Fw: palestina a porto alegre




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Sent: Monday, February 04, 2002 5:35 PM
Subject: palestina a porto alegre


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Porto Alegre: conferenza sulla Palestina Monday 04 Feb 2002
author: siero

summary
Si e` tenuta a Porto Alegre la conferenza per la pace in Palestina
con lancio di una campagna a favore di una mobilitazione
internazionale contro l`occupazione israeliana della Palestina.


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Nell`ambito della sessione delle conferenze del II Social Forum
Mondiale sul tema "Un mondo senza la guerra e` possibile" sono
state affrontate alcune tematiche relative al conflitto sociale in
alcune zone del pianeta. In particolare sono state discusse le
questioni del Chiapas, della Palestina e della Colombia. Per
quanto riguarda la questione palestinese sono intervenuti
Rigoberta Menchù (premio nobel per la pace nel 1992), Michael
Warshawski (co-presidente dell`Alternative Information Center),
Mohammad Barakeh (Parlamentare arabo al parlamento israeliano) e
Marian Albina (Pyalara, oraganizzazione palestinese per la
gioventù). Dopo l`apertura di Rigoberta Menchù è intervenuto
Michael Warshawski che ha posto in chiaro come sia quasi
impensabile parlare in termini corretti di pace e guerra al
terrorismo. Questo è dovuto soprattutto al fatto che, oggi, non
esiste terrorismo per una serie di atti come i bombardamenti
americani sull`Afghanistan o in Iraq o come la sporca guerra che
Sharon ed il governo israeliano hanno dichiarato al popolo
palestinese. Si parla di terrorismo solo per la lotta che viene
fatta, nella stragrande maggioranza dei casi, dai poveri per
rivendicare delle ragioni di vita. Si deve conseguentamente
rifiutare il concetto di "guerra per la pace" perchè falsifica la
realtà delle cose. Ad esempio l`occupazione del Libano da parte di Israele era esplicitamente chiamata "operazione per la pace in
Giudea" quando questo fu un vero e proprio atto di guerra. Nel
contesto palestinese c`è una lotta di popolo contro un esercito
straniero occupante ma questa lotta è spesso descritta come
terrorismo. In questo caso si confonde, quindi, la lotta di
autodeterminazione dei popoli (che, tra l`altro è legalmente
riconosciuta dal diritto internazionale) con il terrorismo,
facendo si da invertire il rapporto tra vittime ed oppressori. Per
quanto riguarda gli accordi di Oslo il co-presidente
dell`Alternative information center ritiene esistenti varie
ragioni per le quali essi hanno portato alla caduta del processo
di pace. Sono ragioni interne, per così dire alla costruzione
degli accordi e riguardano: 1) Il rifiuto di ricercare e
sconfiggere le ragioni sociali del conflitto in Medio Oriente; 2)
L`esclusione di organismi internazionale dal monitoraggio e
dall`intervento nel processeo di pace; 3) L`assenza di clausole di
reciprocità nel processo di pace (non era sancito che ad ogni atto
distensivo di una delle parti dovesse corrisponderne un altro dal
lato della controparte; 4) L`assenza di arbitrati e di sanzioni in
caso di violazione degli accordi; 5)Il fatto che la colonizzazione
del territorio palestinese non sia mai realmente terminata.
Corrispondentemente esistono, invece, alcuni principi che si
dovrebbero garantire per permettere il dipanarsi di un processo di
pace: 1) Non può aversi pace se continua l`aggressione israeliana
ai Palestinesi; 2) Non si ha pace senza la realizzazione dei
diritti, perchè la paec non può essere considerata come la fine di
un conflitto armato, quanto piuttosto come realizzazione dei
diritti che spettano da uomini e donne; 3) Non può aversi un
processo di pace senza la presenza di un negoziatore credibile. In
Palestina ciò non avviene in quanto Gli U.S.A. sono parte del
conflitto dati i loro interessi nell`area mediorientale e non
soggetti neutrali. In Palestina è quindi prioritario costringere
il governo israeliano a ritirarsi dai territori occupati, per
permettere su questa base l`applicazione di accordi di pace.
Occorre,poi ed immediamtamente, inviare delegazioni internazinali
per permettere la protezione del popolo Palestinese, elemento
fondamentale per arrivare ad una riconciliazione. Altro aspetto
fondamentale è la presenza in Palestina di delegazioni civili
internazionale che svolgano un ruolo di pressione politica e di
protezione concreta di uomini e donne. L`intervento si è quindi
chiuso facendo notare l`assurdità del silenzio dell`UE sulla
politica mediorientale, quasi a volere dire che l`Unione Europea
potrebbe essere quel negoziatore credibile tra le parti al posto
degli U.S.A.

Mohammad Barakeh ha sottolineato il cresce in Israele di una forte coscienza contro l`occupazione israeliana. La prova più evidente è data dal rifiuto di tanti giovani militari israeliani di andare a
combattere nei territori occupati dallo stesso Stato d`Israele,
fatto potenziato dall`unirsi a questo coro di ufficiali
dell`esercito e da settori sempre più consistsenti della sociètà
palestinese. Il movimento "C`e` un limite" afferma che l`esercito
pratica occupazioni, dirotta il corso dei fiumi per togliere
l`acqua ai Palestinesi, abbatte case e cosi` via. Tutti atti
illegali che non hanno altro scopo che quello di umiliare e
distruggere una comunita` insediata, un popolo intero.
L`intervento si chiudecon un incoraggaiamento: tutti devono sapere che con la lotta l`occupazione terminera`e la liberta` del popolo palestinese sara` riconquistata.

Marian Albina, parlando delle condizioni dei bambini palestinesi
ha affermato l`assurdita` di una vita che non comprenda spazi e
tempi per l`adolescenza. Si passa, in Palestina, dal`infanzia
tutelata dalle madri all`essere adulti, immediatamente e senza
possibilita` di fermarsi. La situazione e` tale per cui i bambini
palestinesi sentono la necessita` di lottare, non c`e` nessuno che
riesca a fermarli. I bambini palestinesi sanno che la loro terra
e` occupata da 50 anni da Israele e per questo sono frustrati e
cercano la soluzione alla loro frustazione proprio andando alla
radice del problema: lanciano sassi contro l`esercito dello stato
occupante anche se vorrebbero essere bambini normali, come tutti, e giocare, andare al mare, etc. Questa conferenza si inserisce,
quindi, nel clima di mobilitazioni internazionali a favore del
popolo palestinese, mobilitazioni che si sono avute anche qui,
nella capitale del Rio Grande Do Sul.

E proprio da questa assemblea parte un appello: organizzare una
giornata di mobilitazione internazionale a sostegno della
Palestina (in Italia si terra` il 9 di marzo) ed organizzareuna
grande mobilitazione in Palestina per il 30 di marzo, in occasione
della giornata della terra.

Un`altro mondo e` possibile, Palestina libera!!!




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