Re: democrazia partecipativa



ciao
potresti iniziare con questo istruttivo articolo presente nel sito del banco mundial, alias world bank, o banca mondiale
 
ci sono poi dei sindacalisti brasiliani che hanno delle cose interessanti da dire in merito:
 
 
"Democrazia partecipativa" e "bilancio partecipativo"

La Banca Mondiale ha appena creato un dipartimento internazionale incaricato di
sorvegliare l'attuazione della "democrazia partecipativa" in 26 nazioni. Essa
ha anche tradotto, pubblicato e distribuito il libro "Il bilancio
partecipativo: l'esperienza di Porto Alegre", scritto da Tarso Genro [ex
sindaco di Porto Alegre] e Ubicata de Souza. Si tratta semplicemente di
propaganda disinteressata della Banca Mondiale? Oppure, al contrario, oppure
non è che il metodo della "democrazia partecipativa" e del "bilancio
partecipativo" incarna la suddetta strategia di "incanalare le energie" per
evitare il "conflitto aperto"?

Tutti i documenti che provengono dal primo WSF di Porto Alegre discutono l'
esperienza "modello" della "democrazia partecipativa" che ha avuto vita nella
capitale di Rio Grande do Sul. Il secondo WSF continua sulla stessa linea. Tra
la lista dei laboratori del WSF vi è uno intitolato "Il bilancio partecipativo
mondiale" (nientedimeno!), organizzato dal Governatore di Rio Grande do Sul
"con la partecipazione del movimento dei cittadini". Ma come funziona in realtà
il "bilancio partecipativo"? Secondo l'opinione al fuori di ogni sospetto del
suo coordinatore nella città di Sao Paulo, esso vuol dire un "filtro alla
domanda popolare".

Soltanto una piccola porzione del bilancio municipale - nel caso di Porto
Alegre la somma ammonta al 17% - è destinata alla discussione e alla
allocazione da parte dell'assemblea dei rappresentanti delle organizzazioni
popolari (il consiglio del "bilancio partecipativo"). Questa assemblea
definisce le priorità per l'esborso di questi fondi limitati. (Il grosso dei
soldi del bilancio municipale sono intoccabili, in quanto essi sono destinati a
ripagare il debito estero e altre spese). Poiché sono risorse limitate, c'è una
costante lotta interna tra i gruppi attivisti su come le priorità dovrebbero
essere stabilite. I consiglieri del "bilancio partecipativo" sono obbligati a
scegliere ciò che preferiscono: la creazione di una scuola o di un ospedale, la
pavimentazione di una strada, o un centro per la cura dell'infanzia, ecc. Ecco
come la responsabilità per NON esser andati incontro alla richieste delle
popolazione è fatta ricadere sulle spalle dei partecipanti al "bilancio
partecipativo" stessi! - Ora, chi partecipa al "bilancio partecipativo"? La
risposta è la "società civile". Nel caso di un'assemblea del "bilancio
partecipativo" del municipio di Camacua, un uomo d'affari ha spedito i "suoi"
rappresentanti come delegati e ha conquistato quasi il 70% dei voti per dare la
priorità alla pavimentazione di una strada, a discapito di tutte le altre
domande!


È questa, come pretendono i suoi sostenitori, "una forma innovativa di
democrazia"? O, al contrario, è una trappola che cerca di cooptare il movimento
popolare e le associazioni nell'attuazione dei piani di austerità del governo
cittadino, quindi rendendoli responsabili delle "scelte" che inevitabilmente
fanno innumerevoli danni agli altri movimenti popolari e associazioni?

E quale concezione della società risiede dietro questo "bilancio
partecipativo"? È quella di una società senza conflitti, senza contraddizioni,
basata sul "consenso tra eguali". Ma questo non è il contrario della
democrazia, la quale richiede il riconoscimento che esistono interessi
contraddittori nella società, così come il riconoscimento del diritto degli
sfruttati e oppressi a organizzazioni indipendenti di fronte allo stato e agli
sfruttatori?

Quale potrebbe essere, ad esempio, la partecipazione di un sindacato dei
lavoratori dei servizi pubblici al "bilancio partecipativo"? Non mancano voci
che dicono che i sindacati "dovrebbero imparare a operare in comitati di
cooperazione per la gestione del lavoro" e quindi dovrebbero entrare in questi
forum "partecipatori". È ragionevole aspettarsi che un sindacato delegato come
priorità cercherebbe di migliorare i salari e le condizioni di lavoro. Ma le
associazioni dei proprietari di case potrebbero volere le luci nel loro
vicinato. Invece di indirizzare le loro domande al potere pubblico e
mobilizzarsi per conseguirle attraverso azioni collettive, tali domande
sarebbero giocate le une contro le altre nelle assemblee del "bilancio
partecipativo". Molti di voi hanno partecipato a queste assemblee. Non stiamo
dicendo la pura verità?


Fratelli e sorelle:

Noi, i sottoscritti sindacalisti, parteciperemo alle Assemblee Sindacali e alle
Assemblee Popolari che la CUT ha convocato a Porto Alegre l'1 febbraio per
discutere e preparare lo Sciopero Generale del prossimo marzo. Ma non
parteciperemo alle commissioni, ai laboratori e alle sessioni ufficiali del
World Social Forum.

Non ci saremo perché siamo convinti che la difesa delle organizzazioni che i
lavoratori hanno creato per combattere contro lo sfruttamento capitalistico è
in contraddizione con la politica della "società civile", la quale dissolve i
confini tra le classi sociali. Essa è in contraddizione, inoltre, con la
politica di "dare un volto umano alla globalizzazione", la quale, come
sappiamo, non è un fenomeno naturale, ma piuttosto il prodotto del capitalismo
globale. La "globalizzazione" per definizione necessita della distruzione dei
nostri posti di lavoro e dei nostri diritti. La globalizzazione capitalistica
ha distrutto le nazioni, la democrazia e la sovranità dei poveri. Non può
essere umanizzata.

Noi, che affermiamo il bisogno di difendere i sindacati come strumenti della
lotta dei lavoratori, neghiamo ogni legittimità e autorità delle ONG a parlare
in nome degli sfruttati e degli oppressi. Non pretendiamo di essere i soli
possessori della verità. Noi semplicemente avanziamo il nostro punto di vista,
il quale è parte del processo democratico. Noi sottoponiamo rispettosamente
questo punto di vista a tutti i nostri fratelli e sorelle di lotta.

Potete contare su di noi come militanti nella battaglia contro la guerra e lo
sfruttamento; in difesa dei diritti sociali e del lavoro, contro la
deregulation; in difesa dell'indipendenza e della democrazia dei sindacati!
Potete contare su di noi nella lotta contro l'FTAA, e per il ritiro del Brasile
dalle trattative per attuarlo. Potete contare su di noi per la preparazione
dello Sciopero Generale per fermare la distruzione dei nostri diritti
lavorativi e per infliggere una sconfitta al governo di FMI-FHC [Financial
Holding Company].

 
 
qui l'intero testo
 
 
ciao
Gennaro
 
----- Original Message -----
Sent: Sunday, March 24, 2002 10:05 AM
Subject: democrazia partecipativa

Ciao sono Lorenzo di Fabriano, vorrei conoscere quanto possibile su democrazia partecipativa, bilanci partecipativi e via dicendo, perchè siamo in vista delle elezioni nel mio comune e vorrei proporre ai candidati sindaco queste forme di avanzata democrazia.
 
Sapete indicarmi alcuni siti o documenti inerenti a quanto sopra?
 
Grazie per la disponibilità che sempre dimostrate
 
Shalom Lorenzo Vergnetta