rassegna: PER NON DIMENTICARE



PER NON DIMENTICARE



"Taal El Zaatar", in arabo "la collina del timo", una bidonville situata a
Beirut Ovest, la parte cristiana della città, nel 1976 era un gigantesco
campo profughi che ospitava su un'area di 300 mila metri quadrati, quasi
30.000 persone (una media di 10 persone per ogni vano disponibile), in gran
parte palestinesi, fuggiti da bombardamenti israeliani, armeni e kurdi che
lavoravano come operai nelle numerose fabbriche della zona.



Il campo era una roccaforte della Organizzazione per la Liberazione della
Palestina e del partito progressista libanese di Jumblatt.



I Falangisti, che non tolleravano quella orgogliosa presenza palestinese
nel "loro" territorio, iniziarono ad assediare il campo nel Gennaio 1976,
dopo aver "ripulito" il piccolo campo palestinese di Dbayeh (i morti sono
stati centinaia) ed il quartiere delle Quarantine. Alcune migliaia di
libanesi, all'inizio dell'assedio hanno lasciato allora il campo, nel quale
la popolazione più politicizzata si stava preparando alla difesa, scavando
gallerie e bunker, allestendo un piccolo ospedale, costituendo riserve di
viveri, acqua, armi e munizioni.



Il 22 Giugno ha avuto inizio l'assedio dei Falangisti, sostenuti da Israele
e dalla Siria. Migliaia di uomini, con carri armati, obici, lanciarazzi,
missili terra-terra, mitragliatrici pesanti, hanno bombardto il campo dal
22 al 30 Giugno.



L'assedio è durato 53 giorni: migliaia di persone sono morte di fame, di
sete, di tetano, di cancrena, uccisi dalle bombe e dai cecchini mentre
tentavano di raggiungere le fontanelle d'acqua.



Gli assediati hanno respinto più di settanta attacchi dei falangisti; il 12
Agosto, il campo si è arreso, dopo che parte dei combattenti si è messa in
salvo "filtrando" attraverso le maglie dell'assedio. O.L.P. e Croce Rossa
avevano ottenuto l'impegno degli assedianti a rispettare l'incolumità dei
civili.



L'impegno non è stato, però, rispettato: i Falangisti si sono abbandonati
ad esecuzioni di massa, sevizie, atrocità di ogni genere.



I morti, nel solo giorno della resa, sono stati più di 2 mila; in tutto
circa 10 mila dei 20 mila assediati sono stati uccisi nel corso delle
furiose battaglie e nella strage di inermi, successiva alla resa.