COMUNICATO STAMPA SULL'APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO



Carissimi,
mi permetto di disturbarvi per sottoporre alla vostra attenzione il
comunicato stampa ed il testo di un appello per la istituzione di una
giornata del dialogo cristiano islamico. Sia il comunicato stampa che il
testo dell'appello credo non abbiano bisogno di ulteriori commenti. Vi
chiedo, se lo ritenete opportuno, di sottoscriverlo, comunicando la vostra
adesione agli email indicati, e di diffonderlo nelle vostre comunità. Ancora
meglio sarebbe se tutti ci facessimo promotori di iniziative di incontro con
le comunità islamiche locali, la dove esistono, trasformando l'appello in
iniziative concrete.
Certo della vostra sensibilità e ringraziandovi anzitempo per quello che
vorrete fare, vi porgo i più fraterni saluti ed un augurio di pace.
Giovanni Sarubbi

Email: redazione at ildialogo.org
Sito: http://www.ildialogo.org







COMUNICATO STAMPA SULL'APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO
CRISTIANOISLAMICO

Di fronte al terribile evento dell'11 settembre 2001 anche il mondo del
dialogo ecumenico e interreligioso è stato scosso alle fondamenta, fino ad
essere messo radicalmente in discussione. Il dibattito che ne sta seguendo,
del resto, è stato sostanzialmente monopolizzato da politologi, sociologi e
teorici dello "scontro di civiltà", che hanno cercato di mettere a fuoco
ripetutamente i caratteri specifici dell'islam e dei musulmani. Si è spesso
evindenziato, in tale panorama, che l'islam è oggi la seconda confessione
religiosa in molti stati europei fra cui l'Italia, dimenticando però che da
anni - in parallelo a questo processo - è cominciato anche nel nostro paese
un itinerario, difficile e complesso, di reciproca conoscenza fra cristiani,
laici e musulmani, a partire dalle problematiche della vita quotidiana e
sociale.
Che da tempo non pochi gruppi, associazioni, movimenti, chiese locali e
semplici credenti operano con umiltà e passione in tale direzione, evitando
qualsiasi irenismo e incontrando non "l'islam" in sé, bensì donne e uomini
musulmani, in grandissima parte per nulla fondamentalisti e alla ricerca
solo di un decente tenore di vita, di un lavoro, di una casa, di essere cioè
accettati in una società pluralista e laica come quella italiana.
Un simile dialogo va oggi, alla luce di quanto è accaduto negli Stati Uniti
e sta accadendo in Afghanistan e Pakistan, intensificato e rafforzato, al
fine di produrre anticorpi positivi nei confronti di qualsiasi demenziale
appello allo "scontro di civiltà", ma anche di inverare compiutamente le
profetiche indicazioni provenienti dal Concilio Vaticano II, dal magistero
di Giovanni Paolo II e dalle principali Assemblee delle chiese europee, da
Basilea (1989) a Graz (1997) sino alla proclamazione, avvenuta a Strasburgo
nell'aprile 2001, della "Charta Oecumenica", che invita i cristiani del
Vecchio continente "ad incontrare i musulmani con un atteggiamento di stima"
e "ad operare insieme ai musulmani su temi di comune interesse". Eppure,
l'atteggiamento più diffuso nei loro confronti resta fortemente impregnato
di antichi pregiudizi, interpretazioni stereotipate e chiusure mentali.
E' in questo contesto che è nato l'Appello ecumenico che in questi giorni
credenti, teologi, educatori alla pace e all'intercultura e personalità
impegnate da anni nel cammino del dialogo ecumenico e interreligioso -
cristiani di diverse confessioni e laici - hanno scelto di inviare ai leader
delle chiese italiane perché il dialogo cristianoislamico prosegua e venga
percepito come un "caso serio" dell'attuale stagione, suggerendo ad esempio
l'istituzione di una "Giornata del dialogo cristianoislamico". Primo
obiettivo dell'Appello è, peraltro, di sollevare dibattito il più possibile
ampio nelle comunità e nelle chiese sulla necessità che il dialogo
interreligioso esca dall'ambito dei temi per specialisti e addetti ai lavori
per diventare materia fondamentale di formazione cristiana, di informazione
e di studio, nello spirito dell'affermazione di Paolo VI a partire dalla
quale oggi le chiese cristiane sono convocate a "farsi dialogo", fiere della
propria identità ma anche senza paura di sporcarsi le mani, e forti del
coraggio che deriva loro dall'adesione al Vangelo di Gesù Cristo.



