Voci fuori dal coro -TORINO SOCIAL FORUM



fonte:Gruppo di Lavoro Pace e Disarmo
Albert Einstein [(1879-1955), fisico tedesco]: "Disprezzo profondamente chi
è felice di marciare nei ranghi e nelle formazioni militari al seguito di
una musica: costui solo per errore ha ricevuto un cervello; un midollo
spinale gli sarebbe più che sufficiente."

Barbara Lee [Onorevole, unico voto contrario alla dichiarazione di guerra
al Congresso degli Stati Uniti]: "Oggi mi alzo dal mio posto con il cuore
pieno di dolore, dolore per le famiglie dei morti e dei feriti... L'11
settembre il mondo è cambiato ed ora le nostre paure più profonde ci
assillano. Purtuttavia, sono convinta che un'azione militare non potrà
prevenire nuovi atti di terrorismo internazionale contro gli Stati Uniti...
Questo voto è difficile per me, ma qualcuno di noi, in quest'aula, oggi,
deve appellarsi alla moderazione."

Gino Strada [Emergency, Anabah 80 km da Kabul, 7/10/2001]: "Saranno proprio
queste persone, i civili, le prime vittime di questi assurdi bombardamenti.
Dal fronte giungeranno nuovi feriti. Già accade sempre, domani un pò di
più. Si dovrebbe venire in questi avamposti per rendersi conto dell'orrore
della guerra, delle mutilazioni che produce tra la gente, delle stragi
senza fine fra i civili. Vorrei che si riuscissero a salvare più vite umane
possibili. Vorrei che il mondo dicesse no all'assurdità della guerra."

Amnesty International [14/9/2001]: "La solidarietà internazionale alle
vittime non può essere dimostrata cercando vendette ma cooperando
all'interno delle regole imposte dalle leggi, per arrestare i responsabili.
Criminalizzare intere comunità non porta a nulla."

Tavola della Pace [Coordinamento di associazioni pacifiste, 8/10/2001]:
"Questa guerra non era inevitabile. Fin dal giorno degli attentati abbiamo
indicato un'altra strada più decisa, precisa ed efficace: la strada della
legalità e della giustizia penale internazionale. Rinunciare a farsi
giustizia da soli. Affidare all'Onu la responsabilità di agire a nome
dell'intera umanità per sradicare i terrorismi con misure politiche,
diplomatiche, finanziarie e di polizia internazionale. Ratificare e
insediare subito la Corte Penale Internazionale. Intervenire alle radici
dei problemi. Mettere fine alla politica dei "due pesi e due misure".
Mettere fine al conflitto israelo-palestinese e togliere l'embargo
all'Iraq. Promuovere il disarmo e ridurre l'ingiustizia economica che
alimenta la disperazione e il disordine internazionale. Fin dal 12
settembre l'Onu ha intrapreso la strada giusta approvando, con uno
straordinario consenso, misure nuove e concrete. Perché non si è voluto
continuare a percorrere la strada tracciata dall'Onu?"

Fausto Bertinotti [Segretario PRC, 20/10/2001]: "Francamente, non mi
straccerei le vesti per il mancato invito dell'Italia al pre-vertice di
Gand, dove Francia, Germania e Gran Bretagna hanno parlato della guerra. Il
guaio è che si riuniscono tre Paesi per discutere della guerra. Nel caso
specifico c'è da rilevare che dal summit non è stato escluso un solo Paese,
ma tutto il mondo. Ci vorrebbe l'Onu e bisognerebbe far tacere le armi.
Riunirsi per decidere azioni militari è male, ed è peggio quando a farlo
sono in pochi. L'unica cosa ragionevole è quella di riunirsi in tanti per
bloccare la guerra."

Don Luigi Ciotti: "Nella guerra non c'è mai vero sollievo per le vittime,
non c'è riparazione per i torti subiti, non c'è promozione di giustizia:
c'è solo la certezza di incrementare la spirale dell'odio."

Cora Weiss [Presidente dell'International Peace Bureau]: "Abbiamo bisogno
di giustizia, non di guerra. Dobbiamo proteggere la nostra sicurezza, ma
non distruggere Kabul: che vuol dire la politica di Bush? Vogliamo
cancellare l'Afghanistan dalla carta geografica? Le risposte che sono
necessarie sono politiche, chiudere il gap tra ricchi e poveri, tra bianchi
e neri, tra nord e sud del mondo."

Giovanni Paolo II [Papa, 3/10/2001]: "La religione non deve mai essere
utilizzata come motivo di conflitto. Cristiani e musulmani, insieme con i
credenti di ogni religione, sono chiamati a ripudiare la violenza per
costruire un'umanità amante della vita, che si sviluppi nella giustizia e
nella solidarietà."

