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presidio a Trieste del Partito Umanista contro la guerra
- Subject: presidio a Trieste del Partito Umanista contro la guerra
- From: "Davide Bertok" <davide.bertok at adriacom.it>
- Date: Fri, 16 Nov 2001 21:35:52 +0100
- Priority: normal
Trieste, 16 novembre 2001 PRESIDIO DEL PARTITO UMANISTA CONTRO LA GUERRA L'Alleanza del Nord ha sfondato e ora controlla gran parte dell'Afghanistan ma gli aerei della coalizione occidentale continuano a bombardare. E solo lo scorso weekend il governo italiano ha deciso, con l'avvallo addirittura del parlamento (con un sostegno largamente maggioritario nonostante i sondaggi dicano che gli italiani sono invece per la maggior parte contrari) l'invio di proprie truppe e aerei a sostegno delle forze anglo-americane nei pressi dell'Afghanistan. E' per questo che noi umanisti abbiamo deciso di trovarci oggi in Piazza dell'Unità d'Italia davanti alla Prefettura per un presidio di protesta contro queste decisioni, a favore del ripristino della pace nell'area e per affermare che la guerra non è un modo per combattere il terrorismo. Questo metodo VIOLENTO non fa altro che generare altra violenza!!! La nostra risposta non si fa attendere: dopo questo presidio davanti alla Prefettura saremo in Piazza della Borsa per testimoniare il nostro impegno per la non-violenza con un banchetto di raccolta firme per un appello a favore della pace. La raccolta firme proseguirà nei prossimi giorni tra i nostri sostenitori e al termine i moduli verranno consegnati al Prefetto di Trieste come rappresentante di questo governo che ha deciso l'entrata dell'Italia in guerra. Aggiungiamo inoltre che, ispirandosi la nostra azione a quello che noi consideriamo il più alto principio morale di comportamento ovvero "tratta gli altri come vuoi essere trattato", ci dissociamo da qualsiasi altra azione dimostrativa o di protesta che si discosti da questo principio. Di seguito il testo dell'appello di cui sopra. Segreteria Stampa triestina del Partito Umanista Noi, Uomini e Donne testimoni storici di questo controverso e drammatico inizio XXI secolo dichiariamo e ci impegniamo a sostenere: 1. La dignità ed unicità d'ogni vita, propria ed altrui e pertanto il valore assoluto d'ogni essere umano, al di sopra del quale nulla può essere posto e giustificato. 2. Il rifiuto della violenza nelle sue diverse forme (fisica, psicologica, economica, ecc.) ed espressioni (terrorismo, guerra, discriminazione, razzismo) per qualsiasi causa invocata (religiosa, economica, vendetta). 3. L'affermazione della non-violenza come forza morale orientatrice, mediante la quale un uomo, un gruppo o un popolo mostrano ai contemporanei e alle generazioni future, la propria forza morale e l'elevatezza della propria coscienza, unica strada percorribile nella costruzione della nascente "nazione umana universale" . 4. Il riconoscimento della diversità come il massimo contributo e ricchezza che le persone singole od organizzate in comunità, popoli, nazioni possono portare a tale costruzione attraverso il lavoro solidale, la creatività, l'interscambio, la reciprocità. 5. Il riconoscimento del diritto ad ogni bambino, giovane, anziano, uomo e donna, non importa il colore della sua pelle, la sua religione o la sua nazionalità, a costruire la sua vita senza il timore di una morte che altri decideranno per lui. 6. Il riconoscimento del diritto, nonché responsabilità e necessità morale di decidere se si vuole continuare a vivere e in quali condizioni si vuole farlo, nel tentativo di trasformare il mondo nella dimora di una nuova umanità e non in una minaccia di morte permanente che altri organizzano in nostra vece. 7. La nostra irrinunciabile intenzione di fermare questa guerra, per realizzare un "mondo senza guerre", per impegnare i governi a trasformare gli investimenti nelle tecnologie di morte nella risoluzione dei problemi che affliggono lo 80% della popolazione del pianeta. 8. Il nostro fermo impegno personale e d'insieme per creare ambiti di partecipazione e comunicazione, non solo per fermare le guerre ma per far "esplodere" la pace in ogni angolo del pianeta e far emergere tutte le più articolate forme di "voglia di vivere". 9. Il nostro fermo invito a tutti ad unirsi a noi e partecipare a questa costruzione, a rompere i muri del complice silenzio o della frustrante solitaria indignazione, a riannodare i fili della comunicazione e solidarietà, a scoprire che preparare la strada della nuova umanità è molto più facile di quanto i "signori della morte" vogliono farci credere. 10. La più ampia diffusione, a partire da subito, ovunque, con qualsiasi mezzo e verso chiunque s'incontri, di questo messaggio: "sì, si può, fermare la guerra, interrompere la spirale di violenza, costruire ponti per una nuova umanità, di una Nazione Umana Universale!"
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