l'Europa che vorrei (dopo Laeken)



Gentile Fulvio Grimaldi,

>Fino a quando dovremmo cuccarci queste veline UE? Ma ci si rende >conto che
tutta >questa roba sta in mano al Giscard dei diamanti di >Bokassa e
all'Amato craxista della >distruzione della classe operaia >italiana???
>Bassotto

mi ha molto colpito la tua affermazione.
E' per questo che ritengo di dover fare alcune precisazioni aggiuntive sul
comunicato di Guido Montani riguardante il vertice di Laeken.
I primi a criticare l'Unione europea sono sempre stati i federalisti europei
che ti ricordo sono 60 anni che portano avanti la battaglia politica per la
federazione europea.
Il fondatore del Movimento Federalista Europeo Altiero Spinelli ha passato
13 anni della sua vita in carcere per le sue idee politiche (tra i confini
politici di Ventotene, Ponza, ecc.) .
Il MFE è sempre stato presente ai vertici dell'Unione europea per contestare
il metodo intergovernativo e per proporre il metodo costituente, l'unico che
consente un approccio democratico e il coinvolgimento dei rappresentanti dei
cittadini.
Entrando nel merito della Convenzione se da una parte bisogna stare all'erta
in quanto il risultato o le proposte che scaturiranno dalla Convenzione
comunque verranno sottoposte alla Conferenza intergovernativa (secondo
semestre del 2003) che decide all'unanimità è anche vero che la Convenzione
rappresenta uno strumento che in qualche modo evidenzia la fine del metodo
intergovernativo e mette attorno al tavolo tutte le istituzioni europee e
nazionali dando vita a una sorta di assemblea costituente (anche se non lo
è) e con un voto a maggioranza.
Rappresenta comunque un passo avanti rispetto al metodo intergovernativo
(dove tutto viene deciso all'unanimità e a porte chiuse - vedi i vertici di
Laeken, Goteborg, Nizza). Questo metodo di lavoro (la convenzione) è stato
introdotto prima di Nizza per la redazione della Carta dei diritti.
Nella Convenzione ci saranno anche il Parlamento europeo e i parlamenti
nazionali che rappresentano i cittadini (e non i governi). Inoltre la
Convenzione vuole aprire un dialogo con la società civile. Ci saranno dei
forum dove tutte le realtà della società civile potranno fare proposte alla
convenzione. Non posso dirti se queste proposte verranno prese in
considerazione ma mi sembra di poter valutare positivamente questa apertura
nei confronti della società civile.
All'interno del presidium della Convenzione evvero che ci sono personaggi
quali Giscard e Amato ma ci sono anche dei sostenitori di una Europa
democratica e federalista e tra questi ci metto Jo Leinen (deputato europeo
tedesco e presidente dell'Union of European Federalist) e il belga Deheane.
Eppoi se ci sarà una grande mobilitazione popolare a favore di una
costituzione federale europea sarà difficile per i politici prendere
decisioni differenti dalla volontà espressa dai cittadini (essendo legati
alla riconferma elettorale).
Abbiamo degli esempi degli ultimi anni nei quali i movimenti per una
globalizzazione dal basso, e per la globalizzazione dei diritti e della
solidarietà sono riusciti a modificare le agende dei grandi appuntamenti
intergovernativi (G8, WTO, ecc) diventando un attore del processo di
globalizzazione della democrazia.
Un altro punto sul quale si può essere parzialmente soddisfatti è che per la
prima volta i governi dell'Unione europea hanno messo nero su bianco che il
processo di integrazione europeo dovrà arrivare a una Costituzione europea.
E' questo non era per nulla scontato vista la posizione di paesi da sempre
contrari alla federazione europea come la Gran Bretagna e i paesi nordici.
La resistenza della classe politica nazionale e dei conservatori legati a
interessi egoistici farà di tutto per frenare il processo di
democratizzazione dell'Unione europea.
Starà a noi stanare coloro i quali esprimono idee antidemocratiche e
nazionaliste.
Secondo me non bisogna essere nè troppo ottimisti nè troppo pessimisti. Si
tratta di cominciare a lavorare per una vera Europa dei cittadini avviando
un dibattito serio sul futuro dell'Unione e su quale tipo di Europa
vogliamo. L'Europa che io vorrei è un'Europa aperta e fondata sui valori
della pace, della giustizia sociale e della democrazia. Ciò è possibile se
tutti coloro che si battono per questi valori uniscono le forze e richiedono
che l'Europa getti le proprie basi su una Costituzione federale (e non su
trattati intergovernativi) e che abbia come parte integrante la Carta dei
diritti dei cittadini europei.

Nicola Vallinoto, Genova.