Jean-Hervé Bradol [Presidente della sezione francese di MSF]: "Questa
azione umanitaria è un puro strumento di propaganda, di poco valore per gli
afghani. L'adozione di un obiettivo umanitario da parte dei militari, può
provocare seri problemi alle organizzazioni che si occupano realmente di
aiuto umanitario perché potrebbero non essere più percepite come attori
imparziali. Come potrà la popolazione afgana sapere in futuro se le offerte
di aiuto umanitario non celano un intento militare? Abbiamo visto altre
volte, per esempio in Somalia, i problemi causati sia alla popolazione
vulnerabile che alle associazioni umanitarie quando i militari combattono
una guerra e allo stesso tempo offrono aiuti. La confusione tra militare e
umanitario crea un pericolo ulteriore per l'azione umanitaria, già
estremamente difficile in questa regione e rischia di limitarne
ulteriormente la possibilità d'intervento."

Noam Chomsky [Docente al MIT di Boston, intellettuale radical americano]:
"Questa è la prima volta che le pistole sono puntate nell'altra direzione,
almeno in larga scala. Il Congo non ha attaccato il Belgio, l'India non ha
attaccato l'Inghilterra, l'Algeria la Francia, il Messico o le Filippine
gli Stati Uniti. Le atrocità dell'11 settembre sono singolari non per le
loro dimensioni, sfortunatamente, ma per la scelta del bersaglio".

Naomi Klein [Scrittrice, Autrice di "No Logo"]: "Questo paese è giunto al
punto di credere all'estremo ossimoro di una guerra "sicura"... Gli Stati
Uniti sono diventati esperti nell'arte di risanare e deumanizzare gli atti
di guerra che commettono altrove... Non solo gli Stati Uniti ritenevano di
trovarsi in tempo di pace, ma si pensavano una nazione a prova di guerra...
Come dopo un'amnesia, si sono svegliati nel bel mezzo di una guerra, solo
per scoprire che era in corso da anni".

Yusuf Al-Qaradawi [Direttore del Centro Ricerche di Sunna (Quatar)]: "A
nome di tutti gli Ulema dell'Islam rifiutiamo il terrorismo. Allo stesso
modo rifiutiamo di lottare contro il terrorismo con altro terrorismo, che
condanna un intero popolo per crimini individuali."

Anonimo: "La prima battaglia è quella che si vince sul teleschermo".

Anonimo: "La prima vittima della guerra è l'informazione".

Maria Grazia Francescato [Presidente dei Verdi]: "Quella appena iniziata
non è un'operazione di polizia internazionale, si chiama guerra. I cui
confini sono così incerti, e stabiliti solo a Washington. Noi, piccoli e
deboli, i nostri principi non li buttiamo dalla finestra e diciamo chiaro
che un 'Kosovo 2' non lo facciamo."

Ralph Nader [Leader Verdi Stati Uniti]: "E' ora di imparare a costruire la
pace. Per liberare la politica americana dalla stretta degli interessi
delle corporation. Il bombardamento dell'Afghanistan farà crescere ancora
di più l'odio verso il nostro paese ed i nostri alleati. Noi abbiamo il
diritto di chiedere quanto costerà questa guerra: quanto costerà al popolo
afghano, quanto costerà ai nostri diritti e alla nostra democrazia qui in
patria."

Giulietto Chiesa [Giornalista RAI]: "E' la mattina dopo il primo attacco
americano sull'Afghanistan. Ho visto le televisioni, ieri sera, ho
ascoltato toni, commenti. Sono angosciato per la guerra che comincia e per
i commenti e i toni che ascolto. E' un'ondata bellicista che mai prima
d'ora mi era accaduto di sperimentare. Non c'è spazio non solo per
l'umanità e per la verità, ma neppure per la logica più elementare. E per
la decenza. Ascolto giornalisti che, senza fare una piega, riferiscono
notizie che sanno false (se non lo sanno è peggio, perché vuol dire che non
sanno neppure distinguere), o che sono palesemente ridicole. Come quella
secondo cui gli aerei americani starebbero lanciando porzioni alimentari
sulla popolazione afgana. Dio mio, com'è possibile riferire, senza degnarla
di un commento critico, una tale idiozia, pensata in qualche ufficio stampa
militare? Bisognerebbe aiutare la gente a capire. E' un suo diritto, ma
invece di adempiere al dovere di informare si fa a gara per negarlo. E io
credo, invece, che si debba cercare di capire cosa accadrà, in modo che
milioni di persone sappiano dove stanno andando, dove vengono trascinate
senza che se ne rendano conto."

