesi dell'Unione Europea e della Nato (art. 7 del DDL 1927 che modifica
l'art. 13 della L. 185/90). Per ottenere questa "Autorizzazione Globale"
l'operatore deve dichiarare solo "la descrizione del programma congiunto;
le imprese dei paesi di destinazione o di provenienza del materiale, il
tipo di materiale". Scompaiono quindi i riferimenti al numero di pezzi, al
valore, al destinatario finale, alle intermediazioni finanziarie, il
certificato di uso finale. Le autorizzazioni globali sono inoltre esentate
dai controlli bancari (art. 11 che modifica l'art. 27) e dalle
certificazioni di arrivo a destino (art. 10 che modifica l'art. 20) che
pertanto non vengono più riportate nella relazione annuale del governo al
Parlamento
In sintesi non saranno applicabili procedure autorizzative, controlli
contro le triangolazioni, controlli bancari, ne sui pezzi e componenti, nè
sul prodotto finito, tanto meno controlli circa i  divieti di esportare a
Paesi instabili o aggressivi (nel caso in cui il materiale sia assemblato
nel Paese con cui si co-produce), la trasparenza, il controllo del
Parlamento e non ultima dell'opinione pubblica scompaiono definitivamente.

3. L'Accordo Quadro di Farnbourgh per la Ristrutturazione dell'Industria
Europea della Difesa.



Il  disegno di legge si inserisce nel contesto del recepimento dell'accordo
quadro per la ristrutturazione dell'industria europea della difesa
("Framework Agreement Concernine Measures to Facilitate the Restructuring
and Operation of the European Defense Industry") presentato il 27 luglio
2000. L'accordo firmato e ratificato da altri cinque Paesi (Francia, Gran
Bretagna+Irlanda del nord, Spagna, Germania e Svezia- paesi che coprono il
90% dell'export di armi europei) è nato con il fine di facilitare il
processo di integrazione e di ristrutturazione dell'industria degli
armamenti.
Le modifiche principali introdotte dall'accordo e relative alle
esportazioni sono due:
1. L'art.12 stabilisce che, nel caso di programmi congiunti di produzione
di armi che coinvolgano industrie di due o più Stati parte del trattato, le
singole autorizzazioni alle esportazioni sono sostituite da un'unica
autorizzazione globale di progetto. Le condizioni per il rilascio e il
ritiro sono demandate agli Stati parte.
2.  L' Art.. 13 introduce anche procedure comuni tra i Paesi partecipanti a
una co-produzione per definire una lista di destinazioni lecite cui
esportare il materiale co-prodotto, una volta finito. La procedura è quella
del consenso che conferisca, almeno formalmente, a ciascuno Stato
partecipante alla coproduzione una sorta di diritto di veto nel bloccare
l'inserimento nella lista di un acquirente finale.
Per quanto l'accordo di Farnbourgh si  inserisca nell'ottica degli
snellimenti procedurali al fine di facilitare la creazione di un mercato
unico della difesa tra gli Stati partner, esso presenta un gap politico e
democratico in un'area delicata e dalle complesse implicazioni quale quella
del commercio di armi:

Il limite principale comunque consiste nel deficit di trasparenza.
L'accordo prevede per ogni singolo Paese la redazione di una "Lista
Bianca"di destinazioni accettabili. Per ogni co-produzione gli Stati
partecipanti concorderanno una "Lista bianca" di destinazioni "legittime"
verso le quali le armi potranno essere esportate. Queste liste dovranno
variare in base al progetto (per esempio le restrizioni sull'esportazione
di un elicottero potranno essere differenti rispetto a quelle per le armi
leggere).
Ttuttavia "Le "Liste bianche" non verranno rese pubbliche. Scopo
dell'Accordo è infatti quello di promuovere un'industria della difesa
europea competitiva e tali liste bianche non verranno rese note per motivi
di "riservatezza commerciale", inoltre non vi è alcuna norma che stabilisca
un'informazione ai Parlamenti sulla destinazione finale dei materiali di
armamento prodotti congiuntamente. Politicamente, la mancanza di
riferimenti ai Parlamenti nazionali o europei costituisce un passo indietro
non solo nei confronti di paesi come Italia e Svezia che prevedono un ruolo
di indirizzo e controllo parlamentare, ma anche nei confronti degli altri,
compresi i più permissivi, quali Francia e Gran Bretagna, che recentemente
hanno iniziato a pubblicare rapporti annuali sulle loro esportazioni. Nel
contesto europeo, la segretezza limita la possibilità di scambio e rallenta
il processo di costruzione di una politica esportativa ed estera comune.
Infine, in mancanza di forme di verifica, si aprono spazi a condizionamenti
da parte del settore industriale.

