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Monitor Palestina n. 13 - 2000 - Palestina con i nostri occhi
- Subject: Monitor Palestina n. 13 - 2000 - Palestina con i nostri occhi
- From: "Rolando Dubini" <rolando.dubini at fastwebnet.it>
- Date: Wed, 30 Jan 2002 11:43:44 +0100
MONITOR PALESTINA: newsletter n. 13 del 29 dicembre 2002 http://www.monitorpalestina.supereva.it monitorpalestina at gaza.net CONTINUA L'OCCUPAZIONE MILITARE DELLA TERRA PALESTINESE http://www.palestinemonitor.org/mustafa/mustafas_arrest1.htm Il brutale arresto del Dott. Mustafà Barghouthi il 2 gennaio 2002 a Gerusalemme. Altre notizie sul sito da lui diretto: http://www.palestinemonitor.org 1) Palestina con i nostri occhi 2) La politica dal basso 3) Caterpillar e demolizioni 4) 27 gennaio giornata della memoria: un appello contro la politica di Sharon 5) Sondaggio CNN per l'invio di osservatori internazionali 6) Monitoraggio Corriere della sera 01 dic - 31 dic n. 5 SINTETICO 7) L'informazione corretta secondo Israele e i suoi difensori italiani 8) I danni ai progetti dell'Unione Europea in Palestina 9) Perle di saggezza ================================================================ 1) Palestina con i nostri occhi PALESTINA con i nostri occhi (racconti di esperienze dal viaggio di Action for Peace* , 27/12/01-3/01/02) Venerdì 1 febbraio, ore 21 Sala Guicciardini, via Melloni 1 Duecento italiani hanno partecipato al viaggio di interposizione civile di Action for Peace in Palestina , dal 27/12 al 3/1 scorsi, insieme ad altri duecento tra europei e statunitensi. Solo vedendo con i propri occhi si può conoscere la crescente gravità della tragedia palestinese. I partecipanti al viaggio raccontano quello che hanno visto e sentito, e sono disponibili a rispondere ad eventuali domande. *Action for Peaceè una campagna di missioni civili per la protezione del popolo palestinese, organizzata e sostenuta continuativamente da molte associazioni europee. Segreteria organizzativa (Roma): Action for Peace, e-mail: actionforpeace at virgilio.it, tel.06-8535.5081 Recapito milanese: presso ARCI - via Adige 11 - tel 02-54178.1, fax 02-54178.222 COMUNICATO STAMPA Viaggio in Palestina di duecento italiani con Action for Peace (insieme ad altri duecento partecipanti europei e statunitensi) Solo vedendo con i propri occhi si può conoscere la crescente gravità della tragedia palestinese. Ciò che troppo spesso i mass-media europei raccontano come uno scontro tra due popoli, è ormai di fatto una crudele e arrogante occupazione militare del Governo Sharon, che giorno dopo giorno - anche di fronte alla debole o nulla reazione dell'opinione pubblica e dei governi europei - perde ogni ritegno ed ogni residua prudenza, per mostrarsi in tutta la sua brutale violenza. Venerdì 1 febbraio, presso la sala Guicciardini, via Melloni 1, alle ore 21, i partecipanti al viaggio cercheranno di trasmettere tale conoscenza attraverso racconti diretti e personali. 2) La politica dal basso Credo che nella totale mancanza di interesse da parte delle diplomazie europee, fatta eccezione per la Santa Sede, il movimento di solidarietà internazionale e i gruppi che si impegnano in una nuova politica dal basso costituiscano un vero e proprio modello politico per il futuro. La forbice tra gli eventi raccontati dalla stampa ufficiale che in Italia rasenta livelli di adulazione che neanche nel 1600 avevano uguali, e gli eventi on the ground, sul terreno si è ormai aperta a tal punto che delegittima in concreto tutta la storiografia degli ultimi anni e chiaramente non mi riferisco solo alla Palestina. Come scrive Robert Fisk gli eventi che hanno condotto i massacri di Sabra e Chatila in Libano sono stati ampiamente modificati e travisati ma piano piano la verità emerge, le testimonianze affiorano e i protagonisti aprono gli occhi sul buco nero delle verità sepolte e delle giustizie mancate. Si riparte anche da qui, dalla coscienza che è necessario guardare in faccia alla realtà e agire attivamente per costruire la pace, la giustizia come molti stanno facendo. In particolare l'apprezzamento di Edward Said all'attività di pace e mediazione nonché di denuncia di Luisa Morgantini o di Jeff Alper impongono alla stampa di dover parlare non solo degli attentati kamikaze, della violenza utilizzata come uno slogan per mascherare le più complesse manovre politiche e economiche, ma di dare spazio anche a coloro che costruiscono concretamente la pace. A