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l'ultima intrvista ad Abdul Haq
- Subject: l'ultima intrvista ad Abdul Haq
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it>
- Date: Thu, 8 Nov 2001 16:48:03 +0100
The Guardian 2 novembre 2001 Le bombe americane stanno alimentando i talebani Pochi giorni prima che il regime di Kabul lo uccidesse, il leader afgano Abdul Haq argomentava contro i bombardamenti Abdul Haq Con ogni probabilità gli USA hanno idee già chiare in merito a ciò che vogliono e ogni raccomandazione da parte mia giungerà in ritardo. Comunque, l'azione militare in se stessa, nelle condizioni attuali, sta solo rendendo le cose più difficili - specialmente se questa guerra continuasse a lungo e molti civili venissero uccisi. La cosa migliore sarebbe che gli USA lavorassero per una soluzione politica che coinvolgesse tutti i gruppi afgani. Altrimenti saranno incoraggiate le divisioni tra i diversi gruppi, che ricevono appoggio da paesi diversi, e ciò inciderà negativamente sull' intera regione. Non sono sicuro che la campagna aerea funzionerà. Prima che gli attacchi cominciassero, i talebani erano molto nervosi ed il sostegno che ricevevano dalla popolazione piuttosto scarso. Tutti avevano paura. Ma quando il bombardamento ha avuto inizio, la gente ha cominciato a dire: "Be', non è poi così brutto. Abbiamo visto di peggio. Possiamo sopportarlo". È una cosa che ho visto spesso in battaglia. I soldati scappano via terrorizzati, poi si rendono conto che non esistono pericoli immediati, si fermano, fronteggiano il nemico ed il coraggio ritorna. Così in queste settimane ho visto un sostegno ai talebani come non mai. Abbiamo tentato di suscitare una rivolta tra i talebani, ma gli USA non ce ne hanno concesso la possibilità. Sembra che fossero determinati ad attaccare anche se fosse stata avanzata la migliore proposta possibile al mondo per evitarlo. Ciò è stato un brutto colpo per me. Gli USA dovrebbero continuare ad esercitare una pressione, soprattutto finanziaria, ma non dovrebbero bombardare. Non è possibile cambiare la leadership talebana con i bombardamenti né con il dialogo. Invece ho discusso con i comandanti di secondo livello dei talebani, ex mujaidin e anziani nei villaggi, e ciò che cerco di ottenere è che essi possano produrre una dichiarazione ufficiale in cui si dica che i talebani devono andarsene e che chiunque si rifiuti possa essere combatutto. In ogni caso - ciò che tutti mi stanno dicendo necessario perché ciò possa accadere - deve esistere una qualche struttura alternativa cui i talebani possano avvicinarsi. La maggior parte non andranno con l'Alleanza del Nord e a questa non deve essere consentito di prendere il potere, giacché si vendicherebbero di chiunque abbia mai provato a combatterli e ciò risospingerebbe la gente verso i talebani. E all'Alleanza del Nord non deve essere consentito di condurre attacchi, per lo meno non contro Kabul né verso est o sud [cioè nel cuore dei territori pashtun]. Se ciò fosse fatto molti che stanno dalla parte dei talebani sarebbero pronti ad abbandonarli. Ho raccontato tutto questo ad alcuni ufficiali americani, come hanno fatto anche altri, ma è impossibile trovare qualcuno al di sotto del presidente che sia disposto a prendersi la responsabilità di una decisione. Se gli USA continuano a bombardare e ad aiutare l'Alleanza del Nord il nostro lavoro sarà molto più difficile. Il problema è che gli americani non possono controllare i comandanti dell'Alleanza se questi decidono di attaccare Kabul o di massacrare la gente. Come possono? Minacciando di bombardare anche loro? I talebani provengono maggiormente dall'aera pashtun e questa popolazione è la chiave per liberarsene. Ogni volta che i talebani sono indeboliti, si rivolgono al nazionalismo pashtun e ciò produce un certo effetto. La campagna anti-talebani deve svolgersi in due fasi: una strategia militare per dividere e rimuovere i talebani e che dovrebbe essere condotta dagli stessi afgani, non dagli USA; ed una Loya Jirga [grande assemblea nazionale] per creare un governo futuro, che includa i rappresentanti di tutti i gruppi etnici e tribali. Dovremmo sforzarci per evitare spargimenti di sangue per quanto possibile. I talebani sono come una palla di cristallo, molto duri ma fragili. Colpiti nel modo giusto si infrangeranno in mille pezzi. Ma il bombardamento dell' intero Afganistan non è la maniera giusta. Al contrario, dovremmo metterne in crisi la leadership centrale, che è costituita da un gruppo molto ristretto e chiuso ed è anche l'unica cosa che li tenga uniti. Se li distruggessimo, ogni combattente talebano raccoglierebbe il suo fucile e la sua coperta e scomparirebbe verso casa, e questa sarebbe la fine dei talebani. Ma gli USA stanno cercando di mostrare i loro muscoli, di conseguire la vittoria e spaventare chiunque al mondo, senza preoccuparsi delle sofferenze degli Afgani e di quanti moriranno. E questo non ci piace, perché agli Afgani sono imposte delle sofferenze a causa di questi fanatici arabi e tutti sappiamo chi li ha condotti in Afganistan negli anni '80, chi li ha armati e offerto loro appoggio. Sono stati gli Americani e la CIA. E gli americani che lo hanno fatto hanno ottenuto delle medaglie e avanzamenti di carriera, mentre gli Afgani hanno sofferto per tutto il tempo a causa di questi arabi e dei loro alleati. Ora che l'America è attaccata, invece di punire gli americani responsabili, si puniscono gli Afgani. Nello change the world before the world changes you www.peacelink.it/tematiche/latina/latina.htm
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