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Fw: L'APPELLO DEL FRATE DALLA CHIESA ASSEDIATA
- Subject: Fw: L'APPELLO DEL FRATE DALLA CHIESA ASSEDIATA
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Mon, 15 Apr 2002 23:57:58 +0200
PREGATE CON NOI PER LA PACE E LA GIUSTIZIA Vorrei ragionare un po' con voi, anche se trasmetto queste righe al giornale mentre fuori sento le raffiche e poco fa hanno anche lanciato una granata, da qualche parte qui vicino. Non tutti sanno come è fatta la basilica della Natività. All'esterno la chiesa ha l'aspetto di una fortezza e sulla facciata c'è un'unica, minuscola porta. Molti si stupiscono di questo quando arrivano sulla piazza della Mangiatoia. Si aspettano grandi colonne, rosoni, portali imponenti. Invece no. Per entrare, i più alti devono perfino abbassarsi. Sapete perché? L'ingresso venne rimpicciolito nel corso dei secoli per impedire l'entrata di soldati a cavallo, e anche le finestre della facciata furono murate. Non è mai stato facile vivere a Betlemme per i cristiani e neppure per i frati francescani. Molti, da che abbiamo in custodia i luoghi della Terra Santa, cioè dal 1342, sono stati uccisi. Da sei giorni viviamo chiusi dentro il convento e nella chiesa, che è considerata una delle più antiche dell'umanità. Si parla di essa 135 anni dopo Cristo, perché l'imperatore romano Adriano a quell'epoca si preoccupò di cancellare le tracce di un luogo di culto dove si riunivano a pregare genti di una nuova religione. Così abbiamo trovato scritto. Nei secoli successivi questa chiesa ha resistito per ben quattro volte alla distruzione: nel 614 all'esercito persiano di Cosroe, nel 638 agli arabi, nel 1099 quando fu salvata da Tancredi, nel 1187 quando Betlemme fu presa da Saladino. Penso a queste date, che noi ricordiamo come altrettanti miracoli, e spero che accada per la quinta volta. Ci sono 240 persone qui, adesso. Alcune sono entrate armate, altre si sono rifugiate come hanno fatto i giornalisti italiani. Io non voglio fare differenze: ci sono bambini e anziani. Ci sono militanti di Hamas, poliziotti palestinesi regolari, funzionari politici dell'amministrazione di Betlemme. Tutti uomini, nessuna donna. Il più giovane ha 15 anni. Per noi frati sono solo creature di Dio, tutti, senza distinzioni, e la giustizia di Dio chiede che a tutti sia salva la vita. Nessuno ci tiene in ostaggio, perché noi siamo a casa nostra, e la propria casa non si abbandona. Oggi, per la prima volta nella storia, nessuno ha celebrato la messa nella basilica della Natività. I nostri ospiti da sei giorni vivono qui da noi, nella vicina chiesa di Santa Caterina e nel nostro convento. Molte porte sono sfondate, tutte le finestre sono a pezzi. Ci sono cecchini israeliani che tirano attraverso le finestre. Nessuno tuttavia è mai sceso né nella Grotta della Natività, né nelle Grotte di San Gerolamo. Lì sotto, nella Grotta della Natività, da giorni noi frati e le suore ci alterniamo a pregare con il rosario. Abbiamo cucinato tutto il cibo che avevamo, stamattina hanno interrotto l'erogazione dell'acqua e l'energia elettrica va e viene. Ma siamo riusciti ad ascoltare la parola del Papa da Roma all'Angelus e ho dato ordine a quell'ora di suonare con tutte le forze le campane della chiesa. Da sei giorni quella delle campane è stata l'unica voce che si è sentita a Betlemme, oltre a quella degli spari. La nostra chiesa non è la più bella del mondo, altre lo sono. Ma credo di poter dire che è la più importante. Da qui non ho altre richieste da fare, se non quella, a tutti voi, di pregare ogni giorno un poco, qualche minuto, per la Terra Santa, per la giustizia, per la verità, per la pace per tutti i popoli che qui vi abitano. Grazie. E pace e bene a tutti. Basilica della Natività Domenica 7 aprile, ore 21.30 padre Ibrahim Faltas
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