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E allora, che famo? uniamoci sull'obiezione fiscale e sull'intervento in Afghanistan
- Subject: E allora, che famo? uniamoci sull'obiezione fiscale e sull'intervento in Afghanistan
- From: "ALFONSO NAVARRA" <alfonav at tin.it>
- Date: Sun, 18 Nov 2001 18:07:40 +0100
Cari amici antimilitaristi-nonviolenti, l'unica idea che è emersa in risposta all'invito unitario di Stefano Guffanti è di costituire un gruppo di lavoro all'interno della Rete Lilliput? Dico subito che non basta, non è quello che serve. Non mi sembra che l'appello di Stefano sia stato compreso nel suo significato e raccolto. Non voglio sprecare molte parole. Se intendiamo incidere nel panorama politico e culturale, dialogare con il "movimento dei movimenti" e quanti altri, dobbiamo riuscire ad essere unitari, credo, almeno su sue punti di impegno urgente: 1- l'obiezione alle spese militari 2- l'intervento nonviolento di diplomazia autogestita in Afghanistan. Sull'OSM mi sembra urgente che i vecchi promotori, come MIR, MN ed altri, ritornino sulla loro scelta. Per quanti sforzi faccia, non riesco a trovare un serio motivo politico per dichiarare "conclusa" la campagna. La quale - a mio avviso - non può non essere concepita anche come campagna di pressione antimilitarista volta ad ottenere una riduzione del bilancio della difesa (che oggi viaggia oltre i 40.000 miliardi). Detto papale papale: individuerei nell'abolizione dell'esercito professionale in ambito NATO l'"obiettivo terminale" della campagna. Da anni vado ripetendo, inascoltato, che la prima difesa nonviolenta che dobbiamo mettere in atto riguarda proprio l'opposizione all'attuale modello di difesa, che costituisce una minaccia concreta alle nostre libertà, ai nostri diritti, alle nostre vite. La piega che prenderà l'attuale "guerra permanente" al terrorismo penso che finirà per convincere anche i più recalcitranti che stiamo costruendo, con l'esercito professionale, UN PERICOLO MORTALE. Prima lo si capisce meglio è, ovviamente. Naturalmente, tutti dobbiamo imparare ad avere più capacità di gestire unitariamente i fondi raccolti (ricordo le indecorose discussioni con il Centro di Brescia, che pretendeva, in pratica, di monopolizzare tutto). Per quanto riguarda il secondo punto, ricordo che a suo tempo Silvano Tartarini formulò una proposta interessante da discutere a Perugia. Quali ne sono stati gli esiti? Detto francamente: presumo di sapere già che l'invito di Stefano cadrà nel vuoto. Grazie alle nostre derive accademiche (che separano il momento del programma costruttivo dal momento conflittuale) e alla nostra insipienza meritiamo davvero che l'idea dell'obiezione fiscale sia, per così dire, "espropriata" da Agnoletto e compagni. Anzi, forse sarebbe il caso che chi di dovere (il coordinamento politico OSM?) si facesse subito avanti per concordare con Agnoletto una modalità della campagna che possa conciliare le esigenze culturali e politiche di Rifondazione Comunista e dei "New-global" con le nostre. Governando il loro coinvolgimento credo che si avranno più possibilità di incidere sui loro orientamenti culturali... In concreto, penso, ad esempio, all'istituzione, dentro l'OSM, almeno dei seguenti Fondi, in cui sia possibile versare i propri soldi (con la solita procedura della offerta preventiva al Presidente della Repubblica): - Fondo solidarietà per obiettori e disertori di guerra; - Finanziamento Emergency in Afghanistan. Per concludere: in passato abbiamo sempre snobbato questo tipo di preoccupazioni sull'impegno di aree culturali diverse dalla nostra. Ci si diceva tra noi: sappiamo che l'area di Rifondazione non produrrà obiettori. Non fa parte della sua mentalità. Ma il tempo passa e i soggetti evolvono e maturano. Avanzo un esempio che, a ripensarci, è stupefacente. All'inizio degli anni Ottanta avevamo un'Area dell'Autonomia ingabbiata in un violentismo stupido ed ossessivo. Oggi i centri sociali parlano di disobbedienza civile e penso comincino a crederci davvero (con tutte le pulci che possiamo fare su come la intendono e la praticano). La svolta è avvenuta con l'emergere della grande figura del subcomandante Marcos e dell'esperienza del Chiapas. Non sarà "nonviolenza pura" - ma penso che non faremmo male a confrontarci con essa sforzandoci di imparare diverse cosette. Una delle quali è che a dichiararsi con troppa convinzione "puri" si fa come quelli che ripetono continuamente "Signore, Signore", ma ai quali è preclusa la strada del Cielo... Comunque sia, siccome col tempo, alle soglie di 50 anni di età, mi pare di essere diventato più "saggio" (lo spero vivamente!), so benissimo che voi tutti, ognuno per suo conto, fa tante bellissime ed utilissime cose, per quanto piccole. Vi propongo perciò un modo per aiutare a diffondere la loro conoscenza nel pubblico. Producete delle audiocassette e speditemele per posta. Penserò io a immetterle nel circuito REASAT, sotto la sigla del NETWORK SOCIALE CONFONLUS, a cui hanno aderito 135 radio. In pratica si copre l'intero territorio nazionale. Ecco alcune indicazioni sui programmi: - 20' di durata per ogni trasmissione (una cassetta può contenere più pezzi: va benissimo) - formato digitale della cassetta - inserite sigle musicali e stacchi musicali - parlato a più voci, sia maschili che femminili, interventi brevi, max 2' - spiegate le sigle che usate (che non vi scappi un OSM non esplicitato!). Basta così. Confido nel vostro buonsenso. Alfonso Navarra vicepresidente nazionale CONFONLUS via Dogana, 2 - 20123 Milano tel. 02/8645.2672
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