Presidio Sabato 10/11/2001 ore 16.00 ad Acquedolci (Me)



Anche nel nostro piccolo centro, un comune del messinese, la gente si mobilita contro la guerra. L'Associazione Culturale Mediterraneo ha accolto questo spirito ed ha indetto un presidio in piazza Municipio, per Sabato 10.11.2001 alle ore 16.00.
 
Faremo una raccolta firme sul testo del volantino, che vi alleghiamo qui sotto.
 
Abbiamo deciso anche di aderire all'iniziativa di Emergency di portare un fazzoletto bianco (in mano, all'antenna della macchina, al guinzaglio del cane, alla carrozzina del bambino, allo sterzo della bicicletta, alla borsetta, al balcone di casa, alla finestra ecc...) in segno di avversione alla guerra.
Cordialmente.
 
Farid Adly
 

 

Associazione Culturale Mediterraneo

ass.cult.mediterraneo at katamail.com

 

Per la Pace e la Nonviolenza!

Contro il terrorismo e contro la guerra!

 

A due mesi dagli atroci attentati di New York e Washington, che hanno causato migliaia di vittime innocenti, ad oltre un mese dall’inizio dei bombardamenti anglo-americani sull’Afghanistan, che a loro volta hanno causato altre migliaia di vittime innocenti, e dopo l’entrata dell’Italia in guerra, non possiamo ignorare il pericolo che minaccia l’umanità.

In questo momento, in cui con maggiore evidenza si affacciano alla nostra coscienza tutti i motivi retorici e nefasti della guerra, non possiamo restare in silenzio. Vogliamo esprimere la nostra grave preoccupazione per la scelta del Governo e del Parlamento di offrire uomini e mezzi del nostro Paese per il prosieguo della guerra in territorio afgano. La nostra contrarietà deriva dal dettato costituzionale che all’art, 11 "ripudia" la guerra come strumento per la risoluzione di qualsiasi controversia. Proprio in questi giorni il Capo dello Stato ha impegnato la sua parola a difesa dei valori della Costituzione. Vorremmo che, coerentemente, se ne traessero tutte le conseguenze.

D’altra parte anche i conflitti più recenti (Iraq, Kosovo...) hanno ampiamente dimostrato quanto la guerra non risolve i problemi ma li trascina nel tempo o li aggrava. Tanto più questo conflitto sembra concedere nuovi argomenti, consensi e spazi d’azione al terrorismo che dice di voler debellare. In questo caso poi, ci sembra che continuino ad essere ignorate le Organizzazioni internazionali, che restano la strada maestra indicata dai padri che sottoscrissero la Carta delle Nazioni Unite.

 

Infine rinnoviamo il nostro disappunto per la decisione della partecipazione italiana alla guerra in quanto tale decisione avviene nel momento in cui il conflitto ha ampiamente e tristemente dimostrato di non riuscire a risparmiare la vita dei civili che abitano l’Afghanistan e che subiscono così un doppio conflitto.

 

Anche questa guerra è un atto di terrorismo: lo vogliamo dire senza mezzi termini. Essa risponde alla stessa logica: semina anch'essa morte e distruzione, annienta alla radice la civiltà delle relazioni umane, della convivenza tra i popoli, della condivisione con gli altri dell'umanità che è in noi. Come il terrorismo, anch'essa non rispetta nessuna regola, nessuna convenzione tra gli Stati, nessun trattato internazionale; non diversamente dal terrorismo, cela la verità dei fatti e delle ragioni che armano le sue strategie.

Chiediamo l'immediata cessazione dei bombardamenti e di ogni altra operazione di guerra in Afghanistan. Chiediamo che il nostro Paese si dissoci dalla guerra e che sviluppi, in tutte le sedi, ogni possibile iniziativa per la pace, l'assistenza delle popolazioni profughe dell'Afghanistan, la soluzione della questione palestinese, la fine dell'embargo contro l'Iraq.