agosto quando a Gerusalemme si protestava per la chiusura dell'Orient House, un'altra vergogna che il nostro mondo ha scordato, tutti i giorni i pacifisti palestinesi, italiani, israeliani, americani, inglesi, olandesi venivano attaccati dall'esercito, picchiati, arrestati una, due anche tre volte di seguito per il fatto di manifestare pacificamente il diritto alla protesta. Un notissimo collega italiano di un importantissima testata ha avuto il coraggio di commentare che questo pugno di pacifisti non valevano nulla e alludeva a importanti accordi e trattative delle quali noi mortali non sapevamo nulla. Gli accordi segreti non erano altro che il piano Mitchell, l'ennesimo piano americano che non ha funzionato.... Ma questo i pacifisti che manifestavano a 42 gradi sotto il sole per giorni e giorni lo sapevano già. Il giornalista italiano tanto esperto non sapeva forse a quale ritmo Sharon continuava a costruire le colonie, a demolire le case dei palestinesi, tutti elementi che il piano Mitchell chiedeva ipocritamente di congelare. Caro giornalista perché continuate a prenderci e a prendervi in giro? 24-gennaio-2002- Patrizia Viglino appello_palestina at yahoo.it 3) Caterpillar e demolizioni Mi è giunto un messaggio da Huwaida Arraf una splendida ragazza palestinese cittadina americana che da tempo si sta impegnando in una campagna di proteste pacifiche per la fine della brutale occupazione militare nei territori palestinesi occupati. Quando l'ISM (International Solidarity Movement) ha visitato Arafat a Ramallah per mostrargli sostegno a pochi giorni dal natale scorso le sue parole sono state toccanti anche per il vecchio Abu Ammar. Con il messaggio inviatomi Huwaida si scusava per il probabile virus che la sua campagna di protesta e boicottaggio alla Caterpillar americana si stava tirando dietro. Non importa, sono i rischi che si devono e possono correre, inoltre se la campagna viene attaccata da pirati informatici significa che inizia a dare fastidio. La questione è molto semplice: può una compagnia come la Caterpillar restare indifferente all'utilizzo che l'esercito israeliano fa delle sue macchine divenute mezzi di distruzione e morte per i palestinesi? Non solo sotto questa seconda Intifadah a dire il vero Israele ha accompagnato i suoi carri armati (anche quelli di fabbricazione americana) con i bulldozer della Caterpillar per distruggere abitazioni civili, chiudere strade di transito e collegamenti anche all'interno di una stessa città come accade in questi giorni a Ramallah, impedire il passaggio delle ambulanze in soccorso, distruggere ettari di terreno coltivato, di serre, di impianti per l'irrigazione. La Caterpillar insomma partecipa alla pulizia etnica in corso a danno del popolo palestinese e davanti alle proteste il general manager si rifiuta di parlare con Huwaida al telefono.... È chiaro che la campagna deve continuare - potete scrivere a huwaidaa at yahoo.com- (Patrizia Viglino) o direttamente a Caterpillar la lettera che segue da inviare a cordani_benjamin_s at cat.com Dear Mr. Cordani, I am writing to you because Caterpillar equipment is being used to commit war crimes by the state of Israel. Take for example, the latest home demolitions in the Gaza Strip. Hundreds of Palestinian refugees were put out in the dead of winter two weeks ago. Caterpillar is known around the world for its earthmoving equipment - equipment which is now recognized as one of the most destructive of military weapons in Israel's arsenal. Sadly, Caterpillar's respected name is in question as silence has been the official response to the home demolitions. When one looks at Caterpillar's website, one is immediately struck by the corporation's pride in 75 years of community service to the world. You are even the Media Representative for Social Responsibility. The mission statement is that, 'Caterpillar is committed to enabling positive and responsible growth around the world, and we believe in the value of social and environmental responsibility.' Yet, hundreds of Palestinians have gone homeless, and more than 385,000 olive trees have been bulldozed. Shouldn't Caterpillar put a clause in future sales contracts with Israel forbidding the use of its equipment for such activities? Couldn't Caterpillar issue a condemnation? Business may be business, but war crimes are a different story. Doing business with Israel means silently consenting to war crimes. Please issue a public statement