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l'Europa che vorrei (dopo Laeken)
- Subject: l'Europa che vorrei (dopo Laeken)
- From: "Nicola Vallinoto" <vallinoto at ums.it>
- Date: Wed, 19 Dec 2001 12:26:20 -0000
Gentile Fulvio Grimaldi, >Fino a quando dovremmo cuccarci queste veline UE? Ma ci si rende >conto che tutta >questa roba sta in mano al Giscard dei diamanti di >Bokassa e all'Amato craxista della >distruzione della classe operaia >italiana??? >Bassotto mi ha molto colpito la tua affermazione. E' per questo che ritengo di dover fare alcune precisazioni aggiuntive sul comunicato di Guido Montani riguardante il vertice di Laeken. I primi a criticare l'Unione europea sono sempre stati i federalisti europei che ti ricordo sono 60 anni che portano avanti la battaglia politica per la federazione europea. Il fondatore del Movimento Federalista Europeo Altiero Spinelli ha passato 13 anni della sua vita in carcere per le sue idee politiche (tra i confini politici di Ventotene, Ponza, ecc.) . Il MFE è sempre stato presente ai vertici dell'Unione europea per contestare il metodo intergovernativo e per proporre il metodo costituente, l'unico che consente un approccio democratico e il coinvolgimento dei rappresentanti dei cittadini. Entrando nel merito della Convenzione se da una parte bisogna stare all'erta in quanto il risultato o le proposte che scaturiranno dalla Convenzione comunque verranno sottoposte alla Conferenza intergovernativa (secondo semestre del 2003) che decide all'unanimità è anche vero che la Convenzione rappresenta uno strumento che in qualche modo evidenzia la fine del metodo intergovernativo e mette attorno al tavolo tutte le istituzioni europee e nazionali dando vita a una sorta di assemblea costituente (anche se non lo è) e con un voto a maggioranza. Rappresenta comunque un passo avanti rispetto al metodo intergovernativo (dove tutto viene deciso all'unanimità e a porte chiuse - vedi i vertici di Laeken, Goteborg, Nizza). Questo metodo di lavoro (la convenzione) è stato introdotto prima di Nizza per la redazione della Carta dei diritti. Nella Convenzione ci saranno anche il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali che rappresentano i cittadini (e non i governi). Inoltre la Convenzione vuole aprire un dialogo con la società civile. Ci saranno dei forum dove tutte le realtà della società civile potranno fare proposte alla convenzione. Non posso dirti se queste proposte verranno prese in considerazione ma mi sembra di poter valutare positivamente questa apertura nei confronti della società civile. All'interno del presidium della Convenzione evvero che ci sono personaggi quali Giscard e Amato ma ci sono anche dei sostenitori di una Europa democratica e federalista e tra questi ci metto Jo Leinen (deputato europeo tedesco e presidente dell'Union of European Federalist) e il belga Deheane. Eppoi se ci sarà una grande mobilitazione popolare a favore di una costituzione federale europea sarà difficile per i politici prendere decisioni differenti dalla volontà espressa dai cittadini (essendo legati alla riconferma elettorale). Abbiamo degli esempi degli ultimi anni nei quali i movimenti per una globalizzazione dal basso, e per la globalizzazione dei diritti e della solidarietà sono riusciti a modificare le agende dei grandi appuntamenti intergovernativi (G8, WTO, ecc) diventando un attore del processo di globalizzazione della democrazia. Un altro punto sul quale si può essere parzialmente soddisfatti è che per la prima volta i governi dell'Unione europea hanno messo nero su bianco che il processo di integrazione europeo dovrà arrivare a una Costituzione europea. E' questo non era per nulla scontato vista la posizione di paesi da sempre contrari alla federazione europea come la Gran Bretagna e i paesi nordici. La resistenza della classe politica nazionale e dei conservatori legati a interessi egoistici farà di tutto per frenare il processo di democratizzazione dell'Unione europea. Starà a noi stanare coloro i quali esprimono idee antidemocratiche e nazionaliste. Secondo me non bisogna essere nè troppo ottimisti nè troppo pessimisti. Si tratta di cominciare a lavorare per una vera Europa dei cittadini avviando un dibattito serio sul futuro dell'Unione e su quale tipo di Europa vogliamo. L'Europa che io vorrei è un'Europa aperta e fondata sui valori della pace, della giustizia sociale e della democrazia. Ciò è possibile se tutti coloro che si battono per questi valori uniscono le forze e richiedono che l'Europa getti le proprie basi su una Costituzione federale (e non su trattati intergovernativi) e che abbia come parte integrante la Carta dei diritti dei cittadini europei. Nicola Vallinoto, Genova.
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