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La crisi umanitaria in Palestina ha raggiunto un punto intollerabile
- Subject: La crisi umanitaria in Palestina ha raggiunto un punto intollerabile
- From: "kowalski" <kowalski at informationguerrilla.org>
- Date: Sat, 6 Apr 2002 20:26:47 +0200
A Nablus, ora sotto il fuoco, il Soccorso Medico ha allestito 6 ospedali da campo; la situazione in due di questi è spaventosa. Uno di questi, la moschea nella città vecchia, ha 50 feriti, tre dei quali in condizioni critiche e 15 in condizioni serie. I medici nella moschea hanno operato con l’equipaggiamento minimo, 5 corpi nella stanza dove operano. I cecchini israeliani sui tetti stanno circondando gli edifici e sparano a chiunque cerchi di uscire dalla moschea. Gli elicotteri Apache attaccano regolarmente la regione; i missili hanno già distrutto diverse case appartenenti alla famiglia Al-Usta nella città vecchia. Ci sono notizie di tre persone ferite che giacciono nelle strade vicine ma nessuno è in grado di portarli nella moschea – alle ambulanze sono impediti i movimenti. Anche nella città vecchia tre operatori sanitari sono stati presi dai soldati israeliani e usate come scudi umani mentre i soldati sono entrati casa per casa per fare perquisizioni. La stessa situazione si può dire per l’ospedale da campo nel campo profughi di Askar. Gli elicotteri israeliani Apache hanno sparato dei missili lasciando sette persone ferite, due di loro in modo grave. Si sa che ci sono quattro corpi nelle strade ma un ambulanza che aveva avuto il permesso dai militari israeliani di andare a recuperarli si è trovata sotto il fuoco e ha le ruote a terra. Mentre scrivo i soldati stanno ancora sparando alle ambulanze e l’UPMRC ha perso il contatto con loro. Le nostre fonti a Jenin riportano la stessa orribile situazione umanitaria. L’esercito israeliano ha continuamente attaccato per tutta la notte il campo profughi e la città. Gli elicotteri Apache hanno attaccato e seriamente danneggiato circa 50 case nella parte più a ovest del campo, 20 persone sono rimaste ferite e sanguinano nelle strade. Testimonianze degli abitanti dicono che ci sono 15 morti in diverse zone ma ancora le ambulanze vengono attaccate non appena cercano di raggiungere i cadaveri – questo con munizioni sparate dagli elicotteri. Ieri all’ospedale Al Razi a Jenin i medici e i paramedici hanno cercato di aiutare la 28enne Nidal Al Haj che sanguinava a morte nel cortile dell’ ospedale. Il dottor Ali Jabareen ha spiegato dall’ospedale come “i medici abbiano atteso per un lungo tempo ma senza poter uscire a soccorrerla a causa degli spari”. Non così drammatica ma ancora a rischio della vita, la situazione di donne in cinte, pazienti che necessitano della dialisi, persone vittime di attacchi di cuore, e pazienti diabetici che non possono neanche loro accedere ai trattamenti medici dai quali le loro vite dipendono. Gli ospedali riportano un razionamento dell’ossigeno e di altre forniture mediche. L’ultima notizia da Jenin è che l’esercito israeliano sta sistematicamente demolendo con i bulldozer le case nel campo profughi dove abitano 15.000 palestinesi in un area di 1 kmq. Questo succede mentre contemporaneamente stanno lanciando gas lacrimogeni dagli elicotteri sul campo. Per due giorni il campo ha resistito all’ invasione israeliana ma adesso la natura dell’invasione ha cambiato – distruggono le case con gli abitanti dentro. Anche Yatta vicino a Hebron si è trovata sotto un attacco israeliano sostenuto dalle 3am di questa mattina. Dozzine di carri armati hanno circondato la città e aperto il fuoco sugli abitanti. L’ospedale ha dato notizia di due palestinesi uccisi mentre si trovavano nelle loro case - Ali Jabareen di 22 anni, colpito con munizioni letali nel petto e Nader Jamil Al Khadder di 21 anni anche lui colpito al petto. L’ospedale li ha sepolti nel cimitero immediatamente e senza funerale perché erano preoccupati che quando l’invasione israeliana sarebbe stata completa in città sarebbe scoppiata una crisi – simile alla crisi in altre città della Cisgiordania dove i corpi sono rimasti in ospedale e nelle case a decomporsi senza che nessuno potesse seppellirli. Il dottor Mustafa Barghouti, sotto assedio a Ramallah ha commentato il furioso attacco israeliano dicendo:”questo disastro umanitario totale è stato fatto dall’esercito israeliano intenzionalmente. Adesso a Jenin, Nablus l’esercito israeliano sta facendo la stessa cosa che ha fatto in altre città della Cisgiordania, impedendo accesso ai malati e ai feriti di accedere ai servizi medici. Questo è sistematico e pianificato. I comandanti israeliani dichiarano che è sicuro per i veicoli muoversi o che è sicuro per le ambulanze e gli operatori umanitari ma i soldati sulle strade aprono il fuoco sulle nostre ambulanze. Loro stanno creando questo disastro umanitario – lo stanno usando come strumento di controllo politico.” Ieri l’UPMRC ha emesso un comunicato che mette in guardia contro il rischio di epidemie causate dalla decomposizione dei corpi intrappolati nelle case e in diverse strutture mediche. Per ulteriori informazioni contattare Juliana al Palestine Monitor +972 (0)2 5834021 oppure +972 (0)2 5833510 www.palestinemonitor.org
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