E allora, che famo? uniamoci sull'obiezione fiscale e sull'intervento in Afghanistan



Cari amici antimilitaristi-nonviolenti,

l'unica idea che è emersa in risposta all'invito unitario di Stefano
Guffanti è di costituire un gruppo di lavoro all'interno della Rete
Lilliput?

Dico subito che non basta, non è quello che serve. Non mi sembra che
l'appello di Stefano sia stato compreso nel suo significato e raccolto.

Non voglio sprecare molte parole.

Se intendiamo incidere nel panorama politico e culturale, dialogare con il
"movimento dei movimenti" e quanti altri, dobbiamo riuscire ad essere
unitari, credo, almeno su sue punti di impegno urgente:

1- l'obiezione alle spese militari
2- l'intervento nonviolento di diplomazia autogestita in Afghanistan.

Sull'OSM mi sembra urgente che i vecchi promotori, come MIR, MN ed altri,
ritornino sulla loro scelta.
Per quanti sforzi faccia, non riesco a trovare un serio motivo politico per
dichiarare "conclusa" la campagna.
La quale - a mio avviso - non può non essere concepita anche come campagna
di pressione antimilitarista volta ad ottenere una riduzione del bilancio
della difesa (che oggi viaggia oltre i 40.000 miliardi).
Detto papale papale: individuerei nell'abolizione dell'esercito
professionale in ambito NATO l'"obiettivo terminale" della campagna.
Da anni vado ripetendo, inascoltato, che la prima difesa nonviolenta che
dobbiamo mettere in atto riguarda proprio l'opposizione all'attuale modello
di difesa, che costituisce una minaccia concreta alle nostre libertà, ai
nostri diritti, alle nostre vite.
La piega che prenderà l'attuale "guerra permanente" al terrorismo penso che
finirà per convincere anche i più recalcitranti che stiamo costruendo, con
l'esercito professionale, UN PERICOLO MORTALE. Prima lo si capisce meglio
è, ovviamente.


Naturalmente, tutti dobbiamo imparare ad avere più capacità di gestire
unitariamente i fondi raccolti (ricordo le indecorose discussioni con il
Centro di  Brescia, che pretendeva, in pratica, di monopolizzare tutto).

Per quanto riguarda il secondo punto, ricordo che a suo tempo Silvano
Tartarini formulò una proposta interessante da discutere a Perugia. Quali
ne sono stati gli esiti?

Detto francamente: presumo di sapere già che l'invito di Stefano cadrà nel
vuoto. Grazie alle nostre derive accademiche (che separano il momento del
programma costruttivo dal momento conflittuale) e alla nostra insipienza
meritiamo davvero che l'idea dell'obiezione fiscale sia, per così dire,
"espropriata" da Agnoletto e compagni.
Anzi, forse sarebbe il caso che chi di dovere (il coordinamento politico
OSM?) si facesse subito avanti per concordare con Agnoletto una modalità
della campagna che possa conciliare le esigenze culturali e politiche di
Rifondazione Comunista e dei "New-global" con le nostre.
Governando il loro coinvolgimento credo che si avranno più possibilità di
incidere sui loro orientamenti culturali...

In concreto, penso, ad esempio, all'istituzione, dentro l'OSM, almeno dei
seguenti Fondi, in cui sia possibile versare i propri soldi (con la solita
procedura della offerta preventiva al Presidente della Repubblica):

- Fondo solidarietà per obiettori e disertori di guerra;
- Finanziamento Emergency in Afghanistan.

Per concludere: in passato abbiamo sempre snobbato questo tipo di
preoccupazioni sull'impegno di aree culturali diverse dalla nostra. Ci si
diceva tra noi: sappiamo che l'area di Rifondazione non produrrà obiettori.
Non fa parte della sua mentalità.
Ma il tempo passa e i soggetti evolvono e maturano.
Avanzo un esempio che, a ripensarci, è stupefacente.
All'inizio degli anni Ottanta avevamo un'Area dell'Autonomia ingabbiata in
un violentismo stupido ed ossessivo.
Oggi i centri sociali  parlano di disobbedienza civile e penso comincino a
crederci davvero (con tutte le pulci che possiamo fare su come la intendono
e la praticano).
La svolta è avvenuta con l'emergere della grande figura del subcomandante
Marcos e dell'esperienza del Chiapas. Non sarà "nonviolenza pura" - ma
penso che non faremmo male a confrontarci con essa sforzandoci di imparare
diverse cosette.
Una delle quali è che a dichiararsi con troppa convinzione "puri" si fa
come quelli che ripetono continuamente "Signore, Signore", ma ai quali è
preclusa la strada del Cielo...

Comunque sia, siccome col tempo, alle soglie di 50 anni di età, mi pare di
essere diventato più "saggio" (lo spero vivamente!), so benissimo che voi
tutti, ognuno per suo conto, fa tante bellissime ed utilissime cose, per
quanto piccole. Vi propongo perciò un modo per aiutare a diffondere la loro
conoscenza nel pubblico.
Producete delle audiocassette e speditemele per posta. Penserò io a
immetterle nel circuito REASAT, sotto la sigla del NETWORK SOCIALE
CONFONLUS, a cui hanno aderito 135 radio. In pratica si copre l'intero
territorio nazionale.
Ecco alcune indicazioni sui programmi:
- 20' di durata per ogni trasmissione (una cassetta può contenere più
pezzi: va benissimo)
- formato digitale della cassetta
- inserite sigle musicali e stacchi musicali
- parlato a più voci, sia maschili che femminili, interventi brevi, max 2'
- spiegate le sigle che usate (che non vi scappi un OSM non esplicitato!).
Basta così. Confido nel vostro buonsenso.

Alfonso Navarra
vicepresidente nazionale CONFONLUS

via Dogana, 2 - 20123 Milano
tel. 02/8645.2672