APPELLO AI PARLAMENTARI ITALIANI



APPELLO AI PARLAMENTARI ITALIANI



La notizia del coinvolgimento diretto dell'Italia nella guerra in
Afghanistan ci lascia costernati e indignati. Si tratta dell'ultimo atto
(per ora) di una vicenda penosa per il nostro paese che ci ha visto pietire
ripetutamente presso l'amministrazione americana perché ci concedesse il
"privilegio" di aggiungere ai loro i nostri soldati.

Vogliamo, per prima cosa, ricordare a tutti che la guerra non è mai
"buona", ma è sempre un fallimento della civiltà. La nostra storia
nazionale ci ha insegnato quanto sia tragico per l'Italia rinunciare alla
sua vocazione mediatrice, per subire l'ottusa equazione che solo chi
partecipa direttamente alle operazioni militari è potenza di prima
categoria.

Nelle ultime settimane persino da parte dell'amministrazione statunitense
venivano riconosciuti il ruolo e la funzione che l'Italia poteva utilmente
ricoprire sul piano diplomatico del dialogo nelle relazioni internazionali,
sulla scia della migliore politica estera italiana degli ultimi
quarant'anni. E su questa linea politica l'Italia dovrebbe anzi trascinare
tutta l'Europa.

Basterebbe da parte dei politici tradurre in pratica i principi che
caratterizzano la nostra cultura storica ed etico-politica. Ci accorgiamo
invece che Destra e Sinistra tendono ad equivalersi sostanzialmente, se è
vero che di fronte all'annuncio del governo, anche i principali leaders
dell'opposizione hanno già fatto sapere che voteranno a favore
dell'intervento militare.

L'articolo 11 della nostra Costituzione recita inequivocabilmente che
"L'Italia ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie
internazionali." e del resto tutti i trattati internazionali che ci legano
sono stati sottoscritti in accordo con questo principio costituzionale. Un
voto del Parlamento a favore dell'intervento armato sarebbe dunque un atto
di palese violazione di uno dei cardini su cui il nostro ordinamento si
regge.

Ben Laden e quanti lo finanziano sono terroristi da mettere in condizioni
di non nuocere. Il miliardario saudita, se fosse stato animato da un vero
senso di giustizia, avrebbe potuto utilizzare le sue ricchezze per
aggredire qualcuna delle contraddizioni che fanno i poveri sempre più
poveri, anziché mettere in piedi un esercito e un arsenale del terrore.

Ma proprio per affermare i valori della civiltà si impone da parte nostra
una revisione seria e profonda di quel tipo di politica economica che,
allargando il fossato fra paesi ricchi e poveri, hanno condotto il mondo a
una situazione intollerabile, prestando il fianco alla propaganda dei Ben
Laden del momento.

Poiché il terrorismo va combattuto, qualcuno si è posto la domanda: con
quali strumenti? Per esempio, perché mai l'Unione e il Parlamento europeo e
nazionale non hanno già bloccato i beni e i capitali bancari e finanziari
dei terroristi? Dai resoconti giornalistici abbiamo appreso che la
discussione all'europarlamento si è arenata perché taluni avvocati ha
eccepito difficoltà di non meglio specificati ostacoli tecnici..

Impostando la lotta al terrorismo attraverso guerra, si fa proprio il gioco
di un Ben Laden che potrebbe assurgere agli occhi di molti il ruolo di
vittima e di eroe. Rischiamo di sentirgli surrettiziamente avocare a sé la
grande causa dei poveri contro l'Occidente ricco e gaudente: cosa che, del
resto, si è già affrettato a sostenere. Rischiamo cioè che i terroristi
assumano la guida della collera dei poveri. Senza contare che neppure la
doverosa lotta al terrorismo può giustificare i bombardamenti in Afganistan
e la devastazione del territorio di un intero popolo.

Al contrario, l'azione di pace, rispettosa dei valori supremi della persona
e delle culture dei vari popoli, offrendo un quadro di cooperazione, una
possibilità di reale autonomia economica e politica, smaschera i messaggi
arroganti e ingannevoli e dà fiato a quei settori più aperti e disposti ad
una logica di pace all'altezza della presente situazione.

Giorgio La Pira, anni fa', aveva già capito che alla pace non c'è
alternativa e ne aveva mostrato l'efficacia nella pratica dell'azione
politica e della testimonianza personale.

Il vero nodo è ancora una volta etico-politico.

