Da Genova alla Spezia



Per conoscenza di tutt*, invio una "cronaca" della marcia staffetta da
Genova alla Spezia. (appello, programma e  e adesioni sul sito
http://www.controg8.org)
Cerco di limitare al massimo le considerazioni personali, che rinvio di
qualche tempo.
A causa del mio patologico disordine, arriverà anche a quell* che c'erano
e che sanno benissimo com'è andata. Scusate!!!!
Norma Bertullacelli -


Venerdì 1 marzo
Ore 14.30: finalmente di parte.
Non siamo moltissimi, ma siamo colorati, determinati e muniti di cartelli,
palloncini, berrettini e fiori.
I canoisti sono soltanto due, perchè le condizioni del mare non sono
ottimali e la prudenza sconsiglia i meno esperti.
Il tempo è nuvoloso, e la passeggiata di Nervi non è affollatissima.(In
compenso polizia e carabinieri sono numerosi).
Ai giornalisti ed operatori presenti sottolineiamo, a costo di essere
ripetitivi, che la manifestazione non è, come qualcuno ha voluto sostenere,
"contro" i lavoratori dell'industria bellica, ma contro il mancato studio
di riconversioni e diversificazioni produttive che permettano di vivere
senza produrre morte; che evitino la "monocoltura" per cui interi paesi e
territori vivono solo ed esclusivamente sull'armiero e sul militare.
 Esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori dell'arsenale della Spezia
a rischio di licenziamento ( paradossalmente, i rischi per i posti di
lavoro danno ragione a chi, come noi, sostiene che l'armiero non può essere
la soluzione ai problemi occupazionali ).
Ribadiamo la nostra opposizione intransigente alla guerra, che definiamo
inutile, illegale e criminale; sottolineiamo la continuità, che vogliamo
rendere tangibile attraverso il lungo percorso della marcia, tra  le
politiche del G8 e la loro concreta realizzazione, simboleggiata dalle
installazioni NATO dello spezzino.
E la presenza di Haidi Giuliani ci ricorda l'uccisione di Carlo, un'  altra
vittima di quella politiche.
Abbiamo fiori da offrire ai passanti: anche la bellissima camelia
denominata Leyla Zana, la deputata curda imprigionata per aver pronunciato
al parlamento turco un discorso nella sua lingua proibita.
A Bogliasco si uniscono alla marcia, festeggiatissimi, i palermitani della
lega missionaria studenti: con loro giovani di Milano e Torino.
Sempre a Bogliasco, un incontro fuori programma: i bambini della scuola
materna ci accolgono con i loro coloratissimi disegni che dicono "PACE SI';
GUERRA NO". Offiramo fiori e palloncini; la maestra l'indomani camminerà
con noi.
La strada è lunga ma agevole; si chiacchiera, si canta, ci si scambiano
numeri di telefono ed indirizzi e-mail.
Non manca, naturalmente, il passante inviperito che ci manda "a
lavorare!!!!!!!!!!!"
Volantinaggio a Sori, a Recco ed arrivo a Camogli dopo 12 km di marcia.
Molti  abitanti sembrano essersi rintanati in casa; ma esponiamo le nostre
ragioni sulla passeggiata .I palermitani leggono la lettera della donna
afgana madre di un bambino al quale una bomba ha amputato le gambe.
(Il comune di Camogli ci ha offerto l'impianto di amplificazione; i
commercianti vino bianco e focaccia; la casa del popolo una palestra  per
sistemare -fatti i debiti scongiuri, ed accertato che non si chiama Armando
Diaz- i sacchi a pelo per la notte.)

Sabato 2 marzo
La tappa di oggi è più lunga, 24 km. Naturalmente, dopo mesi di siccità, piove.
Arriviamo a Rapallo fradici. Il Comune e Rifondazione Comunista  offrono
bevande e focaccia; ma la cosa più gradita sono un mucchio di asciugamani
che un rifondarolo  ha sottratto all'armadio di casa per poterci asciugare.
Si riparte;alcuni,  più bagnati,  sono costretti alla sosta,  ma vengono
prontamente sostituiti da rapallesi!
(Sulla collina delle Grazie ci si mette anche la nebbia). Arrivo a
Chiavari: i chiavaresi ci accolgono e  si uniscono alla marcia.
Sulla piazza di Camogli volantinaggio,  slogan, prodotti della bottega
solidale.
Accendiamo le fiaccole: nella strada pedonale di Chiavari la manifestazione
è  consistente; c'è attenzione per i nostri argomenti.
Si prosegue per Lavagna, e il corteo si ingrossa.
Discussioni animate, ma corrette, con qualche lavoratore che continua a
considerarci avversari.
La sera, nella sala parrocchiale di corso Genova, alternanza di
comunicazioni politiche e scientifiche ( Achille Lodovisi ed Emilio
Molinari) con musica e danze (si dice che anche qualcuno che aveva già
percorso 24+12 km nei due giorni precedenti  abbia ballato; ma la notizia è
da verificare)
Abitanti della zona aprono le case per ospitare i manifestanti;
Rifondazione offe la sede.

Domenica 3 marzo
La tappa politicamente più difficile, per la presenza del cantiere navale
di Riva Trigoso e dell'arsenale militare della Spezia
Percorriamo le strade di Sestri Levante e ragiungiamo Riva Trigoso. Non
percepiamo ostilità da parte dei passanti; siamo consapevoli che l'economia
locale è basata quasi esclusivamente sull'industria militare ma
sottolieniamo l'inaccettabilità del fatto che il nostro paese si doti di
una seconda portaerei, del costo di 4500 miliardi di lire ; che si impieghi
la marina militare per contrastare l'arrivo di immigrati che, al pari dei
nostri nonni, cercano nell'emigrazione migliori prospettive di vita; che si
allarghino le maglie già larghe della legge 185 che pone limiti
all'esportazione di armi.
Mentre raggiungiamo in auto La Spezia (non bastava la pioggia: anche lo
sciopero dei treni!) ci giunge la conferma che gli spezzini stanno
percorrendo il loro tratto di marcia sulla strada delle cinque terre, e che
l'Imperia Social Forum, che ha aderito alla nostra iniziativa, staper
realizzare un'iniziativa al confine di Ventimiglia, per ricordare la
manifestante  morta a luglio in un incidente alla frontiera italo francese
ripristinata in occasione del G8.
Alla Spezia i due spezzoni di corteo si riuniscono e si mescolano:in testa
l'immagine di  Mafalda che grida "No alla guerra, senza se e senza Ma" .
Le strade della Spezia sono affollate, e c'è interesse per quanto diciamo:
"Solidarietà con i lavoratori, riconversioni e diversificazioni produttive;
no alla revisione della 185; no alla guerra inutile, illegale e criminale
che per la terza volta in dieci anni vede il nostro paese direttamente
coinvolto, a rimorchio dei padroni statunitensi".
Passiamo sotto l'ammiragliato e sostiamo brevemente di fronte all'arsenale
(credo che iniziative del genere non siano frequenti alla Spezia),
sottolineando le nostre ragioni.
Nel momento in cui abbandono la manifestazione, nella sala affollatissima
della chiesa evangelica della Spezia, sta per iniziare il dibattito
conclusivo  con la comunicazione di Achille Lodovisi.

Norma Bertullacelli - della rete (controg8) per la globalizzazione dei diritti