Testo dell'
APPELLO ECUMENICO PER UNA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO

"Noi, cristiane e cristiani di diverse confessioni e laici, impegnati da
anni nel faticoso cammino del dialogo coi musulmani italiani o in un lavoro
culturale sull'islam, crediamo che l'orrendo attentato di New York e
Washington costituisca una sfida non solo contro l'occidente ma anche contro
quell'islam, largamente maggioritario in tutto il mondo, che si fonda sui
valori della pace, della giustizia e della convivenza civile. Pensiamo che
quanto è accaduto non debba in alcun modo mettere in discussione o
rallentare l'itinerario del dialogo. Anzi, riteniamo che proprio i commenti
e gli avvenimenti succeduti a quel tragico evento ci chiamino ad accelerare
il processo di reciproca conoscenza, senza il quale ci sembra difficile
ipotizzare passi avanti sul piano delle relazioni interreligiose, in
particolare con quei musulmani che sono da tempo nostri compagni di strada
sul cammino della costruzione di una società pluralista, accogliente,
rispettosa dei diritti umani e dei valori democratici.
Per questo, chiediamo alle chiese italiane e ai loro responsabili di
prendere in considerazione (nello spirito del documento conciliare "Nostra
Aetate", della "Charta Oecumenica", delle visite di Giovanni Paolo II a
Casablanca e Damasco e del recente incontro di Sarajevo fra i leader delle
comunità cristiane e dei musulmani d'Europa) la creazione di una "Giornata
del dialogo cristianoislamico".
Siamo ben consapevoli che l'istituzione di una simile Giornata non risolverà
certo ogni problema, e che potrebbe - come in altre situazioni simili -
risolversi in una sterile celebrazione rituale: siamo convinti, peraltro,
che si tratti di un piccolo segnale nella direzione di un incontro che, in
ogni caso, sta nella forza delle cose.
Con un augurio sincero di shalom - salaam - pace!"



PRIMI FIRMATARI  (4 novembre 2001)

-Maurizio Abbà, pastore valdese, Alessandria
-Gianpaolo Anderlini, redattore di "QOL", Fiorano Modenese (Mo)
-Giovanni Anziani, pastore metodista, Milano
-Don Liborio Asciutto, presidente del Centro ecumenico "La Palma", Cefalù
(Pa)
-Franca Ciccolo Fabris, segretaria dell'Associazione Italiana "Amici di Nevè
Shalom - Waahat as-Salaam", Milano
-Agnese Cini, presidentessa dell'Associazione laica di cultura biblica
"Biblia", Firenze
-Giancarla Codrignani, filosofa, Bologna
-Don Valentino Cottini, biblista e islamologo, Verona
-Paolo De Benedetti, Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Milano
-Don Tonio Dell'Olio, coordinatore nazionale di "Pax Christi" e direttore di
"Mosaico di Pace", Bisceglie (Ba)
-Padre Arnaldo De Vidi, direttore di CEM Mondialità, Brescia
-Fra Marcello Di Tora o.p., direttore del Centro di Studi per il Dialogo con
l'Islam, Palermo
-Mons. Antonio Forte, vescovo della diocesi di Avellino, Avellino
-Davide Frasnelli, giornalista e scrittore, Roma
-Lidia Maggi, pastora battista, Cinisello Balsamo (Mi)
-Raffaele Mantegazza, Università di Milano-Bicocca, Monza (Mi)
-Domenico Manaresi, casalingo, Bologna
-Elena Milazzo Covini, presidentessa del SAE (Segretariato Attività
Ecumeniche), Milano
-Don Carlo Molari, teologo, Roma
-Antonio Nanni, responsabile Ufficio Studi ACLI nazionali, Roma
-Paolo Naso, direttore di "Confronti e di "Protestantesimo", Roma
-Enrico Peyretti, redattore de "Il foglio", Torino
-Brunetto Salvarani, coordinatore degli Incontro cristiano-musulmani di
Modena, Carpi (Mo)
-Giovanni Sarubbi, giornalista, direttore de "Il dialogo", Monteforte Irpino
(Av)
-Don Ermis Segatti, Facoltà Teologica di Torino, Torino
-Maria Vingiani, fondatrice del SAE (Segretariato Attività Ecumeniche)


Per ulteriori informazioni e per firmare l'Appello

tel.  335-5638950

E mail

b.salvarani at carpi.nettuno.it

oppure

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