Rivolgiamo un forte appello a tutti i parlamentari italiani, di governo e
di opposizione, a mantenersi fedeli alla loro qualità di rappresentanti di
un popolo sovrano i cui valori portanti di civiltà, così fortemente
radicati nella sua costituzione e nel suo ordinamento, non consentono
eccezioni e quindi impongono di votare contro la partecipazione dell'Italia
alla guerra in Afganistan.

Primi Firmatari:

Giovanna Carocci, Giannozzo Pucci, Fabrizio Fabbrini, Franco Cardini







ESPOSTO





Alla Procura Generale della Repubblicae per opportuna conoscenza ai vari
soggetti pubblici variamente interessati affinché qualora ravvisino una
"notitia criminis"in questo esposto procedano a quanto la legge impone ad
ogni pubblico ufficiale



Esposto nei confronti del Governo, del Parlamento e del Capo dello Stato
per violazione della Costituzione della Repubblica Italiana e
favoreggiamento di stragi, avendo espresso adesione e sostegno ad una
guerra illegale, che configura il reato di crimine contro l'umanità



Signor Procuratore Generale,

a nome e per conto del , con sede in , i sottoscritti ,a nome proprio e/o
in qualità di responsabili delle varie associazioni sotto elencate,
espongono quanto segue:



1. E' in corso da alcune settimane una guerra di aggressione nella quale
sono già presenti reati di strage.

2. Tale guerra è palesemente illegittima ai sensi del diritto
internazionale e sta provocando numerose vittime innocenti.

3. Tale guerra (conseguente agli efferati massacri realizzati l'11
settembre da gruppi criminali terroristi, efferati massacri tra i cui fini
è da supporre ci fosse anche proprio quello di scatenare una conflagrazione
mondiale) nel suo svolgersi sta realizzando crimini contro l'umanità.

4. Tale guerra sta mettendo in pericolo l'umanità intera, proseguendo
un'escalation (verosimilmente preventivata e voluta dai gruppi criminali
terroristi che hanno eseguito le stragi dell'11 settembre) che può portare
a conseguenze atroci e finanche irreversibili.

5. Tragicamente, il Governo, il Parlamento e il Capo dello Stato italiano,
invece di adoperarsi per la pace, hanno espresso l'adesione del nostro
paese alla guerra in corso.

6. Tale adesione espressa da chi rappresenta il nostro paese è anch'essa
illegale in quanto viola palesemente l'articolo 11 della Costituzione della
Repubblica Italiana, e configura pertanto il più grave dei reati di cui chi
è investito di alte cariche della Repubblica si possa macchiare.

7. Tale adesione illegale alla guerra coinvolge il nostro paese nella
responsabilità delle stragi in corso in Afghanistan.

8. Tale adesione illegale alla guerra rende inoltre il nostro stesso paese
un possibile teatro di guerra.

9. Tale adesione illegale alla guerra precipita il nostro paese in uno
stato di anomia come conseguenza di un atto di eversione dall'alto che ha
reso fuorilegge chi detiene le funzioni del potere esecutivo, la
maggioranza dei membri dell'organo legislativo, e soprattutto il supremo
garante del nostro ordinamento giuridico nonché capo delle nostre Forze
Armate, il Presidente della Repubblica.

10. Mentre rinnoviamo un accorato e fermo invito al Governo, al Parlamento
ed al Presidente della Repubblica affinché tornino nella legalità, recedano
dall'alto tradimento della Costituzione della Repubblica Italiana,
fondamento del nostro stato di diritto e base della nostra democrazia,
Costituzione cui essi hanno giurato fedeltà;



Ci corre l'obbligo di richiedere l'intervento dell'autorità giudiziaria
affinché verifichi quanto sopra ed assuma i provvedimenti conseguenti:



Chiediamo perciò:

a) di procedere giudiziariamente contro i membri del Consiglio dei Ministri
che hanno espresso l'adesione alla guerra;

b) contro i membri del Parlamento che hanno avallato l'adesione alla guerra;

c) contro il Presidente della Repubblica che ha permesso e incoraggiato
l'adesione alla guerra: - per violazione della Costituzione della
Repubblica Italiana; per dichiarata complicità con i crimini in corso
contro l'umanità e segnatamente col delitto di strage, danneggiamento di
beni mobili e immobili e violenze varie a danno di persone innocenti; per
aver esposto il nostro paese ai pericoli conseguenti alla partecipazione ad
una guerra incostituzionale e per ogni altro reato che la S.V. individuerà
nei fatti suesposti.



sottoscrivono

Fabrizio Fabbrini, Associazione Codice di Camaldoli