Sulla modifica della legge 185/90



Onorevole Marco Minniti,
con riferimento al disegno di legge 1927 di modifica della legge 185/90
sul controllo del commercio di armi presentato dall'on. Previti (membro
in passato del consiglio di amministrazione della Alenia, una fabbrica
di armi), ho appreso che lei avrebbe definito tale disegno di legge di
"grande rilievo", considerandolo uno "straordinario passo in avanti"
(come risulta dai resoconti parlamentari). Sarebbe poi arrivato ad
esprimere "apprezzamento per gli alti contenuti del disegno di legge",
rivendicandone addirittura la paternità di contenuti in quanto essi
costituiscono il coronamento di accordi da lei già sottoscritti in sede
europea in qualità di sottosegretario del governo D'Alema. L'unico
appunto che muove al governo Berlusconi è quello di non aver acquistato
gli aerei europei militari da trasporto, i costosissimi A400M.
Dopo il voto quasi unanime a favore dell'intervento armato in
Afghanistan per contrastare il terrorismo ed il governo autoritario che
lo sosterrebbe, lei esprime apprezzamento per un disegno di legge che,
se approvato, allineerebbe la legislazione italiana alle normative più
permissive, laddove sarebbe invece auspicabile una più severa
applicazione della legge 185/90, intesa proprio per permettere un
maggiore controllo sugli acquirenti finali ed evitare "triangolazioni"
come quelle che in passato hanno permesso la vendita di navi italiane a
Saddam Hussein e a Gheddafi e di armamenti al regime dei Talebani da
parte delle passate amministrazioni statunitensi.
Non posso che esprimere sconcerto di fronte alle palesi contraddizioni
di una politica che non è capace di imparare dagli errori del passato e
che dopo aver inferto a popolazioni civili inermi indicibili sofferenze
per combattere dittature e terrorismo (valgano due esempi per tutti:
l'embargo contro l'Irak e la campagna militare in Afghanistan) si
prepara ad armare nuovamente regimi autoritari e ad alimentare focolai
di guerra annebbiando nel frattempo il controllo dei parlamentari, dei
giornalisti e dell'opinione pubblica sui traffici di armi.
In attesa di una sua spiegazione sugli obiettivi che intende perseguire
con questa condotta, le porgo distinti saluti.

Davide Caforio
Prato