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10/12 Torino: "Contro la violenza e la guerra" - Un silenzio più forte delle bombe
- Subject: 10/12 Torino: "Contro la violenza e la guerra" - Un silenzio più forte delle bombe
- From: "Acli Torino" <aclitorino at tiscalinet.it>
- Date: Fri, 7 Dec 2001 13:15:34 +0100
segnaliamo per aderiue e o partecipare LUNEDI GRANDE MANIFESTAZIONE ORGANIZZATA DA : Torino Social Forum -Acli -Associazione per la pace -Attac Italia -cgil -Cisv -Donne in nero -Gruppo Abele- Legambiente -mir- Pax Christi- movimento nonviolento- Pro Natura Torino-rete lilliput. "Contro la violenza e la guerra" Un silenzio più forte delle bombe La manifestazione avrà la forma di una marcia rigorosamente silenziosa partirà Lunedi 10 Dicembre da piazza Arbarello alle ore 18.30 - Condanna morale del terrorismo e affidamento alle Nazioni Unite del compito giuridico di perseguire e giudicare i responsabili. - Arresto di ogni violenza nei territori israelo-palestinesi, fine della presenza israeliana nei territori occupati e riconoscimento garantito dalle Nazioni Unite dei diritti di entrambi i popoli a vivere nella sicurezza in stati sovrani e indipendenti. - Sospensione immediata dei bombardamenti in Afghanistan, ritiro della partecipazione italiana alla guerra e ricerca di una soluzione pacifica per il futuro del paese. - Riconoscimento e promozione dei diritti degli immigrati nella nostra città e nel nostro paese, provenienti da paesi di diversa tradizione culturale e religiosa. Per ulteriori adesioni: tamtamlacaverna at libero.it regis@arpnet aclitorino at tiscalinet.it 10:56 07/12/2001 CARD. MARTINI: LA GUERRA AL TERRORISMO È "LEGITTIMA DIFESA" O "VENDETTA"? "Ciò che si è fatto e si sta facendo contro il terrorismo specialmente a livello bellico rimane dei limiti della legittima difesa, o presenta la figura, almeno in alcuni casi, della ritorsione, dell' eccesso di violenza, della vendetta?". A chiederselo è stato il card. Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano, nel tradizionale discorso di S. Ambrogio pronunciato ieri sera, a Milano, nella Basilica dedicata al patrono della città. Oltre ad un "giudizio umano morale e severo" sui tragici fatti dell' 11 settembre, ha proseguito l' arcivescovo, bisogna chiedersi se, sul piano poli itico e militare, "il tipo di operazioni che si vanno facendo contro il terrorismo sarà efficace". Il riferimento, ha precisato Martini, vale non soltanto per quanto sta accadendo in Afghanistan, ma anche per i recentissimi fatti di morte e violenza in Israele: "E' chiaro - ha precisato a quest' ultimo riguardo il cardinale - che il diritto di legittima difesa non si può negare a nessuno, neppure in nome di un principio evangelico. Ma occorre una continua vigilanza e un costante dominio su di sé e delle proprie passioni individuali e collettive per far sì che non si insinui la voluttà della rivalsa e la dismisura della vendetta". In Medioriente, per Martini, c' è da una parte "un terrorismo folle suicida contro cittadini pacifici e anche tanti bambini, che non conduce da nessuna parte e che suscita un crescendo di ira, indignazione e orrore", dall' altra invece "atti di rappresaglia, che è difficile definire ancora come operazioni di legittima difesa". Senza contare, poi, le "vere e p roprie azioni belliche, di fronte alle quali anche l' osservatore più imparziale riesce più a cogliere quale sia quella strategia della pace e della sicurezza che pure è sempre nel desiderio di tutto quel popolo la cui sopravvivenza è essenziale per il futuro della pace nella regione e nel mondo intero" (segue). 10:54 07/12/2001 CARD. MARTINI: LA GUERRA AL TERRORISMO È "LEGITTIMA DIFESA" O "VENDETTA"? (2) Anche se, ha precisato Martini, "non spetta alla Chiesa dare l' ultimo giudizio pratico su atti di cui solo pochi conoscono le modalità ultime e precise", è tuttavia necessario "un prezioso controllo democratico stabile e metodico esercitato dai Parlamenti e da un' opinione pubblica intelligente e non faziosa sulla conduzione degli eventuali interventi". Oltre al terrorismo e alla violenza, secondo l' arcivescovo di Milano, "va condannata ogni ingiustizia e va eliminato ogni affronto alla dignità umana", nella consapevolezza che "tutti gli sforzi umani di distruggere il male e con la forza delle armi non avranno mai un effetto duraturo se non si prenderà seriamente coscienza di come le cause profonde del male stanno nel cuore e nella vita di ogni persona, etnia, gruppo, nazione, istituzione che è connivente con l' ingiustizia". Per una possibile "inversione di tendenza", ha affermato Martini, occorre che "maturi di nuovo in Occidente, forse proprio sotto la spinta di eventi così drammatici, la percezione che è necessario un cambio di vita, l' adozione di una nuova scala di valori". Quella in cui viviamo, è infatti per il cardinale "una società il cui dio è il denaro, la cui legge è il successo e il cui tempo è scandito dagli orari di apertura delle borse mondiali". E' questa "la globalizzazione che è giusto rifiutare", poiché "la follia dell' autodistruzione minaccia tutti quanti" e "gli spettri della corruzione, del malgoverno, del prevalere dell' interesse privato e tribale su quello pubblico, della dittatura e del primato della forza e delle armi, stan no succhiando il sangue di innumerevoli poveri della terra". "Sarebbe troppo facile trovare un solo capro espiatorio e una sola vittima", ha concluso Martini, invitando i credenti al dialogo e alla conoscenza reciproca e al rifiuto di qualunque azione "che esprima sentimenti di xenofobia, di antisemitismo, di minor rispetto di qualunque sentimento e tradizione religiosa".
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