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Il declino della democrazia israeliana
- Subject: Il declino della democrazia israeliana
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Sat, 6 Apr 2002 09:12:04 +0200
di Baruch Kimmerling Professore di Sociologia all'Università ebraica di Gerusalemme, autore de "La nascita e il declino dell'israelità" Più di 350 ufficiali e soldati riservisti israeliani hanno recentemente dichiarato che non presteranno più i loro servizi all'esercito all'interno dei territori occupati. Hanno deciso di non essere partecipi dei crimini di guerra e delle atrocità che l'esercito israeliano sta commettendo in quelle terre. Con questo rifiuto essi rischiano di essere condannati dalla corte marziale e imprigionati. Il loro atto ha dato origine ad un movimento di cittadini che sostengono l'obiezione di coscienza e chiedono a gran voce che altri soldati seguano il loro esempio. Sebbene ci siano sempre stati sporadici esempi di pacifismo in Israele, o obiettori contrari a combattere nei territori occupati, sino ad ora il fenomeno era sempre stato marginale e non aveva mai scatenato un dibattito pubblico di queste dimensioni. Questa volta la situazione sembra essere diversa. La presa di posizione dei soldati, vuoi per il loro gran numero, vuoi per l'escalation del terrorismo palestinese e del terrorismo di stato israeliano, ha dato la sveglia ad un movimento di opposizione pubblica. Le principali accuse contro i soldati sono che essi stanno disobbediendo agli ordini di un regime legale, che non sono motivati dalla coscienza ma rappresentano una minoranza ideologica che vuole imporre i propri desideri alla maggioranza. Ma queste accuse ignorano un più ampio contesto politico. Al giorno d'oggi in Israele, non esistono atti moralmente e socialmente più elevati che rifiutarsi di combattere nei territori occupati. Le accuse di chi sostiene che l'obiezione di coscienza derivi da prese di posizione ideologiche e politiche sono corrette, perché l'oppressione militare in Palestina è al centro della questione. L'obiezione di coscienza è necessaria per restaurare il regime democratico in Israele. Questo si può ottenere risistemando le fondamenta di legittimità sulle quali è costruito lo stato d'Israele. Dal 1967 Israele ha governato direttamente, e dal 1994 indirettamente, su milioni di arabi residenti nella regione, negando loro tutti i diritti civili e i basilari diritti umani. Essendosi questa situazione istituzionalizzata, Israele ha cessato di essere uno stato democratico, trasformandosi in una democrazia di Herrenvolk - un regime in cui i cittadini godono di tutti i diritti, mentre i non cittadini ne sono privati completamente. Le leggi di Israele sono divenute le leggi dei maestri, la moralità di Israele è la moralità di chi si sente un proprietario terriero. La realtà parla chiaro: quando ad Israele fa comodo, i residenti dei territori fanno parte dello stato; quando questo non succede sono fuori dallo stato. Israele ha un sistema di governo con doppi sistemi legami, doppie leggi e doppia moralità. In questo contesto l'obiezione di coscienza assume un valore ancora più elevato. Mina dalla base la logica di un regime che pretende, in nome della democrazia, l'obbligo all'obbedienza delle proprie leggi proprio quando siamo in un ambito chiaramente antidemocratico. L'attitudine generale in Israele verso l'obiezione di coscienza non è semplicemente quella di un'incomprensione isolata verso il fenomeno stesso, ma fa parte di una cultura politica coloniale e militare. Infatti non c'è mai stato in Israele un vero movimento pacifista. Il potere della minoranza costituita dai coloni nello scandire gli appuntamenti dell'agenda nazionale israeliana e, ancora più importante, di imporre una visione parziale e a senso unico della situazione deriva dalla volontà dei coloni di assumersi rischi in prima persona sacrificando la propria vita privata e familiare sull'altare dell'ideologia. La maggior parte dei membri dei "peace camp", comunque, sono stati rivoluzionari da salotto, incapaci di affrontare sacrifici personali. Questo chiaramente non sminuisce la validità delle loro idee, ma le svuota di efficacia politica. Un esempio lampante di questa situazione è la sezione di lavoro extraparlamentare dei partiti laburista e Meretz, un movimento chiamato Peace Now. Quando un'organizzazione come questa si rifiuta di adottare l'idea dell'obiezione di coscienza nel nome di una democrazia che non esiste, e per paura di perdere il consenso nazionale, cessa di essere un movimento pacifista trasformandosi in collaboratore del regime occupante, garantendogli una legittimità che nessun organo politico della destra sarebbe in grado di garantire. dall'Herald Tribune 3.4.2002 Traduzione Roberto Franco
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