1. La semplificazione delle procedure autorizzatorie nazionali e la
riduzione dei controlli di materiali di armamento tra le Parti (riduzione
al minimo del Certificato di Uso Finale) non è integrata da alcun sistema
di monitoraggio centrale o collaborazione multinazionale che permetta di
seguire l'iter dei singoli pezzi e componenti di materiale di armamento, di
verificarne l'effettiva aderenza al programma, né da sistemi di verifica
sull'affidabilità delle industrie o sanzioni nel caso in cui si verifichino
illeciti.

2. In linea generale sussistono alcune vaghezze che non sciolgono il
rapporto tra dimensione economico industriale e politica giuridica in modo
chiaro. L'obiettivo, si legge nel preambolo, è quello di  "creare una
struttura giuridica necessaria a facilitare la ristrutturazione industriale
per un settore della difesa più competitivo e forte nel mercato globale e
contribuire in tal modo alla realizzazione di una politica comune di difesa
e di sicurezza comune". L'equazione industria europea della difesa forte e
competitiva = politica estera, di sicurezza e di difesa comune, che non
contempla la complessità degli elementi che contribuiscono alla creazione
di una politica estera e di difesa (diplomazia, prevenzione dei conflitti,
etc.), si riscontra anche in altre parti dell'accordo (tra cui una scala di
priorità nei criteri per la definizione delle destinazioni finali) e non
risulta del tutto compatibile con il principio informatore della normativa
italiana che sancisce la superiorità della politica estera su variabili di
natura commerciale.



CONSIDERAZIONI
Le nuove sfide per la trasparenza e il controllo dei trasferimenti di armi
convenzionali

Negli ultimi anni il processo di globalizzazione dei mercati e quello di
integrazione delle industrie europee della difesa rendono il nostro Paese
sempre più interdipendente dal contesto europeo e internazionale sia in una
prospettiva economico industriale che in una prospettiva di trasparenza e
di controllo. La crescente integrazione dell'industria, la nascita di
co-produzioni, joint ventures, società transnazionali che collegano paesi
del Nord e del Sud del Mondo favorisce la proliferazione orizzontale del
mercato delle armi e rende sempre più difficile quantificare ed
identificarne la destinazione dei trasferimenti di parti e componenti tra
imprese che appartengono alle stesse società transnazionali.
Inoltre pone nuove sfide sul versante della trasparenza e dei controlli,
volte a governare la globalizzazione di un settore dalle molteplici
implicazioni come quello del commercio delle armi.
Tuttavia, il canale politico democratico appare in ritardo rispetto a
quello economico industriale. Sul versante politico, nello specifico
europeo, il processo di armonizzazione delle normative e politiche sulle
esportazioni di armi, va avanti faticosamente e, in questo contesto,
l'Italia si trova a detenere una delle normative più avanzate, rigorose e
lungimiranti.
All'Italia si presentano due strade: quella di seguire ed adeguarsi
passivamente al processo di globalizzazione dell'industria e di
armonizzazione delle normative, ovvero quello di svolgere un ruolo attivo e
propulsivo volto a proporre i principi, i controlli e i divieti della legge
nel contesto europeo, nella direzione di una politica estera e di difesa
europea realmente lungimirante, sforzandosi altresì di ripensare, in forza
della propria normativa e dell'esperienza decennale che ne è seguita, nuove
forme di controllo e trasparenza che mirino a colmare il gap democratico e
politico e che fungano da embrione per strumenti politici democratici
adeguati ad un contesto sempre più integrato e globalizzato.
In questa direzione, tuttavia, risulta importante un sostegno delle Nazioni
Unite, da anni impegnate nella prevenzione dei conflitti, nella promozione
dei diritti umani, del controllo delle armi e della trasparenza.





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The I.P.B. - International Peace Bureau - Geneva
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D.ssa Fulgida Barattoni - I.P.B. Italian consultant rappresenta

Il Movimento di pace italiano
Al Congresso Mondiale dell' IPPNW and PSR
"Summit per Sopravvivere" Washington 1-5 Mai 2002


per difendere la Legge 185/90

Nel 1990 un gruppo di lavoratori dell'industria bellica fecero "obiezione
di coscienza" e attraverso le loro RSU sindacali diedero vita ad un
movimento circa il mercato delle armi che loro con il loro lavoro,
contribuivano a produrre.
Dietro le pressioni di questo movimento il Parlamento Italiano elaborò la
L. 185/90 che controlla in maniera dettagliata e con forte trasparenza la
circolazione dei prodotti dell'industria bellica italiana sottoponendo
questa branca di mercato sotto il controllo politico del Parlamento
attraverso un dettagliato rapporto annuale del governo e di tutti i
ministeri interessati.