condemning the use of your equipment to demolish peoplès homes. We would not accept this for ourselves in the USA, and nor should the respected Caterpillar accept the use of its equipment to make others homeless. Sincerely, Name Address City and State ---------------- Additional Contact Info for Caterpillar: CAT 100 Northeast Adams Street Peoria, Illinois 61629 Fax number for Public Affairs Dept: Attention Benjamin Cordani, Media Rep for Social Responsibility and Jeff Hawkinson, Corporate Public Affairs Spokesperson (309) 675-5588 [fax] (309) 675-4388 [phone] 4) 27 gennaio giornata della memoria: un appello contro la politica di Sharon GIORNATA DELLA MEMORIA Che sia degna dei giusti Non crediamo si possa celebrare il 27 gennaio quest'anno solo come giornata della memoria. È anche giornata dell'onta, onta che il governo Sharon arreca al ricordo della Shoa, aggredendo e tentando di distruggere un altro popolo vittima della storia. È di fronte a noi la distruzione dei valori etici che l'atrocità dello sterminio addita come necessario e salvifico contraltare. La politica dello Stato israeliano è in questo momento la negazione dei valori che vogliamo celebrare: la convivenza, la tolleranza, l'accettazione dell'altro da sé, il diritto di ogni popolo ad avere una terra in cui vivere senza oppressori. L'annientamento del popolo palestinese perseguito lucidamente dal governo Sharon è un'offesa alla memoria della Shoa. Nessuna giustificazione si può addurre per il terrorismo di uno Stato occupante che accusa l'occupato di terrorismo, cieco e sordo di fronte alle proprie responsabilità. Come ebrei italiani che rifiutano totalmente l'attuale politica di Israele come omicida e suicida, vogliamo denunciare questa orrenda contraddizione, ed essere vicino a quegli israeliani e palestinesi che si battono insieme per dimostrare che la convivenza e la pace sono possibili. Il nostro silenzio oggi sarebbe complice. Stefania Sinigaglia, Paolo Amati, Francesca Polito, Michele Luzzati, Sveva Haertter, Rebecca Zanuso, Marina Ascoli, Paola Canarutto, Valeria Klein, Stefano Sarfati-Nammad, Sergio Sinigaglia, Claudio Treves, Daniela Calef. 5) Sondaggio CNN per l'invio di osservatori internazionali La CNN sta effettuando un sondaggio in cui chiede se si debba o meno inviare degli osservatori internazionali in Israele e nei territori palestinesi. Andate all'indirizzo http://home.netscape.com/ex/shak/international/packages/mideast/ E votate. Inviate questo messaggio a tutti gli indirizzi che avete. La percentuale è attualmente di 39% "si" e 61% "no" (29/I/02 h 11). Votiamo per l'invio di osservatori internazionali, come richiesto dall'ANP, dal parlamento europeo, da tutti gli attivisti per la liberazione della Palestina. 6) Monitoraggio Corriere della sera 01 dic - 31 dic n. 5 SINTETICO a cura di Renzo di FE" renzodife at inwind.it Si continua a parlare indifferentemente di "territori", mentre, a seconda dei casi, si tratta di territori occupati o di territori dell'autonomia. togliere la parola "occupati" quando si parla di Cisgiordania e della striscia di Gaza, vuole dire non dare la possibilità al lettore di ricordare e comprendere che tale occupazione militare si protrae da 34 anni senza che la comunità internazionale prenda posizione nel far rispettare le leggi internazionali in merito alla questione. nel caso in cui si parli dei territori dell'autonomia e, appunto, non specificarlo, contribuisce a rendere sempre più difficile la comprensione della realtà sul terreno, come nel caso del ritiro dell'esercito israeliano da ZONA A (territorio dell'autonomia). in questo caso (invasione e ritiro da zona a) non si da la possibilità di capire la differenza da ritiro dai territori occupati nel '67 come da risoluzione dell'onu n. 242 e ritiro da zona a, dando la netta impressione che il governo israeliano, con i suoi continui ritiri, faccia il possibile per venire incontro alle richieste della comunità internazionale (ricordo solo l'impegno del nostro Ruggiero nel caso dell'invasione di beit jalla nell'agosto scorso, zona a), si fa concentrare l'attenzione sulle "pagliuzze", nascondendo abilmente la classica "trave": l'occupazione militare del '67. il 9 dic si menziona Gilo come "quartiere ebraico di Gerusalemme sud". - Gilo è una colonia ebraica costruita illegalmente su territorio occupato militarmente, soggetto ad evacuazione, come recitano le leggi internazionali sia nel caso specifico (ris dell'onu: