l'ultima intrvista ad Abdul Haq



The Guardian
2 novembre 2001
Le bombe americane stanno alimentando i talebani
Pochi giorni prima che il regime di Kabul lo uccidesse, il leader afgano
Abdul Haq argomentava contro i bombardamenti



Abdul Haq


Con ogni probabilità gli USA hanno idee già chiare in merito a ciò che
vogliono e ogni raccomandazione da parte mia giungerà in ritardo. Comunque,
l'azione militare in se stessa, nelle condizioni attuali, sta solo rendendo
le cose più difficili - specialmente se questa guerra continuasse a lungo e
molti civili venissero uccisi. La cosa migliore sarebbe che gli USA
lavorassero per una soluzione politica che coinvolgesse tutti i gruppi
afgani. Altrimenti saranno incoraggiate le divisioni tra i diversi gruppi,
che ricevono appoggio da paesi diversi, e ciò inciderà negativamente sull'
intera regione.

Non sono sicuro che la campagna aerea funzionerà. Prima che gli attacchi
cominciassero, i talebani erano molto nervosi ed il sostegno che ricevevano
dalla popolazione piuttosto scarso.

Tutti avevano paura. Ma quando il bombardamento ha avuto inizio, la gente ha
cominciato a dire: "Be', non è poi così brutto. Abbiamo visto di peggio.
Possiamo sopportarlo". È una cosa che ho visto spesso in battaglia. I
soldati scappano via terrorizzati, poi si rendono conto che non esistono
pericoli immediati, si fermano, fronteggiano il nemico ed il coraggio
ritorna.

Così in queste settimane ho visto un sostegno ai talebani come non mai.
Abbiamo tentato di suscitare una rivolta tra i talebani, ma gli USA non ce
ne hanno concesso la possibilità. Sembra che fossero determinati ad
attaccare anche se fosse stata avanzata la migliore proposta possibile al
mondo per evitarlo. Ciò è stato un brutto colpo per me.

Gli USA dovrebbero continuare ad esercitare una pressione, soprattutto
finanziaria, ma non dovrebbero bombardare. Non è possibile cambiare la
leadership talebana con i bombardamenti né con il dialogo. Invece ho
discusso con i comandanti di secondo livello dei talebani, ex mujaidin e
anziani nei villaggi, e ciò che cerco di ottenere è che essi possano
produrre una dichiarazione ufficiale in cui si dica che i talebani devono
andarsene e che chiunque si rifiuti possa essere combatutto.

In ogni caso - ciò che tutti mi stanno dicendo necessario perché ciò possa
accadere - deve esistere una qualche struttura alternativa cui i talebani
possano avvicinarsi. La maggior parte non andranno con l'Alleanza del Nord e
a questa non deve essere consentito di prendere il potere, giacché si
vendicherebbero di chiunque abbia mai provato a combatterli e ciò
risospingerebbe la gente verso i talebani. E all'Alleanza del Nord non deve
essere consentito di condurre attacchi, per lo meno non contro Kabul né
verso est o sud [cioè nel cuore dei territori pashtun].

Se ciò fosse fatto molti che stanno dalla parte dei talebani sarebbero
pronti ad abbandonarli.

Ho raccontato tutto questo ad alcuni ufficiali americani, come hanno fatto
anche altri, ma è impossibile trovare qualcuno al di sotto del presidente
che sia disposto a prendersi la responsabilità di una decisione. Se gli USA
continuano a bombardare e ad aiutare l'Alleanza del Nord il nostro lavoro
sarà molto più difficile. Il problema è che gli americani non possono
controllare i comandanti dell'Alleanza se questi decidono di attaccare Kabul
o di massacrare la gente. Come possono? Minacciando di bombardare anche
loro?

I talebani provengono maggiormente dall'aera pashtun e questa popolazione è
la chiave per liberarsene. Ogni volta che i talebani sono indeboliti, si
rivolgono al nazionalismo pashtun e ciò produce un certo effetto. La
campagna anti-talebani deve svolgersi in due fasi: una strategia militare
per dividere e rimuovere i talebani e che dovrebbe essere condotta dagli
stessi afgani, non dagli USA; ed una Loya Jirga [grande assemblea nazionale]
per creare un governo futuro, che includa i rappresentanti di tutti i gruppi
etnici e tribali.

Dovremmo sforzarci per evitare spargimenti di sangue per quanto possibile. I
talebani sono come una palla di cristallo, molto duri ma fragili. Colpiti
nel modo giusto si infrangeranno in mille pezzi. Ma il bombardamento dell'
intero Afganistan non è la maniera giusta. Al contrario, dovremmo metterne
in crisi la leadership centrale, che è costituita da un gruppo molto
ristretto e chiuso ed è anche l'unica cosa che li tenga uniti. Se li
distruggessimo, ogni combattente talebano raccoglierebbe il suo fucile e la
sua coperta e scomparirebbe verso casa, e questa sarebbe la fine dei
talebani.

Ma gli USA stanno cercando di mostrare i loro muscoli, di conseguire la
vittoria e spaventare chiunque al mondo, senza preoccuparsi delle sofferenze
degli Afgani e di quanti moriranno. E questo non ci piace, perché agli
Afgani sono imposte delle sofferenze a causa di questi fanatici arabi e
tutti sappiamo chi li ha condotti in Afganistan negli anni '80, chi li ha
armati e offerto loro appoggio. Sono stati gli Americani e la CIA. E gli
americani che lo hanno fatto hanno ottenuto delle medaglie e avanzamenti di
carriera, mentre gli Afgani hanno sofferto per tutto il tempo a causa di
questi arabi e dei loro alleati. Ora che l'America è attaccata, invece di
punire gli americani responsabili, si puniscono gli Afgani.



Nello

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