Ora il DDL 1927 che ratifica l'Accordo quadro di Farnborough fra 6 Paesi
europei, produttori del 90% dell'intera produzione U.E. (Gran Bretagna,
Irlanda del Nord, Francia, Germania, Spagna, Italia, Svezia) distorce la L.
185/90 e apre la strada ad una circolazione più facile e meno controllata
delle armi italiane.

Questi 20 lavoratori non si sono arresi ed hanno deciso, attivando un
imponente movimento nazionale in difesa della L. 185/90, di portare la
questione al Congresso mondiale dell'IPPNW e PSR 2002 di Washington.

IPB Italian Consultant fubarat at tin.it  - PEACELINK www.peacelink.it -
info at peacelink.it

The I.P.B. - International Peace Bureau - Geneva

D.ssa Fulgida Barattoni - I.P.B. Italian consultant rappresenta

Il Movimento di pace italiano
Al Congresso Mondiale dell' IPPNW and PSR
"Summit per Sopravvivere" Washington 1-5 Mai 2002

per difendere la Legge 185/90

A Farnborough, su iniziativa di rappresentanti delle maggiori industrie di
armamenti europee per facilitare il processo di integrazione e la
ristrutturazione del settore, il 25 Luglio 2000 i Ministri della Difesa di
6 Paesi Europei che producono il 90% dell'intera produzione U.E. degli
armamenti (Gran Bretagna, Irlanda del Nord, Francia, Germania, Spagna,
Italia, Svezia) si sono riuniti ed hanno sottoscritto un accordo per la
ristrutturazione dell'Industria della difesa in un collettivo intento di
armonizzare le legislazioni nazionali.

Fra questi paesi l'Italia è quello che ha la legislazione più avanzata e
più all'avanguardia in tema di controllo del mercato degli armamenti: la
Legge 185/90.

Ratificare l'Accordo quadro di Farnborough (e adottare il DDL 1927)
significa per l'Italia abbassare il livello di qualità della propria
legislazione e certamente, aprire il mercato italiano degli armamenti ad
procedure più facili e meno controllate.

La L. 185/90 con i sui dettagliati e stretti meccanismi di controllo ha
realizzato in questi anni un buon lavoro prevenendo che armamenti Italiani,
anche attraverso triangolazioni, potessero essere venduti a Paesi vietati,
in aperto conflitto, con regimi dittatoriali, che non rispettano i diritti
umani ecc.

La questione è perché i paesi dell'U.E. non prendono come modello e punto
di riferimento per integrare le loro regolamentazioni la legge italiana?

IPB Italian Consultant fubarat at tin.it  - PEACELINK www.peacelink.it -
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15th World Congress - May 2002
Save the Date! Make your plans now to attend the 2002 IPPNW and PSR World
Congress: Summit for Survival
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May 1-5, 2002
The Renaissance Hotel
999 9th Street, NW
Washington, DC 20001
USA
Summit for Survival will be attended by hundreds of active and concerned
physicians and health professionals from across the United States and from
many of our 66 international affiliates. IPPNW, recipient of the 1985 Nobel
Prize for Peace, and its US affiliate PSR will be inviting a number of
Nobel Laureates and other world leaders and experts to address major
challenges to the health and the survival of humanity in the 21st century.
Among the topics to be covered at the Summit for Survival will be the
elimination of nuclear and other weapons of mass destruction, environmental
sustainability, and the prevention of violence.
Registration:
General Registration: $350.00 U.S. dollars
Student Registration: $125.00 U.S. dollars
For more information on the World Congress and to register, please visit
the PSR website. Delegates are strongly encouraged to use the PSR website
to register and to send payment with your registration. Registrations
received without payment may not be honored.
Accommodations:
For hotel reservations, visit the Renaissance Hotels website, or call
1-800-228-9290.
Group Room Rate: $159.00 (U.S. dollars) per night single/double occupancy.
Rooms are limited and are on a strict first-come first-served basis, so
make your reservations now! Registrants should request the special
IPPNW/PSR World Congress group rate when contacting the hotel.

More than 400 physicians, health workers, medical students, scientists,
political leaders, and IPPNW supporters from nearly 50 countries met in
Paris for IPPNW's 14th World Congress from June 28-July 2, 2000, to chart
IPPNW's course for the 21st century and celebrate 20 years of activism to
prevent nuclear war and promote peace.