ritiro dell'esercito israeliano) sia come codice di comportamento delle forze occupanti in caso di guerra (IV convenzione di Ginevra: non si può colonizzare un territorio occupato in guerra). - spesso e volentieri di parla di Gerusalemme senza specificare se ovest o est e solo raramente si precisano i punti cardinali. per esempio il 17 dic riferire che la parte palestinese dice "nessuna concessione su Gerusalemme, capitale dello stato palestinese" è quanto meno fuorviante, da la netta impressione che i palestinesi vogliano tutta la città, ciò è falso. a Camp David nel luglio 2000 i palestinesi hanno chiesto gerusalemme est come loro capitale, non ci sono rivendicazioni di sorta sulla parte ovest. - e, fatto curioso, ci si inventa "Gerusalemme sud". in questo caso era corretto scrivere: "...a sud di Gerusalemme" e per i pignoli: "... a sud di Gerusalemme ovest (!)." il 4 dic si riparla della "straordinaria occasione" che Arafat ha perso rifiutando le proposte israeliane a Camp David nel luglio 2000. voglio ricordare che il rifiuto fu quello israeliano, cioè di risolvere il conflitto nel rispetto delle risoluzioni dell'Onu in merito alla questione, cito una delle tante richieste contenute: ritiro e riposizionamento dell'esercito ai confini pre-67. il 3 dic si ri-pubblica una cartina di Israele e dei territori occupati con i confini della zona municipalizzata di Gerusalemme, senza alcuna specificazione nella legenda. voglio ricordare che questa zona è stata unilateralmente annessa nell'80 dal governo in carica nel periodo e che questi confini non sono riconosciuti da alcuno stato al mondo. questa zona è territorio occupato, quindi facente parte della cisgiordania, che gli israeliani, a camp david, non hanno nemmeno messo in discussione: è nostra e basta. a Bruxelles il 26 dic si è discusso dell'ammissibilità o meno dell'accusa al premier israeliano per il massacro nei campi profughi di Sabra e Chatila del 16-18 settembre 1982. questa notizia non compare su questo quotidiano nei giorni successivi. si prendono in prestito le parole di Sharon quando si parla di "stato palestinese". voglio far notare che lo stato palestinese che ha in mente sharon, come da sue numerose dichiarazioni, consiste nel dividere in tre parti la Gisgiordania, senza lasciare all'autorità palestinese il controllo dei propri confini, delle proprie risorse idriche, del proprio spazio aereo, ...noi occidentali lo possiamo definire uno stato sovrano? 7) L'informazione corretta secondo Israele e i suoi difensori italiani http://www.palestinemonitor.org/photographs/destruction/PBC4.jpg Esempio di corretta informazione israeliana: bombardamento della televisione palestinese a Ramallah Riceviamo da Marco stralci di un articolo da "Prima Comunicazione", un mensile sull'informazione che già aveva pubblicato un editoriale di Carlo Rossella che denunciava le censure e le manipolazioni dell'informazione fatte...dall'ANP! "Un sito per l'informazione corretta [sic] Pezzana e Nirenstein contro il pregiudizio antisraeliano "... creare anche in Italia un sito capace di monitorare l'informazione su Israele e il Medioriente, di segnalare ai suoi visitatori le più evidenti manifestazioni di quella tendenza filopalestinese che attraversa tutti i media del nostro Paese e di invitarli a unirsi alla protesta qualora l'avessero condivisa..." ... un gruppo di 15 tra giornalisti, esperti e giovani di buona volontà hanno dato vita a un esperimento inedito in Italia (...) Chiunque può prenderne visione in Rete, all'indirizzo www.informazionecorretta.com, un marchio registrato dal gruppo in questione che ha scelto per sé il nome di tikshoret.watch (occhio sui media). ..."Monitoriamo i principali quotidiani, con l'esclusione del Manifesto e di Liberazione, perché sarebbe inutile... la loro pregiudiziale antisraeliana è tale che ogni giorno disperderemmo energie solo per loro." ... chi visita il sito e legge uno degli articoli 'commentatì, alla fine può inviare una mail di protesta alla testata che l'ha pubblicato. Quelli di www.informazionecorretta.comsi limitano a fornire in automatico l'indirizzo e a creare il messaggio, quanto ai contenuti e al tono essi restano a discrezione del mittente + Il sito è pieno di analisi di articoli, e Marco commenta: ...merita un clic, non foss'altro che per divertirsi con alcune perle come 'Igormania, la rubrica che il sarcastico Pezzana dedica interamente a Igor Man, forse il più autorevole 