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R: Una donna afgana ci implora
- Subject: R: Una donna afgana ci implora
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Wed, 28 Nov 2001 16:51:41 +0100
Per favore, qualche indicazione di più. La lettera è molto toccante. Ma bisogna sapere con certezza che sia autentica, non costruita. Cosa significa "Fonte: Forum La Stampa"? Significa che è stata pubblicata sul quotidiano La Stampa? E in quale giorno? Nel giorno del messaggio di Finex? Bisogna dirlo. L'indicazione data non è assolutamente sufficiente. E chi è Finex? Questi indirizzi e-mail praticamente anonimi non danno fiducia né credibilità. Se la lettera è autentica, indicazioni così insufficienti la rendono sospetta. Se la lettera non è autentica, è una cattiva azione contro le vittime farla passare per autentica. E' lecito immaginare una situazione come questa, perché purtroppo è molto verosimile, ma in tal caso bisogna dire che il genere letterario è l'immaginazione, ed avrebbe ugualmente un grande valore. Prego chiarire, assolutamente. Enrico Peyretti peyretti at tiscalinet.it enrico.peyretti at tin.it ----- Original Message ----- From: finex <finex at siasint.it> To: <dirittiglobali at peacelink.it>; <pace at peacelink.it> Sent: Monday, November 26, 2001 3:45 PM Subject: Una donna afgana ci implora > FONTE: FORUM "LA STAMPA" > Non so altro > > Preghiera > > Non potevo non metterla. > Questo messaggio è una preghiera. Pochi > decidono per tutti, in questo mondo. Gli altri > tacciono e subiscono. Siamo tutti uguali, il sangue > scorre rosso, il dolore si esprime in grida e > lacrime. Per tutti. > Io sono nata a Kandahar 22 anni fa, sono stata in > Italia per quasi tutta l'infanzia e di questo non > smetterò mai di ringraziare mio padre che ha > voluto che io vedessi un mondo diverso di pace, > poi sono tornata in Afghanistan, dove c'era tutta > la mia gente. Ho conosciuto gli italiani, sono come > noi. Ho amato la capacità degli italiani di capire, > di non giudicare, di commuoversi. Così a questo > popolo che ho amato invio la mia preghiera. > In Italia c'è la mafia che si è diffusa come un > cancro in tutto il mondo, facendo male e tanto. > Sono felice che nessuno per questo abbia mai > pensato di bombardare l'Italia, di darla da > governare a stranieri, di riempirla di bombe, mine > e pianto. Sono felice perché la mafia non avrebbe > perso mentre gli italiani avrebbero visto i loro > sogni trasformarsi in orrore e incubi. Ero a > Kandahar quando sono cominciati i > bombardamenti occidentali. Ero là con il mio > bimbo e il mio giovane uomo. E così il mio > giovane uomo è andato a combattere. Non > volontario, non terrorista. E' partito perché i > giovani ragazzi vengono arruolati dagli eserciti in > tutto il mondo quando c'è guerra. Aveva 20 anni e > se n'è andato senza guardare il suo bimbo che > piangeva. Forse immaginava che non l'avrebbe > visto più, non voleva ricordarlo in lacrime. > Cadevano le bombe l'ultima volta che l'ho visto > vivo, il rumore era assordante e la gente gridava > e correva in cerca di rifugi che non ci sono. Così > non so se ha sentito il mio saluto. L'ho > accompagnato per alcuni metri lungo la strada e > per una volta ho gioito di indossare il burqa. Non > ha visto lacrime ed erano tante, ha portato il mio > ricordo mentre gli dicevo che nessuna bomba e > nessun nemico può uccidere chi è protetto da un > amore grande, come il mio per lui. Ma l'amore in > Afghanistan ha perso da tempo. E il mondo è > piccolo e se l'amore perde perde per tutti. La > notte ho stretto forte il mio bimbo che non > dormiva più. Chiedeva perché ma io non so che > rispondergli. Non si può dire a un bimbo che il > mondo odia il terrorismo che significa uccidere gli > innocenti e così, per risposta, bombarda noi. Tutto > quello che quella notte, quella dopo e quelle > prima gli dicevo era "mamma è qui con te, non > piangere, mamma è qui con te". E ora vorrei > morire perché in una di quelle notti da incubo la > casa è esplosa su noi abbracciati. E che ha potuto > fare mamma per il suo bimbo? Gli avevo > promesso protezione, la bomba è caduta e lui nel > terrore mi ha guardata come a ricordarmi la > promessa. Non ha urlato, questo lo ricordo. Io l'ho > fatto ed era un grido animale che mi risuona nelle > orecchie in ogni istante, sono saltata sul corpo del > mio piccolo come un'aquila sulla preda. Sentivo > del sangue scivolarmi lungo le gambe e tra il > dolore e l'angoscia non capivo di chi fosse, > continuavo a pregare Dio che fosse il mio, a > implorarlo che fosse il mio. Non lo era. Come > vorrei spiegare a tutte le mamme... ma le > mamme, lo so, non hanno bisogno di altre > spiegazioni. Alzi gli occhi al cielo e vorresti solo > morire, perché tutto il resto non importa, perché > non c'è niente che può consolarti, perché la morte > è nulla per una madre quando ha suo figlio che > grida tra le braccia. Ho chiesto a Dio di mandare > un'altra bomba a uccidermi, sentivo di non > farcela. Invece stavo già correndo, cercando aiuto, > tra le bombe e le fiamme e altre mamme con > fagottini sanguinanti tra le braccia. Il mio bimbo > vivrà senza le gambe, urla tutto il giorno, si > lamenta tutta notte. Ho affidato la mia lettera a > un'amica che è corsa via per salvare i suoi, io da > qui non posso scappare, il mio bambino è steso > in un letto. Aspettiamo la fine, le bombe > continuano a cadere e io spesso chiedo ad una di > colpirci per non vedere il resto, per non dover dire > a lui che gli ho dato una vita senza futuro, per > non dovergli dire che lo aspetta solo il dolore. > Spero che ci colpisca e ci porti via insieme, in un > posto nel quale io possa proteggerlo, solo questo > sarebbe il mio Paradiso. Ho affidato così la lettera > a un'amica che è scappata in Europa. E' per gli > italiani, popolo che ho amato e nel quale credo > ancora. Non credo che nessuna delle belle > persone che ho incontrato lì da voi avrebbe voluto > pagare con le sue tasse la bomba che ha tolto le > gambe e la speranza a mio figlio. Eppure quella > bomba l'avete pagata voi, tutti voi, togliendo i > soldi alle pensioni dei vostri vecchi o i soldi per i > vostri malati e dandoli invece per colpire i nostri > bimbi. Se favorire involontariamente chi uccide > innocenti è terrorismo allora gli italiani sono > terroristi? Non lo sono, come non lo sono io. > Siamo le vittime di questa guerra. Non cestinate > la mia preghiera, voglio immaginare che esiste > una speranza, che chi non ha soldi o interessi > possa dire non uccideteci più. Non cestinate la mia > speranza. Penso che magari se ci stringiamo tutti > potrebbe non succedere più e altri bimbi come il > mio correranno ancora, con le loro gambe, > davanti ai loro genitori orgogliosi. Vi prego > mandate a tutti questa mia. Spedite a tutti la mia > storia, che almeno a qualcun altro possa servire, > ho in mente questa lettera mentre sto vicino a > mio figlio aspettando. > Quando cadrà Kandahar pensate anche a noi. > > Anna > > >
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- Una donna afgana ci implora
- From: "finex" <finex at siasint.it>
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