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VoiceOfPalestina - Israele, terrorismo di stato
- Subject: VoiceOfPalestina - Israele, terrorismo di stato
- From: "glr" <glr.y at iol.it>
- Date: Tue, 22 Jan 2002 04:23:36 +0100
- Priority: normal
La distruzione della radio palestinese ennesimo atto del terrorismo di stato di Israele Giancarlo Lannutti - Lib 20/1/2002 Le drammatiche immagini, trasmesse ieri da tutte le reti televisive, dei soldati israeliani che a Ramallah minano sistematicamente, piano per piano, il palazzo della stazione radio "Voce della Palestina" e poi lo fanno saltare in aria risultano più eloquenti di mille discorsi o di mille articoli; agli occhi della mente ritornano le analoghe immagini di quasi tre anni fa, della Televisione serba bombardata dagli aerei della Nato. La logica dell'aggressione è sempre la stessa e si esprime nella volontà di tappare la bocca della vittima, di toglierle ogni possibilità di far sentire la sua voce e di denunciare l'ingiustizia e la violenza subite. Il governo israeliano sostiene che azioni come quella di ieri mattina rientrano nella legittima difesa contro il terrorismo, ma l'infamia commessa a Ramallah non ha nulla a che vedere con la lotta al terrorismo; al contrario, è proprio essa a configurare un vero e proprio terrorismo di Stato. Con l'aggravante della recidiva, poiché bisogna ricordare che già alla metà del dicembre scorso gli "eroi" di Sharon si erano accaniti con missili, dinamite e bulldozer contro la grande antenna di quella stessa stazione radio. Accanto allo sdegno non si può non sentire anche una profonda tristezza. Quando si prendono così brutalmente di mira i mezzi di informazione, la loro gente, le loro strutture si attenta alle radici stesse della democrazia e del vivere civile. Naturalmente non c'è da sorprendersi, Sharon ci ha abituati a ben altro. Ma in questo caso gli va riconosciuto un merito, certamente involontario: quello di aver fatto piazza pulita, con un sol colpo, della stucchevole favola di Israele unica democrazia del Medio Oriente. Se mai lo è stata, ormai da tempo - e certamente oggi, imperante Sharon - quella di Israele è una democrazia a senso unico, per soli ebrei (e neanche per tutti, perché anche all'interno della società israeliana ci sono cittadini di prima e di seconda categoria); agli altri, inclusi i cittadini arabi dello Stato ebraico, sono riservate arroganza razzista, sopraffazione e violenza. Valga per tutti l'esempio del deputato arabo Azmi Bishara al quale è stata revocata l'immunità parlamentare per il suo appoggio all'Intifada e la sua denuncia della violenza anti-palestinese. Si delinea così con evidenza un lucido disegno di annientamento non solo e non tanto dell'Autonomia palestinese scaturita dagli accordi di Oslo (che Sharon, non dimentichiamolo, ha sempre definiti una tremenda sciagura) ma della stessa identità nazionale del popolo palestinese, con la logica conseguenza di mettere una pietra tombale su qualsiasi prospettiva di uno Stato palestinese indipendente e sovrano. Le fasi di questa strategia sono sotto gli occhi di tutti: la distruzione delle infrastrutture e delle istituzioni dell'Anp, a cominciare dalle forze di sicurezza e dalle loro sedi; la devastazione dell'aeroporto e del porto di Gaza; il blocco assoluto e la parziale rioccupazione delle città autonome in modo da rendere insopportabile la vita quotidiana della gente; la sistematica distruzione di centinaia di case di abitazione, di migliaia di alberi, di estese aree coltivate; infine, l'attacco diretto a Yasser Arafat, al suo ruolo, alla sua stessa persona, fino al punto di minacciare apertamente la sua incolumità fisica. Tutto ciò, ripetiamo, non ha nulla a che vedere con la lotta al terrorismo, come del resto hanno riconosciuto anche l'Europa e l'Onu e perfino (sia pure a mezza bocca e in modo ambiguo) qualche esponente dell'Amministrazione Bush. La distruzione della stazione radio di Ramallah è un po' come il suggello finale, la firma del reo in calce all'atto di confessione. Ed è certamente confortante ed altamente simbolico il fatto che la "Voce della Palestina" abbia ripreso ieri stesso a trasmettere da una sede di fortuna. Sul palcoscenico della storia e di fronte al tribunale della civiltà gli aggressori sono sempre sconfitti, anche quando la loro violenza sembra prevalere. --------------------- end
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