'esperto di cose arabè della stampa italiana, certamente un grande quanto dichiarato amico di Yasser Arafat. Insomma, un'operazione per ora piccola, ma certamente condotta con uno stile tale da far pensare a una controinformazione degna della miglior tradizione di Israele e dei suoi servizi. Ma, al contrario, Israele e i suoi servizi se ne fregano, e anzi quelli di 'informazione corretta vogliono diventare il pungolo di un Paese che ha da tempo rinunciato a curare la propria immagine all'estero... Per questo Pezzana e soci (si inizia il 17 gennaio a Milano, il 5 febbraio a Torino), presenteranno la loro creatura alle comunità ebraiche delle principali città italiane, e chiedono ai loro simpatizzanti o anche solo ai curiosi e interessati di iscriversi al sito e di segnalare gli indirizzi mail dei propri amici e potenziali visitatori del sito. 8) I danni ai progetti dell'Unione Europea in Palestina " Liberation" del 21 Gennaio 2002 L'Europa quantifica le distruzioni israeliane Gli europei cominciano a trovare "salate" le distruzioni fatte dall'esercito israeliano per rappresaglia nei territori palestinesi. Infatti tali interventi distruggono sempre più spesso edifici pagati dall'Unione Europea o dai suoi Stati membri. Cio' non sorprende visto che i Quindici sono i maggiori stanziatori di aiuti a questa regione (oltre 601 milioni di euro dal 1999 al 2001). Bruxelles ha quindi deciso di cifrare i danni più gravi commessi da Istraele a partire da agosto 2001 che mirano a distruggere le infrastutture palestinesi. Il "gruppo di lavoro sul processo di pace in Medioriente" che riunisce i funzionari dei Quindici incaricati della regione farà il quadro della situazione oggi stesso. La lista dei danni, che purtroppo bisogna aggiornare quotidianamente, è pesante. La Commissione deplora questo stato di cose. Senza contare le distruzioni di questo fine settimana, l'edificio de "La voce della Palestina" raso al suolo, l'hôtel Intercontinental danneggiato, Israele ha già ridotto in macerie 13,851 milioni di euro di aiuti europei : 9,3 milioni di euro per la demolizione quasi totale dell' aeroporto di Gaza, 2,05 milioni di euro per la distruzione di tre campi di polizia palestinese, 718.000 euro per un'azione di rimboschimento annientato dai bulldozer di Tsahal, 700.000 euro per il bombardamento di un laboratorio medico-legale, 335.000 eruo per l'attacco del porto di Gaza, ecc, ecc. A questo punto resta da vedere quale lezione trarranno i Quindici da queste constatazioni : possono continuare a lasciar fare considerato che sono i principali partners economici di Istraele ? Detto con altre parole, gli Europei utilizzeranno, finalmente, nei confronti di Geurasalemme dei mezzi di pressione di cui dispongono ? 9) Perle di saggezza Dall'opera del noto studioso statunitense Thomas Cleary, La saggezza del Profeta - i detti di Maometto, Oscar Mondadori, Milano 1999, che scrive: "la nostra opera presenta racconti sul Profeta che ne illustrano la profonda saggezza e l'elevata visione". Un'anima Un funerale passò davanti al Profeta, che si alzò in piedi. A quel punto gli fu detto che si trattava del funerale di un ebreo. Il profeta commentò: "Non è forse un'anima?". La parola della saggezza Il Profeta disse: "La parola della saggezza è come l'animale smarrito, il credente ha diritto di prenderla ovunque la trovi". Giustizia iniqua Il Profeta disse: "Ciò che ha rovinato i vostri predecessori è stato il fatto che, quando rubava un potente, non gli facevano nulla, ma, quando rubava un poveretto, allora lo punivano severamente". Fratellanza Il Profeta disse: "Guardatevi dai sospetti, perchè il sospetto è un atteggiamento sbagliato. Non siate curiosi, non siat eindiscreti, non siate litigiosi, ma siate fratelli". Battaglia (Jihad) Il Profetta disse che la battaglia minore è quella condotta contro i nemici esterni e ch ela battaglia maggiore è quella condotta contro i desideri egoistici. ================================================================================ Monitor Palestina è una newsletter e un sito che rappresenta la solidarietà incondizionata degli attivisti italiani con l'intero popolo palestinese, in tutte le sue multiformi espressioni politiche, culturali e religiose. http://monitorpalestina.supereva.it/L'email è: monitorpalestina at gaza.net. Per sottoscrivere inviate una semplice e-mail, anche bianca, all'indirizzo soprariportato.
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