Tavola della Pace [Coordinamento di associazioni pacifiste, 8/10/2001]:
"Gli attentati contro gli Stati Uniti sono un crimine contro l'umanità e i
responsabili devono essere fermati e assicurati alla giustizia. La
decisione americana di effettuare un attacco armato contro lo Stato
dell'Afghanistan, a seguito degli attentati subiti lo scorso 11 settembre,
è sbagliata, illegale e pericolosa. Sbagliata perché provocherà nuove
vittime innocenti, nuove distruzioni, nuove violenze e anziché sradicare il
terrorismo lo alimenterà insieme all'odio e al fanatismo contro gli
americani e l'Occidente. Illegale perché è espressamente vietata dal
diritto internazionale e dalla Carta delle Nazioni Unite. Pericolosa perché
espone i cittadini americani e tutti i loro alleati ad una catena di
attentati terroristici. Anziché fermare la spirale del terrore questa
guerra finirà per alimentarla."

Cora Weiss [Presidente dell'International Peace Bureau]: "Il risultato di
questi attacchi è che Israele si ritrova un mandato in bianco per trattare
a modo suo con i palestinesi, crea una situazione in cui tutti i governi
repressivi hanno via libera nei confronti di qualunque sfida possano
subire, aumenta insomma la legittimità di politiche di repressione. Il
governo Usa è ora più forte nei confronti della propria società civile, i
cittadini saranno pronti ad accettare limitazioni della libertà, a dare più
poteri discrezionali alla polizia nei confronti dell'opposizione. Tutto
questo rafforza quello che abbiamo visto con le maniere usate dal governo
italiano nei confronti della protesta contro il G8 di Genova del luglio
scorso."

Noam Chomsky [Docente al MIT di Boston, intellettuale radical americano]:
"Su come reagire abbiamo la possibilità di una scelta. Possiamo esprimere
un orrore giustificato; possiamo tentare di capire cosa può aver portato al
gesto criminale, e ciò significa fare uno sforzo per entrare nella mente
dei possibili autori dell'attentato. Se scegliamo questa seconda strada,
non possiamo fare di meglio, credo, che ascoltare le parole di Robert Fisk,
la cui diretta conoscenza e familiarità con gli affari interni della
regione è incomparabile dopo tanti anni di studio. Descrivendo la
"malvagità e la spaventosa crudeltà di un popolo oppresso e umiliato", egli
scrive che "non è la guerra della democrazia contro il terrore che al mondo
verrà chiesta di combattere nei giorni a venire. Ma si tratta anche dei
missili americani che distruggono le case dei palestinesi, degli elicotteri
Usa che centrano un'ambulanza libanese, e di bombe americane che esplodono
su un paese di nome Qana, e ancora della milizia libanese - pagata e
attrezzata dall'alleato israeliano dell'America - che rapisce, stupra e
uccide nei campi profughi". E ancora molto di più. Di nuovo, abbiamo la
scelta: possiamo tentare di capire, o rifiutarci di farlo, contribuendo al
concretizzarsi dell'ipotesi che il peggio sia ancora davanti a noi."

Saskia Sassen [Economista, Autrice del libro "Global City]: "Le politiche
economiche che gli Stati uniti e gli altri paesi ricchi hanno imposto al
mondo hanno provocato disastri sociali. Negli USA e in molti paesi europei
c'è prosperità, mentre nel resto del mondo è solo povertà, guerra, fame,
malattie. Quando gli Stati Uniti si sono interessati a qualche problema nel
mondo, hanno seguito due strade: o hanno puntato ad un controllo militare
dell'area interessata dalla loro azione, o hanno imposto misure economiche
che hanno spesso fatto aumentare la miseria e la povertà". "Pensiamo ai
biglietti lasciati a Manhattan dove si può leggere "peace, not war", "no
more killing". Oppure al senso di solidarietà comune che c'è nelle veglie
di preghiera. Sono semplici messaggi e pratiche che sono contro
l'escalation della guerra. [...] Sono messaggi scritti da giovani e meno
giovani, persone che vogliono immaginare una vita buona da vivere. Sono
uomini donne che non vogliono la guerra. Posso sbagliare, ma spero di no,
ma questi sono sentimenti fortemente presenti nell'opinione pubblica
americani e che possono diventare il germe di un nuovo movimento contro
l'escalation militare."

Mary Robinson [Alto commissario per i diritti umani ONU]: "Una sospensione
dei bombardamenti ora è quanto chiedono le agenzie umanitarie. L'urgenza è
dettata dalla necessità di utilizzare questa finestra di tempo fino al 15 o
16 novembre, prima che l'inverno e la neve impediscano agli aiuti di
arrivare. Se non interveniamo ora milioni di persone rischiano di morire di
fame e di freddo. Vi posso dire che la situazione in Afghanistan è
disperata per centinaia di migliaia di persone, stiamo parlando di oltre
due milioni che hanno un bisogno disperato di cibo. E' assolutamente
sbagliato che seimila persone siano state uccise dei terribili eventi
dell'11 settembre, ma dobbiamo preoccuparci di quanto potrebbe accadere al
popolo Afgano. Inoltre milioni di persone si stanno amassando ai confini
con il Pakistan e con l'Iran. Rischiamo di vedersi ripetere la tragedia del
Ruanda. Il diritto al cibo, il diritto ad un rifugio sono diritti umani
basilari."

Gino Strada [Emergency]: "Il popolo afghano non sa neanche perché li
attaccano. Li attaccano per sconfiggere il terrorismo? Il terrorismo non è
stato finanziato né incoraggiato, né protetto dal popolo afghano. Il mondo
è malato, e se sbagliamo terapia il malato muore: la guerra è la terapia
sbagliata."

Padre Alex Zanotelli: "Il sistema creato dalla globalizzazione neoliberista
si basa su tre pilastri: l'economia, i massa media e le armi. Ed è proprio
di quest'ultimo pilastro che nessuno parla: il 20% del mondo non potrebbe
controllare l'83% delle risorse se non fosse per la forza delle armi."

Gino Strada [Emergency, rispondendo indirettamente al Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi in Senato, il quale ha parlato di "un medico
integerrimo ma di confuse idee, che non saprebbe scegliere tra gli Stati
Uniti e l'Afghanistan]: "Io non mi sento più americano di quanto non mi
senta afgano. Emergency sta con gli indifesi, con le vittime civili delle
guerre; non ha mai preso posizione in favore o contro qualche Governo o
Paese. Una vita persa americana ha lo stesso valore assoluto della vita di
un cambogiano, di un iracheno, di un italiano."

Fausto Bertinotti [Segretario PRC, 7/10/2001]: "Oggi la guerra è
cominciata. All'orrore del terrorismo si somma un altro orrore. Alle
incolpevoli vite umane stroncate dai terroristi si possono aggiungere in
queste ore vittime ugualmente incolpevoli di un'altra parte del mondo. Da
oggi il destino dell'umanità si è fatto più incerto e più oscuro. Ogni
persona in ogni parte del mondo può essere colpita. L'unica cosa certa è
che il terrorismo non ne esce indebolito. Gli organismi e il diritto
internazionali e la volontà dei popoli sono le vittime politiche di questa
scelta. L'Europa è di fronte ad un bivio. Se si accoda alla scelta
americana nega la sua stessa esistenza. Il suo futuro, oggi più che mai,
dipende dalla sua capacità di opporre il diritto internazionale al
terrorismo e alla guerra e la scelta della pace per avviare una politica di
cooperazione tra il Nord e il Sud del Mondo."

Subcomandante Marcos [giugno 1997]: "La globalizzazione moderna, il
neoliberismo come sistema mondiale, deve essere inteso come una nuova
guerra di conquista di territori. Se la III guerra mondiale è stata tra il
capitalismo e il socialismo -capeggiati da USA e URSS-, con scenari alterni
e differenti gradi di intensità, la IV guerra mondiale si fa ora tra i
grandi centri finanziari, con scenari totali e con una intensità acuta e
costante."

Luisa Morgantini [Donne in nero]: "Rispetto, dolore per le vittime e
condanna senza nessun ma, per gli atti di terrorismo. Nello stesso tempo
determinazione a non farci prendere nella trappola che vuole renderci mute
e muti. Dobbiamo fare in modo che i potenti si interroghino su un sistema
che nell'affermazione del liberismo sfrenato distrugge e si autodistrugge.
Dobbiamo impedire che siano le armi a parlare sempre di più ... che le
spese militari sostituiscano le spese per la salute e la vita."

Kofi Annan [Segretario ONU]: "Sono sconcertato dal progetto americano di
colpire altri paesi."

George W. Bush: "Dobbiamo liberare il mondo dal diavolo. Di questo siamo
certi. Né la morte né la vita né gli angeli né i prìncipi né le cose
presenti né le cose future, nemmeno le vette e gli abissi, ci separeranno
da Dio. Possa egli benedire e guidare questo paese."

Mullah Omar: "Crediamo in Dio perchè con la grazia di Dio i missili
americani falliranno il bersaglio e noi saremo salvi. Islamici di tutto il
mondo uniamoci nel nome di Allah potente e misericordioso."